Trend e andamento del vino in Italia, Settimana 15–20 dicembre 2025

La settimana dal 15 al 20 dicembre 2025 restituisce l’immagine di un settore vitivinicolo italiano attraversato da forti contrasti: da un lato un riconoscimento culturale e reputazionale senza precedenti, dall’altro tensioni strutturali su mercati, consumi e giacenze che impongono scelte strategiche rapide e coordinate.

Trend e andamento del vino in Italia, Settimana 15–20 dicembre 2025

Il riconoscimento UNESCO della Cucina Italiana come Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità ha rafforzato in modo significativo il posizionamento internazionale del vino italiano, parte integrante e inscindibile di questo patrimonio. Il settore ne esce valorizzato non solo sul piano simbolico, ma anche economico: il vino contribuisce in maniera determinante al saldo commerciale agroalimentare, con circa 7,5 miliardi di euro di attivo annuo. È un capitale immateriale che rafforza brand Italia, turismo e attrattività complessiva dei territori.

All’interno di questo quadro, le bollicine si confermano il vero motore del sistema vino, con il Prosecco protagonista assoluto. I numeri del 2025 parlano chiaro: 776 milioni di bottiglie vendute nei primi nove mesi, presenza in 180 Paesi, 3 miliardi di euro di valore alla produzione e oltre 2 miliardi di export. La crescita è trasversale alle tre denominazioni – Prosecco DOC, Conegliano Valdobbiadene DOCG e Asolo DOCG – che mostrano la capacità di “fare sistema”, governando l’espansione produttiva e affrontando insieme sfide cruciali come la contrazione del potere d’acquisto, i dazi USA e la ricerca di nuovi mercati. Il Prosecco si conferma prodotto intergenerazionale, accessibile, con un rapporto qualità-prezzo vincente e una straordinaria adattabilità ai nuovi stili di consumo globali, diventando apripista per l’intera filiera vitivinicola italiana.

Sul fronte internazionale emergono segnali differenziati. L’Ucraina si conferma un mercato in ripresa, con consumi e importazioni in crescita nel biennio 2024–2025. L’Italia è leader tra i fornitori, beneficiando di una domanda orientata verso vini secchi e stili occidentali, soprattutto tra i consumatori più giovani e urbani. Al contrario, il quadro globale resta complesso: anche la Francia registra una flessione dell’export nel 2025 (-2,5% a valore), con forti cali negli Stati Uniti e in Cina, a dimostrazione di una crisi non circoscritta al solo vino italiano.

In Italia, tuttavia, il dato più critico resta quello delle giacenze. A vendemmia 2025 conclusa, nelle cantine italiane si registra un +8,6% di vino rispetto al 2024, con oltre 53 milioni di ettolitri in stock, a cui si aggiungono mosti e vini in fermentazione. La concentrazione delle scorte nel Nord Italia e nelle principali denominazioni DOP e IGP evidenzia come anche i vini a maggiore valore aggiunto non siano immuni dalla fase di rallentamento dei consumi. Questo squilibrio strutturale tra produzione e domanda rappresenta uno dei principali fattori di pressione sui prezzi e sulla redditività delle imprese.

L’export italiano continua a mostrare segnali di debolezza: nei primi nove mesi del 2025 il valore scende del 2,2%, con un calo più marcato negli Stati Uniti, primo mercato di riferimento. Il recupero dei volumi, a fronte di valori in diminuzione, indica una compressione dei prezzi per stimolare una domanda più fragile. Alcuni mercati europei, come Germania, Francia e Paesi Bassi, offrono segnali positivi, ma non sufficienti a compensare le perdite nei mercati extra UE e in Nord America.

In questo contesto complesso, arrivano però segnali istituzionali incoraggianti. Il via libera al “Pacchetto Vino” europeo introduce maggiore flessibilità negli strumenti di crisi, semplificazioni sull’etichettatura (QR code ed etichetta digitale), rafforzamento delle misure di promozione nei Paesi terzi e riconoscimento dell’enoturismo come leva finanziabile. Vengono inoltre chiariti i riferimenti normativi per vini a zero o ridotto contenuto alcolico, intercettando uno dei trend di consumo più rilevanti a livello globale.

Infine, il periodo natalizio conferma che, nonostante la crisi, la domanda di qualità resiste. Secondo Partesa, nelle festività 2025 i grandi vini italiani restano centrali, affiancati da Champagne e referenze internazionali premium. Cresce l’attenzione verso esperienze autentiche, prodotti d’eccellenza e consumi più consapevoli, con un interesse in aumento anche per soluzioni low e no-alcohol.

Sintesi finale
Il vino italiano chiude il 2025 sospeso tra una forza identitaria e reputazionale senza precedenti e una fase economica che impone rigore, selezione e strategia. Le bollicine – Prosecco in primis – guidano il sistema e indicano la direzione: valore, accessibilità, coordinamento di filiera e apertura ai nuovi stili di consumo. La sfida dei prossimi mesi sarà trasformare il capitale culturale e simbolico in sostenibilità economica, governando le giacenze, ripensando l’offerta e rafforzando il posizionamento nei mercati che, nonostante tutto, continuano a cercare il vino italiano quando è capace di parlare il linguaggio del presente.