CASTELLO DI MELETO PRESENTA IL PROGETTO CRU

“Abbiamo 142 volte un ettaro”: è con queste parole che Michele Contartese, direttore generale di Castello di Meleto, sintetizza al meglio l’importanza della valutazione delle diversità delle singole aree della tenuta e spiega la nascita del Progetto Cru, atto a selezionare i terreni più vocati, divisi in cinque zone diverse per clima, pendenze, esposizione, composizione dei suoli e altimetria.

CASTELLO DI MELETO PRESENTA IL PROGETTO CRU

La BioViticola Toscana Castello di Meleto, custode del territorio a Gaiole in Chianti dal 1256, si estende su una superficie di 1000 ettari, di cui più di 700 boschivi. La vastità della tenuta, tra ulivi, boschi, vigneti e arnie, è una ricchezza che da sempre l’azienda si impegna a mantenere, con progetti di tutela e promozione della biodiversità.

Ne è emblema il Progetto Cru, in cui i vigneti più significativi della tenuta vengono valorizzati nelle proprie peculiarità grazie a una viticoltura al dettaglio, che permette la creazione di grandissimi vini: Vigna Casi Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2017, Vigna Poggiarso Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2017 e Camboi IGT Toscana Rosso 2018. Con queste referenze Castello di Meleto presenta i cru dei singoli vigneti e dimostra concretamente il lavoro che ha avviato negli ultimi anni sulla qualità dei vini e sull’immagine, con l’obiettivo di esprimere al meglio la vocazione del territorio e valorizzare la storia millenaria che li rende unici.

Situata ad un’altitudine elevata, da oltre 30 anni Vigna Casi rappresenta il cru di Castello di Meleto. Si trova in un luogo magico, sotto il borgo medievale di Vertine. I vigneti, a circa 450 m sul livello del mare, si distinguono in Casi Sopra, coltivato ad alberello, e Casi Sotto, coltivato a Guyot. Il Vigna Casi Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2017 è espressione sincera e autentica del terreno da cui proviene. Anche il suo affinamento, infatti, segue una attenta scelta territoriale: parte della massa sosta per 27 mesi in botti di rovere di Slavonia 30 hl, parte in botte di rovere francese da 50 hl e un’ultima piccola parte in tonneaux. La scelta del legno deriva dalla qualità dell’uva proveniente da diversi piccoli appezzamenti del vigneto Casi.

Vigna Poggiarso ha un nome emblematico: è la combinazione del termine poggio, che compone molti toponimi del territorio chiantigiano per la sua natura montuosa, con arso, per la sua esposizione a sud e la sua aridità dovuta ai terreni estremamente rocciosi. Poggiarso è la più secca e fredda delle tenute, il che determina condizioni estreme per la vite che, si sa, dà il suo massimo quando è in difficoltà. Al suolo arido si uniscono le grandi escursioni termiche tra giorno e notte, determinate dalle altitudini. Il terreno presenta una grande quantità di scheletro tanto che i precedenti scassi vennero fatti con la dinamite. Il Vigna Poggiarso Chianti Classico Gran Selezione DOCG 2017 è il risultato della particolarità dei vigneti di questo cru, da cui si producono poche uve ma di qualità eccellente, ricche di aromi e di zuccheri, che, lavorate con la cura di Castello di Meleto, offrono vini dalla straordinaria complessità e longevità.

Camboi è un vigneto speciale perché dedicato alla Malvasia Nera del Chianti, varietà storicamente usata nel blend del Chianti Classico ma raramente usata in purezza; una varietà che rischiava di essere abbandonata perché difficile da coltivare e che Castello di Meleto ha voluto recuperare, notando quanto il suo potenziale spiccasse nei primi blend. La vigna è situata nella sottozona di San Piero in Avenano, fresca e ventilata, caratterizzata da suoli argillosi e ricchi di scheletro di origine geologica pliocenica (5 milioni di anni fa).  A Camboi (campo dei buoi), un tempo, venivano allevati i bovini e l’etichetta dell’artista Martine Janta, che identifica il Camboi IGT Toscana Rosso 2018, ricorda la storia originale; Camboi è un vino di notevole qualità, caratterizzato da un’aromaticità armonica ed avvolgente, che rispecchia i sentori tipici del vitigno da cui deriva – l’anima segreta del territorio.