Report vitivinicolo aggiornato con proiezione per il periodo 1 dicembre 2025 – 31 marzo 2026.

Situazione attuale: contesto globale e italiano

Report vitivinicolo aggiornato — basato sulle ultime notizie e dati disponibili a inizio dicembre 2025 — con proiezione per il periodo 1 dicembre 2025 – 31 marzo 2026.

Produzione e mercato globale

  • Dopo la crisi produttiva degli scorsi anni, la produzione mondiale di vino sembra in lieve recupero: per il 2025 si stimano volumi in aumento rispetto al 2024, seppur restando sotto la media quinquennale.
  • Tuttavia la domanda globale continua a mostrare fragilità: inflazione, incertezza economica e cambiamenti nei consumi (maggiore attenzione a salute e stili di vita) stanno comprimendo sia i volumi che la spesa per vino.
  • In questo contesto, segmenti come spumanti premium, vini biologici/organici o prodotti con forte identità territoriale sono identificati come le principali opportunità per mantenere valore e margini.

Scenario per l’Italia

  • L’Italia conferma la sua leadership mondiale per volumi esportati, con stime 2025 di circa 22 milioni di ettolitri esportati.
  • Il valore dell’export mantiene livelli elevati: si stimano circa 8,1–8,2 miliardi di euro nel 2025.
  • Nonostante ciò, l’export nel corso del 2025 ha mostrato segni di debolezza: dati aggiornati a luglio indicano un calo del -0,9% in valore e del -3,4% in volume rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
  • Allo stesso tempo, il consumo interno continua a essere debole e in lento ma costante declino rispetto alle generazioni precedenti, riflettendo un cambiamento di stili di consumo e minore frequenza di consumo di vino “quotidiano”.

Trend che guidano il settore – e le “linee guida” strategiche per 2026

In base ai dati recenti e all’evoluzione del mercato, emergono alcune tendenze strutturali che prevedo caratterizzeranno il periodo dicembre 2025 – marzo 2026, e probabilmente oltre:

  • Premiumizzazione e valorizzazione dell’identità territoriale: vini con forte identità (DOC/DOCG, spumanti, bianchi, qualità superiore) mantengono miglior potenziale rispetto ai “vini commodity”. In particolare gli spumanti e i vini bianchi sembrano intercettare meglio le nuove preferenze.
  • Diversificazione dell’offerta e del packaging: formati alternativi, vini biologici o sostenibili, e una maggiore attenzione alla sostenibilità e al valore percepito (non solo “quantità”, ma esperienza, qualità, narrazione) come leva competitiva.
  • Polarizzazione dei mercati e necessità di ridurre la dipendenza da pochi grandi buyer/aree: come segnalato dall’export agroalimentare complessivo, la concentrazione geografica (alcuni pochi paesi assorbono gran parte del vino italiano) resta una vulnerabilità.
  • Adattamento al cambiamento dei consumatori finali: i consumatori oggi cercano sempre di più autenticità, sostenibilità e autenticità territoriale; vino “quotidiano” perde peso, mentre cresce la domanda di vino come esperienza, racconto, lifestyle.

Implicazioni per le cantine e per chi come noi offre consulenza strategica

Per una cantina o per un’operazione di valorizzazione / acquisizione / vendita, queste dinamiche suggeriscono:

  • Puntare su etichette premium e identitarie: in un mercato con offerta abbondante e domanda selettiva, il valore differenziale pesa più del volume.
  • Considerare diversificazione geografica dell’export: puntare non solo su tradizionali grandi mercati ma esplorare paesi o nicchie meno sature, riducendo il rischio da dipendenza da pochi mercati.
  • Valorizzare sostenibilità, trasparenza e storia del brand: il consumatore moderno cerca autenticità e valore percepito, non solo prezzo basso.
  • Integrare l’offerta con esperienza e servizi: enoturismo, storytelling, direct‑to‑consumer, packaging e prodotto differenziato possono aumentare il valore percepito e la fidelizzazione.
  • Gestire con cura giacenze, stock e flussi di cassa: 2025 ha dimostrato che la produzione è ok, ma il mercato fa selezione — la rigida pianificazione finanziaria e commerciale sarà un vantaggio competitivo.

Previsione 1 dic 2025 – 31 mar 2026 (linea di continuità)

  • L’export italiano dovrebbe attestarsi su valori vicini a quelli del 2025, con possibile stabilizzazione o lieve crescita, soprattutto se le cantine sapranno posizionarsi su qualità e identità.
  • Il segmento “mainstream basso prezzo” subirà ulteriori pressioni — opportunità per consolidamenti, selezione di lotti, e razionalizzazione delle produzioni.
  • Le nicchie premium, biologiche, territoriali/spumanti/etichette con forte storytelling probabilmente guadagneranno peso relativo, sia sui mercati internazionali sia sul mercato domestico evoluto.
  • Per chi controlla aziende vinicole o studia operazioni di fusione/acquisizione: sarà un momento critico per selezionare asset di qualità, valorizzare marchi e reputazione, e preparare il terreno per una ripresa più robusta quando (o se) l’economia globale tornerà a stimolare il consumo.