“Vino 2025: produzione record, export precario, sostenibilità al centro”
Punti Chiave
- Produzione italiana in ripresa, con conferma della leadership globale
L’Italia prevede una vendemmia 2025 di circa 47 milioni di ettolitri, +8 % rispetto al 2024, dato che le permetterà di mantenere il primato mondiale davanti a Francia e Spagna. Regioni meridionali come Puglia e Sicilia trainano la crescita. - Spumanti e certificazioni green come leve differenzianti
Secondo il Report Valoritalia 2025, gli spumanti segnano un +5% nel 2024, mentre i vini rossi subiscono una flessione di ‐6,8%.
Cresce l’interesse (sia fra produttori che consumatori) per le certificazioni di sostenibilità; diventano fattori chiave per l’accesso a mercati premium e per costruire valore percepito. - Export: mercati top in crescita, ma instabilità generalizzata
Nei primi sei mesi del 2025, il vino italiano ha performato bene in Canada (+ ~11 % in valore), Germania (+10,3 %) e Giappone (+0,7%) rispetto al 2024.
Però importanti mercati (Regno Unito, Svizzera, Cina) mostrano flessioni, spesso legate a dazi, cambi nei consumi o pressione economica sui consumatori. - Enoturismo e vendite dirette: opportunità con digitalizzazione e qualità dell’esperienza
Il Report Divinea‑Wine Suite 2025 segnala che le cantine che investono in accoglienza, marketing digitale, vendite dirette e formazione personale ottengono vantaggi competitivi concreti.
Anche l’enoturismo come fenomeno culturale e turistico continua a integrarsi con sostenibilità, storytelling territoriale e offerte esperienziali differenziate. - Trend globali che non si possono ignorare: cambiamento climatico, moderazione del consumo, innovazione tecnologica
- Il cambiamento climatico spinge le aziende a varietà resistenti alla siccità, pratiche rigenerative e gestione più efficiente delle risorse idriche.
- Il consumo globale di vino è sotto pressione: l’invecchiamento della popolazione consumatrice, nuove preferenze verso bevande “light”, low‑alcohol o esperienziali.
– Tecnologia e AI sono sempre più integrate, non solo per produzione, ma anche per l’esperienza cliente (virtual tasting, raccomandazioni, gestione diretta).
Implicazioni Strategiche Rapide
- Nei processi di acquisizione o investimento, puntare su produttori con certificazioni sostenibili consolidate, che abbiano già sperimentato il direct‑to‑consumer e l’enoturismo reattivo: questi tendono a mantenere o accrescere valore anche in mercati instabili.
- Nei territori meridionali con forte produzione, valorizzare il “brand territoriale” unito ad una qualità costante: può essere distintivo nei mercati esteri, specie dove la sostenibilità è richiesta.
- Monitorare dazi, politiche commerciali, e cambi valutari: in molti mercati chiave la competitività può essere erosa da fattori fuori dal controllo diretto.
- Investire in digitalizzazione non come “lusso”, ma come asset operativo: vendite dirette, strumenti di CRM, esperienze personalizzate, storytelling fanno già la differenza.
- Anticipare e gestire i rischi del cambiamento climatico: varietà resistenti, gestione dell’irrigazione, adattamento delle pratiche agronomiche, per garantire qualità e continuità produttiva.