Lunedì 26 febbraio si svolgerà a Bruxelles, nella sede del Copa-Cogeca, l’Assemblea di Confagricoltura: la Federazione regionale degli agricoltori esporrà in un documento tecnico le criticità del settore piemontese, evidenziando l’impegno degli imprenditori agricoli piemontesi nella salvaguardia del territorio e dell’ambiente a dimostrazione del fatto che il settore è sempre più ecosostenibile, nonostante gli scarsi riconoscimenti

Confagricoltura Piemonte a Bruxelles: “L’agricoltura ha un ruolo fondamentale nella mitigazione dei cambiamenti climatici”
In queste ultime settimane in cui le piazze italiane ed europee sono animate dalle proteste degli agricoltori, Confagricoltura Piemonte, in previsione dell’Assemblea del prossimo 26 febbraio nella sede del Copa – Cogeca a Bruxelles , in concomitanza con il Consiglio dei ministri agricoli della Ue e con la presentazione della proposta della Commissione per la semplificazione delle regole comunitarie, si è adoperata per raccogliere le istanze del settore. Il malessere è causato dal perdurare di uno stato di crisi globale e di complessità crescenti quali la pandemia, la guerra in Ucraina e nel Medio Oriente, una riforma della PAC che non ha tenuto conto di quanto è accaduto negli ultimi anni e che incentiva gli agricoltori addirittura a non produrre, lasciando terreni incolti e non produttivi, a fronte di domande di cibo incrementate costantemente.
“ L’agricoltura piemontese affronta con grande capacità di interpretazione e flessibilità le nuove sfide, che da sempre e soprattutto nell’ultimo decennio pervadono il settore” ha dichiarato Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte e imprenditore agricolo cuneese. “ È leva strategica per la tutela dell’ambiente. Rinnoviamo ogni giorno il nostro impegno a promuovere la crescita sostenibile della produttività agricola, l’adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione delle emissioni di gas serra investendo in tecnologie all’avanguardia e in innovazione, esponendoci a spese che molto di frequente vediamo remunerate con profitto”.
È recente l’accordo tra il Parlamento europeo e il Consiglio sul primo quadro volontario per la certificazione di assorbimenti di carbonio a livello dell’UE che però soddisfa in parte le richieste di Confagricoltura: “ Un passo avanti verso il riconoscimento del ruolo dell’agricoltura nella mitigazione dei cambiamenti climatici” afferma Allasia “Ma constatiamo che viene tagliato fuori un settore, quello della zootecnia, che escluso dal meccanismo di certificazione sulla riduzione delle emissioni di metano, non adotterebbe quelle pratiche volte a ridurre gli impatti complessivi necessarie alle aziende”.
Confagricoltura Piemonte promuove da molti anni ormai un approccio alla terra che garantisca un futuro alle nuove generazioni, rispondendo alle esigenze di mercato e alle richieste di una Politica Comunitaria che dovrebbe plasmarsi più alla realtà che a saggezze convenzionali ormai non più attuabili.
“Questa riforma “figlia” del Green Deal comunitario e della strategia “Farm2Fork ” è insostenibile per le imprese in quanto riduce gli incentivi a fronte di maggiori impegni (e quindi costi) da rispettare a carico delle imprese stesse. Una situazione che difficilmente sta in piedi; una equazione di sostenibilità, economica, sociale ed ambientale, impossibile da risolvere” ha poi concluso il presidente Allasia
Confagricoltura Piemonte, con una lettera indirizzata al Presidente della Regione, Alberto Cirio e all’Assessore all’agricoltura e cibo, Marco Protopapa, ha segnalato le criticità che i propri uffici territoriali stanno riscontrando nel predisporre i progetti di investimento degli agricoltori “under 41” nell’ambito del bando integrato tra l’intervento SRE 01 – insediamento giovani e l’intervento SRD 01 – piani di miglioramento, a valere sullo Sviluppo rurale 2023/2027 |
Il 23 gennaio scorso, su sollecitazioni di Confagricoltura Piemonte e di altre Organizzazioni agricole, la Regione Piemonte con il Settore Agricoltura, ha convocato un incontro tecnico, in videoconferenza, per fornire alcuni chiarimenti in merito ai bandi dello Sviluppo rurale 2023 – 2027, riservati ai giovani agricoltori e ai piani di miglioramento per il settore primario. “In primo luogo, il bando aperto l’11 dicembre 2023 senza una consultazione preventiva del testo, ha richiesto, fin da subito, più interventi sulle funzionalità dell’applicativo fino alla prima decade di gennaio” evidenzia il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia una volta raccolte specifiche informazioni dai tecnici delle sedi territoriali piemontesi. “Nonostante ci siano stati forniti alcuni chiarimenti in uno specifico incontro tecnico, due aspetti rimangono problematici e da superare con soluzioni diverse da quelle prospettate dagli uffici assessorili” sottolinea Allasia. Il primo è legato all’insediamento del giovane nei tre mesi successivi alla presentazione della domanda di sostegno. La procedura individuata, diversa da quella che è stata adottata nelle programmazioni precedenti, non prevede più la costituzione di un fascicolo temporaneo in cui inserire terreni e allevamenti provenienti dall’azienda cedente o dalle aziende cedenti. Pertanto, il giovane che si insedia nei 90 giorni successivi, presenta una domanda di sostegno priva o quasi della produzione standard e ciò comporta l’impossibilità di acquisire i 3 punti di priorità relativi al principio di selezione P05 – Dimensione economica dell’operazione, discriminando di fatto il suo progetto rispetto agli altri in quanto acquisirà una posizione in graduatoria più bassa e quindi, con ogni probabilità, non finanziabile. L’altro elemento molto critico è, invece, costituito dal fatto che, contrariamente a quanto avveniva in passato, la cessione dell’azienda tra famigliari nella misura del 30% al giovane (il 70% rimane al cedente per evitare eccessivo frazionamento) si applica esclusivamente nel caso in cui avvenga tra padre e figlio ed è invece impedito con gli altri gradi di parentela. “Si tratta di un limite che, in numerosi casi, impedisce la costituzione di nuove aziende da parte dei giovani” precisa il presidente della Federazione degli imprenditori agricoli piemontesi che prosegue sottolineando come un altro limite molto restrittivo sia quello che impedisce, per un’erronea interpretazione, di accedere ai sostegni previsti dagli interventi strutturali agli allevamenti in soccida. “Anche su questo aspetto vogliamo un chiarimento” afferma Allasia che conclude invitando la Regione a verificare se sia possibile sospendere temporaneamente il bando in attesa che, tramite apposite riunioni con le Organizzazioni agricole, si riescano a ridefinire in modo diverso questi aspetti, essenziali per la buona riuscita del bando, tenendo anche conto che sarebbe quanto mai opportuno prevedere una congrua proroga dell’attuale scadenza, fissata al 14 marzo prossimo. |
La proposta di regolamento sulla riduzione dei pesticidi, che avrebbe dovuto portare a un dimezzamento del loro uso entro il 2030, è tra i provvedimenti che Confagricoltura, fin da subito, ha contestato insieme con le principali associazioni europee degli agricoltori.

Ritiro della proposta legislativa sui fitofarmaci, Confagricoltura Piemonte: “Il buon senso ha prevalso sull’ideologia.
“È stata accolta una richiesta avanzata da tempo dalla nostra Organizzazione per salvaguardare il potenziale produttivo del nostro settore. Prendiamo atto positivamente che la Commissione europea ha scelto di dare ascolto alle proteste in corso in numerosi Stati membri. Ora occorre andare avanti su questa strada”.
È il commento del presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia, sull’annuncio della presidente Von der Leyen che proporrà al Collegio dei commissari il ritiro formale della proposta di regolamento per ridurre della metà, entro il 2030, l’utilizzo dei fitofarmaci.
In Italia, il taglio avrebbe potuto superare addirittura il 60 per cento.
“La nostra linea è chiara. Il ricorso alle medicine delle piante nei processi produttivi va ridotto, come già si sta verificando, ma ogni divieto deve prevedere un’alternativa valida sotto il profilo tecnico ed economico, volgendo in ogni caso l’attenzione a un modello di produzione più sostenibile” evidenzia Allasia.
“Il ritiro della proposta di regolamento sui fitofarmaci dimostra che la soluzione dei problemi che stanno affrontando gli agricoltori vanno risolti in larga misura a Bruxelles. Per questo prenderemo parte come Federazione regionale all’assemblea straordinaria convocata il 26 febbraio proprio nella capitale belga per far sentire la nostra voce”.
Confagricoltura Piemonte sottolinea che un prossimo importante passo sarebbe sospendere l’entrata in vigore delle nuove misure in materia di emissioni industriali, estese agli allevamenti e rivalutare le norme sul ripristino della natura.
I testi potranno essere rivisti alla luce dei risultati del dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura promosso dalla Commissione UE che per coerenza, dovrà aprire nuovi spiragli in direzione degli imprenditori agricoli europei
Nuovi casi e al confine con le zone rosse già delineate, spingono gli allevatori a chiedere nuove e ingenti misure per il controllo della Peste Suina Africana.
Da alcuni giorni, gli allevatori piemontesi sono tornati a manifestare la loro preoccupazione in merito alla diffusione crescente della Psa – Peste Suina Africana, ormai epidemica dal dicembre 2021.
La malattia, di origine virale ed endemica nell’Africa sub – sahariana e confinata in Sardegna sino al 2007, si è diffusa in alcuni territori italiani e sta colpendo suini e cinghiali selvatici, causando un’elevata mortalità negli animali infettati. Non trasmissibile all’uomo, rappresenta tuttavia una problematica seria per il tessuto economico piemontese che vanta allevamenti di suini di elevato prestigio in termini di capi allevati e di qualità di prodotto.
“Le misure messe in campo dalla Regione Piemonte, in termini di biosicurezza, rappresentano un elemento fondamentale per il contenimento dell’epidemia, soprattutto al fine di prevenire l’ingresso delle infezioni negli allevamenti ma alla luce degli ultimi casi e al ridistribuirsi dei focolai, è necessario implementare gli interventi sul territorio e rivedere i sostegni” afferma Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte commentando il ritrovamento di un cadavere infetto da PSA in provincia di Asti, al limite dei confini della zona rossa.
“Molti degli allevamenti nelle aree coinvolte sono ancora in attesa di ricevere il completamento dei ristori promessi e questo complica ulteriormente la situazione” precisa Allasia.
Lo scorso luglio, Confagricoltura Piemonte e Liguria avevano chiesto un Tavolo di confronto permanente con le Istituzioni regionali che, però, stenta a decollare.
“Apprendiamo dell’audizione in Commissione Agricoltura della Camera, del Commissario Straordinario Vincenzo Caputo e del piano aggiornato che prevede l’abbattimento di oltre 600 mila capi di cinghiali selvatici, un numero elevato rispetto a quanto registrato finora, e a nostro avviso, difficile da raggiungere” evidenzia il presidente regionale della Federazione degli imprenditori agricoli. “Ribadiamo la disponibilità del mondo agricolo ad agire su più fronti, in modo sinergico con le realtà locali per arginare, contenere ed eradicare la PSA. La riteniamo l’unica strada percorribile per riportare in equilibrio una situazione che è sfuggita di mano e che minaccia un comparto fondamentale dell’economia nazionale e regionale” conclude Allasia
“Prendiamo atto con piacere del miglioramento in atto nell’aria delle città piemontesi, complice anche la riduzione dei giorni di nebbia e l’aumento degli episodi di Foehn che hanno contribuito a creare condizioni favorevoli alla dispersione di inquinanti. Ciò detto, però, crediamo che debba essere messo in risalto anche l’importante ruolo svolto dall’agricoltura e dagli imprenditori agricoli nostri associati nell’ottenimento di questo risultato. In un momento in cui la sostenibilità ambientale è al centro dell’attenzione globale, infatti, i nostri agricoltori sono attenti alla salute dell’ambiente, dimostrando un impegno concreto nella riduzione delle emissioni nocive. Attraverso un attento riesame del proprio parco macchinari e la gestione oculata dei liquami e delle emissioni in atmosfera degli allevamenti, gli agricoltori stanno contribuendo significativamente al progresso verso un’agricoltura più sostenibile”.
Il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia, nel commentare la valutazione dei dati di particolato PM10 e PM2,5 misurati dall’Arpa a fine 2023 (e in attesa di validazione finale), rimarca il ruolo degli imprenditori agricoli associati a Confagricoltura quali artefici del miglioramento della qualità dell’aria, attraverso scelte aziendali strategiche e investimenti mirati.
Il settore agricolo sta attraversando una trasformazione guidata da imprenditori che comprendono sempre più l’importanza di adottare pratiche più eco-compatibili. Una delle chiavi di questo cambiamento è la revisione dei mezzi di lavoro impiegati nelle attività quotidiane.
“Molto nostri associati – prosegue Allasia – hanno investito e stanno tuttora investendo in macchinari più efficienti e meno inquinanti, utilizzando tecnologie avanzate che riducono le emissioni atmosferiche. La sostituzione di vecchi trattori e attrezzi con modelli più moderni e ecocompatibili, anche grazie agli incentivi di Industria 4.0, è un segno tangibile del loro impegno a ridurre l’impatto ambientale delle operazioni agricole. Non solo: anche la gestione dei liquami e delle lettiere negli allevamenti zootecnici e l’interramento dei liquami stessi, sono un’altra strategia chiave adottata dagli imprenditori agricoli del comparto zootecnico per contribuire al miglioramento della qualità dell’aria”.
In un recente incontro proprio sul tema della qualità dell’aria, Confagricoltura Piemonte, in rappresentanza delle sedi territoriali, aveva espresso al presidente della regione Piemonte Alberto Cirio le criticità delle misure attualmente in essere, che prevedono un impegno a carico del settore agricolo sempre più oneroso, vasto e articolato. Da quest’anno, inoltre, cominceranno a essere applicate le norme e i vincoli previsti per gli allevamenti cosa che comporterà la necessità di rispettare prescrizioni in molti casi davvero impattanti dal punto di vista gestionale, ma soprattutto l’introduzione di adeguamenti strutturali piuttosto complessi e generalmente molto onerosi dal punto di vista finanziario, con interventi per lo stoccaggio e la copertura di materiabili “palabili” e “non palabili” che rischiano di mettere in difficoltà molte aziende zootecniche, in quanto richiedono investimenti piuttosto onerosi e notevoli problemi a livello logistico e di operatività aziendale.
“Questi dai positivi – ha concluso Allasia – possono essere utili per un nuovo confronto con la Regione, affinchè le normative sulla qualità dell’aria possano essere recepite in maniera graduale dalle nostre aziende”.
Complice l’atmosfera natalizia, le strutture ricettive del Piemonte registrano ottimi risultati; i piccoli produttori locali di cibo si dicono soddisfatti per le vendite all’avvicinarsi del Natale.

Natale 2023, Confagricoltura Piemonte: agriturismi e settore enogastronomico piemontese ancora una volta premiati
“L’opzione di festeggiare il Natale in agriturismo è sempre più popolare e fortunatamente il Piemonte offre una vasta gamma di strutture con atmosfere incantevoli, immerse in paesaggi unici che rendono il soggiorno indimenticabile”. Sono le parole di Lorenzo Morandi, presidente di Agriturist Piemonte, l’Associazione Nazionale per l’Agriturismo, l’Ambiente e il Territorio di Confagricoltura che promuove e tutela l’agriturismo, i prodotti nazionali dell’enogastronomia regionale, l’ambiente, il paesaggio e la cultura rurale.
“Si tratta di una forma di turismo di qualità che tende a una maggiore sostenibilità ambientale, sociale ed economica preservando le bellezze naturali, artistiche e archeologiche che il Paese ci offre, garantendo anche un buon grado di autonomia, acquisito da molti viaggiatori dopo la pandemia da Covid-19” prosegue Morandi che sottolinea poi il legame intimo dell’offerta di soggiorno con le produzioni agricole e la tradizione enogastronomica.
Il Piemonte, infatti, ha una consuetudine culinaria che nei periodi di festa trova la sua massima espressione e in particolare a Natale, le tavole profumano di prodotti tipici locali talvolta reinventati ma comunque autentici.
Confagricoltura Piemonte assicura che una famiglia piemontese su tre, quest’anno, si scambierà tipicità locali preferendo un regalo utile, acquistato direttamente nelle aziende agricole con la formula ‘dalla terra alla tavola’ e destinando un 10% in più al carrello della spesa, rispetto al dicembre 2022. “Un dato che conferma l’attenzione dei consumatori ai prodotti di qualità anche per queste feste e che rappresenta il giusto riconoscimento al lavoro e all’impegno costante dei nostri agricoltori” afferma Enrico Allasia, presidente della Federazione degli imprenditori piemontesi.
Frutta e verdura di stagione, miele, formaggi e vino i prodotti più richiesti.
Proprio il comparto viticolo sta riscontrando buoni risultati sia a livello nazionale, sia internazionale: il Consorzio per la Tutela dell’Asti DOCG ha stimato che 30 milioni di bottiglie, il 30% del totale produttivo del 2023, verranno stappate dalle famiglie in tutto il Mondo: il 10% in Italia, mentre il 90% all’estero. Positive anche le stime del Consorzio Alto Piemonte, che stima di inserire nel mercato circa il 20% delle bottiglie prodotte quest’anno
Le Federazioni regionali di Piemonte e Liguria hanno siglato oggi un accordo con l’impresa di San Michele Mondovì, in provincia di Cuneo, leader nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroforestali.

Foreste, Confagricoltura Piemonte e Confagricoltura Liguria: “L’accordo con Ledoga concorrerà a valorizzare il nostro patrimonio boschivo”
Le Federazioni regionali di Piemonte e Liguria hanno siglato oggi un accordo con l’impresa di San Michele Mondovì, in provincia di Cuneo, leader nella trasformazione e commercializzazione dei prodotti agroforestali “Grazie ai provvedimenti e ai fondi stanziati dal PNRR, finalmente abbiamo le risorse per gestire il patrimonio boschivo piemontese e ligure: l’intenzione è quella di sviluppare accordi produttivi legno-carta-energia che possano dare un contributo decisivo alla sostenibilità delle filiere forestali”. Èil commento di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte che con Luca De Michelis, presidente di Confagricoltura Liguria, Marco Bussone e Roberto Colombero rispettivamente presidente nazionale e regionale Piemonte di UNCEM, ha siglato oggi, 1° dicembre, in rappresentanza degli imprenditori agricoli conduttori a qualsiasi titolo di superfici agroforestali, uno dei primi “Accordi di Foresta” nazionali con l’azienda Ledoga S.r.l., società parte del Gruppo Silvateam con sede a San Michele Mondovì, in provincia di Cuneo, specializzata nell’estrazione di tannini e, nel pieno rispetto di un’economia circolare e sostenibile, nella produzione di pellet di castagno. “Questo accordo rappresenta un traguardo vantaggioso per i territori contigui delle nostre regioni perché consentirà di valorizzare al meglio le produzioni legnose delle nostre aree interne” afferma il presidente ligure. Le Federazioni di Piemonte e Liguria si dicono soddisfatte per questa soluzione che consentirà di applicare con profitto sul territorio l’innovativo strumento dell’”Accordo di Foresta” permettendo così di gestire con una visione strategica e con azioni concertate, il grande valore di un patrimonio boschivo per troppo tempo lasciato abbandonato. Attualmente, infatti, circa il 40% dei boschi italiani non è gestito, a fronte di una superficie in aumento di quasi 60 mila ettari all’anno a livello nazionale. Confagricoltura è fermamente convinta che accrescere la governance territoriale avrà come effetto diretto una valorizzazione e una gestione sostenibile e unitaria delle risorse forestali e ambientali locali, assicurando al contempo la remunerazione dei proprietari forestali e l’erogazione dei servizi ecosistemici, nel rispetto della biodiversità e delle caratteristiche dei paesaggi locali, attraverso una partecipazione attiva delle comunità e il coinvolgimento delle diverse componenti della cultura e della società. Anche sull’economia del territorio vi saranno effetti positivi: se teniamo in considerazione che la produzione nazionale di legname copre solamente il 20% del fabbisogno e che un tema ricorrente nei dibattiti scientifici e politici è quello della cosiddetta wood security (la garanzia di approvvigionamento di legname per diversi utilizzi), gli “Accordi di Foresta”, equiparati alla rete di imprese agricole, rappresentano un’opportunità di sviluppo di molteplici attività a valenza locale per diversi territori delle aree interne, destinati altrimenti ad essere abbandonati. |
Si è svolto ieri 14 novembre, nei locali di Toolbox Coworking a Torino, il convegno organizzato da Confagricoltura Piemonte con il contributo di Umana, sul tema del lavoro, nuove professioni e opportunità per il settore agricolo.

Confagricoltura Piemonte: “Agricoltura sostenibile e inclusiva nel rispetto della sicurezza nei luoghi di lavoro”
“L’Italia, grazie anche al Piemonte, si può vantare di un’attività agricola straordinaria, non più fatta di vanghe e zappe e con il solo scopo di produrre, ma caratterizzata da tante operazioni che permettono di valorizzare tanto il capitale umano quanto le aree di coltivazione e allevamento”.
Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, intervenuto ieri in collegamento da Roma, al convegno organizzato da Confagricoltura Piemonte, con il contributo di Umana – Agenzia per il lavoro, nella particolare cornice di Toolbox Coworking, a Torino.
“L’agricoltore produce seguendo i cicli della natura, la sua però attività non è fine a sé stessa, come vorrebbe una certa visione folkloristica, ma è bensì finalizzata a soddisfare le necessità primarie dei cittadini, in Italia e nel mondo, con prodotti di qualità, in quantità adeguate e in sicurezza. Stiamo affrontando, come imprenditori, un forte cambiamento del settore: oggi, l’agricoltura è un’attività economica con tante interazioni, ma il core business rimane la fornitura dei beni alimentari necessari a tutti noi” evidenzia il presidente prima di lasciare la parola agli altri relatori della Federazione regionale che, nella prima parte dell’evento, hanno analizzato l’andamento dei principali comparti produttivi dell’agricoltura piemontese per la campagna agraria appena conclusasi, partendo dalla considerazione di fondo che il cambiamento climatico è ormai una realtà con la quale occorrerà sempre più confrontarsi.
Nella seconda parte della mattinata, entrando nel vivo del convegno, moderato dal direttore di Confagricoltura Piemonte Lella Bassignana, il direttore dell’Area Lavoro e Welfare di Confagricoltura Roberto Caponi, in un dialogo con la presidente di Umana Maria Raffaella Caprioglio ha sottolineato che “L’azienda agricola è un’attività imprenditoriale a tutti gli effetti e, in quanto tale, deve dare soddisfazione economica, tenendo presente che produttività e competitività diventano fondamentali in un mercato sempre più globalizzato. Per questo si deve puntare su investimenti tecnologici, visione a lungo termine di progetti futuribili e un capitale umano con capacità di adattarsi velocemente alle sfide imposte dai nuovi asset economici internazionali”.
Il settore agricolo è in continua e sempre più rapida evoluzione, soprattutto grazie alle tecnologie digitali che stanno trasformando le modalità di produzione, comunicazione e interazione. In questo contesto, le competenze richieste agli operatori sono via via più complesse e diversificate, e non si limitano più a quelle specifiche di una determinata professione o disciplina.
“In questo scenario, – afferma Caprioglio – Umana, Agenzia generalista per il lavoro autorizzata dal Ministero del Lavoro – è in grado di fornire soluzioni alle aziende, condividendone gli stessi valori e incontrando le loro esigenze, ma tutelando allo stesso tempo i lavoratori attraverso personalizzazioni di contratto dall’alto valore aggiunto”. Ha rammentato inoltre che solo il 2% dei lavoratori viene assunto attraverso i tradizionali uffici di collocamento, con tempi lunghi e delle complicazioni che le imprese non possono più permettersi di sostenere, soprattutto in certi periodi dell’anno, e che diminuiscono rivolgendosi alle agenzie per il lavoro.
È quindi intervenuto Luca Brondelli di Brondello, presidente di Enapra, che ha precisato: “La transizione verde e la trasformazione digitale sono opportunità da sfruttare insieme a una domanda di forza lavoro altamente qualificata. Oggi, le figure più richieste in campagna devono avere competenze trasversali. Per svilupparle, occorre adottare un approccio formativo basato sull’esperienza, sulla collaborazione, sulla personalizzazione e sull’innovazione. Enapra, ente di formazione di Confagricoltura, raccoglie e cerca di soddisfare tutte le richieste formative mettendo a disposizione percorsi qualificati e aiuti diretti agli imprenditori agricoli”
In chiusura, Bassignana ha sottolineato l’impegno dell’intera Confagricoltura nel contrastare il fenomeno del caporalato, grazie anche a un codice etico al quale aziende associate sono invitate ad attenersi e alla stipula di contratti collettivi nazionali insieme ai sindacati dei lavoratori. L’impegno della Confederazione è a favore di un lavoro agricolo sostenibile e dignitoso
La festa di San Martino, a cui simbolicamente si associa la maturazione del vino nuovo, segna il passaggio dalla vecchia alla nuova annata agraria ed è anche il periodo in cui si tirano le somme della stagione appena conclusa. Come di consueto, Confagricoltura Piemonte ha colto l’occasione per fare il punto dell’andamento delle principali colture in una conferenza stampa
Durante la conferenza stampa che si è svolta questa mattina (7 novembre) nella sede di Confagricoltura Piemonte, il presidente regionale Enrico Allasia e il direttore Lella Bassignana hanno analizzato i principali comparti produttivi dell’agricoltura piemontese, partendo dalla considerazione di fondo che il cambiamento climatico è ormai una realtà con la quale occorrerà sempre più confrontarsi.
Per questa ragione è stato dato spazio a una accurata analisi dell’andamento agro-meteoclimatico esposta dal dott. Federico Spanna del Settore fitosanitario della Regione, che ha evidenziato come, ancora una volta, la stagione invernale particolarmente siccitosa con limitate precipitazioni, abbia condizionato lo sviluppo delle colture nei mesi seguenti. Solo dal mese di maggio alcune provincie del Piemonte sono state interessate da rovesci che hanno favorito la ripresa vegetativa e garantito lo sviluppo delle coltivazioni autunno – vernine, salvando quelle primaverili. L’estate è stata poi caratterizzata da valori termici molto alti, anche oltre i 40°C, che hanno avuto una influenza negativa sui processi fotosintetici e fisiologici delle piante tradottasi in minore produttività generale e frequenti attacchi da parte di fitopatogeni. Da evidenziare l’andamento disomogeneo delle produzioni anche all’interno della stessa provincia, che però non ha inciso in modo significativo sulla qualità delle produzioni, risultata alla fine buona e comunque superiore alla precedente annata, che ha costituito per molti versi un estremo negativo.
Per quanto riguarda il mercato permangono le preoccupazioni legate al calo generalizzato dei consumi, soprattutto per il vino e la frutta, dovuto anche al riaccendersi dell’inflazione degli ultimi mesi e al generale aumento dei costi per beni e servizi. A tal proposito, è intervenuto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti in collegamento da Roma: “Gli agricoltori sono imprescindibili per la tenuta ambientale, sociale ed economica del territorio: è necessario scardinare l’atteggiamento ostile di chi non conosce o riporta il sentito dire, dando l’idea che il settore primario italiano contribuisca al consumo del suolo, al depauperamento delle risorse e via dicendo. Il sistema di regole europee ci impone di produrre ma con grandi limitazioni, le stesse che però non vengono applicate ad altri Paesi del Mondo, che in maniera piuttosto aggressiva si affacciano ai mercati senza tutelare consumatori e aree rurali”.
La mattinata è proseguita con un focus sull’ambito zootecnico, nel quale persiste una certa preoccupazione per gli allevamenti di bovini, che risentono del calo di prezzi e consumi. La più penalizzata è la razza Piemontese, che meriterebbe un piano di valorizzazione e rilancio decisamente importante.
Sulla suinicoltura grava invece ancora il problema della Peste suina africana, una seria minaccia per gli allevamenti che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe causare il blocco delle esportazioni, l’abbattimento di suini e la contrazione delle attività di allevamento e di trasformazione.
“Il settore agricolo piemontese si è dimostrato finora intelligente e resiliente, capace di adattarsi alle modifiche dettate da molteplici fattori” evidenzia Enrico Allasia, presidente della Federazione del Piemonte. “Gli imprenditori affrontano ogni giorno scelte di grande valore strategico per il futuro: diversificando le attività in azienda garantiscono la loro sopravvivenza e soprattutto la sicurezza di quanto c’è di più prezioso in Italia: prodotti genuini e di alto valore nutritivo” conclude.
Il direttore Lella Bassignana ha ulteriormente sottolineato il contributo ecosistemico dell’agricoltura in termini di contrasto al cambiamento climatico: “Ci impegneremo puntualmente per la valorizzazione delle nostre produzioni e per un’agricoltura che sia sostenibile sotto il profilo economico e ambientale”.
“La gestione attiva e razionale delle risorse boschive ha un forte impatto sul raggiungimento dell’obiettivo della riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030. Gli agricoltori da sempre hanno una visione ecosostenibile delle foreste: lasciamo a loro il compito di mantenere l’equilibrio di questi territori”. Lo ha detto Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte e della Federazione Nazionale di Prodotto Risorse boschive e coltivazioni legnose di Confagricoltura, ospite lo scorso martedì 31 ottobre al Forum organizzato a Roma da Legambiente.

Adattamenti ai cambiamenti climatici e foreste, Confagricoltura Piemonte: “Restituiamo agli agricoltori il controllo del territorio”
“Se verremo maggiormente coinvolti nella gestione dell’ambiente anche dal punto di vista decisionale, come accadeva nel passato, agiremo con strumenti adeguati sul lungo periodo e soprattutto, mediante una comunicazione efficace, con messaggi su misura per un pubblico diverso dagli addetti ai lavori, sensibilizzeremo anche i più scettici, che hanno percezioni errate o distorte del ruolo dell’agricoltura, riguardo alla necessità e ai benefici di effettuare interventi di taglio e manutenzione dei boschi” ha evidenziato il presidente.
Il futuro del settore è rappresentato da un’impresa multifunzionale e multisettoriale che, grazie anche alla valorizzazione dei prodotti forestali non legnosi (ad esempio sughero, resina, pinoli e noci), potrebbe garantire un’economia circolare sostenibile con benefici per tutta la collettività. Occorre inoltre considerare che attualmente in tutto il mondo vengono prodotti e commercializzati volumi record di prodotti a base di legno: secondo gli ultimi dati diffusi dalla FAO, in Europa si registra un aumento del 13% dell’asportazione di legname tondo industriale in un quinquennio, con una crescita costante della produzione di segato come principale assortimento esportato, ma anche un incremento delle importazioni per oltre 5 miliardi di metri cubi. nonostante questo, la superfice forestale europea continua a crescere.
“È necessario intercettare finanziamenti dedicati e risorse tecniche affinché la quantità e la qualità delle foreste nell’UE si mantengano e, anzi, si rafforzi la loro protezione, il ripristino e la resilienza” sottolinea Allasia.
Alla luce della radicalizzazione dei cambiamenti climatici e dei fenomeni ad essi correlati (incendi, fitopatie, tempeste di vento, etc.). Confagricoltura Piemonte è impegnata in una campagna di informazione per dimostrare l’inesistenza di contraddizioni tra il garantire una maggiore produzione di legname e raggiungere gli obiettivi di conservazione dell’ambiente e del paesaggio.
“Una gestione forestale sostenibile aiuta a prevenire l’abbandono della terra, gli incendi, a mitigare gli effetti delle tempeste di vento e di altre minacce, quali gli attacchi di parassiti su larga scala, che mettono a repentaglio le formazioni forestali in tutta Europa. Siamo sensibili alla tema e ne parleremo il 10 novembre prossimo all’Ecomondo di Rimini, in un convegno dal titolo ‘Energia dal bosco per la decarbonizzazione e la transizione energetica’ per il quale auspico la partecipazione di moltissimi addetti e non ai lavori”, conclude il presidente della Federazione piemontese