“L’incertezza e l’imprevedibilità delle condizioni metereologiche stanno mettendo in allarme gli imprenditori agricoli per diversi aspetti: per il rischio di perdere il raccolto, in qualsiasi momento della campagna agraria, per l’inasprimento dei prezzi delle polizze assicurative che sono chiamati a sottoscrivere, per tutelarsi in qualche modo e per il forte ritardo nell’erogazione dei contributi pubblici alle aziende agricole”. Lo ha detto il presidente di Confagricoltura Piemonte, Enrico Allasia a margine di un confronto che ha visto protagonisti, oltre all’Associazione che tutela gli imprenditori agricoli, anche Coordifesa, chiamati a interagire dall’Assessore all’Agricoltura del Piemonte, Marco Protopapa, a fine luglio.

Eventi calamitosi, Confagricoltura Piemonte: “Occorre rivedere i meccanismi a sostegno degli agricoltori”
“Nonostante l’attivazione del Fondo AGRICAT, per la tutela dei danni da alluvione, gelo e siccità, c’è molta preoccupazione per il contenimento della spesa annua per le assicurazioni agevolate con fondi europei se pur si constati un aumento della frequenza e dell’intensità con cui si manifestano eventi avversi sul territorio” precisa Riccardo Garrione, presidente nazionale del Coordinamento Consorzi di Difesa delle avversità in agricoltura (Coordifesa) – “Nonostante ciò la possibilità di sottoscrivere polizze agevolate formulate con pacchetti predefiniti a più rischi non ha incontrato particolari favori da parte degli agricoltori su base nazionale”. Garrione, risicoltore di Trino, è favorevole a una liberalizzazione dei pacchetti assicurativi, partendo dalla reintroduzione della monorischio grandine, che tenga in considerazione le peculiarità di ciascun territorio regionale, al fine di intercettare le reali esigenze degli agricoltori.
Conclude Garrione: “Abbiamo manifestato la nostra disponibilità all’Assessore che si è detto pronto a intervenire in sostegno delle aziende agricole, organizzando un tavolo tematico per evidenziare e trattare le criticità. Auspichiamo un intervento nel breve, al fine di pianificare la prossima campagna 2024”.
“I fenomeni estremi che si registrano con sempre maggiore frequenza mettono a repentaglio le produzioni agricole e l’ambiente. Nell’interesse del territorio e delle popolazioni, le Istituzioni lavorino con noi per frenare il cambiamento climatico e per aiutarci nella nostra opera quotidiana di contrasto al dissesto idrogeologico”. Lo ha detto Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte dopo aver raccolto dalle provincie piemontesi una stima dei danni accorsi alle colture e alle aziende agricole, in conseguenza del violento temporale con grandine e forte vento verificatosi in più aree, durante la notte di ieri 24 luglio.
Nella provincia di Alessandria e di Asti, alcuni sopralluoghi sono ancora in corso per verificare l’entità delle perdite alle colture, colpite da un’intensa grandinata nell’area sud.
Solo rovesci nel Cuneese, colpito qualche mese fa invece da estremi periodi di siccità che hanno compromesso il comparto della frutticoltura.
È la provincia di Novara a pagare il prezzo più alto del violento fenomeno atmosferico definito downburst, che si è abbattuto stanotte e ha interessato i Comuni di Trecate, Sozzago, Cerano, Cameri e quelli al confine con la Lombardia.
Campi di soia e mais letteralmente triturati per effetto del forte vento con raffiche discensionali fino a 111km/h. La produzione è compromessa per oltre il 60%.
Un forte nubifragio aveva coinvolto già nel pomeriggio di ieri Bellinzago, Briona e le terre dell’Alto Piemonte: alcuni vigneti hanno resistito all’intensità della pioggia ma, da una prima analisi, circa il 40% non porterà a maturazione le uve.
Per la provincia di Torino, nel Canavese, la vendemmia 2023 dell’Erbaluce di Caluso subirà un calo del 30% circa in seguito alle perturbazioni che si sono abbattute recentemente sulla zona. Sembrerebbe mantenersi alta la qualità degli uvaggi, così come per il Canavese DOC. I Distretti del Cibo del Chierese e Carmagnolese, con la zona del Pinerolese, sono stati graziati dal maltempo e assicurano, salvo siccità dei prossimi giorni, una buona resa.
Grandine invece nella Valli di Lanzo, dove si sono registrati danni anche ad abitazioni e a veicoli.
Alberi crollati, tetti divelti e intensi rovesci con alcune grandinate in tutto il Vercellese: le risaie non sono state risparmiate ed è in corso una valutazione della situazione di quanto rimasto nei campi.
“Manca, ormai da troppi anni, una seria politica di difesa del territorio che, complice la mancanza di risorse per attuare un’adeguata prevenzione e protezione, dimostra quando sia indispensabile riprendere pratiche oggi ormai abbandonate ma fino a pochi decenni fa considerate fondamentali” afferma il direttore di Confagricoltura Piemonte, Lella Bassignana.
Confagricoltura Piemonte ha inoltre chiesto che il nuovo Fondo mutualistico nazionale AgriCat contro i danni alle produzioni agricole causati da eventi atmosferici di natura catastrofale, abbia una dotazione sufficiente per far fronte ogni genere di eventi.
Si è svolta ieri, 30 giugno, all’Hotel Novarello Resort & Spa di Granozzo con Monticello, l’assemblea annuale di Confagricoltura Piemonte, organizzata con la partecipazione dell’Università del Piemonte Orientale (UPO) e di SpinEnergy – Agrovoltaico.

Assemblea annuale di Confagricoltura Piemonte: a Novarello una tavola rotonda sull’agricoltura del futuro in Piemonte
Le risaie novaresi sono dunque servite da sfondo per fare il punto sulla situazione della Federazione degli imprenditori agricoli piemontesi guidata dal presidente Enrico Allasia. “Sono stati due mandati intensi, ricchi di eventi imprevedibili che ci hanno obbligato molte volte a ripensare, anche in modo radicale, al nostro modo di fare agricoltura” ha affermato all’apertura dei lavori Allasia, che a dicembre, dopo sei anni alla presidenza terminerà il suo incarico.
Dopo una prima parte riservata ai soci, la mattinata è proseguita con una tavola rotonda aperta al pubblico dal titolo “Verso l’agricoltura del futuro: un nuovo concetto di prodotto, processo e risorsa”, condotta da Gianfranco Quaglia, giornalista della Stampa, con gli interventi dell’assessore alla Ricerca e Ambiente Matteo Marnati, dell’assessore all’Agricoltura Protopapa e con le relazioni della dott.ssa Eliana Baici e della dott.ssa Cinzia Mainini, rispettivamente docente di Politica economica e ricercatrice, del DiSSTE (Dipartimento per lo sviluppo sostenibile e la transizione ecologica) dell’Università del Piemonte Orientale. “Per far fronte ai cambiamenti climatici sempre più frequenti, l’agricoltura deve collaborare con i settori strategici dell’economia: non possiamo pensare che l’attore principale del benessere ambientale non si interfacci con il tessuto industriale e con il settore terziario dei servizi, che sul territorio hanno impatti importanti a tutti i livelli” ha affermato la dott.ssa Baici.
Il concetto di sostenibilità economico ambientale, di tutela e di salvaguardia dei prodotti tipici è stato sviluppato anche dal direttore generale di Confagricoltura, Annamaria Barrile, in collegamento per l’occasione da Roma. “Conosco bene le criticità che interessano la regione Piemonte e mi auguro che le autorità presenti ascoltino la voce degli agricoltori in sala, che ogni giorno affrontano i rincari energetici, la minaccia della PSA, la crisi idrica o per contro, alluvioni inaspettate” ha concluso il direttore generale.
In collegamento dal Giappone, infine, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha sottolineato quanto il settore primario sia fondamentale per gli equilibri e la stabilità di un Paese. “Come per gli altri settori produttivi, il futuro dell’agricoltura è legato alle innovazioni. È necessario, quindi, guardare con fiducia, senza pregiudizi, ai risultati della ricerca scientifica, utilizzando tutte le innovazioni disponibili, comprese quelle dell’ingegneria genetica”.
Il presidente ha anche voluto ricordare come la PAC sia nata nel 1960 con l’obiettivo di tutelare il reddito degli agricoltori e la sicurezza alimentare dei cittadini europei. “E’ importante continuare a lavorare per questo, così come è importante che la PAC rimanga una politica economica, anche per affrontare le sfide del cambiamento climatico e della transizione ecologica, per le quali occorreranno sicuramente ulteriori fondi dedicati”.
La notizia è trapelata ieri nel tardo pomeriggio ma solo questa mattina è stata divulgata dai media europei: netta la rottura tra socialisti, popolari, liberali e verdi, uniti dal 2019 in seno alla Commissione ambiente dell’Europarlamento, e che avevano fatto fronte comune promuovendo la cosiddetta legge sul “Ripristino della natura”.

“Ripristino della natura”, Confagricoltura Piemonte: “Il 27 giugno si tenga presente delle esigenze del settore”
“Apprendiamo con favore la notizia che il “Pacchetto Natura” a Bruxelles è stato messo in discussione e che si siano prese in considerazione le evidenze sostenute da tempo da Confagricoltura” afferma Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte a commento di quanto accaduto ieri in seno al Europarlamento.
Il portavoce degli imprenditori piemontesi e delle buone pratiche in agricoltura, con queste parole, ha voluto ribadire quanto già sostenuto in passato dalla Confederazione e, cioè che l’applicazione di alcuni pacchetti inclusi nella Convenzione sulla biodiversità porterebbe ad azioni dirompenti per tutto il settore primario in Europa e di conseguenza, all’economia mondiale.
La Nature Restoration Law mira a ripristinare gli habitat e le specie animali e vegetali danneggiate dall’attività umana e dai cambiamenti climatici, stabilendo obiettivi giuridicamente vincolanti.
“Non discutiamo sull’importanza di tutelare e proteggere l’ambiente e le sue risorse da usi smodati e spropositati; infatti, da anni gli agricoltori italiani perseguono già quest’obiettivo” prosegue Allasia. “Vogliamo però evidenziare quale impatto avrebbe l’applicazione di rigide regole e di altrettante iniziative per le nostre aziende agricole: la legge, nella sua forma attuale, comporterà perdite economiche disastrose per agricoltori e pescatori, metterà in pericolo le catene di approvvigionamento europee, aumenterà i prezzi dei prodotti alimentari per i consumatori e ostacolerà lo sviluppo delle energie rinnovabili” chiarisce in ultima battuta il presidente di Confagricoltura Piemonte.
Il 27 giugno prossimo, la Commissione europea tornerà a discutere l’elemento chiave della strategia europea del Green Deal, così come è stato definito dagli Stati membri.
La partita è quindi ancora aperta
Resistenza a malattie fungine e ad altri parassiti, tolleranza a condizioni di siccità e di salinità elevate, o arricchimento nutrizionale e miglioramento dell’efficienza fotosintetica, con effetti importanti sull’aumento delle rese. Gli ambiti di applicazione delle biotecnologie per il miglioramento genetico sono vasti quanto le nuove sfide che i cambiamenti climatici impongono all’agricoltura.
Sono numerosi i convegni in cui Confagricoltura Piemonte ha discusso approfonditamente del tema, analizzando i possibili impatti positivi del miglioramento genetico di nuova generazione sul il settore primario piemontese. Ora l’approvazione del provvedimento sulle Tecniche di evoluzione assistita (Tea) nel DL Siccità dà una svolta alla ricerca e rappresenta un grande passo avanti per l’agricoltura. Gli istituti scientifici sono pronti da tempo a mettere a disposizione delle aziende agricole gli strumenti per applicare queste tecnologie.
“I più recenti sviluppi delle biotecnologie e le tecniche di evoluzione assistita possono rappresentare una risposta efficace all’emergenza climatica e alla richiesta di cibo, permettendo di ridurre l’uso di fitofarmaci e acqua e di garantire la produttività necessaria per rispondere alla crescita della popolazione – sottolinea Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – Lo diciamo da tempo, ma ora occorre accelerare in questa direzione e, parallelamente, lavorare per un cambiamento culturale che accompagni progressivamente l’opinione pubblica a considerare l’agricoltura per ciò che davvero è: un’attività rispettosa dell’ambiente in cui proprio gli agricoltori operano e vivono ogni giorno”.
Confagricoltura, che ha da sempre ha una visione lungimirante e fiduciosa nella scienza e nella ricerca, lo scorso 7 giugno ha organizzato un convegno sul tema e il presidente Massimiliano Giansanti ha così commentato “L’approvazione all’unanimità dell’emendamento al DL Siccità sulle Tecniche di Evoluzione Assistita è un grande passo avanti per la ricerca scientifica e per l’agricoltura, che mette fine a un lungo periodo di oscurantismo tecnologico. Tuttavia, senza un inquadramento europeo e una certa celerità nelle procedure di presentazione della proposta di regolamento, le TEA resteranno a livello sperimentale”.
“La recente alluvione che ha colpito la Regione Emilia Romagna non resterà un caso isolato: se non si interviene pragmaticamente con una progettualità diversificata per territorio e piani di manutenzione, assisteremo solo ad altre catastrofi”. Lo ha detto Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte manifestando la massima solidarietà al popolo emiliano – romagnolo che si trova a combattere da martedì scorso per salvare vite e attività, tra fango e disperazione, ancora sotto una pioggia incessante.

Crisi climatica, Confagricoltura Piemonte: “Necessaria programmazione e abitudine alla manutenzione del territorio”
“Negli ultimi 12 anni, in Italia, abbiamo assistito a più di 500 eventi alluvionali che hanno causato danni al territorio in termini economici ma, soprattutto, per numero di vite perse” prosegue Allasia ricordando che il Piemonte è stato segnato dal 2000 al 2020 da diversi eventi alluvionali, che hanno registrato complessivamente 33 vittime.
“Auspichiamo che quanto prospettato nelle ultime ore dal Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, Sebastiano Musumeci possa avverarsi in breve tempo” afferma il presidente; “Concordiamo sul fatto che si debba procedere con la logica della prevenzione e non dell’interventismo eccezionale, con piani di adeguamento delle infrastrutture e della viabilità che tengano presente le peculiarità di ciascun territorio italiano. Suggeriamo di migliorare la governance dei dati rurali, agricoli e forestali affinchè, attraverso una conoscenza dei contesti in cui è necessario operare, sia più snello ogni intervento”.
Confagricoltura Piemonte ravvisa poi un’opportunità di sensibilizzazione della cittadinanza e un momento di formazione al rischio: “E’ necessario educare la popolazione a comportamenti virtuosi e a saper far fronte ai problemi ambientali che purtroppo si presenteranno, sempre più frequentemente, negli anni a venire” propone Lella Bassignana, direttore dell’organizzazione e presidente di Agripiemonteform, suo Ente di formazione. “I nostri imprenditori agricoli sono da sempre sensibili a questo tema, si informano costantemente e operano per calmierare gli effetti della mitigazione del clima, mettendo al primo posto la salvaguardia del territorio” conclude.
I dati dei possibili contraccolpi all’economia del territorio contenuti in uno studio realizzato da Confagricoltura e consegnato alla politica. “Serve con urgenza un vasto piano di contenimento dei cinghiali”.
“Se si riscontrasse il virus della Peste Suina Africana in un cinghiale in provincia di Cuneo, gli effetti per l’economia del territorio sarebbero devastanti. Nell’immediato si avrebbe un danno diretto per il comparto agricolo e alimentare di oltre mezzo miliardo di euro: il valore della produzione, infatti, è stimato in 188,5 milioni di euro, mentre quello della trasformazione in 496 milioni di euro. A questi andrebbero aggiunti i costi per lo smaltimento degli animali e il profitto mancante per il periodo di chiusura delle attività (almeno 12 mesi), senza contare che in Piemonte la Peste Suina Africana potrebbe essere dichiarata endemica, cancellando la possibilità di praticare l’allevamento suino per molti anni e mettendo in crisi la filiera delle Dop (Parma e San Daniele). Inoltre, tutte le denominazioni d’origine protette della provincia di Cuneo legate alla filiera suinicola, in primis il Prosciutto Crudo di Cuneo Dop, verrebbero cancellate”. È uno scenario a tinte fosche per il comparto suinicolo della Granda quello delineato da Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, venerdì 12 maggio nella sede provinciale dell’associazione, durante la presentazione dello studio realizzato da Confagricoltura Cuneo sui possibili ed eventuali impatti della PSA sull’economia del territorio, a sedici mesi dall’inizio dell’emergenza.
All’incontro sono intervenuti alcuni esponenti della Regione quali l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi con alcuni dirigenti del settore, i consiglieri regionali Paolo Demarchi e Carla Chiapello, il presidente della Provincia di Cuneo, Luca Robaldo e, a livello nazionale, il senatore Giorgio Bergesio e la deputata Monica Ciaburro,
“I danni indiretti di un eventuale caso di PSA in provincia di Cuneo si ripercuoterebbero su tutti gli attori dell’intera filiera (dalle aziende cerealicole a chi produce macchine agricole e attrezzature per le stalle, dai mangimifici ai macelli, fino ai trasporti e al commercio delle carni suine). Per non parlare degli impatti sull’occupazione: consideriamo che gli addetti all’allevamento suinicolo del territorio sono stimati in circa 3.100, a cui si aggiungono i 2.100 dell’indotto. Il solo costo per indennizzare il mancato reddito di questi operatori è quantificabile prudenzialmente in circa 130 milioni di euro l’anno” dichiara il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio.
Confagricoltura ha redatto un report dettagliato e l’ha esposto ai presenti, evidenziando le conseguenze gravi sui vari settori piemontesi potenzialmente coinvolti: dalle spese per la realizzazione di nuove recinzioni metalliche, con un costo almeno pari a quello già ipotizzato per la fase attuale (10milioni di euro), alla sospensione dell’attività faunistico-venatoria in una nuova area infetta, causa dell’ulteriore proliferazione dei selvatici che danneggerebbero le produzioni vegetali.
Il bilancio potrebbe aggravarsi ulteriormente per l’intera economia del territorio, a causa dei danni indiretti al comparto turistico ricettivo, fortemente limitato nel promuovere tutte le iniziative outdoor.
Verrebbe, inoltre, bloccata la ricerca dei tartufi, dei funghi, la raccolta delle castagne e di tutti i prodotti del bosco-sottobosco.
“In considerazione della gravità della situazione chiediamo l’avvio immediato di un vasto piano di contenimento della fauna selvatica all’interno e all’esterno delle zone di restrizione e una pronta modifica della Legge nazionale sulla Caccia (n.157/1992), strumento legislativo che risale ormai a 30 anni fa, per salvaguardare la filiera delle carni e dei salumi dal pericolo della Peste suina africana”, ha proseguito Allasia. “Gli abbattimenti sin qui attuati (oltre 27.000 capi nel 2022) seppur significativi, si sono dimostrati insufficienti, rivelando in modo evidente l’abnorme proliferazione di cinghiali che deve essere ricondotta a una popolazione compatibile con l’equilibrio agricolo ambientale del territorio”, ha aggiunto Abellonio.
Sulla situazione è intervenuto in video collegamento il presidente della FNP suinicola, Rudy Milani: “L’eradicazione della Peste Suina non è una scelta, ma un obbligo di legge, per cui chi non si adopera per adempierlo se ne deve assumere le responsabilità. Ciò che è stato fatto fino ad ora non è sufficiente per debellare la malattia, lo dicono i continui ritrovamenti di cinghiali infetti, in aumento. Le reti sono totalmente inutili, c’è solo uno strumento da adottare: il contenimento massiccio dei cinghiali. Non vogliamo sterminare i cinghiali, come qualcuno ci accusa, ma occorre riportare in equilibrio una situazione che è sfuggita di mano e che minaccia un comparto fondamentale dell’economia nazionale. Questo si può fare soltanto cambiando le regole attuali della gestione di questa emergenza”.
Annamaria Barrile, direttore generale di Confagricoltura, in collegamento da Roma ha ricordato come da oltre un anno l’associazione cerchi di accelerare ogni procedura di gestione della situazione, perché ogni minuto perso impatta negativamente non solo sull’economia, ma anche sull’immagine di una filiera fiore all’occhiello del “Made in Italy”. Barrile ha altresì precisato che quando ci si trova davanti a emergenze come queste, il tempo è un fattore rilevante; servono quindi interventi tempestivi e procedure di urgenza.
“FutureIsGreen VC23”, Confagricoltura Piemonte: “Sensibilizziamo i giovani agli obiettivi dell’Agenda 2030”“FutureIsGreen VC23”, Confagricoltura Piemonte: “Sensibilizziamo i giovani agli obiettivi dell’Agenda 2030”.

“FutureIsGreen VC23”, Confagricoltura Piemonte: “Sensibilizziamo i giovani agli obiettivi dell’Agenda 2030”
Nella cornice suggestiva del Seminario arcivescovile di Vercelli, alcune delegazioni di giovani si sono confrontate in tavoli tematici che hanno visto come filo conduttore il raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Agenda 2030, sottoscritta nel 2015 da 193 Paesi delle Nazioni Unite, tra cui l’Italia, il cui filo conduttore ruota attorno a Persone – Prosperità – Pace – Partnership e Pianeta (le cosiddette “Cinque P”).
Tra i relatori della giornata, il vicepresidente di ANGA – Giovani di Confagricoltura, Luigi Saviolo con un intervento sull’agricoltura 4.0 e un passaggio sul Carbon farming.
Nei saluti istituzionali, è intervenuto il direttore regionale Lella Bassignana rammentando ai presenti il concetto di sostenibilità: “Il settore primario è impegnato da sempre nel mantenere equilibri a livello globale e si fa parte attiva di ogni forma di sostenibilità: economica, ambientale e sociale”. Afferma poi il direttore: “Gli agricoltori custodiscono l’ambiente, promuovono il benessere animale e si fanno promotori di alcuni interessi trasversali quali lo Stato di diritto, la pace e il buongoverno”.
In ultima battuta, ha rivolto un monito alle generazioni di domani che sono state coinvolte nel progetto di redazione di un documento in divulgazione nel prossimo anno scolastico, sulla salvaguardia della Terra: ”Le porte del futuro per il mantenimento del nostro pianeta si apriranno quando sapremo coniugare insieme tre parole chiave: informazione, formazione e ricerca. L’applicazione in ogni ambito di comportamenti virtuosi ci preserverà da destini più amari “.
“Occorrono garanzie per gli operatori agricoli sia stabili, sia stagionali”. È il commento di Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte in attesa della pubblicazione del decreto-legge sulle misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro.
“In Piemonte, abbiamo circa 45 mila aziende agricole in diversi comparti che necessitano di manodopera specializzata, per svariati mesi all’anno” afferma il presidente della Federazione piemontese degli imprenditori agricoli. “Crediamo che una legge studiata per le realtà locali possa garantire agli occupati maggiori tutele, mantenendo in salute un settore che conferisce all’Italia e all’Europa prodotti di alta qualità”.
Apprezzamento è stato espresso verso il nuovo intervento del Governo sul cuneo fiscale, che riducendo le aliquote contributive delle imprese sosterrà, oltre ai consumi, anche la competitività del settore primario stesso.
“Il fattore umano nelle aziende è importante: i nostri imprenditori sono costantemente impegnati nella formazione dei dipendenti, nell’ammodernamento di impianti e attrezzature che migliorino le condizioni di lavoro, per ridurre al minimo i casi di infortunio” prosegue Allasia che ha rammentato, in occasione della scorsa “Giornata mondiale per la sicurezza sul lavoro”, i dati forniti dall’INAIL sull’andamento degli infortuni totali, denunciati che ammontano a 144.586; “A livello nazionale, apprendiamo di una riduzione complessiva del 25,5% rispetto a marzo dello scorso anno ma ancora molto c’è da fare per il nostro settore e con gli Enti di formazione di Confagricoltura, ci candidiamo a incentivare l’aggiornamento e lo sviluppo delle competenze degli operatori agricoli”.
“Il settore primario piemontese si trova di fronte a nuove sfide e confidiamo che la scienza possa esserci d’aiuto nell’affrontarle”.
Lo ha detto Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte riguardo al disegno di legge sulla sperimentazione in campo delle Tecnologie di Evoluzione Assistita (Tea), portata avanti dal Governo negli ultimi giorni.
“La maggior parte degli alimenti acquistati al supermercato è frutto di un miglioramento genetico portato avanti a livello internazionale, in linea con le esigenze dei consumatori moderni” evidenzia Allasia.
Si tratta di un settore in particolare fermento quello delle tecniche di miglioramento genetico che, peraltro, sono valse il premio Nobel a Emmanuelle Charpentier e Jennifer A. Doudna. “Probabilmente trent’anni fa non avremmo immaginato di trovarci a parlare di genetica ma l’impegno nella ricerca, applicata all’agricoltura, ha dato esiti eccellenti: i genetisti sono in grado di ottenere nuove varietà resilienti ai cambiamenti climatici, agli attacchi dei patogeni, riducendo l’uso dei fitofarmaci, con performance estremamente elevate in termini di produttività e caratteristiche tecnologiche sicure per l’uomo” prosegue Allasia.
Confagricoltura sostiene da tempo l’utilità delle nuove tecniche di miglioramento genetico. Il disegno di legge sulle Tea – in discussione nella IX Commissione del Senato – potrebbe dare un forte impulso alla ricerca scientifica. Si potrà iniziare la sperimentazione in campo di varietà vegetali, già pronte in laboratorio e capaci di adattarsi ai nuovi scenari del settore, mantenendo qualità e salubrità dei prodotti finali, oltre al fatto che garantirebbero la produttività necessaria per rispondere alla crescente domanda mondiale di cibo.
“La realtà agricola del Piemonte è permeata di valori, economia e innovazione e, – conclude il presidente – gli imprenditori agricoli della nostra Regione sono costantemente attivi nella tutela del territorio, nella salvaguardia e nella valorizzazione di ciò che la terra piemontese offre al mondo”.
Confagricoltura Piemonte, l’associazione che tutela i diritti degli imprenditori sul territorio piemontese, sottolinea inoltre che la moderna agricoltura avrà bisogno della scienza per continuare a produrre reddito, dando seguito alle richieste alimentari in aumento, garantendo a tutti i livelli, dal campo alla tavola, qualità e sicurezza alimentari.