Confagricoltura: gelate e siccità hanno condizionato l’annata agraria in Piemonte

Oggi la conferenza stampa con il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti. Il bilancio tracciato da Confagricoltura Piemonte rileva produzioni in calo e prezzi in aumento per i cereali e le oleaginose; significative perdite di raccolti anche per prati, erbai, medicai e ortofrutta. Eccellente la vendemmia. Redditività sempre più scarsa per gli allevamenti zootecnici;  quasi azzerata la produzione di miele.

Confagricoltura: gelate e siccità hanno condizionato l’annata agraria in Piemonte

Un inverno mite, una primavera piovosa con temperature fortemente altalenanti e una serie di gelate tardive, associati a un’estate calda e particolarmente asciutta, seguita da un autunno nuovamente mite: questo l’andamento climatico che ha segnato l’annata agraria 2020-2021, caratterizzata da una grave e perdurante siccità, che ha interessato soprattutto il Piemonte meridionale.

Le coltivazioni erbacee, frumento e mais in particolare, ma anche prati, medicai ed erbai annuali hanno patito la carenza idrica riducendo in modo significativo le produzioni, mentre le coltivazioni legnose, frutteti e vigneti in particolare hanno retto meglio, limitando il quantitativo dei raccolti, che si sono però rivelati di buona qualità.

Dal bilancio dell’annata agraria tracciato oggi con una conferenza stampa da Confagricoltura Piemonte emerge che la campagna del grano tenero si è chiusa con un calo produttivo di circa il 10%, mentre la riduzione di raccolto per l’orzo è stata più contenuta.

Anche il mais risentito dell’andamento stagionale favorevole, con un calo produttivo del 30 – 40% e localmente con un azzeramento della produzione a causa di grandinate, piogge violente e forte siccità in alcune aree della regione.

Da segnalare l’andamento positivo dei prezzi dei cereali, spinti dall’ondata dei rincari delle materie prime a livello mondiale, che hanno però messo in difficoltà la zootecnia per il forte aumento dei costi energetici e dei mangimi.

Appare in leggero calo, anche se per avere un quadro preciso occorrerà ancora qualche settimana, la produzione risicola, con qualità di buon livello.

Sostanzialmente stabile la produzione di oleaginose, quali soia, girasole e pisello proteico.

Il vigneto piemontese ha regalato la vendemmia di ottima qualità, anche se non abbondante, con un calo di produzione di circa il 10% rispetto all’anno scorso.

Le gelate del mese di aprile e l’estate con un periodo di forte caldo alternato da violenti temporali hanno danneggiato prima le fioriture e poi il raccolto dei frutteti: in forte calo la produzione di pere (-70%), di pesche (-50%), di susine e kiwi (-30%), di albicocche (-35%). Segnalati cali produttivi anche per quanto riguarda ciliegie (-20%) e mele (-12%).

Produzioni ridotte, ma di ottima qualità, per le fragole e i piccoli frutti (ribes, lamponi, mirtilli). L’annata è stata favorevole per il castagno, che però sconta gli effetti economici di una scarsa domanda.

Il meteo ha condizionato anche le coltivazioni orticole in pieno campo: soddisfacente invece l’andamento del mercato, con prezzi in sostanziale tenuta.

La prolungata siccità e il clima torrido dei mesi estivi hanno provocato problemi di produzione per prati, erbai e medicali, con perdite di raccolto del 30- 40%.

Sul fronte degli allevamenti zootecnici in generale si rileva un forte calo di redditività, dovuto all’aumento dei costi di produzione.

In pesante difficoltà gli allevamenti avicoli (produzione di polli da carne, tacchini e uova), forti consumatori di cereali e proteoleaginose.

Si segnalano forti preoccupazioni per la pressione delle produzioni estere sul mercato dei bovini da carne, che continuano a scontare bassi prezzi all’origine.

Continuano a permanere basse le quotazioni del latte alla stalla, con prezzi stazionari che penalizzano gli allevatori.

Situazione pesante anche per i suini: dopo gli aumenti di prezzo degli animali vivi nel periodo tra aprile e agosto, nei mesi di settembre e ottobre si è registrata una significativa riduzione dei prezzi e attualmente, per quanto riguarda i suini da macello più pregiati (quelli di peso tra i 160 e i 176 kg) il prezzo è inferiore dell’1,13% rispetto all’anno scorso.

Andamento particolarmente sfavorevole per l’apicoltura: le numerose avversità meteorologiche hanno causato una forte riduzione, quando non addirittura l’azzeramento, delle rese dei mieli primaverili più importanti e compromesso anche le produzioni estive.

Continua a ridursi il numero delle imprese agricole. In base ai dati dell’Anagrafe Unica della Regione Piemonte le aziende agricole erano 70.780 nel 2005, 62.706 nel 2010, 42.150 l’anno scorso e 40.152 quest’anno. “Nonostante la riduzione del numero delle imprese si mantiene sostanzialmente stabile la percentuale di giovani agricoltori: i titolari di azienda con meno di 41 anni erano il 14% nel 2010, mentre quest’anno sono il 13,6%. Ciò significa che il settore primario ha la necessità di un forte ricambio generazionale – dichiara il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro –  per poter affrontare con vigore le nuove sfide sul fronte della competitività e dell’internazionalizzazione“.

Il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia rimarca che “Occorre migliorare l’efficacia delle politiche agricole per favorire uno sviluppo sostenibile delle imprese: si tratta di utilizzare meglio i fondi del programma dello sviluppo rurale, intensificando la collaborazione nella Conferenza Stato Regioni e accelerando il confronto sulla nuova programmazione regionale. Inoltre due problemi che ci assillano da troppo tempo – conclude Allasia – e che devono trovare al più presto soluzione: la riduzione della burocrazia e la lotta agli animali selvatici che rappresentano ormai una piaga per le imprese agricole piemontesi“.

Come ha ricordato il presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti intervenendo alla conferenza stampa di oggi “La politica agricola comunitaria finora ha garantito ai cittadini cibo di qualità, salubre e in quantità. La nuova impostazione è a forte vocazione sociale: ci sarà un riequilibrio delle erogazioni a favore delle piccole imprese. Ciò che non occorre perdere di vista – ha aggiunto Giansanti – è il sostegno alla competitività delle imprese che per essere sostenibili devono assicurare un reddito adeguato agli agricoltori“. Il presidente di Confagricoltura ha ancora ricordato il contributo ecosistemico dell’agricoltura in termini di contrasto al cambiamento climatico. “Lavoreremo per sfruttare meglio boschi e foreste e per avviare un piano straordinario di produzione di proteine vegetali che riduca  la nostra dipendenza dall’estero – ha concluso Giansanti –  augurandoci che l’agricoltura possa utilizzare appieno i fondi del piano nazionale di ripresa e resilienza per continuare ad offrire il proprio contributo alla valorizzazione dell’ambiente“.

Domani a Cavour si inaugura Tuttomele con lo show cooking di Confagricoltura dedicato alle eccellenze del territorio.

CONFAGRICOLTURA A TUTTOMELE DI CAVOUR

Domani – sabato 6 novembre – a Cavour si inaugura Tuttomele 2021, la rassegna che promuove il prodotto principe dell’agricoltura del territorio con una serie di iniziative legate al mondo dell’agricoltura.
Confagricoltura Torino partecipa a Tuttomele e per la giornata inaugurale, con la collaborazione della Camera di commercio di Torino  propone a partire da mezzogiorno, uno show cooking basato su ricette preparate con le mele di Cavour.
“La coltivazione frutticola nelle valli del Pinerolese e di Cavour in particolare – dichiara Tommaso Visca, presidente di Confagricoltura Torino – è un’attività che ha contribuito, nel corso degli anni, a valorizzare un ambiente peculiare, che a differenza di altre realtà, per le sue caratteristiche climatiche, riesce a offrire un prodotto particolarmente apprezzato dei consumatori”.
I terreni fertili collinari e di pianura, molto vicini alle montagne che garantiscono una forte escursione termica tra le ore diurne e la notte, ottimali per la buona maturazione delle mele, consentono, grazie all’intraprendenza degli agricoltori, di ottenere mele, altri frutti e verdura saporiti, profumati e di alta qualità.
Nel territorio del comune di Cavour – ricorda Confagricoltura – la coltivazione del melo è una delle attività principali dell’agricoltura: le aziende impegnate sono 76, con una superficie complessiva di 192 ettari. In Piemonte le aziende che si dedicano a questa attività sono 3.085, con una superficie complessiva di 6.821 ettari.
Confagricoltura Torino, per la giornata inaugurale di Tuttomele in programma domani 6 novembre, a partire da mezzogiorno proporrà ai visitatori uno show cooking con focaccia semintegrale con impasto alla mela Golden, coppa stagionata artigianale, veli di mela Inored Story e gocce di crema al Castelmagno DOP e una monoporzione di mousse alla mela Renetta e cioccolato Ruby. Le specialità saranno accompagnate da una degustazione di vini del territorio del Consorzio di tutela dei vini Doc Pinerolese.

Il prezzo del frumento tenero, come fanno rilevare le quotazioni di ieri (martedì 28 settembre) alla Borsa Merci di Milano, torna a salire, a seconda delle varietà, da 3 a 7 euro a tonnellata. Il frumento di forza vale 285-295 euro a tonnellata, il panificabile superiore 270-275 euro, il panificabile e il biscottiero 260-265 euro, quello per altri usi 250-256 euro.

Confagricoltura: aumentano i prezzi dei cereali e della soia, allevamenti sotto pressione

Aumenta anche il mais nazionale, che quota 255–257 euro a tonnellata; la soia nazionale sale di 25 euro a tonnellata, raggiungendo quota registra 540 – 550 euro.

“Dopo anni di basse quotazioni – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte –  i prezzi tornano a remunerare in modo abbastanza soddisfacente i cerealicoltori: per contro l’aumento dei costi di alimentazione degli animali crea pesanti difficoltà alle aziende di allevamento, sia dei bovini da carne, sia delle vacche da latte. Le imprese vivono una situazione delicata e per questo occorre consolidare i rapporti di filiera; è un lavoro che stiamo affrontando con le aziende del territorio, pur consapevoli del fatto che a livello internazionale si alimentano speculazioni difficili da controllare”.

Confagricoltura  la settimana scorsa ha chiesto alla Regione un piano straordinario per la valorizzazione della qualità della carne bovina, promozione e controlli in materia di etichettatura, aiuti di filiera per far fronte alla crisi e per sostenere l’importanza della carne come quale fondamentale fonte proteica nell’alimentazione.

 

“Abbiamo chiesto alla Città Metropolitana e alle amministrazioni comunali di tenere nella massima considerazione gli interessi dell’ambiente, del territorio e della tutela dell’agricoltura: confidiamo che le istanze del mondo agricolo vengano ascoltate, non soltanto per gli operatori del settore primario, ma  nell’interesse di tutto il territorio”.

Confagricoltura sul progetto Kastamonu di Frossasco: priorità ad agricoltura e territorio

Tommaso Visca, presidente di Confagricoltura Torino, commenta così l’esito dell’incontro di venerdì scorso,  in videoconferenza, tra i sindaci di Frossasco Federico Comba, di Roletto Cristina Storello, di Cumiana Roberto Costelli  e la consigliera delegata all’ambiente della Città Metropolitana Barbara Azzarà.

La riunione, organizzata su richiesta di Confagricoltura Torino, ha consentito di chiarire lo stato di avanzamento della pratica presentata dalla società Kastamonu circa il progetto di realizzazione, nel territorio di Frossasco, di un impianto per la produzione di pannelli truciolati e di un nuovo impianto di recupero energetico da 25 MW.

“Seguiremo con attenzione la pratica – dichiara Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Torino a partire dalla compatibilità dell’impianto: la proposta del nuovo insediamento nel comune di Frossasco sta destando viva preoccupazione anche sui territori limitrofi. Alle istituzioni abbiamo rammentato che nell’area interessata si realizzano importanti produzioni agricole, con allevamenti zootecnici da carne e da latte di alta qualità; abbiamo anche vigneti della doc Pinerolese,  frutteti, prati e coltivazioni a seminativo. Le imprese agricole – aggiunge il direttore di Confagricoltura – hanno impostato protocolli di produzione rispettosi dell’ambiente e sono sottoposte a rigidi controlli in materia di trattamenti fitosanitari, concimazioni ed emissioni in atmosfera, per la realizzazione di produzioni di qualità con attenzione alla salute delle persone e all’ambiente. Nel corso dei secoli gli agricoltori hanno costruito un patrimonio economico, sociale e ambientale di grande rilevanza, che vogliamo tutelare con forza, nell’interesse di tutte le aziende agricole del territorio e delle imprese che lavorano nella trasformazione e nella distribuzione dei prodotti agroalimentari”.

 

 

È importante assecondare il mercato, contemperando le legittime aspettative di maggiori ricavi con una sana prudenza, per consentire il mantenimento dell’ottimale equilibrio produttivo – commerciale .

Confagricoltura al Consorzio dell’Asti: “E’ un buon momento, progettiamo insieme l’evoluzione del comparto”

Mercoledì prossimo, con una votazione online, l’assemblea del Consorzio per la tutela dell’Asti si esprimerà sulla resa vendemmiale 2021 per il Moscato d’Asti e l’Asti docg. La decisione verrà comunicata alla Regione, la quale si consulterà con le organizzazioni professionali agricole maggiormente rappresentative ai fini dell’adozione del provvedimento per un’eventuale conferma o aumento della resa fissata dal disciplinare di produzione della docg.

Il mercato dell’Asti e del Moscato d’Asti docg, grazie agli sforzi dei viticoltori, delle imprese di trasformazione e degli industriali che hanno saputo reagire con grande impegno alle difficoltà della pandemia, sta attraversando un periodo favorevole, che vede un incremento dei volumi commercializzati a livello internazionale. È necessario – dichiara Gianluca Demaria, presidente della sezione vitivinicola di Confagricoltura Piemontesaper gestire con grande lungimiranza la situazione, per consentire a tutta la filiera di poter mantenere alto il livello qualitativo delle produzioni e per continuare a incrementare i margini di ricavo“.

La situazione produttiva, secondo i tecnici di Confagricoltura che stanno effettuando periodici sopralluoghi nei 52 comuni dell’area di produzione delle province di Alessandria, Asti e Cuneo, è positiva: lo sviluppo vegetativo dei vigneti è buono, le grandinate finora non hanno danneggiato in modo significativo il raccolto e le prospettive di raccolto sono interessanti, anche se l’andamento climatico non lascia presagire un raccolto abbondante.

In questo quadro – sottolinea Enrico Allasia presidente di Confagricoltura Piemonteè necessario prestare la massima attenzione all’equilibrio tra produzione, giacenze e andamento dei consumi. È importante assecondare il mercato, contemperando le legittime aspettative di maggiori ricavi con una sana prudenza, per consentire il mantenimento dell’ottimale equilibrio produttivo – commerciale faticosamente raggiunto, che deve continuare ad assicurare possibilità di lavoro e di ricchezza per oltre 4.000 famiglie di vignaioli che coltivano 9.700  ettari di vigneti, alle industrie del territorio a tutti loro occupati. Per questo – è la richiesta che avanza Allasia – in vista dell’assemblea di mercoledì prossimo chiediamo ai dirigenti del consorzio di sviluppare un confronto con le organizzazioni professionali agricole per definire le prospettive del comparto, che dovranno basarsi sull’evoluzione produttiva e commerciale che si vorrà imprimere al Moscato d’Asti e all’Asti nei prossimi anni“.

Gelate primaverili, tempo eccessivamente umido e grandinate estive dirompenti stanno costringendo i frutticoltori piemontesi a veri e propri tour de force per controllare lo sviluppo di parassiti e fitopatie.

Piemonte: per Confagricoltura le assicurazioni da sole non bastano più

E’ un’annata difficile – chiarisce Michele Ponso, presidente della federazione nazionale di prodotto frutticola di Confagricolturache ci vede impegnati a tempo pieno per adottare pratiche colturali integrate per limitare al  minimo i trattamenti chimici per la difesa dei frutteti. Il cambiamento climatico in atto impatta pesantemente sulle modalità di coltivazione e le calamità che si susseguono stanno assestando duri colpi alla nostra capacità imprenditoriale. Per questo chiediamo un aiuto alle istituzioni, le quali devono presente che il comparto frutticolo in Piemonte coinvolge oltre 5.800 aziende agricole e una superficie di 13.000 ettari“.

Le gelate dell’ultima primavera, in particolare nel Saluzzese e, seppur in minor misura, negli altri areali frutticoli del Piemonte hanno ridotto drasticamente se non azzerato del tutto la produzione di albicocche, susine, kiwi e pere. Michele Ponso, di Lagnasco (Cuneo), frutticoltore che conduce un’azienda con 130 ettari di frutteti nelle province di Cuneo e Verona, dove vengono prodotti piccoli frutti (mirtilli, lamponi e kiwi berry), pesche, nettarine, susine, kiwi e mele, conosce bene i problemi.

“Le difficoltà sono molte – sottolinea Ponso – a partire dalla carenza di liquidità, indispensabile per sostenere i costi di gestione delle coltivazioni, che quest’anno non daranno frutti, in attesa del raccolto del prossimo anno. Auspichiamo un sostegno degli enti pubblici nelle garanzie da fornire al sistema bancario per prorogare le scadenze delle operazioni di credito, oltre alla definizione puntuale delle provvidenze, che oggi ancora manca, relative allo sgravio contributivo per i lavoratori autonomi e per i dipendenti delle imprese danneggiate”.

Alle difficoltà climatiche e a quelle del Covid – spiega Confagricoltura – si aggiungono i danni dell’infestazione della cimice asiatica, parassita difficile da contenere.

Confagricoltura ribadisce inoltre la necessità di una rivisitazione complessiva del decreto legislativo 102/2004, relativo al cosiddetto Fondo di solidarietà nazionale contro le calamità atmosferiche: oggi gli aiuti sono limitati, non coprono tutto il danno e vengono erogati con molto ritardo. “Servono strumenti più agili – sottolinea Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – integrando la dotazione del Fondo che manifesta tutti i suoi limiti nell’offrire una compensazione adeguata rispetto alle perdite del settore primario”.

Confagricoltura chiede inoltre alla Regione e ai parlamentari del territorio di impegnarsi sulla ristrutturazione del sistema assicurativo, che con il cambiamento climatico in atto spinge le compagnie a trascurare questo ramo di rischio per la frequenza dei sinistri. “Dobbiamo garantire un miglior efficacia della difesa passiva, costituita dal sistema assicurativo, e al tempo stesso sperimentare nuove possibilità di intervento nella difesa attiva – conclude Allasia – per limitare danni che diventano sempre più importanti”.

 

Aumentano in modo impressionante i danni causati dai selvatici alle coltivazioni agricole. In questi giorni ha preso avvio la fienagione del maggengo: i cinghiali sporcano l’erba appena tagliata e devastano i prati sollevando il cotico erboso. “Abbiamo segnalazioni di danni da tutto il territorio regionale, il che dimostra che la situazione è fuori controllo“, dichiara Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte.

Confagricoltura sui danni da selvatici: “Più rispetto per chi coltiva”

Una nuova fonte di preoccupazione arriva dall’eccessiva proliferazione di caprioli: intere mandrie di giovani animali prendono di mira i vigneti delle aree collinari del Piemonte, decorticando i germogli di vite, teneri e particolarmente appetibili per questa specie. Il danno prodotto è rilevante: negli appezzamenti colpiti la vendemmia di quest’anno è compromessa.

Mentre si verificano questi accadimenti – fanno rilevare i vertici di Confagricoltura – leggiamo che lungo la cremagliera che da Sassi porta a Superga il Centro Animali Non Convenzionali del Dipartimento di Scienze Veterinarie che opera in convenzione con la Città Metropolitana di Torino con il servizio “Salviamoli insieme on the road” è intervenuto per curare un capriolo ferito. “Apprezziamo la sensibilità dell’ente pubblico – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasiama al tempo stesso chiediamo interventi immediati per limitare i danni dai selvatici alle coltivazioni, per ridurre gli incidenti stradali e per evitare il rischio di trasmissione della peste suina africana, veicolata proprio dai cinghiali“.

Con una circolare del 12 aprile il Ministero della Transizione Ecologica – MiTE chiarisce alcune questioni relative allo smaltimento dei rifiuti agricoli non pericolosi prodotti dalle imprese agricole. In base alle nuove disposizioni introdotte dal decreto legislativo 116 del 2020 si erano create numerose difficoltà, in quanto alcuni enti di raccolta avevano sospeso il servizio di ritiro dei rifiuti agricoli, con danni in particolare per gli agriturismi, i negozi di vendita di prodotti agricoli e le aziende orticole.

Confagricoltura: avviato a soluzione il problema del ritiro dei rifiuti agricoli non pericolosi

Si tratta di un provvedimento utile – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemontein quanto la circolare riprende quanto suggerito da Confagricoltura nelle interlocuzioni con i Ministeri interessati per risolvere le diverse criticità emerse in fase di applicazione della nuova norma. In attesa di eventuali sviluppi normativi in sede di conversione del Decreto-Legge Sostegni, su cui Confagricoltura è intervenuta chiedendo la presentazione di alcuni emendamenti, la circolare del MiTE è un primo passo importante diretto a rendere meno problematica l’attuazione delle novità introdotte dal decreto legislativo116/20“.

La circolare evidenzia che, fermo restando che i rifiuti agricoli sono sempre rifiuti speciali in linea con la Direttiva europea, alle attività relative alla produzione agricola che presentano le medesime caratteristiche dell’allegato L-quinquies viene data “la possibilità, in ogni caso, di concordare a titolo volontario con il servizio pubblico di raccolta modalità di adesione al servizio stesso per le tipologie di rifiuti indicati nell’allegato L-quater della citata Parte quarta del TUA“.

La circolare, che accoglie le istanze di Confagricoltura, evidenzia “in considerazione della modifica normativa intervenuta, che ha comportato per tali utenze, la possibile riqualificazione di alcune tipologie di rifiuti derivanti dalla propria attività, nonché della necessità di garantire la corretta gestione dei rifiuti, [..] che, nelle more dell’aggiornamento del rapporto contrattuale tra le utenze indicate ed il gestore del servizio pubblico, debba essere comunque assicurato il mantenimento del servizio“.

Enrico Allasia: l’agricoltura è impegnata in prima linea per sostenere la ripresa con un ruolo ativo nella realizzazione dei progetti del Recovery Plan.

Confagricoltura a Cirio: piena collaborazione per sostenere la ripresa del Piemonte

Il presidente regionale di Confagricoltura Enrico Allasia è intervenuto ieri pomeriggio (25 marzo) alla videoconferenza presieduta dal governatore del Piemonte Alberto Cirio per una valutazione generale con le categorie economiche sulle proposte che il Piemonte presenterà al Governo in materia di interventi da adottare nell’ambito del cosiddetto Recovery Plan, ovvero il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Nel suo intervento Allasia ha ricordato al presidente Cirio la stagione di profondi cambiamenti che sta vivendo la nostra agricoltura, anche per effetto della pandemia; le difficoltà del settore provato dalla crisi, acuita dalla situazione contingente che si è innestata su un sistema economico già strutturalmente debole e la necessità di interventi urgenti per migliorare competitività, innovazione e sostenibilità del nostro sistema produttivo.

Per Confagricoltura è necessario mettere in campo interventi per colmare le lacune legate al ritardo organizzativo e tecnologico del Piemonte; rafforzare le nostre filiere produttive; potenziare le infrastrutture logistiche e digitali; efficientare il sistema delle risorse idriche; riformare la Pubblica Amministrazione; sostenere la multifunzionalità dell’agricoltura nell’ottica della transizione ecologica ed energetica grazie al riutilizzo dei sottoprodotti per fini energetici, quali biogas, biometano ed idrogeno, sostenere le produzioni integrate e biologiche; contrastare il cambiamento climatico e il dissesto idrogeologico e  sensibilizzare l’opinione pubblica per favorire la consapevolezza dei consumatori e valorizzare il ruolo dell’agricoltura. “Manifestiamo il  pieno impegno di Confagricoltura a collaborare – ha concluso Enrico Allasia – e chiediamo alla Regione di essere coinvolti in modo attivo nella definizione degli impegni e nella realizzazione delle azioni progettate“.

Domani 5 febbraio sarà la Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare. Confagricoltura rileva che negli ultimi anni sta aumentando la consapevolezza degli italiani rispetto alle questioni ambientali e al consumo di cibo. Significativi i dati che emergono oggi dal rapporto ‘Il caso Italia‘ del Waste Watcher International Observatory, che pongono l’Italia tra i Paesi più attenti allo spreco alimentare e alle corrette abitudini alimentari durante la pandemia. Secondo la rilevazione, solo in Italia nel 2020 si è sprecato l’11,78% di cibo in meno rispetto all’anno precedente.

Spreco alimentare, Confagricoltura: “Siamo virtuosi e possiamo fare meglio”

Si tratta di un dato incoraggiante – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte –  che non deve però fare abbassare la guardia su un fenomeno che resta comunque ancora diffuso e non riguarda solo il consumo domestico, ma l’intera filiera agroalimentare, lungo la quale ci sono ancora molte, troppe dispersioni“.

Confagricoltura ribadisce il contributo fondamentale che possono dare le imprese agricole nella lotta allo spreco e nell’attuazione del Piano nazionale contro gli sprechi alimentari, di cui il nostro Paese si è dotato già da qualche anno.

L’agricoltura da sempre applica i principi dell’economia circolare – aggiunge Allasia –  cercando di recuperare attraverso il riutilizzo degli scarti agricoli: il lavoro è ancora lungo e va accompagnato da un cambiamento di abitudini e costumi, su cui anche Confagricoltura sta contribuendo, di cui si iniziano a intravedere i primi segnali“.

Il direttore di Confagricoltura Piemonte Ercole Zuccaro illustra un caso concreto. “Ogni giorno, in base alle elaborazioni del nostro centro studi su dati Istat, in Piemonte per l’alimentazione umana si impiegano 1.105.000 chili di carne, 728.000 di litri di latte e 2.720.000 uova: sprecare anche solo l’1% di questi volumi significa, per esempio, porre fuori dal circuito virtuoso 11.050 chilogrammi di carne, utili a sfamare oltre 44.000 persone, l’equivalente della popolazione della città di Biella. Per questo – spiega Zuccaro – dobbiamo contenere gli sprechi lungo tutto il circuito produttivo a partire dai campi, investendo maggiormente sull’innovazione, sull’agricoltura di precisione, sulla digitalizzazione, sul risparmio energetico e su un utilizzo sempre più attento dell’acqua“.

Gli abitanti del Piemonte ogni giorno consumano:

1.105.000 chilogrammi di carne

804.000 chilogrammi di frutta

774.000 chilogrammi di agrumi

3.674.000 chilogrammi di pomodori freschi e conservati

728.000 litri di latte

2.720.000 uova

(Elaborazioni Confagricoltura Piemonte su dati Istat) 

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