VENISSA FESTEGGIA LA SUA DODICESIMA VENDEMMIA IN LAGUNA

Si è conclusa con successo la dodicesima vendemmia della Dorona all’interno della vigna murata della tenuta Venissa, sull’isola di Mazzorbo. In poche ore, in una mattinata tipicamente settembrina, sono stati raccolti i grappoli d’oro prodotti dalle quattromila piante di questo vitigno autoctono della laguna. Una varietà data per scomparsa dopo la tragica Acqua Alta del 1966 e riscoperta grazie ad un progetto autonomo di recupero agricolo della famiglia Bisol, che l’ha reintrodotta nel suo terroir nativo dandole nuova dimora a Venissa.

VENISSA FESTEGGIA LA SUA DODICESIMA VENDEMMIA IN LAGUNA

“È stata un’annata ottima“, commenta Stefano Zaninotti, agronomo. “L’estate è stata molto calda e secca, soprattutto ad agosto. Questo ha aumentato i livelli di stress delle piante a causa della combinazione tra temperature elevate e alte concentrazioni di sodio nel terreno, ma la Dorona, che a queste situazioni estreme è abituata, è riuscita a portare a termine la maturazione in maniera eccellente, concentrando i sapori nel frutto. Il sodio, abbiamo visto, riduce la naturale rigogliosità di questa varietà, portando ad una naturale produzione limitata dove i profumi sono esaltati. Abbiamo vendemmiato un’uva perfettamente sana, anche grazie al fatto che non abbiamo avuto piogge negli ultimi giorni, quelli decisivi. Crediamo che la 2021 abbia il potenziale per diventare un’annata memorabile.”

Matteo Bisol, direttore generale di Venissa e ora alla direzione enologica della tenuta, rimarca il ruolo fondamentale della simbiosi che questo vitigno autoctono ha saputo trovare all’interno di un terroir così particolare, con terreni salmastri che in alcuni punti del vigneto vedono crescere piante come la salicornia. “La cosa interessante è che il sodio ha effetto sulla vigoria della pianta — ne influenza la fisiologia — ma non passa nel frutto e nel vino. Troviamo invece caratteristiche di grande eleganza ed equilibrio, concentrazione e complessità. Sono vini longevi, soprattutto il Venissa Bianco, che produciamo a partire da una selezione speciale che facciamo direttamente in vigneto. Per me, la cosa più importante è accompagnare questo vino e aiutarlo ad esprimersi al meglio, in modo sincero. L’annata 2021 vedrà la luce tra cinque anni, e non vediamo l’ora di conoscerla.”

La piccolissima produzione varia di anno in anno ma si aggira attorno alle 3500 bottiglie di Venissa Bianco (0.5L) e 1500 bottiglie di Venusa Bianco (0.75L), un vino che vuole essere una diversa espressione della Dorona, più giovane e beverina.

I NUMERI DEL VIGNETO DI MAZZORBO

0.8 ettari vitati

4000 piante della varietà Dorona di Venezia

45 quintali vendemmiati nel 2021, per una media di 1.1 kg di uva per pianta

I VINI

Venissa Bianco – il vino-simbolo della tenuta – nasce dal rapporto simbiotico tra la Dorona e il terroir lagunare dell’isola di Mazzorbo, dove le radici delle vigne catturano la quintessenza di questo ecosistema straordinario e del suo complesso equilibrio. Un vino di carattere ed eleganza, frutto di una macerazione lunga che richiama la tradizione vitivinicola lagunare. Un vino che vuole essere espressione perfetta della Venezia Nativa e del suo patrimonio naturale e culturale, anche attraverso la bottiglia in cui è contenuto, somma dalle migliori maestranze veneziane – Berta Battiloro e gli incisori Albertini e Spezzamonte.

Venusa Bianco rappresenta una nuova interpretazione della Dorona, nata da una diversa selezione delle uve prodotte nel vigneto di Mazzorbo. Si distingue per la verticalità, la piacevolezza di beva e la sapidità, senza scendere a compromessi in carattere e rarità.

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