VIENNA È PRONTA PER ACCOGLIERE IL LUGANA DOC IN ITALIA VOLA NEI CONSUMI CON UN +49% NEL 2021

Dopo le soddisfazioni incassate a Vinitaly, domani il Consorzio di Tutela sarà in Austria.

Forte del primo posto nella classifica dei vini più venduti nel nostro Paese, la DOC torna su un palcoscenico internazionale con una Masterclass nella patria dei bianchi, un mercato esigente dal grande potenziale.

VIENNA È PRONTA PER ACCOGLIERE IL LUGANA DOC IN ITALIA VOLA NEI CONSUMI CON UN +49% NEL 2021

Il Lugana DOC mantiene il primato dei vini più amati dagli italiani. L’analisi della Coldiretti su dati Infoscan Census relativi ai primi nove mesi dell’anno, diffusa in occasione del Vinitaly Special Edition lo vede al primo posto, con un +49% delle vendite. E non si tratta di un exploit, poiché esattamente un anno fa, nell’ottobre 2020, un’analoga ricerca della Rome Business School dedicata al mercato del vino in Italia ai tempi del Covid-19, poneva il Lugana saldamente al primo posto fra i vini emergenti.

Forte di questa consapevolezza, il Lugana DOC guarda al mercato austriaco, vicino ma molto competitivo. Il Consiorzio di Tutela è atteso domani a Vienna, per un’esclusiva Masterclass, dedicata a far conoscere e a spiegare le caratteristiche del Lugana ad una selezionata platea di giornalisti del settore enogastronomico ed operatori. Terra di grandi bianchi, quinta in Europa per consumi pro-capite (28,8 lt/anno nel 2020), l’Austria è un paese maturo ed evoluto dal punto di vista enologico. “È il secondo anno consecutivo che investiamo sul mercato austriaco – afferma Ettore Nicoletto, Presidente del Consorzio di Tutela –. Ci siamo dati questo obiettivo per consolidare la nostra storica presenza nei Paesi di lingua tedesca. L’Austria è una “sfida” stimolante, poiché ci si confronta con un consumatore attento, sofisticato e capace di apprezzare vini di forte identità e carattere, un terreno su cui il Lugana non teme paragoni”. Conduttore dell’evento sarà Othmar Kiem, grande esperto di vini italiani e caporedattore della rivista “Falstaff” per il nostro Paese. “Il Lugana è senza dubbio uno dei vini bianchi più emozionanti d’Italia ma ancora poco conosciuto dal consumatore austriaco – afferma Kiem – . Inoltre l’Austria stessa produce grandi vini bianchi e gli austriaci sono orgogliosi del loro vino. Tuttavia, penso che ci siano buone possibilità per il Lugana. Da un lato, c’è la metropoli di Vienna, con i suoi 2 milioni di abitanti, dove vivono molti consumatori interessati ad aprire i loro orizzonti al di là del vino austriaco. E poi c’è il settore del turismo, in particolare nelle aree di Vienna, di Salisburgo e del Tirolo. I punti di forza del Lugana sono sicuramente la ricchezza di tipologie e sfumature e il potenziale di invecchiamento”. Caratteristiche che, con l’aiuto della stampa e degli addetti ai lavori, il Consorzio intende far scoprire ai consumatori austriaci.

 

Ben diversa è appunto la situazione in patria, dove il Lugana si conferma un vino amatissimo e sempre più richiesto, non solo nel canale HoReCa ma anche nella grande distribuzione. E anche i recenti appuntamenti dal vivo hanno ribadito il momento di gran forma della Denominazione. Il Consorzio, infatti, ha presenziato in tutti i più importanti eventi del settore, dalla Milano Wine Week, dove è stato protagonista di 2 Masterclass con focus su USA e Giappone ed ha animato uno dei Wine District, a Hostaria Verona, fino alla recentissima partecipazione alla special edition di Vinitaly cui ha partecipato in collaborazione con ASCOVILO. Lo stand del Consorzio ha incontrato grande interesse ed entusiasmo, tanto fra i professionisti che fra il pubblico che sta imparando gradualmente ad apprezzare non solo il più noto Lugana DOC d’annata ma anche le tipologie più complesse ed evolute, come il Superiore o il Riserva, o ancora la versione Spumante, un’ottima “bollicina” da uva autoctona Turbiana prodotta sia in versione Classico che Charmat.

 

Il Consorzio fa il bilancio di metà anno: calano le giacenze, crescono i valori e gli imbottigliamenti.

Con la decisione di rendere disponibile anche il restante 50% delle riserve della scorsa vendemmia, il CDA guidato da Ettore Nicoletto completa la manovra di sblocco parziale decisa a maggio 2021.

IL LUGANA DOC BRINDA ALL’ESTATE, VIA LIBERA A TUTTO IL VINO STOCCATO NEL 2020

La decisione cade al momento giusto, nella stagione dell’anno in cui, complici le calde serate estive, la domanda di Lugana DOC raggiunge l’apice: il Consorzio renderà disponibili sul mercato gli ultimi 8.900 hl di vino della Vendemmia 2020, prudenzialmente stoccati, ma che possono ora essere liberati a fronte delle ottime e costanti performance della DOC. Il periodo d’oro del Lugana continua, confermando il brillante inizio d’anno. Anche includendo la quota stoccata, da marzo 2021 le giacenze risultano infatti inferiori rispetto al 2020, il prezzo medio del vino sfuso ha visto un incremento del 93% a luglio 2021 rispetto al luglio dell’anno precedente (fonte: borsa merci delle CCIAA di Verona) pari a € 2,60-3,00 al litro, ed anche gli imbottigliamenti hanno segnato a giugno un +19,76%.

 

A fronte di questi dati, il CDA ha ritenuto opportuno liberare tutto il vino posto a stoccaggio, anche per alleviare l’attuale pressione sulle giacenze e permettere alle aziende una più agevole programmazione delle venditespiega il Presidente Ettore Nicoletto. “E’ una decisione a cui siamo giunti con grande naturalezza, quasi inevitabile a fronte dell’inversione di tendenza dopo il difficile 2020, e che va nell’ottica di rispondere alla crescente domanda di vino da parte dei consumatori, dando allo stesso tempo valore e il giusto riconoscimento al Lugana DOC e all’intera filiera, dal prezzo dell’uva, del vino, fino alla bottiglia”.

Se è vero che il Lugana è conosciuto principalmente come vino fresco d’annata, sarebbe un grave errore ridurlo a questa definizione. Si tratta di una Denominazione antica (la prima ad essere riconosciuta in Lombardia), di carattere e che può essere apprezzata tutto l’anno e a tutto pasto, grazie alle peculiarità della Turbiana, il vitigno da cui origina, capace di straordinaria versatilità ed evoluzione nel tempo, come si può ben apprezzare nel vino DOC ma ancor più nelle tipologie Superiore e Riserva. Sono sorprendenti i Lugana Spumante, prodotti sia con metodo Classico che Charmat, una bollicina autoctona da provare per chi ancora non la conoscesse, così come non può lasciare indifferenti la versione Vendemmia Tardiva, ottimo vino da abbinamento con formaggi o pasticceria secca, ma anche da meditazione.

 

La crescita di prezzi e imbottigliamenti ha determinato la decisione di sbloccare 8.900 hl di vino sfuso.

Lugana DOC, via libera al 50% del vino stoccato

Nei primi tre mesi del 2021 la denominazione Lugana è cresciuta, un significativo aumento a doppia cifra che si è registrato sia per gli imbottigliamenti (+ 11,25%), che per i prezzi: +23% per l’uva e addirittura un +69% per il vino sfuso (fonte: CCIAA Verona rispetto al primo trimestre 2020). Il calo del rapporto tra giacenze alla fine di marzo e imbottigliato nei 12 mesi precedenti dà un quadro ottimistico della performance della Denominazione che ha convinto il Consorzio di Tutela a deliberare lo sblocco del 50% del vino sfuso attualmente posto a stoccaggio. La proposta ha riscosso il parere favorevole delle Regioni Lombardia e Veneto, ed ha quindi permesso di rendere disponibili circa 8.900 ettolitri di vino alla filiera di produttori di Lugana DOC.

Vendemmia 2020: un’annata di successo 

La vendemmia 2020 ci ha dato dei vini dotati di grandissimo equilibrio, grazie alle notti fresche, che hanno preservato l’acidità e l’eleganza tipica della Turbiana, e a un andamento termico che ha consentito una grande espressione aromatica.

Sarà un’annata estremamente piacevole nell’immediato, ma, facendo una previsione, crediamo che sarà ricordata soprattutto per delle tipologie Riserva memorabili. Il Lugana Riserva deve invecchiare o affinarsi per almeno 24 mesi, di cui 6 in bottiglia. Si caratterizza per toni cromatici più accesi, profumi più evoluti e complessi, una mineralità più calda al palato e una potenzialità evolutiva che può tranquillamente dipanarsi lungo una decina d’anni.

“La vendemmia 2020 ci ha dato dei vini dotati di grandissimo equilibrio, grazie alle notti fresche, che hanno preservato l’acidità e l’eleganza tipica della Turbiana, e a un andamento termico che ha consentito una grande espressione aromatica.
Sarà un’annata estremamente piacevole nell’immediato, ma, facendo una previsione, crediamo che sarà ricordata soprattutto per delle tipologie Riserva memorabili. Il Lugana Riserva deve invecchiare o affinarsi per almeno 24 mesi, di cui 6 in bottiglia. Si caratterizza per toni cromatici più accesi, profumi più evoluti e complessi, una mineralità più calda al palato e una potenzialità evolutiva che può tranquillamente dipanarsi lungo una decina d’anni” racconta il presidente del Consorzio Ettore Nicoletto.

Il Consorzio di tutela reagisce prontamente alle positive performance del primo trimestre 2021.

La crescita di prezzi e imbottigliamenti ha determinato la decisione di sbloccare 8.900 hl di vino sfuso. Ottima accoglienza sul mercato per l’annata 2020, che promette di dare il meglio di sé nei Riserva.

LUGANA DOC, VIA LIBERA AL 50% DEL VINO STOCCATO

Nei primi tre mesi del 2021 la denominazione Lugana è cresciuta, un significativo aumento a doppia cifra che si è registrato sia per gli imbottigliamenti (+ 11,25%), che per i prezzi: +23% per l’uva e addirittura un +69% per il vino sfuso (fonte: CCIAA Verona rispetto al primo trimestre 2020). Il calo del rapporto tra giacenze alla fine di marzo e imbottigliato nei 12 mesi precedenti dà un quadro ottimistico della performance della Denominazione che ha convinto il Consorzio di Tutela a deliberare lo sblocco del 50% del vino sfuso attualmente posto a stoccaggio. La proposta ha riscosso il parere favorevole delle Regioni Lombardia e Veneto, ed ha quindi permesso di rendere disponibili circa 8.900 ettolitri di vino alla filiera di produttori di Lugana DOC.

Come già accaduto a ottobre, il Consorzio ha reagito prontamente, grazie anche alla flessibilità insita nella misura di governo dell’offerta che si era deciso di adottare in via cautelativa. Lo stoccaggio ci ha permesso di essere reattivi e di rispondere al meglio alle esigenze dei produttori – spiega il Presidente Ettore Nicoletto. Soddisfazioni arrivano anche dal mercato, che ha da poco accolto con entusiasmo la nuova annata. “La vendemmia 2020 ci ha dato dei vini dotati di grandissimo equilibrio, grazie alle notti fresche, che hanno preservato l’acidità e l’eleganza tipica della Turbiana, e a un andamento termico che ha consentito una grande espressione aromatica – aggiunge. – Sarà un’annata estremamente piacevole nell’immediato, come già stanno confermando i primi feedback sia della critica, gli assaggi delle guide sono da poco iniziati, che del mercato. Ma, facendo una previsione, crediamo che sarà ricordata soprattutto per delle tipologie Riserva memorabili.” Il Lugana Riserva deve invecchiare o affinarsi per almeno 24 mesi, di cui 6 in bottiglia. Si caratterizza per toni cromatici più accesi, profumi più evoluti e complessi, una mineralità più calda al palato e una potenzialità evolutiva che può tranquillamente dipanarsi lungo una decina d’anni.

In questo periodo che prelude alla ripresa degli eventi in presenza e delle missioni promozionali, il Consorzio si sta concentrando nell’analisi e nella definizione di strategie nei confronti di alcuni mercati strategici per l’export della DOC. Un momento di studio e confronto necessario anche alla luce degli esiti della pandemia, che ha inciso così pesantemente anche sulle dinamiche della domanda e del consumo di vino. In collaborazione con Wine Meridian, il Consorzio ha in programma una serie di approfondimenti dedicati ai principali Paesi esteri, aperti agli associati ma non solo. Il debutto è stato il 28 aprile, con un webinar sugli USA, il secondo mercato per l’export della Denominazione, dietro solo alla Germania.

Le prossime date in programma saranno:

– 24 Maggio 2021 Webinar con focus DACH (Germania, Austria e Svizzera) ore 16:00-17:00

– 4 Novembre 2021 Webinar con focus sul Giappone ore 16:00-17:00

Il Consorzio di Tutela annuncia i risultati del suo ultradecennale investimento in ricerca e sostenibilità. A 9 anni di distanza dal primo impianto e dopo una meticolosa selezione da 70 “piante madri”, sono stati ufficialmente inseriti nel registro nazionale della varietà di vite i 3 cloni che meglio rappresentano le caratteristiche di tipicità di questo straordinario vitigno.

REGISTRATI 3 NUOVI CLONI DI TURBIANA IL LUGANA DOC RAFFORZA LA SUA IDENTITÀ

Si chiamano TURBIANA CTL1, TURBIANA CTL3, TURBIANA CTL5 i tre nuovi cloni di Turbiana ufficialmente inseriti nel registro nazionale delle varietà di vite. CTL sta per Consorzio Tutela Lugana, il vero protagonista di questo importante lavoro di ricerca iniziato nel 2010, in collaborazione con lo Studio Agronomico Sata, con l’avvio delle indagini nei più antichi vigneti di Lugana per garantire tipicità, affinità territoriale e maggiore sostenibilità alla Denominazione. La meticolosa analisi nei vigneti storici ha permesso di individuare singole piante con caratteristiche peculiari per qualità, sanità, maturazione e intensità gustativa delle uve. Queste “piante madri” sono state analizzate per la presenza di virosi e, solo da quelle risultate sane, sono state prodotte barbatelle, tenute separate per ogni pianta madre. Nel 2012 è stato impiantato il campo di confronto clonale, costituito dalla distinta progenie di circa 70 piante madri e dal 2014 al 2020 sono state realizzate centinaia di microvinificazioni (vinificazione di pochi chili di uva, ottenuta dalla parcella della progenie di un’unica pianta madre) al fine di confrontare le caratteristiche agronomiche ed enologiche dei vari candidati cloni. Al termine del percorso, solo ai tre migliori è stata riservata la possibilità di essere ufficialmente registrati.

Riteniamo che questo sia un ulteriore e importante passo nella definizione identitaria del vitigno Turbiana e nell’avanzamento della ricerca viticola, il cui obbiettivo sarà far confluire nei nuovi cloni i caratteri identitari del vitigno e quelle caratteristiche fisiologiche che permettano alla viticoltura di adeguarsi al cambiamento climatico e di essere sempre più sostenibile.”, dichiara il Direttore del Consorzio, Andrea Bottarel – “Cercare di combinare queste caratteristiche richiede tempo e dedizione, ma è un passaggio fondamentale perché, paradossalmente, si rischia di perdere più tipicità nei vecchi cloni, selezionati molti anni fa, che in quelli di recente selezione. Le caratteristiche del suolo non variano, ma il clima sta cambiando e con l’innalzamento delle temperature estive medie, soprattutto per quel che riguarda i vini bianchi, si potrebbe perdere molta di quella freschezza, che deriva dall’acidità, e che definisce il Lugana. Oltre all’adozione di diverse pratiche di gestione del verde è indispensabile poter optare per cloni più tardivi, senza però rinunciare ai caratteri identitari della Turbiana. Non meno importante è stata la ricerca dei tratti che conferiscono a un vitigno caratteristiche di minore suscettibilità verso le avversità, che è un dovere etico in primis, ma che ha risvolti economici importanti: riducendo gli interventi in vigneto si tutela l’ambiente e si risparmia allo stesso tempo.

La famiglia dei Trebbiano ha origini molto antiche: questa storia, assieme alla vasta e diversificata area di coltivazione, spiega l’esistenza di tanti sinonimi e varianti locali, fonte di ricchezza ma anche, in alcuni casi, di confusione. Ricerche sul DNA (“Il Trebbiano di Lugana: aspetti storici e genetici” di Pierluigi Villa, Osvaldo Failla, Massimo Labra, Attilio Scienza, del 2001) hanno dimostrato che, per quanto Trebbiano di Lugana (localmente detto “Turbiana”) e Verdicchio siano stretti parenti, più vicini tra di loro rispetto ad altre varietà quali il Trebbiano d’Abruzzo e quello Toscano, si tratta di due vitigni geneticamente distinti. Il Trebbiano di Lugana ha un’attitudine più tardiva e leggermente meno produttiva, oltre a essersi adattato, nel tempo e con successive selezioni fatte dai viticoltori locali, alle caratteristiche pedoclimatiche del lago di Garda, significativamente diverse da quelle degli altri areali.

Il Consorzio, nell’esprimere enorme soddisfazione per l’importante traguardo raggiunto, intende ringraziare i Vivai Cantone, Vitis Rauscedo e Vivai Zenato Valerio per aver creduto, sostenuto e fattivamente collaborato al progetto.

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