Cresce il valore fondiario delle vigne in Italia: spiccano Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
In un’epoca in cui il vino italiano continua a rappresentare un’eccellenza riconosciuta a livello mondiale, il valore economico dei terreni vitati si conferma in costante ascesa. Il 2023 ha registrato una significativa rivalutazione dei vigneti in Italia: il valore medio fondiario per ettaro è salito a 58.100 euro, segnando un +5% rispetto al 2019. Tuttavia, questa media nazionale nasconde notevoli differenze territoriali, con il Nord Est protagonista assoluto del mercato.
Trentino Alto Adige: il vertice del valore
A dominare la classifica nazionale per valore dei terreni vitati è il Trentino Alto Adige, con una quotazione media di 343.000 euro per ettaro. Questo dato, in crescita del 7,3% rispetto al 2019, è il risultato della presenza di un’elevata percentuale di vini di qualità certificata (DOC e DOCG), unita a una certa omogeneità nella valorizzazione dei suoli viticoli.
In particolare, spiccano le zone DOC del Lago di Caldaro, dove i terreni possono raggiungere valori massimi di 900.000 euro per ettaro, e quelle della Val Venosta e della Valle Isarco-Bressanone, con un range che va da 300.000 a 500.000 euro. Importanti anche le quotazioni nella zona del Trentodoc, a nord di Trento, dove il metodo classico ha spinto il valore tra i 220.000 e i 500.000 euro per ettaro.
Veneto: grandi nomi, valori diversificati
Al secondo posto della graduatoria nazionale si colloca il Veneto, con un valore fondiario medio di 141.000 euro per ettaro. Qui, la crescita dal 2019 è stata modesta (+1,4%), ma i dati regionali vanno letti alla luce delle forti differenziazioni provinciali.
Le zone più pregiate sono quelle della Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG (300.000 – 600.000 euro/ettaro) e Asolo Prosecco DOCG (250.000 – 350.000 euro/ettaro). La vocazione vitivinicola del Veneto è evidente: oltre il 10,9% della superficie agricola utilizzata è destinato alla vite, un dato tra i più alti in Italia.
Friuli Venezia Giulia: crescita sostenuta dei valori
Al quinto posto per valore assoluto, ma terza regione per incremento percentuale, si colloca il Friuli Venezia Giulia, con una quotazione media di 69.000 euro per ettaro, in crescita del 10,1% rispetto al 2019. Questo incremento posiziona la regione dietro solo a Piemonte (+13,8%) e Valle d’Aosta (+10,3%).
I vigneti friulani, che coprono il 9,8% della SAU (Superficie Agricola Utilizzata), sono concentrati in aree storicamente vocate come il Collio e i Colli Orientali del Friuli, sinonimo di bianchi eleganti e apprezzati a livello internazionale.
Piemonte e Toscana: eccellenze dal valore milionario
Se il Trentino guida per valore medio, il record assoluto di quotazione si trova in Piemonte, dove i vigneti destinati alla produzione di Barolo possono arrivare a valere fino a due milioni di euro per ettaro. La regione mostra anche l’incremento più significativo tra il 2019 e il 2023, con un +13,8%.
La Toscana, pur registrando una crescita del +9,1%, può vantare aree di grandissimo pregio: Montalcino e Bolgheri raggiungono valori fino a un milione di euro per ettaro, confermando l’attrattività internazionale di queste denominazioni.
Lombardia e le bollicine della Franciacorta
Anche la Lombardia si distingue, con un valore medio di 74.000 euro per ettaro e un incremento dell’8,6%. Il driver principale è la zona della Franciacorta, dove i vigneti possono valere tra 130.000 e 250.000 euro per ettaro, trainati dal successo delle bollicine metodo classico.
Conclusioni: il valore del terroir come asset strategico
L’andamento del valore fondiario delle vigne in Italia riflette una verità consolidata: la qualità del vino è inscindibile dalla qualità della terra. Investire in un terreno vitato in una zona vocata non è solo una scelta agricola, ma sempre più una strategia economica di lungo termine, capace di combinare redditività, prestigio e sostenibilità.
Il Nord Est si conferma il motore del valore, sia per i livelli assoluti raggiunti che per la dinamicità del mercato. Le differenze territoriali, però, rivelano anche una mappa complessa e variegata del vino italiano, in cui ogni territorio – dal Barolo al Prosecco, dal Trentodoc al Collio – racconta una storia fatta di qualità, tradizione e futuro.
Mercoledì 24 agosto (ore 10:00 sulla piattaforma ZOOM) si svolgerà l’attesissimo evento di Regione e Veneto Agricoltura, con AVEPA, ARPAV, CREA-VE E UVIVE, dedicato alle previsioni della vendemmia nei principali comprensori vitivinicoli dell’Unione Europea. Nel Veneto si stima un calo del 10-15% dovuto alle alte temperature e alle poche piogge. Il quadro meteo.

MERCOLEDI’ I DATI SULLE PREVISIONI DELLA VENDEMMIA IN VENETO, NEL NORD EST, IN ITALIA, FRANCIA E SPAGNA
Nel Veneto (e non solo), l’estate 2022 sarà ricordata come una delle più torride di sempre. Più in dettaglio, secondo i dati forniti da ARPAV, il periodo maggio/giugno/luglio è risultato il più caldo e secco degli ultimi 30 anni, e precisamente dal 1993, con un preoccupante +2,4°C rispetto alla media. Questo mese di agosto ha finalmente mitigato la siccità portando, nelle prime due decadi, mediamente 85 mm di pioggia. Ad oggi, con le precipitazioni dei giorni scorsi, il periodo estivo (inteso dal 1° maggio al 21 agosto) risulta ancora oltre 2°C più caldo della media (+2,15°C) ma più “fresco” del 2003 (altra estate torrida) di appena 0,25°C e con un deficit pluviometrico di circa 110 mm rispetto alla media e più “piovoso” del 2003 di 54 mm.
Alte temperature e siccità hanno ovviamente impattato pesantemente su molte colture agricole, comprese le rese viticole che nel Veneto – secondo le prime stime – dovrebbero risultare mediamente inferiori del 10-15% rispetto allo scorso anno, con punte del 20-30% in alcuni comprensori collinari non serviti da irrigazione di soccorso.
Tutti i dati previsionali quanti-qualitativi della prossima vendemmia nel Veneto (suddivisi per provincia), nel restante Nord Est, nelle principali regioni vitivinicole italiane (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia e Sicilia), nonché in Francia e Spagna saranno presentati agli operatori del comparto mercoledì 24 agosto alle ore 10:00 in occasione dello “storico” (48^ edizione) convegno sulle previsioni della vendemmia. L’evento, organizzato da Regione del Veneto e Veneto Agricoltura con AVEPA, ARPAV, CREA-VE e UVIVE, si terrà on-line sulla piattaforma ZOOM ed è aperto al pubblico (iscrizioni qui: https://trittico2.eventbrite.it).
Giornata importante domani con il via della vendemmia (si comincia con il Pinot Grigio) e il Focus di Regione del Veneto e Veneto Agricoltura con Avepa, Arpav e Crea-VE. Verranno diffusi tutti i dati (sembrano positivi…) previsionali di Veneto, Nord Est, principali regioni vitivinicole italiane, Francia e Spagna.

VENDEMMIA 2021, DOMANI L’ATTESO APPUNTAMENTO SULLE PREVISIONI, NON SOLO A NORD EST
Domani, martedì 31 agosto, con inizio alle ore 9:30, focus online di Regione del Veneto e Veneto Agricoltura con Avepa, Arpav e Crea-Ve dedicato alle previsioni vendemmiali nel Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, nelle altre principali regioni vitivinicole italiane (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia e Sicilia), in Francia e Spagna.
L’atteso incontro, giunto alla 47^ edizione, unico nel suo genere in Italia, sarà l’occasione per fare il punto sull’andamento dell’annata vitivinicola e analizzare nei dettagli le previsioni di raccolta 2021, operazioni che inizieranno proprio domani con la vendemmia delle uve di Pinot Grigio, principale vitigno precoce nella nostra regione.
Al momento, le primissime indicazioni di produzione raccolte sul territorio dal team regionale del Trittico Vitivinicolo confermano che nel Veneto la vendemmia si presenta in ritardo di qualche giorno rispetto allo scorso anno, che la quantità è stimata in calo e che la qualità delle uve è al momento ottima.
Causa restrizioni Covid, l’incontro si svolgerà online sulla piattaforma Zoom con diretta sul profilo Facebook di Veneto Agricoltura.