- USA: dazi al 15% sui prodotti UE, vino incluso
Dal 7 agosto entrano in vigore i dazi statunitensi al 15% sui prodotti UE, incluso il vino, in seguito all’ordine esecutivo del presidente Donald Trump. La misura penalizza soprattutto l’export verso il primo mercato per molte denominazioni italiane, come il Prosecco, che rischia rincari fino al +20% sugli scaffali USA.
- Speranza “zero-for-zero”: sono ancora in corso negoziati per ottenere un’esenzione per vino e alcolici, ma la Commissione UE non prevede che siano inclusi nel primo pacchetto di esenzioni.
- Finestra di respiro: spedizioni partite entro 7 giorni e arrivate negli USA entro il 5 ottobre saranno esentate dai nuovi dazi.
- Effetto domino: per le PMI vitivinicole italiane, l’impatto rischia di erodere margini e competitività, spingendo le associazioni a chiedere interventi politici e fondi compensativi.
- Mercato globale: corsa al vino biologico
Il vino biologico punta a un giro d’affari globale di 21,48 miliardi di dollari entro il 2030 (+10,4% annuo).
- Driver di crescita: salute, sostenibilità e qualità.
- Millennials e Gen X trainano il mercato, preferendo vini senza pesticidi e con filiere trasparenti.
- Formati emergenti: boom del vino biologico in lattina (+14,2% annuo), mentre il rosso bio domina con il 61,9% delle vendite.
- Leadership europea: nel 2024 l’Europa ha detenuto il 77,5% del mercato, ma il Nord America cresce a doppia cifra.
- USA: export in calo e consumi in trasformazione
Le esportazioni di vino statunitense crollano a giugno 2025 (-37% rispetto a giugno 2024), con picchi negativi verso il Canada (-96,8%). La bilancia commerciale peggiora, toccando -5,8 miliardi di dollari nel 2024.
Nei consumi interni, il vino fermo domina (88,2% del totale) a scapito dei vini da dessert, mentre spumanti e Champagne guadagnano terreno.
- Italia: Governo e filiera a confronto
Il 4 agosto si è tenuto a Palazzo Chigi il Tavolo del vino, con istituzioni e produttori uniti per affrontare le sfide del settore:
- Vendemmia 2025 attesa di qualità, ma con prezzi delle uve in calo fino al -30% e giacenze elevate.
- Calo dei consumi, anche in ristorazione, complice la spinta salutista.
- Necessità di strategie strutturate: promozione nei mercati terzi, regolazione delle rese, gestione esuberi e interventi di medio-lungo termine.
- Boom del no-low alcol: la nuova frontiera
Il segmento no-low alcol cresce del +7% annuo a volume fino al 2028, con forte interesse nei mercati USA, Germania e UK.
- I consumatori più giovani preferiscono vini a gradazione ridotta, anche per motivi green.
- Le DOC italiane si muovono: Prosecco, Pinot Grigio delle Venezie, Garda DOC, Orvieto, Nero d’Avola e Chianti Docg stanno sperimentando versioni light e a basso grado.
- Per i Millennials e Gen Z, brand conosciuti e gusto sono fattori decisivi.
- Caso Prosecco: impatto immediato dei dazi
Secondo CIA Veneto, il +15% di dazi USA si tradurrà in un rincaro fino al 20% sullo scaffale. Con un export verso gli USA da 500 milioni di euro annui, il danno potenziale è rilevante.
Richieste al Governo:
- fondi compensativi straordinari o UE,
- nuova comunicazione mirata con fondi OCM,
- strategie anti-dumping per salvaguardare margini e qualità.
Sintesi visione futura:
Il settore vinicolo italiano si trova tra due forze contrapposte: da un lato sfide globali come dazi e cambiamento dei consumi, dall’altro opportunità in crescita come il biologico e il no-low alcol. La resilienza passerà da innovazione, diversificazione e strategie coordinate tra istituzioni e imprese.