Confagricoltura: Piemonte sempre più green e sostenibile ma il futuro è incerto

La festa di San Martino, a cui simbolicamente si associa la maturazione del vino nuovo, segna il passaggio dalla vecchia alla nuova annata agraria ed è anche il periodo in cui si tirano le somme della stagione appena conclusa. Come di consueto, Confagricoltura Piemonte ha colto l’occasione per fare il punto dell’andamento delle principali colture in una conferenza stampa

Confagricoltura: Piemonte sempre più green e sostenibile ma il futuro è incerto

Durante la conferenza stampa che si è svolta questa mattina (7 novembre) nella sede di Confagricoltura Piemonte, il presidente regionale Enrico Allasia e il direttore Lella Bassignana hanno analizzato i principali comparti produttivi dell’agricoltura piemontese, partendo dalla considerazione di fondo che il cambiamento climatico è ormai una realtà con la quale occorrerà sempre più confrontarsi.

Per questa ragione è stato dato spazio a una accurata analisi dell’andamento agro-meteoclimatico esposta dal dott. Federico Spanna del Settore fitosanitario della Regione, che ha evidenziato come, ancora una volta, la stagione invernale particolarmente siccitosa con limitate precipitazioni, abbia condizionato lo sviluppo delle colture nei mesi seguenti. Solo dal mese di maggio alcune provincie del Piemonte sono state interessate da rovesci che hanno favorito la ripresa vegetativa e garantito lo sviluppo delle coltivazioni autunno – vernine, salvando quelle primaverili. L’estate è stata poi caratterizzata da valori termici molto alti, anche oltre i 40°C, che hanno avuto una influenza negativa sui processi fotosintetici e fisiologici delle piante tradottasi in minore produttività generale e frequenti attacchi da parte di fitopatogeni. Da evidenziare l’andamento disomogeneo delle produzioni anche all’interno della stessa provincia, che però non ha inciso in modo significativo sulla qualità delle produzioni, risultata alla fine buona e comunque superiore alla precedente annata, che ha costituito per molti versi un estremo negativo.

Per quanto riguarda il mercato permangono le preoccupazioni legate al calo generalizzato dei consumi, soprattutto per il vino e la frutta, dovuto anche al riaccendersi dell’inflazione degli ultimi mesi e al generale aumento dei costi per beni e servizi. A tal proposito, è intervenuto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti in collegamento da Roma: “Gli agricoltori sono imprescindibili per la tenuta ambientale, sociale ed economica del territorio: è necessario scardinare l’atteggiamento ostile di chi non conosce o riporta il sentito dire, dando l’idea che il settore primario italiano contribuisca al consumo del suolo, al depauperamento delle risorse e via dicendo. Il sistema di regole europee ci impone di produrre ma con grandi limitazioni, le stesse che però non vengono applicate ad altri Paesi del Mondo, che in maniera piuttosto aggressiva si affacciano ai mercati senza tutelare consumatori e aree rurali”.

La mattinata è proseguita con un focus sull’ambito zootecnico, nel quale persiste una certa preoccupazione per gli allevamenti di bovini, che risentono del calo di prezzi e consumi. La più penalizzata è la razza Piemontese, che meriterebbe un piano di valorizzazione e rilancio decisamente importante.

Sulla suinicoltura grava invece ancora il problema della Peste suina africana, una seria minaccia per gli allevamenti che, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe causare il blocco delle esportazioni, l’abbattimento di suini e la contrazione delle attività di allevamento e di trasformazione.

Il settore agricolo piemontese si è dimostrato finora intelligente e resiliente, capace di adattarsi alle modifiche dettate da molteplici fattori” evidenzia Enrico Allasia, presidente della Federazione del Piemonte. “Gli imprenditori affrontano ogni giorno scelte di grande valore strategico per il futuro: diversificando le attività in azienda garantiscono la loro sopravvivenza e soprattutto la sicurezza di quanto c’è di più prezioso in Italia: prodotti genuini e di alto valore nutritivo” conclude.

Il direttore Lella Bassignana ha ulteriormente sottolineato il contributo ecosistemico dell’agricoltura in termini di contrasto al cambiamento climatico: “Ci impegneremo puntualmente per la valorizzazione delle nostre produzioni e per un’agricoltura che sia sostenibile sotto il profilo economico e ambientale”.

Alla scoperta della strategia di sostenibilità “sustainapple”.

Mela Alto Adige IGP – gustosa e sostenibile

Qualità da mordere – certificata dal marchio di qualità IGP.

I produttori della Mela Alto Adige IGP attribuiscono da sempre grande importanza alla freschezza e alla qualità dei loro prodotti così come ad un metodo di produzione trasparente. Già nel 2005 l’UE ha conferito alla mela dell’Alto Adige, famosa in tutto il mondo, il sigillo di qualità IGP – Indicazione Geografica Protetta. Grazie a questo sigillo di qualità, i consumatori possono essere sicuri che le mele sono state raccolte da uno degli oltre 7.000 frutticoltori altoatesini che lavorano secondo i metodi di produzione biologica o integrata. A ciò va aggiunto che tutti gli agricoltori sono sottoposti ai controlli di un organo di controllo indipendente che garantisce l’origine e la qualità dei prodotti. Sono 13 le varietà di mele, tutelate dal marchio IGP, che le riconosce come specialità regionale: si tratta di Breaburn, Elstar, Fuji, Golden Delicious, Granny Smith, Idared, Jonagold, Morgenduft, Red Delicious, Stayman Winesap, Pinova e Topaz.

Dal succo di mela al sidro: Varietà gustose

La Mela Alto Adige IGP è apprezzata non solo per il sapore fresco come appena colta dall’albero, ma la si può anche gustare nei tanti prodotti lavorati a base di mela. Sia che si tratti di succo di mela, aceto di mele, sidro di mele o salsa di mele, la Mela Alto Adige IGP con indicazione geografica protetta è ricca di sali minerali e vitamine e convince perché è croccante, succosa e dal gusto unico. Aggiunta in molti piatti – dolci e salati – è quindi semplicemente deliziosa. Ecco un esempio:

Insalata di pasta di ceci con mele Alto Adige IGP

Difficoltà: media – Tempo di preparazione: 30 min

Ingredienti per 4 persone:

125 g di pasta di farina di ceci

2 mele Alto Adige IGP (1/2 Granny Smith, 1/2 Golden Delicious, 1/2 Fuji e 1/2 Braeburn)

1/2 gambo di sedano

1/2 mazzetto di ravanelli

1/2 cetriolo

1/2 cucchiaio di senape

1/2 cucchiaino di miele

2 cucchiai di olio di oliva

1 cucchiaio di aceto di vino bianco

Sale, pepe

erbe aromatiche (ad es. prezzemolo ed erba cipollina), crescione fresco

 

Preparazione:

Cuocere la pasta di farina di ceci seguendo le istruzioni sulla confezione, scolare e lasciare raffreddare.

Tagliare le mele a grossi cubetti di circa 1 x 1 cm. Lavare il sedano e tagliarlo a fette sottili. Lavare il cetriolo, tagliarlo a metà nel senso della lunghezza e togliere i semi. Quindi tagliare il cetriolo a cubetti. Tagliare i ravanelli a fette sottili. Aggiungere tutti gli ingredienti alla pasta di farina di ceci e mescolare.

Mescolare senape, miele, olio di oliva e aceto di vino bianco. Insaporire con sale e pepe e versare il condimento sull’insalata. Tagliare finemente le erbe aromatiche e aggiungerle all’insalata, mescolare bene e, se necessario, insaporire ancora.

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