Trend Vino Italia – Giugno 2025: Crescita Globale, Sfide Locali e il Nuovo Volto del Bere Consapevole

Analisi aggiornata per il web a cura di Wine Idea

  1. Il dibattito sul “prezzo consigliato” e i rischi per il mercato

Nel cuore del dibattito europeo sulla riforma della PAC, la proposta francese di introdurre un “prezzo minimo o consigliato” per i vini a Denominazione d’Origine ha sollevato forti perplessità in Italia. Lamberto Frescobaldi (Uiv) avverte: si rischiano effetti boomerang come la riduzione dei margini per i produttori, distorsioni di mercato e una svalutazione dei vini di qualità superiore. Il prezzo del vino, ribadisce Uiv, deve essere il risultato di domanda e offerta.

  1. Il mercato globale degli alcolici cresce, ma cambia geografia

Secondo IWSR, il mercato mondiale delle bevande alcoliche crescerà di 16 miliardi di dollari entro il 2030 e di 34 miliardi entro il 2035, con un importante spostamento verso i mercati emergenti. India, Brasile e Sudafrica trainano la crescita, con forte slancio per RTD, whisky e birra premium. I consumatori, soprattutto giovani, privilegiano prodotti più leggeri e alternativi al vino tradizionale. La birra analcolica e i cocktail pronti da bere (hard tea in primis) sono in forte ascesa.

  1. Il vino italiano in controtendenza: più produzione, più export

Il report Mediobanca 2024 fotografa un’Italia in salute nel settore vinicolo:

  • Produzione in aumento del +15,1% rispetto al 2023 (226 milioni di ettolitri);
  • Consumi interni stabili (+0,1%);
  • Export in vetta per volumi (21,7 milioni di ettolitri) e secondo posto per valore (8,1 miliardi di euro, dietro solo alla Francia).

Il Veneto si conferma locomotiva del vino italiano: produce il 25% del vino nazionale e rappresenta oltre il 35% dell’export. Crescono anche Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo, quest’ultima con le migliori previsioni di crescita per il 2025.

  1. Le nuove tendenze del consumo: meno quantità, più qualità

Il consumo di vino è sempre più consapevole:

  • Si beve meno ma meglio;
  • Cresce l’enoturismo (+9% nel 2024);
  • Aumenta l’interesse per i vini naturali (+4,2%), vegani (+31,7%) e locali;
  • Si diffonde la preferenza per vini con bassa gradazione alcolica, specie tra i giovani (11,5° considerato l’ideale);
  • Il vino torna ad essere veicolo culturale e relazionale, più vicino al cibo e meno oggetto di culto.
  1. E-commerce e digitale: il nuovo volto del vino

Il 2025 è l’anno della piena maturità digitale del settore:

  • Crescono le vendite online;
  • Nascono piattaforme con consulenze, abbonamenti e wine club personalizzati;
  • I social media e gli influencer giocano un ruolo chiave nella promozione, soprattutto tra i giovani e le donne.
  1. Pressioni internazionali: OMS e nuove tasse sull’alcol

L’OMS propone nuove accise sul vino e l’introduzione di un prezzo minimo obbligatorio, per contrastare l’abuso tra i giovani e migliorare le entrate fiscali. Tuttavia, i timori sono forti: per l’Italia, già alle prese con un calo di consumi, simili misure potrebbero aggravare la crisi.

  1. Le sfide del settore vitivinicolo italiano secondo Assoenologi

Assoenologi ha presentato in Senato un piano per il futuro del vino:

  • Promozione dell’enoturismo come leva strutturale;
  • Sostegno alla transizione ecologica con fondi e strumenti europei;
  • Regolamentazione chiara sui vini dealcolati;
  • Rafforzamento del ruolo tecnico dell’enologo;
  • Inclusione dell’intelligenza artificiale nelle strategie di filiera.
  1. Nuovi mercati e fusioni: focus su Asia e Stati Uniti

L’Istituto Grandi Marchi conquista Tokyo e Seoul con i fine wines italiani. Giappone e Corea del Sud si confermano hub strategici dell’Estremo Oriente, sempre più attenti alla qualità. Intanto, il settore si consolida con numerose operazioni di M&A (Friuli, Toscana e Isole), anche per risolvere il nodo del ricambio generazionale.

  1. La “riesportazione” del vino vale già il 14% del commercio globale Secondo l’OIV, circa il 14% del vino esportato nel mondo non proviene dal Paese produttore originario, ma è riesportato da hub strategici come Regno Unito, Belgio, Hong Kong e Singapore. Il fenomeno vale oltre 4,6 miliardi di dollari e ridisegna le rotte del commercio globale.
  2. Conclusioni: tra sfide e opportunità, il vino italiano resta protagonista

Il vino italiano affronta un periodo di grandi trasformazioni: tra pressioni normative, nuovi gusti dei consumatori, sfide ambientali e opportunità digitali. Ma continua a confermarsi protagonista grazie alla sua capacità di evolversi, internazionalizzarsi e innovare, senza perdere il legame profondo con il territorio. Il futuro è fatto di bollicine oltreconfine, calici più leggeri, storytelling autentico e un approccio più inclusivo e culturale al bere bene.

Export in rallentamento, ma crescono i valori

L’export del vino italiano inizia il 2025 con segnali contrastanti. A febbraio si registra una crescita in valore del +3,67% (1,19 miliardi di euro), ma un calo dei volumi (-1,7%, pari a 316 milioni di litri). Il prezzo medio resta alto (3,75 €/litro). Bene lo spumante (+4,57% in valore), trainato dal Prosecco Dop (+7,5% in valore), mentre in forte calo l’Asti Spumante (-8,5%).

La situazione si aggrava sul mercato russo: l’export crolla del 57% a valore e del 68% a volume rispetto all’anno precedente. Stati Uniti in controtendenza: +20% a valore e +8,2% a volume, complice l’effetto scorte pre-dazi imposti da Trump. Canada +15% in valore. In Europa: Germania (+2,3%) tiene in valore ma perde in quantità (-2%), mentre Regno Unito è in calo su entrambi i fronti. Crescono Belgio, Polonia e Svizzera.

Mercato interno debole: calano consumi e vendite off-trade

Il mercato domestico mostra segnali di affanno. Secondo Wine Monitor Nomisma, nel primo trimestre 2025 il canale off-trade perde l’1,5% in valore e il 4% in volume. Tiene il discount, crollano cash&carry (-9,6%) ed e-commerce (-15,3%). Gli spumanti si confermano più resilienti: +0,5% in valore.

Le bollicine continuano a trainare il settore

Il comparto spumantistico si conferma il più dinamico: +4,4% le vendite complessive previste per il 2025, +6,1% l’export. I vini fermi stimano invece solo un +0,9% di crescita (+1,2% all’estero). Le cantine più performanti come La Marca (+11%) e Mionetto (utile al 9,2%) rafforzano questa tendenza.

Le imprese tra sfide e nuove strategie

Principali criticità evidenziate dalle aziende:

  • Calo dei consumi (70%)
  • Modelli salutistici e generazionali (60%)
  • Dazi USA e incertezza geopolitica (50%)
  • Nuovo Codice della Strada (50%)
  • Cambiamento climatico (30%)

Strategie prevalenti:

  • Espansione verso nuovi mercati
  • Sviluppo di vini no/low alcolici (priorità per il 50%)
  • Investimenti in capitale umano (55%) e tecnologie (33%)

Fotografia economica del settore nel 2024

  • Produzione italiana: +15,1% (leader mondiale)
  • Consumo interno: +0,1% (37,8 litri pro-capite)
  • Export: 21,7 milioni di ettolitri (primo al mondo per volumi), 8,1 miliardi € (secondo per valore dopo la Francia)
  • Saldo commerciale: +7,5 miliardi € (+5,5% medio annuo negli ultimi 20 anni)

Le migliori aziende del vino italiano

Top 5 per fatturato 2024:

  1. Cantine Riunite-GIV: 676,6 milioni € (+0,6%)
  2. Argea: 464,2 milioni € (+3,3%)
  3. IWB: 401,9 milioni € (-6,3%)
  4. Caviro: 385,2 milioni € (-9%)
  5. Antinori: 261,6 milioni € (+7,4%)

Top per redditività (utile/fatturato):

  • Herita Marzotto (17,8%)
  • Antinori (12%)
  • Mionetto (9,2%)

Le regioni leader del vino

  • Veneto: 25% della produzione nazionale, oltre il 35% dell’export
  • Puglia: 16,1% della produzione
  • Toscana e Piemonte: 4-5% dei volumi ma quasi 10% del valore ciascuna
  • Friuli e Toscana in forte crescita nel 2024; Abruzzo ottimista per il 2025 (+7,5%)

Sostenibilità e nuovi trend

  • Vini biologici: 5% di quota (-2,6% le vendite)
  • Naturali: 1,9% (+4,2%)
  • Vegani: 0,9% (+31,7%)
  • Enoturismo: +9% ricavi nel 2024, attività offerte dal 75% delle aziende

Politica e istituzioni: nuove proposte in Europa

  • Si discute di “prezzo minimo” e “prezzo consigliato” nella nuova PAC
  • Misura OCM Vino extra-UE 2025: 98 milioni € per promozione nei mercati terzi
  • Introduzione piattaforma digitale per semplificare le domande

Tendenze internazionali e riflessioni di sistema

  • Rioja e Bordeaux riducono le superfici vitate per affrontare il calo dei rossi
  • OMS spinge per tasse più alte sugli alcolici in Europa
  • In Italia il governo si oppone a estirpazioni indiscriminate: si discute se puntare su qualità e promozione o su riduzione dell’offerta

Vino da collezione: il caso Joseph Lau

Lusso e collezionismo in ascesa: la collezione di Joseph Lau (Hong Kong) ha fruttato 9,3 milioni $ in asta con bottiglie rare come Henri Jayer e Romanée-Conti. Millennials protagonisti tra i nuovi acquirenti (55%).

Conclusione

Il settore vinicolo italiano nel 2025 si muove tra crescita estera, incertezza interna e trasformazioni strutturali. Le bollicine restano protagoniste, mentre le imprese si preparano a ridefinire strategia, sostenibilità e governance per affrontare un mercato in rapida evoluzione.

 

Trend del vino in Italia – Settimana 19-23 maggio 2025

Trend del vino in Italia n.66 2024

Crisi nei consumi e nell’export: il 2025 si apre in salita

Il mercato del vino italiano vive una fase di forte contrazione. I dati del primo trimestre 2025 parlano chiaro: consumi stagnanti o in calo, sia a livello nazionale che internazionale. L’Osservatorio di Unione Italiana Vini (UIV) lancia l’allarme: i numeri delle esportazioni sono stati drogati dalla corsa alle scorte negli USA in vista dei dazi, ma non riflettono i consumi reali.

Export: crescita a valore, ma calo nei volumi

  • Febbraio 2025: export in crescita del +3,67% a valore (1,19 miliardi €), ma con un calo dell’1,7% in volume (316 milioni litri).
  • I valori resistono, grazie al prezzo medio elevato (3,75 €/l), ma i quantitativi sono in discesa.
  • Russia in crollo: -57% a valore, -68% a volume.
  • USA: +20% a valore e +8,2% a volume nel bimestre, ma marzo già in calo (-3,5%).
  • Asia in difficoltà: Cina -27%, Giappone -7%, Corea -1%.
  • In Europa: Germania, UK, Svezia e Austria in calo; meglio Polonia, Belgio e Svizzera.

Vendite in GDO: cali su tutta la linea

Nel canale off-trade (grande distribuzione):

  • Primi 3 mesi del 2025: -4,5% in volume, -2,7% in valore.
  • Calo superiore rispetto al -0,7% in volume del 2024.
  • Resiste solo lo spumante, in particolare il Prosecco: +4,2% volume, +3,6% valore.
  • I discount tengono meglio grazie a politiche aggressive di prezzo.

Denominazioni in difficoltà

Oltre al Prosecco, in forte difficoltà:

  • Pinot Grigio delle Venezie
  • Chianti
  • Lambrusco
  • Rossi piemontesi
  • Bianchi siciliani

Cambiamenti nei gusti dei consumatori

  • I bianchi stanno superando i rossi: sorpasso previsto entro 5 anni.
  • In forte crescita: Inzolia, Vermentino, rosati (+37 mln litri venduti).
  • Tendenza alla moderazione alcolica, secondo IWSR, impatta negativamente i consumi.

Situazione critica nei mercati chiave

  • USA, UK e Germania: i consumi veri sono in calo:
    • USA: -5,4% volume, -4,1% valore
    • Germania: -11,8% volume, -9,5% valore
    • UK: -6,4% volume, -5,3% valore
  • A rischio anche la ristorazione, con decrementi attesi maggiori rispetto alla GDO.

Le strategie per il futuro

  • Riduzione dei prezzi anche per le fasce premium (es. trend Bordeaux: tagli fino al -30%).
  • Innovazione e posizionamento nei mercati emergenti.
  • Comunicazione più efficace dell’identità e del valore del vino italiano, soprattutto all’estero.

Le grandi aziende del vino italiano

Nel 2024, 27 cantine hanno superato i 100 milioni di € di fatturato, per un totale di 6 miliardi di euro, di cui 3,8 miliardi da export. In testa:

  1. Cantine Riunite & Civ (676,6 mln €)
  2. Argea (464,2 mln €)
  3. Italian Wine Brands (402 mln €)

Le cooperative continuano a guadagnare peso, generando 2,9 miliardi € e rappresentando oltre 1/3 del settore.

Appelli e prospettive

  • Il DG della WSTA (UK), Miles Beale, chiede al Governo britannico più attenzione al settore, colpito da accise e incertezze post-Brexit.
  • Il Ministro Lollobrigida parla di un agroalimentare in crescita, ma il vino non ne beneficia appieno a causa delle criticità sui mercati internazionali.

Conclusione: un settore in bilico

Il 2025 si conferma un anno di transizione e tensione per il vino italiano. Tra crisi dei consumi, pressioni internazionali e cambiamento dei gusti, la filiera è chiamata a rinnovarsi rapidamente, puntando su qualità, prezzo competitivo e comunicazione mirata.

Trend del vino in Italia – Settimana 12-16 maggio 2025

Trend del vino in Italia n.65 2024

Aperitivo boom: lo Spritz è re, ma crescono i mocktail

L’Aperitivo Festival di Milano ha confermato una tendenza consolidata: l’aperitivo è un rituale irrinunciabile per gli italiani. Secondo uno studio di CGA by NIQ:

  • Il 37% degli italiani ha fatto almeno un aperitivo negli ultimi tre mesi.
  • Il 13% lo fa più di una volta a settimana, il 17% settimanalmente.
  • Lo Spritz domina (33%), seguito da Prosecco (29%) e birra (26%).
  • Cresce l’interesse per alternative low alcol e analcoliche, soprattutto tra i giovani (27% vs 20% media nazionale).

I consumi si spostano sempre più anche in casa: il comparto “aperitivi e vermouth” nella GDO vale 200 milioni di euro, mentre spumanti, gin e ready to drink crescono (+4,2% in valore).

Il trend del bere consapevole, la preferenza per locali di prossimità e l’abbinamento food-beverage (85% lo ritiene importante), guidano il successo del format aperitivo e aprono nuove opportunità per wine bar e produttori. In particolare, il Prosecco e le bollicine italiane sono sempre più protagonisti dei cocktail e degli aperitivi gourmet.

Bollicine italiane: motore della crescita del vino

Nonostante il calo generale dei consumi, le bollicine italiane (Franciacorta, Trentodoc, Prosecco, Alta Langa, Asti) resistono e si espandono, sostenute da:

  • Strategia di promozione all’estero
  • Abbinamenti con eventi sportivi e lifestyle
  • Innovazione in vigna e marketing territoriale

L’arte della mixology spinge la domanda di spumanti, anche al di fuori dei contesti tradizionali, grazie all’uso crescente in cocktail e aperitivi.

Giacenze ancora elevate in vista della vendemmia 2025

Secondo il bollettino ICQRF, al 30 aprile 2025 ci sono ancora 49,7 milioni di ettolitri di vino in giacenza. Il dato indica una lenta riduzione degli stock:

  • -0,5% sul 2024
  • -5,9% su marzo 2025

Le regioni del Nord detengono il 58,5% del vino, con il Veneto capofila. I vini a DOP rappresentano oltre la metà dello stock, ma in leggera contrazione. In crescita i rossi e i rosati, mentre i bianchi DOP calano più rapidamente.

Il Prosecco DOC è il vino più stoccato (4,6 milioni di ettolitri), seguito da Puglia IGP e Toscana IGP. Un segnale d’allarme per un settore che rischia un eccesso di offerta rispetto alla domanda.

Export 2024 da record: il vino traina i distretti agroalimentari

Il vino italiano si conferma protagonista dell’export agroalimentare:

  • 6,7 miliardi di euro generati dai distretti vitivinicoli (+4% sul 2023)
  • Il comparto rappresenta il 23% del valore totale dell’export distrettuale
  • In crescita i distretti del Veronese (+9,2%), Conegliano-Valdobbiadene (+7,3%) e Colli fiorentini e senesi (+9,8%)

Boom anche per il distretto del Montepulciano d’Abruzzo (+19,4%). Gli Stati Uniti si confermano un mercato strategico (+14,9%), seguiti da Germania e Francia.

Tuttavia, si segnalano cali per i distretti di Langhe-Roero-Monferrato, Trento e Bresciano, complici flessioni in UK e Svizzera.

Enoturismo e digital: le cantine più popolari d’Italia

L’enoturismo è sempre più digitale e accessibile. Secondo un’analisi Imco (imiglioricasinoonline.net), le cantine italiane più popolari sul web e social sono:

  1. Ca’ del Bosco (Franciacorta)
  2. Donnafugata (Sicilia)
  3. Tedeschi (Valpolicella)
  4. Antinori (Toscana)
  5. San Leonardo (Trentino)

Le degustazioni in cantina partono da 7 euro (Ricasoli 1141) fino a 100 euro (Ornellaia), offrendo esperienze per ogni fascia di pubblico. Il connubio tra vino, cultura e accoglienza si rivela vincente nel marketing territoriale del made in Italy.

In sintesi

  • L’aperitivo evolve e traina i consumi, con Spritz, Prosecco e soft drink protagonisti.
  • Le bollicine si affermano anche grazie alla mixology e all’export.
  • Le giacenze restano alte, ma si intravedono segnali di riequilibrio.
  • L’export agroalimentare vola, spinto soprattutto dal vino nei distretti chiave.
  • L’enoturismo cresce, integrando sempre più web, experience e accessibilità.

Tendenza chiave: qualità, moderazione e territorialità sono le parole d’ordine del nuovo modo di vivere (e bere) il vino in Italia.

Un settore chiave dell’agroalimentare

Con un fatturato di 14 miliardi di euro nel 2024, il comparto vitivinicolo italiano rappresenta il 10% dell’intero agroalimentare nazionale, sostenuto da 241.000 aziende agricole e 30.000 imprese vinificatrici. La produzione ha toccato 44 milioni di ettolitri, facendo dell’Italia il primo produttore mondiale di vino, superando Francia e Spagna. L’export ha sfiorato 8,1 miliardi di euro con 22 milioni di ettolitri venduti all’estero.

Trend del Vino in Italia – Settimana 28 aprile–2 maggio 2025

Il vino italiano domina il panorama internazionale

L’Italia è leader mondiale in volume e seconda per valore nelle esportazioni. Negli ultimi dieci anni, il valore dell’export italiano è cresciuto del 60%, un ritmo più veloce di Francia (+51%) e Spagna (+33%). Il successo è legato anche a uno storico incremento della superficie vitata (+0,8%), a differenza del calo registrato dagli altri grandi Paesi produttori.

L’onda lunga delle bollicine: il trionfo del Prosecco

Il boom degli spumanti continua: il Prosecco è il protagonista assoluto, con un export cresciuto dell’11% in valore e del 15% in volume nel 2024. Gli spumanti rappresentano un terzo del valore dell’export vinicolo italiano. In un contesto globale di crisi del vino, le “bolle” crescono ovunque, anche grazie alla domanda di vini più leggeri, freschi e accessibili.

Il vino traina l’export alcolico UE

Nel 2024, l’export di vino dell’Unione Europea ha raggiunto i 16,8 miliardi di euro (il 56,2% di tutto l’export alcolico), contribuendo a un valore complessivo di 29,8 miliardi di euro. La Francia guida per valore (12,1 mld €), ma l’Italia è seconda con 6 miliardi, di cui l’81,1% è rappresentato dal vino. Gli Stati Uniti restano il primo mercato extra-UE, seguiti da Regno Unito, Cina, Canada e Svizzera.

Produzione mondiale in calo, ma l’Italia tiene

Il 2024 ha registrato la produzione globale di vino più bassa degli ultimi 60 anni (-5%), principalmente a causa del cambiamento climatico. Tuttavia, l’Italia ha segnato un +15% sulla produzione rispetto al 2023, dimostrando resilienza. In calo invece Francia (-24%) e USA (-17%).

Consumi in calo, ma il Made in Italy resiste

Il consumo mondiale è sceso a 214 milioni di ettolitri (-3,3%), con i mercati maturi in contrazione. Anche la Svizzera registra un calo del 7,9%, e il vino perde appeal tra i giovani e nelle società più sedentarie. Tuttavia, l’Italia continua a performare bene grazie alla diversificazione dei mercati e alla crescente attenzione verso vini leggeri, salutistici e sostenibili.

Giacenze in calo, ma le cantine sono ancora piene

A marzo 2025, l’Italia aveva 53 milioni di ettolitri di vino stoccati, cifra superiore all’intera produzione annuale. La giacenza è in leggera discesa (-0,7% su base annua), ma resta alta, soprattutto nelle regioni del Nord, con il Veneto in testa. Il Prosecco è la denominazione con più stock (oltre 5 mln hl).

Export e strategie 2025: tra sfide e opportunità

Il 2025 si apre con ottimismo misto a cautela. Gli operatori del settore monitorano da vicino la questione dei dazi USA (attualmente sospesi) e puntano sulla diversificazione geografica per sostenere l’export. Il 60% dell’export italiano è concentrato in 5 mercati, rendendo cruciale aprirsi a nuove destinazioni. I finanziamenti al settore sono aumentati dell’11% nel 2024, segnale di fiducia da parte delle banche.

Enoturismo in espansione: più esperienze, più valore

Nel 2024, le cantine italiane hanno visto un +22,6% di visitatori, con il 42% provenienti dall’estero. Il valore medio delle prenotazioni ha raggiunto i 129 euro, mentre lo scontrino medio per l’acquisto di vino in cantina è salito a 179 euro (+27,7%). Il trend conferma la centralità dell’esperienza diretta come leva di marketing e vendita.

In sintesi, il vino italiano si conferma resiliente e competitivo in uno scenario globale complesso. Mentre la domanda interna cala e i consumi cambiano, l’export – soprattutto di spumanti – traina il comparto. La vera sfida del 2025? Diversificare mercati, innovare l’offerta e investire in enoturismo ed esperienze.

Export italiano in crescita: sprint iniziale nel 2025

Il vino italiano apre il 2025 con una performance positiva sui mercati internazionali. A gennaio, l’export è cresciuto del +7,5% in valore (578,6 milioni di euro) e del +1,9% in volume (153,5 milioni di litri), con gli Stati Uniti in testa (+19,3%) grazie alla corsa ad anticipare i nuovi dazi imposti da Trump (poi parzialmente congelati). Gli spumanti trainano il comparto con 150,4 milioni di euro (+5,7%).

Trend del Vino in Italia: settimana 21-25 aprile 2025

I principali mercati in crescita:

  • Stati Uniti: +19,3% (162,5 mln €)
  • Canada: +23% (34 mln €)
  • Germania: +5,3% (89,1 mln €)
  • Regno Unito: +3,7% (50,8 mln €)
  • Belgio: +13,1% (18 mln €)
  • Giappone: +11,3% (11,7 mln €)
  • Francia: +6,1% (19,3 mln €)

In calo Cina (-16,8%) e Russia (-53,5%) dopo un 2024 da record.

Consumo e produzione mondiale ai minimi storici

Il 2024 segna un punto critico per il vino nel mondo:

  • Consumo globale: 214,2 milioni di ettolitri, il dato più basso dal 1961 (-3,3% vs 2023)
  • Produzione mondiale: 225,8 milioni di ettolitri (-4,8%) I motivi? Inflazione, costi di produzione alti, e un cambiamento strutturale nei gusti dei consumatori. In media, una bottiglia costa oggi il 30% in più rispetto al biennio 2019-2020.

Italia leader nell’export: +60% in 10 anni

L’Italia supera la Francia nella crescita dell’export (+60% vs +51%). Tuttavia, resta altamente dipendente da pochi mercati: il 60% dell’export è concentrato in soli 5 Paesi, con gli USA al primo posto (24%). Il Veneto da solo vale il 37% dell’export nazionale.

Sfide future:

  • Diversificazione dei mercati
  • Maggiore presenza nel segmento luxury
  • Espansione nei mercati emergenti (Asia, Est Europa, America Latina)

Dazi e geopolitica: il vino italiano sotto pressione

La “guerra dei dazi” tra USA e UE porta all’introduzione di un +10% sulle importazioni di vino italiano negli USA. La sospensione del dazio ulteriore (altri +10%) per 90 giorni apre a possibili scenari di dialogo. Ma l’esposizione italiana resta alta: il 24% dell’export va negli USA (vs 20% della Francia e 10% del Cile).

Dealcolizzati: boom previsto nel 2025

Grazie a un nuovo decreto ministeriale, la produzione di vino dealcolizzato crescerà del 60% nel 2025, con lo spumante a zero alcol (83%) in testa. Questo segmento risponde alla crescente domanda di bevande salutari, soprattutto tra i giovani e nei mercati esteri (USA, Germania, Paesi nordici). Il mercato USA dei no-alcohol wine vale già 322 milioni di euro, e cresce a doppia cifra.

Giovani e nuovi consumi: preferenze che cambiano

Una ricerca di Nomisma e Federvini mostra che i giovani tra 23 e 35 anni:

  • Preferiscono cocktail e spirits (24%) al vino fermo (13%)
  • Apprezzano vini a basso o nullo tenore alcolico
  • Scelgono il vino in base a prezzo e sostenibilità ambientale
  • Sono sempre più influenzati dal brand e dall’impatto “green”

Sfide e opportunità per il settore vinicolo italiano

  • Il vino “tradizionale” perde terreno tra i giovani, ma le bollicine e i vini no-low alcol offrono margini di crescita.
  • La filiera deve innovare comunicazione e linguaggio per coinvolgere le nuove generazioni.
  • È il momento di investire in promozione e diversificazione, puntando su mercati emergenti e nuovi trend di consumo.

Giacenze in cantina: ancora alte, ma in calo.

Trend del vino in Italia n.61 2024 Vino in Italia: il punto della situazione ad aprile 2025

Secondo i dati ICQRF, al 31 marzo 2025 le giacenze di vino in Italia ammontano a 52,8 milioni di ettolitri, in calo dello 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Presenti anche 4 milioni di ettolitri di mosti (-9,5%) e 152.596 ettolitri di vino nuovo in fermentazione (+63,9%). Il Nord Italia, con il Veneto in testa, concentra quasi il 60% del vino stoccato. Le denominazioni DOP rappresentano oltre la metà delle giacenze totali.

Scenario globale: calano produzione e consumi

Il 2024 si chiude come uno degli anni peggiori per il comparto vinicolo mondiale:

  • Produzione mondiale: 225,8 milioni di ettolitri (-4,8%), il livello più basso dal 1961.
  • Consumi: 214,2 milioni di ettolitri (-3,3%), complice l’inflazione, il calo del potere d’acquisto e l’evoluzione delle abitudini dei consumatori.
  • L’Italia regge meglio di altri Paesi e mantiene il primato produttivo con 44,1 milioni di ettolitri (+15%).

Vino nella GDO: inizio 2025 in affanno

Il primo trimestre del 2025 registra un calo nelle vendite:

  • Volumi: -4,5%
  • Valori: -2,7% A crescere sono solo i vini di fascia alta (oltre 10€/bottiglia), con un +6,6% a valore. Gli spumanti Charmat economici (+4,7% a valore) e quelli di fascia premium (+5,4%) trainano la categoria. I vini rossi fermi continuano a calare (-1,3%), mentre i vini bianchi guadagnano terreno e potrebbero superare i rossi entro 5 anni.

Nord Est e GDO: polo dinamico da 36 miliardi

Il Nord Est guida la GDO italiana:

  • Valore aggregato: 35,9 miliardi di euro
  • Crescita annuale (2019-2023): +6,2% Il Veneto si conferma al centro della scena con grandi player come Eurospin, Lidl e Pam. L’area punta su formati compatti, digitalizzazione, sostenibilità e prodotti locali per aumentare efficienza e appeal.

Big del vino italiano: i colossi del settore

Sono 27 le cantine con fatturati superiori ai 100 milioni di euro, di cui 14 superano i 200 milioni. In testa:

  1. Cantine Riunite & Civ – 676,6 mln €
  2. Argea – 464,2 mln €
  3. Italian Wine Brands – 401,9 mln €
  4. Caviro – 385,2 mln €
  5. Marchesi Antinori – 262,5 mln € (prima privata) Il 41% del fatturato del vino italiano (14,5 mld €) è in mano a questo “club”, che realizza quasi la metà dell’export nazionale (3,8 mld €).

Vini pregiati: da investimento a status symbol

Il mercato dei fine wines continua a crescere a livello globale (valore stimato: 7 miliardi $). Ristoranti stellati, aste online e collezionisti alimentano la domanda di bottiglie iconiche e annate memorabili. Secondo Liv-ex, il fenomeno è destinato a consolidarsi come asset strategico, con margini di crescita anche in Italia.

Export: Italia in crescita nonostante tutto

Nel 2024 l’Italia è il primo esportatore mondiale per volume (21,7 mln hl, +3,2%) e registra una crescita del 5,6% in valore (8,1 mld €). Bene Prosecco e vini imbottigliati. Tra i mercati chiave:

  • USA: saldo positivo, con il 25% degli americani che prevede di aumentare il consumo di vino italiano.
  • Cina: opportunità crescenti sulle piattaforme video (Douyin, Kuaishou) nonostante un mercato ancora difficile.

Mercato delle uve: prezzi giù, produzione su

A fronte di una produzione in ripresa (+12,7%), i prezzi delle uve da vino scendono sensibilmente:

  • -25% per il Barolo
  • -20% per il Brunello
  • -9% per il Prosecco Conegliano Solo alcune denominazioni come Franciacorta e Lugana segnano rialzi (+5% e +7%).

Trentodoc: una bollicina che guarda lontano

Con un fatturato raddoppiato in 10 anni (180 mln €) e una crescita delle bottiglie prodotte (+75%), il Trentodoc punta ora sull’export, che vale già il 15% delle vendite. USA e Svizzera si confermano mercati strategici.

2024: un anno da dimenticare per il vino globale

L’OIV fotografa un 2024 in forte sofferenza:

  • Produzione e superficie vitata in calo
  • Consumi ai minimi storici dal 1961
  • Export stabile in valore ma con volumi sotto la media Il futuro? Dipenderà dalla capacità del settore di reinventarsi tra premiumisation, storytelling digitale e sostenibilità.

In sintesi

Il vino italiano resiste tra difficoltà strutturali e segnali di speranza. Le eccellenze DOP e l’export, in particolare verso USA e mercati premium, restano leve cruciali. Ma servono innovazione, comunicazione e adattamento ai nuovi stili di vita per rilanciare un comparto che ha ancora molto da raccontare.

Il tema dominante è stato l’introduzione dei dazi del 20% da parte degli USA sui vini UE.

Trend del vino in Italia n.60 2024 Dazi USA: preoccupazione ma anche reazione

Il settore vitivinicolo italiano, tuttavia, ha risposto con fermezza e spirito propositivo:

  • Esportatori e consorzi spingono sulla diversificazione dei mercati (Canada, Romania, Africa, Giappone).
  • La presidente di Federvini, Micaela Pallini, lancia un appello per una regia europea unitaria, avvertendo: “difendere il vino oggi significa proteggere l’economia italiana e la sua immagine nel mondo”.
  • Il mercato USA rappresenta il 24% dell’export vinicolo italiano (quasi 2 miliardi € l’anno): i dazi rischiano di estromettere i vini italiani dagli scaffali, favorendo i competitor cileni, australiani e californiani.
  • Nonostante tutto, 3.000 buyer americani hanno partecipato al Vinitaly: un chiaro segnale d’interesse verso il vino italiano.

Consumi interni in calo, ma con segnali di cambiamento

Nel 2025, le vendite nella GDO (Grande Distribuzione Organizzata) sono in calo:

  • -4,5% a volume e -2,7% a valore nel primo trimestre.
  • Il 2024 aveva chiuso a 753 milioni di litri venduti per un valore di 3,2 miliardi di euro.
  • I vini rossi fermi restano i più venduti ma continuano a perdere terreno, mentre i bianchi stanno guadagnando quote.
  • Secondo Circana, entro 5 anni il vino bianco supererà il rosso nei consumi domestici.
  • Emergono varietà come Inzolia e Vermentino, segnale chiaro del cambio di gusto dei consumatori.

Export e spumanti: i veri motori della crescita

  • Il 2024 si è chiuso con 8,1 miliardi di euro di export vinicolo (+5,5%).
  • Gli spumanti, trainati dal Prosecco, stanno guidando l’export: rappresentano il 22% dell’export totale.
  • L’Italia sta virando da “Wine Country” a “Sparkling Wine Country”, con produzioni in tutta la penisola (70 Doc e 17 Docg).
  • In diversi Paesi europei il Prosecco ha superato i vini rossi per popolarità.

Produzione e biodiversità: l’Italia al top

  • Nel 2024, l’Italia torna primo produttore mondiale con 41 milioni di ettolitri.
  • Vanta 80 vitigni autoctoni che coprono il 75% del vigneto nazionale (record europeo).
  • Conta 528 DOP/IGP, più di qualsiasi altro Paese.
  • Tuttavia, rimane un settore frammentato: il 35% delle aziende ha meno di 5 ettari.

Focus regionale: il Veneto domina

  • Il Veneto è la prima regione per produzione e export, con quasi 3 miliardi di euro.
  • Cresce la produzione di uve (+9,7%) e il numero di occupati nel comparto (+80.400).
  • Spiccano il Glera, Pinot Grigio, e Garganega.
  • Prosecco di Conegliano Valdobbiadene in testa per performance di crescita.

Le sfide future del settore

  • L’export resta cruciale, ma bisogna affrontare:
    • Cambiamento climatico (aumento grado alcolico, desertificazione nel Sud).
    • Calo dei consumi interni, soprattutto tra i giovani.
    • Eccessivi ricarichi nella ristorazione che frenano gli acquisti.
  • Serve una strategia sostenibile:
    • Innovazione nei vitigni più resistenti.
    • Digitalizzazione, robotica, enoturismo.
    • Ritorno all’agricoltura paesaggistica con vigneti più belli e biodiversi.
    • Etica della responsabilità per proteggere il paesaggio e valorizzare il territorio.

Il vino dealcolato (NoLo): tendenza emergente

  • Il segmento NoLo crescerà del 38% entro il 2028, fino a 3,3 miliardi $ a livello globale.
  • In Italia vale solo lo 0,1% del mercato, ma con potenzialità (CAGR atteso: +47,1%).
  • Interesse legato a:
    • Stili di vita salutari
    • Guida sicura
    • Curiosità sperimentale
  • La chiave sarà la qualità del prodotto e la reperibilità.

In sintesi

Il vino italiano vive un momento complesso ma pieno di opportunità. Tra dazi, cambiamenti nei gusti, e nuove sfide climatiche, il settore si reinventa puntando su innovazione, diversificazione e qualità. Il Prosecco continua a brillare, i bianchi avanzano e il vino “light” fa breccia tra i giovani. In questo scenario, l’Italia deve imparare a fare sistema, valorizzando la propria biodiversità e l’unicità dei territori.

 

Il mercato del vino continua a navigare in acque turbolente. Dopo un 2023 segnato da una significativa contrazione nei consumi globali, il 2024 ha confermato il trend negativo, soprattutto negli scambi internazionali. Tra i 12 principali mercati di importazione (che rappresentano oltre il 60% del commercio globale di vino), solo Stati Uniti, Canada, Cina e Brasile hanno registrato una crescita.

Trend del vino in Italia: mercato in calo, ma il Prosecco resiste

Export italiano: spumanti in controtendenza

Nonostante il calo generale, il vino italiano ha performato meglio della media, con un incremento delle esportazioni grazie agli spumanti, che hanno registrato un +4,8% a valore contro una media aggregata del -5,1%. Particolarmente positivo l’export negli USA (+11%), in Australia (+10%) e in Canada (+9%).

Difficoltà per la Francia, rimbalzo dell’Australia

Mentre il vino australiano ha recuperato quota grazie alla revoca del superdazio del 218% in Cina, la Francia continua a perdere terreno, con un calo del -2,4% nel valore dell’export nel 2024, trascinato dal crollo delle vendite di Champagne (-10% bottiglie spedite).

Mercato interno: calo dei consumi e crescita nei discount

L’inflazione e l’incertezza economica hanno inciso sulle abitudini dei consumatori italiani. Nel 2024, le vendite nella grande distribuzione (GDO) sono scese del -2%, con punte di -4,6% per i vini rossi e -7,4% per i frizzanti. In controtendenza, i discount hanno mantenuto i volumi e segnato una crescita del 1,2% a valore, trainata ancora una volta dagli spumanti.

Nuovi mercati di sbocco: crescita in Est Europa e America Latina

A fronte di un contesto incerto, l’export italiano ha trovato sbocchi in Polonia (+26%), Repubblica Ceca (+47%), Romania (+22%), Messico (+3%) ed Ecuador (+56%). Il Brasile, con oltre 200 milioni di abitanti, è diventato un mercato chiave per i vini italiani, soprattutto rossi toscani e piemontesi, apprezzati dai Millennials con reddito medio-alto.

Generazioni e nuove tendenze di consumo

Il consumo di vino è sempre più legato a fasce d’età più alte. In Italia e negli USA, la maggior parte degli acquisti è sostenuta dagli over 60, mentre la Gen Z tende a consumarlo solo in occasioni speciali, preferendo prodotti a bassa gradazione alcolica e sostenibili. Questo spiega la crescita del mercato dei No Alcol wines negli USA.

Il pericolo delle etichette allarmistiche e dei dazi

UE: minacce di restrizioni sul vino

Il settore vitivinicolo si trova nuovamente sotto attacco in Europa. La Commissione UE sta valutando l’introduzione di etichette allarmistiche sulle bottiglie, analogamente a quanto già avvenuto in Irlanda e proposto in Belgio nel 2024. Questa politica rischia di danneggiare un settore che vale 8,2 miliardi di euro di export, con gli USA come primo mercato.

Gli USA e la minaccia dei dazi

L’incertezza politica americana, con il possibile ritorno di dazi sotto una nuova amministrazione Trump, ha scatenato un boom anomalo degli ordini: nel bimestre finale del 2024, le esportazioni italiane negli Stati Uniti sono cresciute del +20% a volume e +21% a valore, in previsione di possibili restrizioni future. Tuttavia, i consumi interni americani sono in calo del -7%, con il vino italiano a -4,4%.

Situazione della produzione e giacenze

Cantina Italia: ancora molte scorte

Nonostante una vendemmia 2023 tra le più scarse di sempre (38,3 milioni di ettolitri), la “Cantina Italia” continua ad avere 57,5 milioni di ettolitri in giacenza a gennaio 2025. I vini più presenti in magazzino sono:

  • Prosecco DOC (12% del totale, 5,5 milioni di ettolitri);
  • IGP Puglia (2,1 milioni di ettolitri);
  • Chianti, IGT Toscana, IGT Veneto e DOC Sicilia.

Le giacenze elevate e la necessità di trovare nuovi mercati rendono ancora più evidente la pressione sul settore vitivinicolo italiano.

Conclusione: il mercato si fa sempre più competitivo

Il vino italiano affronta un periodo complesso tra contrazione della domanda, incertezze politiche e commerciali, protezionismo e cambiamenti nelle abitudini di consumo. Il Prosecco e gli spumanti rimangono i punti di forza, ma sarà fondamentale esplorare nuovi mercati e investire in innovazione per mantenere il settore competitivo a livello globale.

 

Il settore vinicolo italiano continua a essere una componente fondamentale dell’economia agroalimentare nazionale, con l’export che rappresenta una parte significativa delle vendite.

Trend del vino in Italia! della settimana dal 3 al 7 febbraio 2025.

Tuttavia, nel 2024, le vendite di vino italiano negli Stati Uniti hanno registrato una diminuzione del 4,4% in volume, nonostante un incremento del 7% nelle esportazioni complessive nei primi 11 mesi dell’anno. Questo calo è attribuibile a una contrazione generale del mercato statunitense, che ha visto una riduzione del 7,2% nelle vendite totali di vino. In particolare, i vini bianchi e rossi italiani hanno subito una flessione del 6,4%, mentre gli spumanti hanno mostrato una lieve crescita dell’1,5%. Denominazioni come Prosecco, Brunello di Montalcino e Barolo hanno mantenuto performance positive, contrariamente ad altre etichette che hanno registrato cali più marcati.

Un fattore di preoccupazione per il 2025 riguarda l’eventuale introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti sui vini italiani. Secondo l’Unione Italiana Vini (UIV), tali dazi potrebbero comportare una perdita stimata di circa 300 milioni di euro in un anno. Per mitigare questo rischio, alcuni importatori statunitensi hanno incrementato le scorte di Prosecco, anticipando possibili aumenti tariffari. Nel novembre 2024, le importazioni di spumanti italiani negli Stati Uniti sono aumentate del 41%, riflettendo una strategia preventiva da parte degli importatori.

Nonostante queste sfide, emergono opportunità in nuovi mercati. La Cina sta diventando un mercato sempre più rilevante per il vino italiano, grazie alla crescita della classe media e all’interesse per le denominazioni europee. Anche Giappone, Corea del Sud e Canada mostrano un aumento della domanda, con una particolare attenzione verso vini biologici e biodinamici. In Europa orientale, paesi come Polonia e Repubblica Ceca stanno incrementando le importazioni di vino italiano, sostenuti da una crescente cultura enologica e da una maggiore capacità di spesa dei consumatori.

Per affrontare le sfide del 2025, è fondamentale per i produttori italiani rafforzare il valore percepito del “Made in Italy”, puntando su qualità, autenticità e sostenibilità. Investire nella formazione dei consumatori e valorizzare le denominazioni meno conosciute potrebbe essere una strategia efficace per diversificare l’offerta e conquistare nuovi segmenti di mercato.

Inoltre, il 22 febbraio 2025, nell’ambito di Identità Milano, verrà presentata la Guida “Bollicine del Mondo 2025”, un evento che celebra l’eccellenza delle produzioni spumantistiche a livello globale, offrendo un’ulteriore occasione per promuovere le eccellenze italiane nel settore.

In sintesi, mentre il vino italiano affronta sfide significative, esistono anche numerose opportunità per consolidare e ampliare la propria presenza sui mercati internazionali, attraverso strategie mirate e un’attenzione costante alla qualità e all’innovazione.

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