Trend del Vino in Italia – Settimana 8-12 settembre 2025

La vendemmia 2025 si annuncia come una delle migliori degli ultimi decenni: 47,4 milioni di ettolitri stimati, +8% rispetto al 2024. Uve sane, ottima qualità e punte di eccellenza in molte aree confermano il primato dell’Italia nella produzione mondiale, davanti a Francia (37,4 mln hl) e Spagna (36,8 mln hl).

Trend del Vino in Italia – Settimana 8-12 settembre 2025

Il quadro emerge dall’indagine congiunta di Assoenologi, Uiv, Ismea e Masaf, che restituisce un profilo positivo sotto il punto di vista produttivo, ma con nodi importanti da sciogliere sul fronte dei consumi e dei mercati.

Vendemmia di qualità, ma mercato in affanno

Esperti come Attilio Scienza sottolineano l’effetto positivo del clima: il caldo estivo seguito dalle piogge di agosto ha garantito una maturazione fenolica e aromatica ottimale in quasi tutte le regioni. Ottimi segnali da Franciacorta, Oltrepò, Valpolicella, Prosecco, Friuli e Marche; Toscana in calo per scelta volontaria di riduzione rese.
Ma se la produzione sorride, preoccupano giacenze elevate, dazi USA, mercato russo azzerato, calo dei consumi giovanili e campagne OMS.

Prezzi e valore del vino

«È assurdo che un’acqua costi 2,40 euro e un Chianti 3,60», osserva Riccardo Cotarella (Assoenologi), richiamando l’urgenza di dare più valore al prodotto. Anche Lamberto Frescobaldi (UIV) ribadisce la necessità di ridurre le quantità immesse sul mercato per preservare il valore del vino italiano.

Mercati internazionali: USA in crisi, Canada e Messico in crescita

Il mercato USA è in forte sofferenza: consumi in calo, dazi al 15% e nuove incertezze regolatorie. In risposta, Vinitaly rafforza la presenza con il wine2wine Business Forum (Chicago, 5-6 ottobre) e apre nuove rotte verso Canada, Messico e Asia Centrale. Opportunità emergono dal Kazakhstan Roadshow, con oltre 475 operatori coinvolti e grande interesse per le etichette italiane.

Giovani, sport e consumo di alcol

Dati sorprendenti arrivano da uno studio Asl3 Liguria: i ragazzi sportivi consumano 20-30% più alcol dei coetanei sedentari. Un fenomeno che si aggrava con l’età, legato anche alla presenza delle lobby dell’alcol nello sport, e che lancia un segnale d’allarme sul futuro dei consumi consapevoli.

Formazione e nuove professioni del vino

Sul fronte delle opportunità, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa lancia l’11ª edizione del Master Vini Italiani e Mercati Mondiali, percorso di eccellenza che apre a ruoli in marketing, comunicazione, export e turismo enologico. Circa il 70% dei diplomati trova occupazione già al termine dello stage.

Sintesi finale

Il vino italiano nel settembre 2025 vive un paradosso: quantità e qualità da record, mercati e consumi in difficoltà. La sfida sarà valorizzare il prodotto, contenere le rese, innovare la comunicazione per le nuove generazioni e trovare sbocchi internazionali alternativi. L’Italia resta leader mondiale, ma il futuro dipenderà dalla capacità del settore di trasformare questa vendemmia straordinaria in un vantaggio competitivo duraturo.

Il comparto vitivinicolo italiano affronta l’autunno con luci e ombre. Da un lato le grandi aziende resistono e trainano il settore, dall’altro emergono criticità legate a consumi in calo, giacenze record e tensioni sui mercati internazionali.

Trend del vino in Italia – Settimana 1-5 settembre 2025

I 115 big del vino
Il cuore pulsante del settore resta il nucleo delle 115 principali aziende italiane, che da sole muovono oltre il 63% del giro d’affari complessivo: 14,5 miliardi di euro nel 2024. Nel 2025 il fatturato complessivo dei top player ha toccato i 9,1 miliardi (+1,1% sul 2023), con export in crescita (+1,8% a 5,3 miliardi) e mercato interno sostanzialmente stabile. Sono 27 i brand che superano i 100 milioni di euro di fatturato, confermando il ruolo delle realtà più strutturate come scudo nelle fasi difficili.

Vendemmia 2025: qualità sì, ma gusti in evoluzione
La raccolta è partita in Piemonte, con Pinot nero e Chardonnay in condizioni ottimali dopo un’estate equilibrata. Annata promettente, dunque, ma il mercato cambia: cresce la domanda di vini a bassa gradazione o dealcolati, soprattutto tra i consumatori più giovani e attenti a stili di vita sobri. In crisi alcune denominazioni storiche (Moscato, Barbera, Dolcetto), con milioni di litri invenduti e strategie difensive: riduzione delle rese e diversificazione verso succhi e derivati.

Il nodo delle giacenze
Le cantine italiane custodiscono quasi 40 milioni di ettolitri di vino invenduto, equivalenti a una vendemmia intera. Toscana e Veneto guidano la classifica regionale delle scorte, con il Prosecco Doc al vertice per volumi. L’eccesso di stock deprime i prezzi e costringe molti produttori a svendere, con il rischio di erodere margini e valore percepito. La proposta di ridurre le rese per ettaro e frenare nuove autorizzazioni ai vigneti punta a riequilibrare domanda e offerta, trasformando un problema in occasione di riposizionamento sulla qualità.

Export: tra freni e nuove opportunità
Gli Stati Uniti restano il primo mercato, ma i dazi al 15% introdotti da Trump hanno rallentato le importazioni: dopo un boom iniziale di scorte, il secondo trimestre 2025 ha segnato -7%. L’export italiano chiude comunque il semestre a +2,5%, grazie proprio agli acquisti anticipati. Germania e Canada corrono (+10% e +11%), mentre Regno Unito, Svizzera, Corea del Sud e Cina frenano. Spumanti in crescita moderata (+1% a valore), trainati da Giappone e USA, mentre i vini fermi italiani recuperano soprattutto in Germania.

Geopolitica del vino
La partita commerciale si sposta verso nuove aree: l’accordo UE-Mercosur apre spazi importanti in Brasile, Argentina e Messico, mercati in crescita che potrebbero diventare fondamentali per diversificare il rischio legato agli USA. Intanto, la querelle legale sui dazi americani alimenta incertezza, con le aziende costrette a lavorare su listini 2026 ancora gravati dalle tariffe.

Fine wine e investimenti
Il mercato dei grandi vini da collezione attraversa una fase di ribasso. Bordeaux soffre, mentre l’Italia tiene meglio grazie a Brunello, Chianti Classico, Supertuscan e i rossi piemontesi, apprezzati per longevità e affidabilità.

Visione strategica
Il settore vive un passaggio cruciale: la retorica identitaria non basta più. Serve realismo, capacità di leggere i nuovi comportamenti di consumo e strategie di lungo periodo basate su diversificazione dei mercati, controllo delle rese e innovazione. La sfida è difendere il valore del vino italiano senza inseguire solo i volumi, trasformando la crisi delle giacenze e dei dazi in leva per un futuro più solido.

In questa cornice, il vino italiano continua a essere simbolo di eccellenza, ma oggi più che mai deve saper unire tradizione e visione, per non restare intrappolato nel peso della sua stessa gloria.

Il comparto vitivinicolo italiano, come quello europeo, attraversa una fase particolarmente delicata, stretta tra cambiamenti climatici, crisi geopolitiche, guerre commerciali e nuove abitudini di consumo che mettono a rischio gli equilibri di domanda e offerta.

Trend del vino in Italia – Settimana 23-27 giugno 2025

Giacenze elevate e vendite al rallentatore: secondo l’ultimo report Cantina Italia (Icqrf), al 31 maggio 2025 le giacenze di vino in Italia ammontano a 46,6 milioni di ettolitri, un quantitativo che equivale a una vendemmia media intera. Il calo rispetto ad aprile è del 6,3%, ma rimane comunque superiore dello 0,4% rispetto a maggio 2024. La preoccupazione è che con la prossima vendemmia imminente il rischio di sovrapproduzione diventi concreto, aggravando le difficoltà già registrate dalle vendite interne ed estere.
Calo dei consumi e trend di mercato: in Italia, la grande distribuzione continua a mantenere un ruolo dominante, a differenza della Francia dove la Gdo ha perso terreno a favore di enoteche, vendite dirette e online. I consumi statunitensi di vino italiano hanno registrato a maggio un calo del 10,6% su base annua, con un trend negativo del 6,3% nei primi cinque mesi del 2025. Gli operatori del settore, preoccupati anche dall’imposizione di dazi Usa, guardano a mercati alternativi come Canada, Regno Unito e Giappone.
Preferenze dei consumatori: si conferma il trend verso bollicine, vini bianchi secchi, prodotti biologici, premium e da viticoltore, mentre i vini rossi subiscono una contrazione sensibile. Secondo Valoritalia, nel 2024 le denominazioni rosse hanno perso il 6,8%, mentre gli spumanti hanno guadagnato il 5%. In lieve crescita (+2,7%) anche le DOC, a fronte di un calo delle DOCG per il terzo anno consecutivo (-2,3%) e degli IGT (-6,3%).
Il contesto internazionale: Francia e Spagna affrontano situazioni simili. La Francia, con prezzi in caduta libera e vendite bloccate, ha avviato massicci piani di estirpazione dei vigneti per ridurre le eccedenze. In Spagna, i consumi alimentari di vino hanno subito un calo del 2,4% nel 2024, pur con un aumento dei prezzi medi (+3,9%). Anche il settore del Cava ha chiuso in flessione.
Le risposte politiche e istituzionali: a livello europeo, è stato approvato in Consiglio il “Pacchetto Vino”, volto a rafforzare la competitività del settore, semplificare le etichettature e promuovere la resilienza ai cambiamenti climatici. Ora si attende l’ok definitivo del Parlamento europeo. Parallelamente, i principali Paesi produttori (Italia, Francia, Spagna) hanno ribadito la necessità di un maggiore sostegno diplomatico Ue per scongiurare l’escalation dei dazi con gli Stati Uniti e fronteggiare le tensioni globali.
Focus Piemonte: nel cuore di una delle regioni più simboliche del vino italiano, i Consorzi hanno chiesto alla Regione la convocazione degli Stati generali del vino per discutere misure d’emergenza, tra cui la distillazione straordinaria delle eccedenze. A destare particolare preoccupazione sono Barbera, Dolcetto, Moscato e Cortese, con invenduto stimato in decine di migliaia di ettolitri.
Il quadro economico complessivo: nonostante le difficoltà, la filiera vitivinicola italiana conferma la propria forza. Nel 2024 il settore del vino certificato ha superato i 9 miliardi di euro di valore, con 2,019 miliardi di bottiglie immesse sul mercato. La resilienza è evidente anche nella tenuta dell’export complessivo agroalimentare, che nel 2024 ha toccato i 10,5 miliardi (includendo spirits e aceti), con un saldo commerciale di 8,9 miliardi di euro positivo.
Secondo i dati Nomisma per l’Osservatorio Federvini, nel primo trimestre 2025 la Gdo italiana ha registrato vendite di vino per 694 milioni di euro, in lieve calo (-1%), con una crescita trainata dagli spumanti Metodo Classico (+7,1%) e Charmat dolce (+2%). Soffrono invece i vini generici e i rossi a basso valore.
Prospettive: il settore è chiamato a reagire attraverso la diversificazione dei mercati, la rimodulazione dell’offerta (ad esempio sui vini premium o biologici) e la ricerca di una maggiore sostenibilità ambientale ed economica, sempre più richiesta anche dai consumatori. Le denominazioni più piccole e frammentate rischiano di non reggere l’urto, a meno di una riforma strutturale del sistema consortile.
In sintesi, il vino italiano resta un simbolo del Made in Italy, ma per mantenere competitività e prestigio serviranno scelte rapide, investimenti mirati e un sostegno istituzionale più incisivo, a livello sia nazionale che comunitario.

 

Analisi aggiornata per il web a cura di Wine Idea

  1. Il dibattito sul “prezzo consigliato” e i rischi per il mercato

Nel cuore del dibattito europeo sulla riforma della PAC, la proposta francese di introdurre un “prezzo minimo o consigliato” per i vini a Denominazione d’Origine ha sollevato forti perplessità in Italia. Lamberto Frescobaldi (Uiv) avverte: si rischiano effetti boomerang come la riduzione dei margini per i produttori, distorsioni di mercato e una svalutazione dei vini di qualità superiore. Il prezzo del vino, ribadisce Uiv, deve essere il risultato di domanda e offerta.

  1. Il mercato globale degli alcolici cresce, ma cambia geografia

Secondo IWSR, il mercato mondiale delle bevande alcoliche crescerà di 16 miliardi di dollari entro il 2030 e di 34 miliardi entro il 2035, con un importante spostamento verso i mercati emergenti. India, Brasile e Sudafrica trainano la crescita, con forte slancio per RTD, whisky e birra premium. I consumatori, soprattutto giovani, privilegiano prodotti più leggeri e alternativi al vino tradizionale. La birra analcolica e i cocktail pronti da bere (hard tea in primis) sono in forte ascesa.

  1. Il vino italiano in controtendenza: più produzione, più export

Il report Mediobanca 2024 fotografa un’Italia in salute nel settore vinicolo:

  • Produzione in aumento del +15,1% rispetto al 2023 (226 milioni di ettolitri);
  • Consumi interni stabili (+0,1%);
  • Export in vetta per volumi (21,7 milioni di ettolitri) e secondo posto per valore (8,1 miliardi di euro, dietro solo alla Francia).

Il Veneto si conferma locomotiva del vino italiano: produce il 25% del vino nazionale e rappresenta oltre il 35% dell’export. Crescono anche Toscana, Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo, quest’ultima con le migliori previsioni di crescita per il 2025.

  1. Le nuove tendenze del consumo: meno quantità, più qualità

Il consumo di vino è sempre più consapevole:

  • Si beve meno ma meglio;
  • Cresce l’enoturismo (+9% nel 2024);
  • Aumenta l’interesse per i vini naturali (+4,2%), vegani (+31,7%) e locali;
  • Si diffonde la preferenza per vini con bassa gradazione alcolica, specie tra i giovani (11,5° considerato l’ideale);
  • Il vino torna ad essere veicolo culturale e relazionale, più vicino al cibo e meno oggetto di culto.
  1. E-commerce e digitale: il nuovo volto del vino

Il 2025 è l’anno della piena maturità digitale del settore:

  • Crescono le vendite online;
  • Nascono piattaforme con consulenze, abbonamenti e wine club personalizzati;
  • I social media e gli influencer giocano un ruolo chiave nella promozione, soprattutto tra i giovani e le donne.
  1. Pressioni internazionali: OMS e nuove tasse sull’alcol

L’OMS propone nuove accise sul vino e l’introduzione di un prezzo minimo obbligatorio, per contrastare l’abuso tra i giovani e migliorare le entrate fiscali. Tuttavia, i timori sono forti: per l’Italia, già alle prese con un calo di consumi, simili misure potrebbero aggravare la crisi.

  1. Le sfide del settore vitivinicolo italiano secondo Assoenologi

Assoenologi ha presentato in Senato un piano per il futuro del vino:

  • Promozione dell’enoturismo come leva strutturale;
  • Sostegno alla transizione ecologica con fondi e strumenti europei;
  • Regolamentazione chiara sui vini dealcolati;
  • Rafforzamento del ruolo tecnico dell’enologo;
  • Inclusione dell’intelligenza artificiale nelle strategie di filiera.
  1. Nuovi mercati e fusioni: focus su Asia e Stati Uniti

L’Istituto Grandi Marchi conquista Tokyo e Seoul con i fine wines italiani. Giappone e Corea del Sud si confermano hub strategici dell’Estremo Oriente, sempre più attenti alla qualità. Intanto, il settore si consolida con numerose operazioni di M&A (Friuli, Toscana e Isole), anche per risolvere il nodo del ricambio generazionale.

  1. La “riesportazione” del vino vale già il 14% del commercio globale Secondo l’OIV, circa il 14% del vino esportato nel mondo non proviene dal Paese produttore originario, ma è riesportato da hub strategici come Regno Unito, Belgio, Hong Kong e Singapore. Il fenomeno vale oltre 4,6 miliardi di dollari e ridisegna le rotte del commercio globale.
  2. Conclusioni: tra sfide e opportunità, il vino italiano resta protagonista

Il vino italiano affronta un periodo di grandi trasformazioni: tra pressioni normative, nuovi gusti dei consumatori, sfide ambientali e opportunità digitali. Ma continua a confermarsi protagonista grazie alla sua capacità di evolversi, internazionalizzarsi e innovare, senza perdere il legame profondo con il territorio. Il futuro è fatto di bollicine oltreconfine, calici più leggeri, storytelling autentico e un approccio più inclusivo e culturale al bere bene.

Export in rallentamento, ma crescono i valori

L’export del vino italiano inizia il 2025 con segnali contrastanti. A febbraio si registra una crescita in valore del +3,67% (1,19 miliardi di euro), ma un calo dei volumi (-1,7%, pari a 316 milioni di litri). Il prezzo medio resta alto (3,75 €/litro). Bene lo spumante (+4,57% in valore), trainato dal Prosecco Dop (+7,5% in valore), mentre in forte calo l’Asti Spumante (-8,5%).

La situazione si aggrava sul mercato russo: l’export crolla del 57% a valore e del 68% a volume rispetto all’anno precedente. Stati Uniti in controtendenza: +20% a valore e +8,2% a volume, complice l’effetto scorte pre-dazi imposti da Trump. Canada +15% in valore. In Europa: Germania (+2,3%) tiene in valore ma perde in quantità (-2%), mentre Regno Unito è in calo su entrambi i fronti. Crescono Belgio, Polonia e Svizzera.

Mercato interno debole: calano consumi e vendite off-trade

Il mercato domestico mostra segnali di affanno. Secondo Wine Monitor Nomisma, nel primo trimestre 2025 il canale off-trade perde l’1,5% in valore e il 4% in volume. Tiene il discount, crollano cash&carry (-9,6%) ed e-commerce (-15,3%). Gli spumanti si confermano più resilienti: +0,5% in valore.

Le bollicine continuano a trainare il settore

Il comparto spumantistico si conferma il più dinamico: +4,4% le vendite complessive previste per il 2025, +6,1% l’export. I vini fermi stimano invece solo un +0,9% di crescita (+1,2% all’estero). Le cantine più performanti come La Marca (+11%) e Mionetto (utile al 9,2%) rafforzano questa tendenza.

Le imprese tra sfide e nuove strategie

Principali criticità evidenziate dalle aziende:

  • Calo dei consumi (70%)
  • Modelli salutistici e generazionali (60%)
  • Dazi USA e incertezza geopolitica (50%)
  • Nuovo Codice della Strada (50%)
  • Cambiamento climatico (30%)

Strategie prevalenti:

  • Espansione verso nuovi mercati
  • Sviluppo di vini no/low alcolici (priorità per il 50%)
  • Investimenti in capitale umano (55%) e tecnologie (33%)

Fotografia economica del settore nel 2024

  • Produzione italiana: +15,1% (leader mondiale)
  • Consumo interno: +0,1% (37,8 litri pro-capite)
  • Export: 21,7 milioni di ettolitri (primo al mondo per volumi), 8,1 miliardi € (secondo per valore dopo la Francia)
  • Saldo commerciale: +7,5 miliardi € (+5,5% medio annuo negli ultimi 20 anni)

Le migliori aziende del vino italiano

Top 5 per fatturato 2024:

  1. Cantine Riunite-GIV: 676,6 milioni € (+0,6%)
  2. Argea: 464,2 milioni € (+3,3%)
  3. IWB: 401,9 milioni € (-6,3%)
  4. Caviro: 385,2 milioni € (-9%)
  5. Antinori: 261,6 milioni € (+7,4%)

Top per redditività (utile/fatturato):

  • Herita Marzotto (17,8%)
  • Antinori (12%)
  • Mionetto (9,2%)

Le regioni leader del vino

  • Veneto: 25% della produzione nazionale, oltre il 35% dell’export
  • Puglia: 16,1% della produzione
  • Toscana e Piemonte: 4-5% dei volumi ma quasi 10% del valore ciascuna
  • Friuli e Toscana in forte crescita nel 2024; Abruzzo ottimista per il 2025 (+7,5%)

Sostenibilità e nuovi trend

  • Vini biologici: 5% di quota (-2,6% le vendite)
  • Naturali: 1,9% (+4,2%)
  • Vegani: 0,9% (+31,7%)
  • Enoturismo: +9% ricavi nel 2024, attività offerte dal 75% delle aziende

Politica e istituzioni: nuove proposte in Europa

  • Si discute di “prezzo minimo” e “prezzo consigliato” nella nuova PAC
  • Misura OCM Vino extra-UE 2025: 98 milioni € per promozione nei mercati terzi
  • Introduzione piattaforma digitale per semplificare le domande

Tendenze internazionali e riflessioni di sistema

  • Rioja e Bordeaux riducono le superfici vitate per affrontare il calo dei rossi
  • OMS spinge per tasse più alte sugli alcolici in Europa
  • In Italia il governo si oppone a estirpazioni indiscriminate: si discute se puntare su qualità e promozione o su riduzione dell’offerta

Vino da collezione: il caso Joseph Lau

Lusso e collezionismo in ascesa: la collezione di Joseph Lau (Hong Kong) ha fruttato 9,3 milioni $ in asta con bottiglie rare come Henri Jayer e Romanée-Conti. Millennials protagonisti tra i nuovi acquirenti (55%).

Conclusione

Il settore vinicolo italiano nel 2025 si muove tra crescita estera, incertezza interna e trasformazioni strutturali. Le bollicine restano protagoniste, mentre le imprese si preparano a ridefinire strategia, sostenibilità e governance per affrontare un mercato in rapida evoluzione.

 

Trend del vino in Italia – Settimana 19-23 maggio 2025

Trend del vino in Italia n.66 2024

Crisi nei consumi e nell’export: il 2025 si apre in salita

Il mercato del vino italiano vive una fase di forte contrazione. I dati del primo trimestre 2025 parlano chiaro: consumi stagnanti o in calo, sia a livello nazionale che internazionale. L’Osservatorio di Unione Italiana Vini (UIV) lancia l’allarme: i numeri delle esportazioni sono stati drogati dalla corsa alle scorte negli USA in vista dei dazi, ma non riflettono i consumi reali.

Export: crescita a valore, ma calo nei volumi

  • Febbraio 2025: export in crescita del +3,67% a valore (1,19 miliardi €), ma con un calo dell’1,7% in volume (316 milioni litri).
  • I valori resistono, grazie al prezzo medio elevato (3,75 €/l), ma i quantitativi sono in discesa.
  • Russia in crollo: -57% a valore, -68% a volume.
  • USA: +20% a valore e +8,2% a volume nel bimestre, ma marzo già in calo (-3,5%).
  • Asia in difficoltà: Cina -27%, Giappone -7%, Corea -1%.
  • In Europa: Germania, UK, Svezia e Austria in calo; meglio Polonia, Belgio e Svizzera.

Vendite in GDO: cali su tutta la linea

Nel canale off-trade (grande distribuzione):

  • Primi 3 mesi del 2025: -4,5% in volume, -2,7% in valore.
  • Calo superiore rispetto al -0,7% in volume del 2024.
  • Resiste solo lo spumante, in particolare il Prosecco: +4,2% volume, +3,6% valore.
  • I discount tengono meglio grazie a politiche aggressive di prezzo.

Denominazioni in difficoltà

Oltre al Prosecco, in forte difficoltà:

  • Pinot Grigio delle Venezie
  • Chianti
  • Lambrusco
  • Rossi piemontesi
  • Bianchi siciliani

Cambiamenti nei gusti dei consumatori

  • I bianchi stanno superando i rossi: sorpasso previsto entro 5 anni.
  • In forte crescita: Inzolia, Vermentino, rosati (+37 mln litri venduti).
  • Tendenza alla moderazione alcolica, secondo IWSR, impatta negativamente i consumi.

Situazione critica nei mercati chiave

  • USA, UK e Germania: i consumi veri sono in calo:
    • USA: -5,4% volume, -4,1% valore
    • Germania: -11,8% volume, -9,5% valore
    • UK: -6,4% volume, -5,3% valore
  • A rischio anche la ristorazione, con decrementi attesi maggiori rispetto alla GDO.

Le strategie per il futuro

  • Riduzione dei prezzi anche per le fasce premium (es. trend Bordeaux: tagli fino al -30%).
  • Innovazione e posizionamento nei mercati emergenti.
  • Comunicazione più efficace dell’identità e del valore del vino italiano, soprattutto all’estero.

Le grandi aziende del vino italiano

Nel 2024, 27 cantine hanno superato i 100 milioni di € di fatturato, per un totale di 6 miliardi di euro, di cui 3,8 miliardi da export. In testa:

  1. Cantine Riunite & Civ (676,6 mln €)
  2. Argea (464,2 mln €)
  3. Italian Wine Brands (402 mln €)

Le cooperative continuano a guadagnare peso, generando 2,9 miliardi € e rappresentando oltre 1/3 del settore.

Appelli e prospettive

  • Il DG della WSTA (UK), Miles Beale, chiede al Governo britannico più attenzione al settore, colpito da accise e incertezze post-Brexit.
  • Il Ministro Lollobrigida parla di un agroalimentare in crescita, ma il vino non ne beneficia appieno a causa delle criticità sui mercati internazionali.

Conclusione: un settore in bilico

Il 2025 si conferma un anno di transizione e tensione per il vino italiano. Tra crisi dei consumi, pressioni internazionali e cambiamento dei gusti, la filiera è chiamata a rinnovarsi rapidamente, puntando su qualità, prezzo competitivo e comunicazione mirata.

Trend del vino in Italia – Settimana 12-16 maggio 2025

Trend del vino in Italia n.65 2024

Aperitivo boom: lo Spritz è re, ma crescono i mocktail

L’Aperitivo Festival di Milano ha confermato una tendenza consolidata: l’aperitivo è un rituale irrinunciabile per gli italiani. Secondo uno studio di CGA by NIQ:

  • Il 37% degli italiani ha fatto almeno un aperitivo negli ultimi tre mesi.
  • Il 13% lo fa più di una volta a settimana, il 17% settimanalmente.
  • Lo Spritz domina (33%), seguito da Prosecco (29%) e birra (26%).
  • Cresce l’interesse per alternative low alcol e analcoliche, soprattutto tra i giovani (27% vs 20% media nazionale).

I consumi si spostano sempre più anche in casa: il comparto “aperitivi e vermouth” nella GDO vale 200 milioni di euro, mentre spumanti, gin e ready to drink crescono (+4,2% in valore).

Il trend del bere consapevole, la preferenza per locali di prossimità e l’abbinamento food-beverage (85% lo ritiene importante), guidano il successo del format aperitivo e aprono nuove opportunità per wine bar e produttori. In particolare, il Prosecco e le bollicine italiane sono sempre più protagonisti dei cocktail e degli aperitivi gourmet.

Bollicine italiane: motore della crescita del vino

Nonostante il calo generale dei consumi, le bollicine italiane (Franciacorta, Trentodoc, Prosecco, Alta Langa, Asti) resistono e si espandono, sostenute da:

  • Strategia di promozione all’estero
  • Abbinamenti con eventi sportivi e lifestyle
  • Innovazione in vigna e marketing territoriale

L’arte della mixology spinge la domanda di spumanti, anche al di fuori dei contesti tradizionali, grazie all’uso crescente in cocktail e aperitivi.

Giacenze ancora elevate in vista della vendemmia 2025

Secondo il bollettino ICQRF, al 30 aprile 2025 ci sono ancora 49,7 milioni di ettolitri di vino in giacenza. Il dato indica una lenta riduzione degli stock:

  • -0,5% sul 2024
  • -5,9% su marzo 2025

Le regioni del Nord detengono il 58,5% del vino, con il Veneto capofila. I vini a DOP rappresentano oltre la metà dello stock, ma in leggera contrazione. In crescita i rossi e i rosati, mentre i bianchi DOP calano più rapidamente.

Il Prosecco DOC è il vino più stoccato (4,6 milioni di ettolitri), seguito da Puglia IGP e Toscana IGP. Un segnale d’allarme per un settore che rischia un eccesso di offerta rispetto alla domanda.

Export 2024 da record: il vino traina i distretti agroalimentari

Il vino italiano si conferma protagonista dell’export agroalimentare:

  • 6,7 miliardi di euro generati dai distretti vitivinicoli (+4% sul 2023)
  • Il comparto rappresenta il 23% del valore totale dell’export distrettuale
  • In crescita i distretti del Veronese (+9,2%), Conegliano-Valdobbiadene (+7,3%) e Colli fiorentini e senesi (+9,8%)

Boom anche per il distretto del Montepulciano d’Abruzzo (+19,4%). Gli Stati Uniti si confermano un mercato strategico (+14,9%), seguiti da Germania e Francia.

Tuttavia, si segnalano cali per i distretti di Langhe-Roero-Monferrato, Trento e Bresciano, complici flessioni in UK e Svizzera.

Enoturismo e digital: le cantine più popolari d’Italia

L’enoturismo è sempre più digitale e accessibile. Secondo un’analisi Imco (imiglioricasinoonline.net), le cantine italiane più popolari sul web e social sono:

  1. Ca’ del Bosco (Franciacorta)
  2. Donnafugata (Sicilia)
  3. Tedeschi (Valpolicella)
  4. Antinori (Toscana)
  5. San Leonardo (Trentino)

Le degustazioni in cantina partono da 7 euro (Ricasoli 1141) fino a 100 euro (Ornellaia), offrendo esperienze per ogni fascia di pubblico. Il connubio tra vino, cultura e accoglienza si rivela vincente nel marketing territoriale del made in Italy.

In sintesi

  • L’aperitivo evolve e traina i consumi, con Spritz, Prosecco e soft drink protagonisti.
  • Le bollicine si affermano anche grazie alla mixology e all’export.
  • Le giacenze restano alte, ma si intravedono segnali di riequilibrio.
  • L’export agroalimentare vola, spinto soprattutto dal vino nei distretti chiave.
  • L’enoturismo cresce, integrando sempre più web, experience e accessibilità.

Tendenza chiave: qualità, moderazione e territorialità sono le parole d’ordine del nuovo modo di vivere (e bere) il vino in Italia.

Un settore chiave dell’agroalimentare

Con un fatturato di 14 miliardi di euro nel 2024, il comparto vitivinicolo italiano rappresenta il 10% dell’intero agroalimentare nazionale, sostenuto da 241.000 aziende agricole e 30.000 imprese vinificatrici. La produzione ha toccato 44 milioni di ettolitri, facendo dell’Italia il primo produttore mondiale di vino, superando Francia e Spagna. L’export ha sfiorato 8,1 miliardi di euro con 22 milioni di ettolitri venduti all’estero.

Trend del Vino in Italia – Settimana 28 aprile–2 maggio 2025

Il vino italiano domina il panorama internazionale

L’Italia è leader mondiale in volume e seconda per valore nelle esportazioni. Negli ultimi dieci anni, il valore dell’export italiano è cresciuto del 60%, un ritmo più veloce di Francia (+51%) e Spagna (+33%). Il successo è legato anche a uno storico incremento della superficie vitata (+0,8%), a differenza del calo registrato dagli altri grandi Paesi produttori.

L’onda lunga delle bollicine: il trionfo del Prosecco

Il boom degli spumanti continua: il Prosecco è il protagonista assoluto, con un export cresciuto dell’11% in valore e del 15% in volume nel 2024. Gli spumanti rappresentano un terzo del valore dell’export vinicolo italiano. In un contesto globale di crisi del vino, le “bolle” crescono ovunque, anche grazie alla domanda di vini più leggeri, freschi e accessibili.

Il vino traina l’export alcolico UE

Nel 2024, l’export di vino dell’Unione Europea ha raggiunto i 16,8 miliardi di euro (il 56,2% di tutto l’export alcolico), contribuendo a un valore complessivo di 29,8 miliardi di euro. La Francia guida per valore (12,1 mld €), ma l’Italia è seconda con 6 miliardi, di cui l’81,1% è rappresentato dal vino. Gli Stati Uniti restano il primo mercato extra-UE, seguiti da Regno Unito, Cina, Canada e Svizzera.

Produzione mondiale in calo, ma l’Italia tiene

Il 2024 ha registrato la produzione globale di vino più bassa degli ultimi 60 anni (-5%), principalmente a causa del cambiamento climatico. Tuttavia, l’Italia ha segnato un +15% sulla produzione rispetto al 2023, dimostrando resilienza. In calo invece Francia (-24%) e USA (-17%).

Consumi in calo, ma il Made in Italy resiste

Il consumo mondiale è sceso a 214 milioni di ettolitri (-3,3%), con i mercati maturi in contrazione. Anche la Svizzera registra un calo del 7,9%, e il vino perde appeal tra i giovani e nelle società più sedentarie. Tuttavia, l’Italia continua a performare bene grazie alla diversificazione dei mercati e alla crescente attenzione verso vini leggeri, salutistici e sostenibili.

Giacenze in calo, ma le cantine sono ancora piene

A marzo 2025, l’Italia aveva 53 milioni di ettolitri di vino stoccati, cifra superiore all’intera produzione annuale. La giacenza è in leggera discesa (-0,7% su base annua), ma resta alta, soprattutto nelle regioni del Nord, con il Veneto in testa. Il Prosecco è la denominazione con più stock (oltre 5 mln hl).

Export e strategie 2025: tra sfide e opportunità

Il 2025 si apre con ottimismo misto a cautela. Gli operatori del settore monitorano da vicino la questione dei dazi USA (attualmente sospesi) e puntano sulla diversificazione geografica per sostenere l’export. Il 60% dell’export italiano è concentrato in 5 mercati, rendendo cruciale aprirsi a nuove destinazioni. I finanziamenti al settore sono aumentati dell’11% nel 2024, segnale di fiducia da parte delle banche.

Enoturismo in espansione: più esperienze, più valore

Nel 2024, le cantine italiane hanno visto un +22,6% di visitatori, con il 42% provenienti dall’estero. Il valore medio delle prenotazioni ha raggiunto i 129 euro, mentre lo scontrino medio per l’acquisto di vino in cantina è salito a 179 euro (+27,7%). Il trend conferma la centralità dell’esperienza diretta come leva di marketing e vendita.

In sintesi, il vino italiano si conferma resiliente e competitivo in uno scenario globale complesso. Mentre la domanda interna cala e i consumi cambiano, l’export – soprattutto di spumanti – traina il comparto. La vera sfida del 2025? Diversificare mercati, innovare l’offerta e investire in enoturismo ed esperienze.

Export italiano in crescita: sprint iniziale nel 2025

Il vino italiano apre il 2025 con una performance positiva sui mercati internazionali. A gennaio, l’export è cresciuto del +7,5% in valore (578,6 milioni di euro) e del +1,9% in volume (153,5 milioni di litri), con gli Stati Uniti in testa (+19,3%) grazie alla corsa ad anticipare i nuovi dazi imposti da Trump (poi parzialmente congelati). Gli spumanti trainano il comparto con 150,4 milioni di euro (+5,7%).

Trend del Vino in Italia: settimana 21-25 aprile 2025

I principali mercati in crescita:

  • Stati Uniti: +19,3% (162,5 mln €)
  • Canada: +23% (34 mln €)
  • Germania: +5,3% (89,1 mln €)
  • Regno Unito: +3,7% (50,8 mln €)
  • Belgio: +13,1% (18 mln €)
  • Giappone: +11,3% (11,7 mln €)
  • Francia: +6,1% (19,3 mln €)

In calo Cina (-16,8%) e Russia (-53,5%) dopo un 2024 da record.

Consumo e produzione mondiale ai minimi storici

Il 2024 segna un punto critico per il vino nel mondo:

  • Consumo globale: 214,2 milioni di ettolitri, il dato più basso dal 1961 (-3,3% vs 2023)
  • Produzione mondiale: 225,8 milioni di ettolitri (-4,8%) I motivi? Inflazione, costi di produzione alti, e un cambiamento strutturale nei gusti dei consumatori. In media, una bottiglia costa oggi il 30% in più rispetto al biennio 2019-2020.

Italia leader nell’export: +60% in 10 anni

L’Italia supera la Francia nella crescita dell’export (+60% vs +51%). Tuttavia, resta altamente dipendente da pochi mercati: il 60% dell’export è concentrato in soli 5 Paesi, con gli USA al primo posto (24%). Il Veneto da solo vale il 37% dell’export nazionale.

Sfide future:

  • Diversificazione dei mercati
  • Maggiore presenza nel segmento luxury
  • Espansione nei mercati emergenti (Asia, Est Europa, America Latina)

Dazi e geopolitica: il vino italiano sotto pressione

La “guerra dei dazi” tra USA e UE porta all’introduzione di un +10% sulle importazioni di vino italiano negli USA. La sospensione del dazio ulteriore (altri +10%) per 90 giorni apre a possibili scenari di dialogo. Ma l’esposizione italiana resta alta: il 24% dell’export va negli USA (vs 20% della Francia e 10% del Cile).

Dealcolizzati: boom previsto nel 2025

Grazie a un nuovo decreto ministeriale, la produzione di vino dealcolizzato crescerà del 60% nel 2025, con lo spumante a zero alcol (83%) in testa. Questo segmento risponde alla crescente domanda di bevande salutari, soprattutto tra i giovani e nei mercati esteri (USA, Germania, Paesi nordici). Il mercato USA dei no-alcohol wine vale già 322 milioni di euro, e cresce a doppia cifra.

Giovani e nuovi consumi: preferenze che cambiano

Una ricerca di Nomisma e Federvini mostra che i giovani tra 23 e 35 anni:

  • Preferiscono cocktail e spirits (24%) al vino fermo (13%)
  • Apprezzano vini a basso o nullo tenore alcolico
  • Scelgono il vino in base a prezzo e sostenibilità ambientale
  • Sono sempre più influenzati dal brand e dall’impatto “green”

Sfide e opportunità per il settore vinicolo italiano

  • Il vino “tradizionale” perde terreno tra i giovani, ma le bollicine e i vini no-low alcol offrono margini di crescita.
  • La filiera deve innovare comunicazione e linguaggio per coinvolgere le nuove generazioni.
  • È il momento di investire in promozione e diversificazione, puntando su mercati emergenti e nuovi trend di consumo.

Giacenze in cantina: ancora alte, ma in calo.

Trend del vino in Italia n.61 2024 Vino in Italia: il punto della situazione ad aprile 2025

Secondo i dati ICQRF, al 31 marzo 2025 le giacenze di vino in Italia ammontano a 52,8 milioni di ettolitri, in calo dello 0,7% rispetto allo stesso periodo del 2024. Presenti anche 4 milioni di ettolitri di mosti (-9,5%) e 152.596 ettolitri di vino nuovo in fermentazione (+63,9%). Il Nord Italia, con il Veneto in testa, concentra quasi il 60% del vino stoccato. Le denominazioni DOP rappresentano oltre la metà delle giacenze totali.

Scenario globale: calano produzione e consumi

Il 2024 si chiude come uno degli anni peggiori per il comparto vinicolo mondiale:

  • Produzione mondiale: 225,8 milioni di ettolitri (-4,8%), il livello più basso dal 1961.
  • Consumi: 214,2 milioni di ettolitri (-3,3%), complice l’inflazione, il calo del potere d’acquisto e l’evoluzione delle abitudini dei consumatori.
  • L’Italia regge meglio di altri Paesi e mantiene il primato produttivo con 44,1 milioni di ettolitri (+15%).

Vino nella GDO: inizio 2025 in affanno

Il primo trimestre del 2025 registra un calo nelle vendite:

  • Volumi: -4,5%
  • Valori: -2,7% A crescere sono solo i vini di fascia alta (oltre 10€/bottiglia), con un +6,6% a valore. Gli spumanti Charmat economici (+4,7% a valore) e quelli di fascia premium (+5,4%) trainano la categoria. I vini rossi fermi continuano a calare (-1,3%), mentre i vini bianchi guadagnano terreno e potrebbero superare i rossi entro 5 anni.

Nord Est e GDO: polo dinamico da 36 miliardi

Il Nord Est guida la GDO italiana:

  • Valore aggregato: 35,9 miliardi di euro
  • Crescita annuale (2019-2023): +6,2% Il Veneto si conferma al centro della scena con grandi player come Eurospin, Lidl e Pam. L’area punta su formati compatti, digitalizzazione, sostenibilità e prodotti locali per aumentare efficienza e appeal.

Big del vino italiano: i colossi del settore

Sono 27 le cantine con fatturati superiori ai 100 milioni di euro, di cui 14 superano i 200 milioni. In testa:

  1. Cantine Riunite & Civ – 676,6 mln €
  2. Argea – 464,2 mln €
  3. Italian Wine Brands – 401,9 mln €
  4. Caviro – 385,2 mln €
  5. Marchesi Antinori – 262,5 mln € (prima privata) Il 41% del fatturato del vino italiano (14,5 mld €) è in mano a questo “club”, che realizza quasi la metà dell’export nazionale (3,8 mld €).

Vini pregiati: da investimento a status symbol

Il mercato dei fine wines continua a crescere a livello globale (valore stimato: 7 miliardi $). Ristoranti stellati, aste online e collezionisti alimentano la domanda di bottiglie iconiche e annate memorabili. Secondo Liv-ex, il fenomeno è destinato a consolidarsi come asset strategico, con margini di crescita anche in Italia.

Export: Italia in crescita nonostante tutto

Nel 2024 l’Italia è il primo esportatore mondiale per volume (21,7 mln hl, +3,2%) e registra una crescita del 5,6% in valore (8,1 mld €). Bene Prosecco e vini imbottigliati. Tra i mercati chiave:

  • USA: saldo positivo, con il 25% degli americani che prevede di aumentare il consumo di vino italiano.
  • Cina: opportunità crescenti sulle piattaforme video (Douyin, Kuaishou) nonostante un mercato ancora difficile.

Mercato delle uve: prezzi giù, produzione su

A fronte di una produzione in ripresa (+12,7%), i prezzi delle uve da vino scendono sensibilmente:

  • -25% per il Barolo
  • -20% per il Brunello
  • -9% per il Prosecco Conegliano Solo alcune denominazioni come Franciacorta e Lugana segnano rialzi (+5% e +7%).

Trentodoc: una bollicina che guarda lontano

Con un fatturato raddoppiato in 10 anni (180 mln €) e una crescita delle bottiglie prodotte (+75%), il Trentodoc punta ora sull’export, che vale già il 15% delle vendite. USA e Svizzera si confermano mercati strategici.

2024: un anno da dimenticare per il vino globale

L’OIV fotografa un 2024 in forte sofferenza:

  • Produzione e superficie vitata in calo
  • Consumi ai minimi storici dal 1961
  • Export stabile in valore ma con volumi sotto la media Il futuro? Dipenderà dalla capacità del settore di reinventarsi tra premiumisation, storytelling digitale e sostenibilità.

In sintesi

Il vino italiano resiste tra difficoltà strutturali e segnali di speranza. Le eccellenze DOP e l’export, in particolare verso USA e mercati premium, restano leve cruciali. Ma servono innovazione, comunicazione e adattamento ai nuovi stili di vita per rilanciare un comparto che ha ancora molto da raccontare.

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