l’agricoltura convenzionale non è sostenibile Veneto Agricoltura

VENETO AGRICOLTURA INQUADRA IL FUTURO DELLE PRATICHE AGRICOLE: “L’APPROCCIO CONVENZIONALE NON È SOSTENIBILE, BISOGNA CAMBIARE”.

Veneto Agricoltura: l’agricoltura convenzionale non è sostenibile

Le evidenze emergono dal convegno organizzato dall’Agenzia veneta e NaturaSì: “L’agricoltura convenzionale causa progressive perdite di carbonio organico e, senza strategie di recupero dello stesso, i terreni sono destinati a continuare a perdere fertilità e quindi il proprio potenziale produttivo”.  

In un’epoca che ha necessariamente bisogno di approdare alla neutralità climatica dei processi di produzione, salvaguardando la fertilità e la biodiversità del suolo, l’agricoltura deve puntare a un obiettivo che l’approccio convenzionale non è più in grado di raggiungere: il recupero delle quote di carbonio organico nei terreni coltivati.

A certificarlo Veneto Agricoltura e NaturaSì, con il convegno “Quale agricoltura per produrre crediti di carbonio? Casi di studio e prospettive future”, che si è tenuto venerdì 9 maggio presso l’Azienda Pilota e Dimostrativa Vallevecchia e che, con otto specifici interventi mirati, ha indagato la sostenibilità di diverse pratiche agricole alla luce della loro capacità di aumentare il carbonio e quindi la fertilità del suolo.

La prima parte dell’incontro è stata dedicata alla presentazione di una serie di dati scientifici di lungo periodo raccolti in diverse realtà agricole, i quali hanno permesso di inquadrare in maniera chiara la questione.

“Come evidenziato dalla comparazione dei dati” spiega Lorenzo Furlan, Direttore della Direzione Innovazione e Sperimentazione di Veneto Agricoltura e relatore di apertura al convegno “il parametro decisivo per valutare la sostenibilità delle pratiche agricole è il carbonio organico, in quanto il suo livello determina fertilità e biodiversità nel suolo. Le prove di lungo periodo condotte in Svizzera da FiBL e a Monsalvano dal CREA OF hanno mostrato la capacità dell’agricoltura biologica e biodinamica di far crescere progressivamente il carbonio nel terreno, così come le sperimentazioni svolte da Veneto Agricoltura hanno confermato che anche pacchetti di pratiche agricole sinergiche possono raggiungere lo stesso obiettivo”.

“Al contrario” prosegue Furlan “l’agricoltura convenzionale basata sull’aratura, soprattutto quando non prevede significative restituzioni di sostanza organica di qualità, causa una progressiva erosione dei quantitativi di carbonio: a testimoniarlo le prove che il DAFNAE dell’Università di Padova esegue da oltre sessant’anni”.

La sessione finale del convegno ha poi spostato il focus sui redditi futuri che i servizi ecosistemici e l’agricoltura biologica potranno garantire agli agricoltori, approfondendo gli scenari aperti dal nuovo regolamento europeo sulla certificazione delle rimozioni di carbonio, promulgato nel 2024.

In questa fase, ad esplicitare un aspetto di non scarsa rilevanza, è stato Fausto Jori, amministratore delegato di EcorNaturaSì. “Le pratiche di ripristino del carbonio, da valorizzare per sostenere le aziende agricole biologiche e biodinamiche, necessitano di definizioni univoche e di relative certificazioni, anche per scongiurare pratiche non trasparenti di greenwashing. La nuova normativa europea prevede la definizione di precisi schemi in tal senso che, se sostenuti da oggettive analisi costi-benefici, a partire dai bilanci energetici ed economici, possono essere risolutivi. Questo problema può essere risolto pure estendendo il ruolo degli attuali organismi di controllo del biologico che già da anni visitano e controllano le aziende agricole in regime biologico e biodinamico”.

“Il nuovo regolamento europeo sul Carbon Farming è un segnale che denota un’attenzione crescente da parte del legislatore a livello internazionale per i numerosi servizi ecosistemici offerti dalle aziende agricole biologiche e biodinamiche, riconosciute non più solo come produttori di beni primari, ma anche come custodi del pianeta – commenta Gianluca De Nardi, impact manager di EcorNaturaSì ,che aggiunge – “In futuro, le opportunità di reddito di questi agricoltori saranno diversificate sempre più nel pagamento di servizi ecosistemici. I crediti di carbonio sono solo un primo passo.”

Il convegno insieme a NaturaSì ha rappresentato un importante passo avanti nel consolidamento delle conoscenze scientifiche su questi temi, fondamentale per capire come implementare un’agricoltura realmente sostenibile nel contesto attuale.

 

Il 25% dei dati satellitari è usato per supportare l’agricoltura. Le nuove frontiere tecnologiche e di monitoraggio possono salvaguardare il futuro della Terra. 

Veneto Agricoltura: il 25% dei dati satellitari è usato per supportare l’agricoltura

Spazio e agricoltura sono due mondi sempre meno lontani, che dialogano costantemente condividendo saperi, conoscenze, know how e dati quasi in tempo reale. Nell’ambito di Space Meetings, Veneto Agricoltura nella giornata di ieri ha organizzato Space AgriTech Expo, un’intera giornata di incontri, tavole rotonde e interviste, moderate dal giornalista Roberto Arditti, per fare il punto sull’integrazione tra questi mondi, raccontare le best practices e affrontare le sfide del domani. Nel corso della giornata si sono alternati Istituzioni, associazioni di categoria, massimi esponenti del mondo spaziale, realtà imprenditoriali che già integrano nelle loro attività le informazioni e i saperi che riceviamo dallo spazio, con lo scopo di condividere quanto già si sta facendo e le prossime sfide imminenti da porre in agenda.

“Dobbiamo continuare a sostenere politiche che incentivino l’adozione di tecnologie di osservazione della Terra, che favoriscano il dialogo tra settori e che stimolino la creazione di hub di innovazione perché oggi l’incontro tra Space Economy e agricoltura è un’opportunità concreta per affrontare sfide come il cambiamento climatico e la scarsità di risorse” ha dichiarato in apertura alla giornata l’Assessore al Turismo, Agricoltura e Fondi UE della Regione del Veneto Federico Caner. “Le tecnologie satellitari permettono oggi di monitorare i campi, ottimizzare l’irrigazione, prevenire malattie e rendere l’agricoltura più sostenibile e competitiva. Momenti di confronto come quello organizzato da Veneto Agricoltura dimostrano non solo che è necessaria, ma anche che è possibile una governance capace di coinvolgere università, imprese, agenzie spaziali e agricoltori, in linea con il Green Deal, il Programma Spaziale Europeo e le opportunità del PNRR”.

“Oggi lo spazio rappresenta un asset cruciale per affrontare alcune delle sfide più urgenti del nostro tempo, a partire dalla sicurezza alimentare e dalla sostenibilità ambientale” ha sottolineato il Direttore Generale dell’ASI Luca Vincenzo Maria Salamone. “L’Agenzia Spaziale Italiana è fortemente impegnata nel valorizzare le competenze e soluzioni tecnologiche in ambito spaziale a beneficio dell’osservazione della Terra. Programmi italiani per l’osservazione della Terra come COSMO-SkyMed PRISMA e IRIDE, dotati di tecnologie all’avanguardia, permettono di raccogliere dati fondamentali per l’agricoltura di precisione, il monitoraggio ambientale e la gestione delle risorse naturali. Oggi circa il 25% dei dati satellitari è utilizzato in ambito agricolo: la sfida è trasformare questi dati in servizi concreti e accessibili per imprese, Istituzioni e cittadini. Per farlo, è essenziale rafforzare l’ecosistema che unisce ricerca, industria e pubblica amministrazione, così da sfruttare appieno le potenzialità dello spazio per uno sviluppo sempre più sostenibile e inclusivo”.

“Space AgriTech è stata un’occasione fondamentale per rinsaldare un ponte tra gli enormi passi avanti registrati negli ultimi anni dalla Space economy, il mondo della ricerca scientifica, le istituzioni e la filiera del settore primario. È stata una giornata ricca di contributi estremamente rilevanti. Il concetto di “conquista” dello Spazio sta entrando sempre di più e in tempi rapidissimi in una cornice di condivisione dei saperi e delle conoscenze, dallo spazio per la terra e viceversa” ha dichiarato a chiusura della giornata Nicola Dell’Acqua, Direttore Veneto Agricoltura. “Ascoltare dalle associazioni di categoria – che rappresentano dal piccolo agricoltore alla grande filiera – i modi innovativi con cui stanno sempre di più ricevendo e utilizzando i dati dallo spazio per ottimizzare le coltivazioni, ridurre i costi, combattere i cambiamenti climatici, credo sia la risposta più concreta e fattiva che potesse dare questa giornata. Se vogliamo che lo spazio non sia lontano dal mondo agricolo occorre continuare a lavorare già nei prossimi mesi coinvolgendo e investendo direttamente le organizzazioni dei produttori” ha concluso Dell’Acqua.

Il 9 maggio, presso l’Azienda Pilota e Dimostrativa Vallevecchia, si terrà il convegno dedicato alla possibile valorizzazione dei crediti di carbonio attraverso l’applicazione di pratiche di agricoltura sostenibile, anche alla luce del nuovo regolamento europeo sulla materia.

Un evento per tracciare gli orizzonti dell’agricoltura del futuro. Nel pomeriggio del 9 maggio, presso l’Azienda Pilota e Dimostrativa Vallevecchia in località Brussa (Caorle, VE), andrà in scena il convegno “Quale agricoltura per produrre crediti di carbonio? Casi di studio e prospettive future”, organizzato da Veneto Agricoltura e NaturaSì con l’intento di spiegare quelle opportunità che il settore primario può valorizzare ma che, a molti, non sono ancora note.

A confermarlo sono i dati. Infatti, nonostante termini quali “sostenibilità” o “biologico” siano ormai all’ordine del giorno, meno del 5% degli agricoltori del mondo coltiva i propri terreni utilizzando pratiche rigenerative, biologiche e biodinamiche, dalle quali, oltre ai benefici ambientali riconosciuti, derivano anche prodotti ortofrutticoli e zootecnici di assoluta qualità.

Per questo, l’Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario, in collaborazione con NaturaSì, ha deciso di dedicare un apposito evento a queste tematiche, invitando otto relatori di alto profilo a presentare i risultati che approcci agricoli realmente sostenibili sono in grado di produrre e a illustrare le occasioni che, per il futuro, gli agricoltori possono cogliere.

Nello specifico, il convegno sarà diviso in due sessioni di lavoro. La prima, alle 14:00, consisterà nella presentazione di una serie di dati scientifici relativi a sperimentazioni di lungo periodo sugli effetti di diversi tipi di agricoltura (convenzionale, rigenerativo, biologico, biodinamico) sulla sostanza organica del terreno e sulla sua fertilità.
Dalle 16:00, invece, inizierà la seconda sessione, dedicata all’approfondimento delle prospettive aperte dal nuovo regolamento europeo sulla certificazione delle rimozioni di carbonio, promulgato nel 2024.
Al termine del convegno, gli ospiti potranno visitare l’Azienda Pilota e Dimostrativa Vallevecchia di Veneto Agricoltura, in cui le pratiche agricole per favorire l’aumento di carbonio nel terreno vengono messe in atto da tempo.
L’evento è gratuito e aperto al pubblico, previa iscrizione obbligatoria su Eventbrite NaturaSì. Diretta streaming sul canale YouTube di Veneto Agricoltura.

Si chiude oggi con grande successo la partecipazione di Veneto Agricoltura a Fieragricola TECH 2025, evento di riferimento per il settore agricolo e agroalimentare, che ha visto un’importante affluenza di pubblico e una forte attenzione alle tematiche dell’innovazione e della sostenibilità.

Si chiude oggi con grande successo la partecipazione di Veneto Agricoltura a Fieragricola TECH 2025, evento di riferimento per il settore agricolo e agroalimentare, che ha visto un’importante affluenza di pubblico e una forte attenzione alle tematiche dell’innovazione e della sostenibilità.
La giornata odierna è stata caratterizzata da un evento di grande rilievo: il convegno “Come dare valore ai sottoprodotti agricoli: le opportunità per le aziende agricole”, svoltosi al Tech Forum Arancio alle ore 15:45. L’incontro ha fornito un approfondimento sulle potenzialità dell’economia circolare applicata all’agricoltura, con particolare attenzione al progetto TEBICE, finanziato dal programma Central Europe.
Grazie agli interventi di esperti del settore, sono state illustrate le più recenti soluzioni per la valorizzazione di sottoprodotti agricoli e scarti vegetali, con un focus sulla filiera vitivinicola e ortofrutticola. Tra i relatori della giornata:
– Dott. Lorenzo Furlan, Direttore della Direzione Innovazione e Sperimentazione di Veneto Agricoltura, che ha presentato le azioni del progetto TEBICE per lo sviluppo di un’economia circolare;
– Prof. David Bolzonella, Direttore del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona, intervenuto sulle strategie per la valorizzazione dei sottoprodotti dell’industria enologica;
– Prof. Lorenzo Favaro, esperto di biotecnologie microbiche, che ha illustrato innovativi approcci per la trasformazione degli scarti vegetali in bio-prodotti;
– Dott. Pier Andrea Odorizzi, Cluster Manager della Rete Innovativa Cluster Biologico Veneto, che ha evidenziato l’importanza delle reti collaborative tra imprese e ricerca;
– Dott. Renzo Rossetto, Osservatorio Economico Agroalimentare di Veneto Agricoltura, che ha analizzato le opportunità di supporto alle aziende agricole per la creazione di nuove catene di valore.
L’evento, coordinato dal giornalista Efrem Tassinato (UNARGA), ha permesso di approfondire le opportunità offerte alle aziende agricole nell’ambito del progetto TEBICE e di altre iniziative di finanziamento attivate sul territorio regionale.
A sottolineare l’importanza dell’innovazione e della ricerca per il settore primario, nel corso della manifestazione è intervenuto il direttore della Direzione Innovazione e Sperimentazione di Veneto Agricoltura, Dott. Lorenzo Furlan, evidenziando come “il progetto TeBiCe stia già mettendo a disposizione soluzioni innovative per la valorizzazione dei sottoprodotti delle principali filiere agricole venete e costruendo una piattaforma efficace per consentire un proficuo incontro tra l’offerta di sottoprodotti valorizzati e la domanda degli stessi”.

La giornata odierna è stata caratterizzata da un evento di grande rilievo: il convegno “Come dare valore ai sottoprodotti agricoli: le opportunità per le aziende agricole”, svoltosi al Tech Forum Arancio alle ore 15:45. L’incontro ha fornito un approfondimento sulle potenzialità dell’economia circolare applicata all’agricoltura, con particolare attenzione al progetto TEBICE, finanziato dal programma Central Europe.

Grazie agli interventi di esperti del settore, sono state illustrate le più recenti soluzioni per la valorizzazione di sottoprodotti agricoli e scarti vegetali, con un focus sulla filiera vitivinicola e ortofrutticola. Tra i relatori della giornata:

– Dott. Lorenzo Furlan, Direttore della Direzione Innovazione e Sperimentazione di Veneto Agricoltura, che ha presentato le azioni del progetto TEBICE per lo sviluppo di un’economia circolare;

– Prof. David Bolzonella, Direttore del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona, intervenuto sulle strategie per la valorizzazione dei sottoprodotti dell’industria enologica;

– Prof. Lorenzo Favaro, esperto di biotecnologie microbiche, che ha illustrato innovativi approcci per la trasformazione degli scarti vegetali in bio-prodotti;

– Dott. Pier Andrea Odorizzi, Cluster Manager della Rete Innovativa Cluster Biologico Veneto, che ha evidenziato l’importanza delle reti collaborative tra imprese e ricerca;

– Dott. Renzo Rossetto, Osservatorio Economico Agroalimentare di Veneto Agricoltura, che ha analizzato le opportunità di supporto alle aziende agricole per la creazione di nuove catene di valore.

L’evento, coordinato dal giornalista Efrem Tassinato (UNARGA), ha permesso di approfondire le opportunità offerte alle aziende agricole nell’ambito del progetto TEBICE e di altre iniziative di finanziamento attivate sul territorio regionale.

A sottolineare l’importanza dell’innovazione e della ricerca per il settore primario, nel corso della manifestazione è intervenuto il direttore della Direzione Innovazione e Sperimentazione di Veneto Agricoltura, Dott. Lorenzo Furlan, evidenziando come “il progetto TeBiCe stia già mettendo a disposizione soluzioni innovative per la valorizzazione dei sottoprodotti delle principali filiere  agricole venete e costruendo una piattaforma efficace per consentire un proficuo incontro tra l’offerta di sottoprodotti valorizzati e la domanda degli stessi”.

Verona, 2930 gennaio 2025 Unisciti a noi per scoprire come innovazione e sostenibilità possono trasformare il futuro dell’agricoltura veneta.

Fieragricola TECH 2025 | Veneto Agricoltura: innovazione e sostenibilità al centro degli incontri

PalaExpo, STAND D4 Veronafiere, Viale del Lavoro 8, Verona

Oggi Veneto Agricoltura, l’Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario, è presente con entusiasmo a Fieragricola TECH 2025, l’appuntamento di riferimento per il mondo agricolo e agroalimentare, in corso presso il Centro Congressi Palaexpo di Veronafiere.

Un evento strategico per il settore, che pone al centro il tema della digitalizzazione, della robotica e della sostenibilità ambientale, economica e sociale.

In questo contesto, Veneto Agricoltura organizza due appuntamenti di grande rilievo, in programma nella giornata di oggi presso lo Stand Casa Veneto:

Ore 10:30 e Ore 14:30 – “Innovazione in apicoltura: nuove tecnologie e potenzialità” Un incontro dedicato agli apicoltori e agli operatori del settore, con la presentazione delle attività del progetto INTERREG BEE2GETHER. Saranno illustrate le più recenti innovazioni tecnologiche nella gestione degli alveari, tra cui un’arnia elettronica dimostrativa e un’app per il monitoraggio e la gestione remota delle api. Un’iniziativa che mira a rafforzare le competenze degli apicoltori e a fornire strumenti utili per affrontare le sfide del cambiamento climatico e ambientale.

Appuntamento da non perdere, domani giovedì 30 gennaio 2025

Veneto Agricoltura vi aspetta anche domani, giovedì 30 gennaio 2025, al Tech Forum Arancio dalle 15:45 alle 16:45 per l’evento “Come dare valore ai sottoprodotti agricoli: le opportunità per le aziende agricole”. Durante l’incontro verranno presentate le potenzialità dell’economia circolare applicata all’agricoltura, con un focus sul progetto TEBICE, finanziato dal programma Central Europe. Un’occasione per scoprire soluzioni innovative per valorizzare scarti vitivinicoli e vegetali.

Posti limitati! Prenotate subito al link \uD83D\uDC49 Convegno TEBICE

A sottolineare l’importanza della ricerca tecnologica e dell’innovazione per il comparto agricolo, è intervenuto l’Assessore all’Agricoltura della Regione del Veneto, Federico Caner, presente all’inaugurazione dell’intera manifestazione:

“La Regione Veneto crede fortemente nella ricerca tecnologica ed è per questo motivo che siamo presenti a Fieragricola TECH. L’innovazione, gli investimenti nella robotica e nei sistemi digitali sono strumenti essenziali per garantire una sostenibilità ambientale sempre più efficace. Tuttavia, è fondamentale affiancare a questa attenzione anche quella per la sostenibilità economica e sociale. L’agricoltura di precisione gioca un ruolo cruciale per raggiungere tali obiettivi: oggi più che mai, è necessario garantire la produzione alimentare per rispondere all’aumento demografico globale, ottimizzando al contempo l’uso delle risorse idriche e naturali. Questa sfida può essere vinta grazie agli investimenti che la Regione sta portando avanti nel settore dell’innovazione e della ricerca, in particolare con l’allocazione di risorse per la meccanizzazione di precisione e per lo sviluppo delle tecnologie satellitari volte a migliorare l’efficienza produttiva e ridurre l’impatto ambientale.”

La partecipazione di Veneto Agricoltura a Fieragricola TECH 2025 conferma il forte impegno della Regione Veneto nel promuovere un modello agricolo innovativo, sostenibile e competitivo a livello nazionale e internazionale.

Per ulteriori informazioni e aggiornamenti, visitare il sito ufficiale di Veneto Agricoltura e seguire i canali social dell’ente.

Si svolgerà giovedì 21 dicembre dalle 10:00 alle 12:30 presso la Cantina di Collis Wine Group (Lonigo – VI), il terzo incontro del Trittico vitivinicolo 2023, attesissimo focus di Regione del Veneto, Veneto Agricoltura e Avepa.

VENETO AGRICOLTURA: GIOVEDI’ 21 DICEMBRE A LONIGO I DATI DEFINITIVI DELLA VENDEMMIA 2023 CON FOCUS SUI MERCATI INTERNAZIONALI E LE AZIONI DI PROMOZIONE.

Durante la conferenza saranno presentati i dati finali dell’ultima vendemmia 2023 nel Veneto, suddivisi per area di produzione e tipologia di uva. Inoltre, verrà fotografato lo stato di salute del comparto vitivinicolo regionale che si preannuncia positivo: il Veneto risulta essere, con circa 15 milioni di quintali di uva prodotta e oltre 12 milioni di ettolitri, la prima Regione in Italia nel 2022 per produzione di vino.

In tema di export, a fronte di una flessione registrata nel fatturato estero sia a livello nazionale (-0,4%) che veneto (-1,1%), si condivideranno scenari evolutivi e prospettive sui mercati internazionali dei vini italiani e veneti e le azioni di promozione che vengono messe in campo a favore degli operatori.

Parteciperanno all’evento l’assessore all’Agricoltura della Regione del Veneto Federico Caner, Nicola Dell’Acqua, direttore di Veneto Agricoltura, Nicola Barasciutti della Direzione Agroalimentare della Regione del Veneto, Luca Furegon di Avepa e Alessandra Liviero, dirigente Economia e Comunicazione di Veneto Agricoltura.

Per iscrizioni e maggiori dettagli: https://Trittico3-Consuntivo_vendemmia2023.eventbrite.it

8 -11 Dicembre 2023, Veneto Agricoltura, l’Ente regionale dedicato alla promozione e al supporto dell’agricoltura, ha partecipato con la Regione del Veneto alla 1363^ edizione della Fiera Internazionale dell’Agricoltura di Santa Lucia di Piave, evidenziando il tema della biodiversità ed il ruolo cruciale dell’agricoltura nella crescita economica sostenibile della regione in un’ottica green.

VENETO AGRICOLTURA: IL TEMA DELLA BIODIVERSITÀ AL CENTRO DELLA PARTECIPAZIONE ALLA 1363^ FIERA INTERNAZIONALE DELL’AGRICOLTURA DI SANTA LUCIA DI PIAVE

La presenza del Presidente Luca Zaia all’inaugurazione ha conferito ulteriore prestigio all’evento, evidenziando l’importanza che la Regione del Veneto attribuisce all’agricoltura come motore di sviluppo economico e sostenibile.

La storica fiera ultracentenaria, rinomata per essere un punto d’incontro tra produttori, esperti del settore e appassionati del mondo agricolo, ha offerto l’opportunità di mettere in mostra le eccellenze agricole della Regione e di presentare le ultime innovazioni nel settore. Numerosi stand hanno mostrato le produzioni tipiche locali, dall’olivicoltura alla viticoltura, dalla zootecnia alle coltivazioni biologiche.

Veneto Agricoltura ha illustrato ai visitatori dello stand, allestito con il tradizionale format delle casette costruite con il legno impattato dalla tempesta di Vaia, i progetti innovativi e sostenibili che mirano a potenziare l’agricoltura locale, incentivando la produzione di alta qualità e promuovendo la biodiversità. Gli esperti dell’Ente hanno fornito consulenze e informazioni utili agli agricoltori presenti, contribuendo così ad incrementare le conoscenze del settore.

“Abbiamo portato in fiera, in modo particolare, il tema della biodiversità – dichiara Alessandra Liviero, Direttore Unità Organizzativa Economia e Comunicazione ‘Veneto Agricoltura’ – tema caro a Veneto Agricoltura. Da anni nelle nostre aziende sperimentali lavoriamo per conservare in purezza le razze e le varietà autoctone.”

La partecipazione di Veneto Agricoltura alla 1363^ Fiera Internazionale dell’Agricoltura è stata un successo, rafforzando l’importanza dell’agricoltura nella cultura e nell’economia della regione, e proiettando il settore verso un futuro di crescita e sostenibilità.

Biostimolanti e fertilizzanti innovativi sono la chiave per l’orticoltura sostenibile: a confermarlo sono i risultati del progetto organizzato da L’Informatore Agrario in collaborazione con Veneto Agricoltura presso il Centro Po di Tramontana a Rosolina (RO).

BIOSTIMOLANTI: VENETO AGRICOLTURA E L’INFORMATORE AGRARIO CONFERMANO L’EFFICACIA IN CAMPO

I biostimolanti, anche in sinergia con i fertilizzanti innovativi, si confermano come strumenti utili per aiutare gli agricoltori a migliorare rese e qualità delle colture orticole in ottica di riduzione di agrofarmaci e concimi chimici, come richiesto dalla strategia Farm to Fork dell’Unione Europea. A confermarlo sono i risultati del progetto “Biostimolanti in Campo”, realizzato da L’Informatore Agrario in collaborazione con Veneto Agricoltura e l’Op Isola Verde (Salerno), con il coordinamento scientifico delle Università della Tuscia, di Salerno, di Napoli e di Padova. Proprio l’Aula Magna del Campus padovano di Agripolis ha ospitato, lo scorso 24 novembre, l’evento conclusivo del progetto, che ha visto la partecipazione di un nutrito pubblico tra tecnici, agricoltori e rappresentanti delle aziende del settore.

Dopo i saluti iniziali di Federico Correale, Direttore U.O. Gestione Centri e Aziende Agricole di Veneto Agricoltura, il convegno è entrato nel vivo con l’intervento di Paolo Sambo, docente di orticoltura presso l’Università di Padova e componente del comitato scientifico di Biostimolanti in campo: «mai come in questo momento l’agricoltura italiana ha bisogno di ricerca – ha sottolineato Sambo – per far fronte alle tante criticità che ogni stagione si presentano, dal cambiamento climatico all’imprevedibilità dei mercati passando per le crisi geopolitiche, ma ricordiamoci che senza il trasferimento tecnologico alle azienda e senza integrazione ai diversi livelli la ricerca resta fine a se stessa. Ecco perché progetti come Biostimolanti in Campo, che testano le soluzioni a livello di azienda agricola, rappresentano una preziosa opportunità di incontro e approfondimento tra gli addetti ai lavori».

Franco Tosini, Responsabile del Centro Sperimentale Ortofloricolo Po di Tramontana e Giuseppe Colla, docente presso l’Università della Tuscia e coordinatore del comitato scientifico del progetto, hanno illustrato i risultati dei 39 formulati, tra biostimolanti e fertilizzanti innovativi, testati nelle 19 parcelle ospitate dal Centro di Veneto Agricoltura a Rosolina (RO) e suddivise tra pomodoro da industria, melone e zucchino. I prodotti hanno evidenziato buone potenzialità per migliorare le performance vegeto-produttive e le caratteristiche qualitative dei frutti: su pomodoro, ad esempio, la produzione commerciabile ha visto aumenti dal 5 al 34% rispetto al controllo e alcuni prodotti hanno accelerato la maturazione dei frutti fornendo alla raccolta una maggior percentuale di bacche mature sul totale.

«Serviranno ulteriori prove per approfondire la risposta agronomica delle colture al variare dei parametri climatici – ha evidenziato Colla – e per verificare la possibilità di ridurre gli apporti di input di concimi e di acqua irrigua attraverso l’uso di prodotti ad azione biostimolante e nutrizionale, opzioni che discuteremo per il protocollo 2024».

Novità di questa edizione di “Biostimolanti in Campo” è la sperimentazione su rucola, attualmente in svolgimento, presso l’Op Isola Verde, azienda specializzata nella produzione di referenze per la IV gamma con sede a Eboli (Salerno). Domenico Ronga, Responsabile Scientifico della prova, ha riportato al convegno i risultati del 1° ciclo, conclusosi lo scorso giugno: «i biostimolanti testati su rucola con ciclo estivo hanno contribuito a migliorare diversi parametri, tra cui il contenuto di flavonoidi, ritenuti coinvolti nella difesa della pianta contro gli stress abiotici e biotici, il peso secco delle foglie, con possibili effetti positivi sulla shelf life, e diminuito l’indice di giallo delle foglie, un parametro molto importante per il consumatore».

Altro aspetto fondamentale è valutare la convenienza economica dell’utilizzo dei biostimolanti: «il valore medio dell’indice di efficienza ottenuto per l’intero campione delle prove effettuate su pomodoro da industria nell’ambito del progetto – ha detto Raffaele Cortignani, docente presso l’Università della Tuscia e componente del comitato scientifico di Biostimolanti in Campo – è risultato pari a 0,3, vale a dire che 1 euro di costo di biostimolante ha generato un incremento di margine pari a 0,31 euro.

Un valore assolutamente prudenziale – ha sottolineato – perché prende in considerazione la media dei prezzi del pomodoro degli ultimi anni secondo Ismea, inoltre va considerato che questo valore ha evidenziato picchi di incremento di 1,41 euro».

 

A Vallevecchia di Caorle (VE) e a Mogliano Veneto (TV) l’Agenzia della Regione del Veneto ha sperimentato due interessanti metodologie per accumulare l’acqua piovana in eccesso e riutilizzarla nei momenti di siccità, riducendo allo stesso tempo i rischi di allagamento delle aree urbane e industriali circostanti.

VENETO AGRICOLTURA: DUE PROGETTI PILOTA PER MITIGARE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Il cambiamento climatico è sempre più causa di eventi estremi come siccità e precipitazioni intense. Basti pensare alla lunga assenza di piogge dei mesi scorsi e alle recenti inondazioni che hanno interessato diverse regioni italiane, in particolare l’Emilia Romagna e le Marche. Di queste due facce della medesima medaglia, Veneto Agricoltura ha sperimentato e dimostrato come l’agricoltura possa contribuire ad una corretta gestione dell’acqua. Infatti, i tecnici dell’Agenzia della Regione Veneto da oltre un decennio hanno ideato ed attuato misure innovative di contenimento delle problematiche dovute alla scarsità o all’eccesso di acqua, spesso anticipando le richieste che sarebbero giunte dal mondo agricolo e, più in generale, da tutti i settori della società. Scarsità idrica ed eccesso di precipitazioni rappresentano dunque una questione non più rinviabile, come pure il momento per individuare la strada migliore per contrastare i cambiamenti climatici.
In questo ambito, la Regione del Veneto, tramite Veneto Agricoltura, propone due possibili soluzioni sperimentate negli ultimi anni ed entrate nella gestione quotidiana di due Aziende pilota dimostrative che si trovano in Località Brussa a Caorle (VE) e Mogliano Veneto (TV).

A Mogliano Veneto, presso l’azienda pilota dimostrativa “Diana”, è stato realizzato un piccolo bacino di invaso, coltivato a seminativo e destinato ad accogliere le acque in eccesso, esempio significativo di come l’agricoltura possa prendersi carico delle problematiche delle attigue zone industriali e urbanizzate, riducendone il rischio di allagamento. L’invaso, per come è stato progettato e realizzato, consente la raccolta di dati (operazione che si continuerà a fare ancora in futuro) di lungo periodo sull’effetto degli allagamenti nelle colture agrarie, divenendo in tal modo sia strumento decisionale per le pubbliche amministrazioni che calcolano gli indennizzi agli agricoltori, sia utile riferimento per quelle aziende agricole disposte a creare invasi utili all’interesse generale. Nello specifico, le forti precipitazioni registrate nell’area tra il 10 e l’11 maggio scorso hanno provocato il prolungato allagamento del piccolo bacino di invaso di Mogliano, che ha egregiamente svolto la sua funzione di espansione idraulica pur essendo coltivato a mais. I tecnici di Veneto Agricoltura sono al lavoro per i necessari rilievi agronomici.

Un altro caso di studio è a Vallevecchia, importante azienda pilota dimostrativa di Veneto Agricoltura a Caorle, dove la lungimiranza dei tecnici di Veneto Agricoltura ha consentito la realizzazione, oltre dieci anni fa, di un grande bacino appositamente progettato per accumulare l’acqua in caso di eventi estremi tramite un impianto automatizzato da riutilizzare poi in estate per l’irrigazione delle colture. Le recenti forti piogge hanno consentito di riempire il bacino fino alla sua massima capienza, circa 150 mila m3. Ciò consentirà l’irrigazione di colture strategiche, a partire da quelle sperimentali, dalle quali derivano i dati utili a tutti gli agricoltori regionali, nonché l’immissione nella rete di scolo di acqua di qualità benefica anche per gli habitat naturali pregiati del territorio.

Due aziende della Regione Veneto quindi già impegnate nel trovare soluzioni al cambiamento climatico in agricoltura, fattore questo che appare sempre più come la priorità con la quale misurarsi con convinzione, forti della solida base conoscitiva derivante da oltre un decennio di esperienza.

Al Vinitaly di Verona (2-5 aprile) l’Agenzia regionale ha in programma due interessanti focus dedicati al recupero di alcuni vitigni antichi veneti (lunedì 3 aprile ore 16:30), con degustazione guidata, e all’export di vino veneto (martedì 4 ore 11:30), che lo scorso anno ha battuto un altro record (2,84 mld/euro di fatturato). Inoltre, domenica (ore 16:00) “sposalizio” dei vini veneti con i formaggi di Caseus (prodotti con i fermenti autoctoni di Bioagro).  

DAI VINI DA VITIGNI RITROVATI ALL’EXPORT DI VINO VENETO: VENETO AGRICOLTURA AL VINITALY

In occasione della 55^ edizione di Vinitaly, il Salone internazionale dei vini e dei distillati in programma a VeronaFiere dal 2 al 5 aprile prossimo, Veneto Agricoltura – oltre ad essere presente con un proprio desk informativo accanto agli altri Enti regionali all’interno del grande stand della Regione del Veneto (Padiglione 4 – posizione D4/E4) – proporrà agli operatori e al pubblico due interessanti incontri di approfondimento ai quali interverrà anche l’Assessore regionale all’Agricoltura, Federico Caner. 

Il primo focus si terrà lunedì 3 aprile (ore 16:30) e avrà per protagonisti alcuni vitigni antichi autoctoni veneti ritrovati e conservati grazie al progetto regionale BIONET. Nello specifico, sotto i riflettori finiranno i vitigni Bigolona, Brepona, Benedina, Pontedara, Recantina e Turchetta, i cui vini prodotti da microvinificazione saranno poi degustati. L’incontro, al quale interverranno gli esperti di Veneto Agricoltura Michele Giannini e Stefano Soligo, nonché Aldo Lorenzoni e Luigino Bertolazzo dell’Associazione G.R.A.S.P.O., intende mettere in luce le potenzialità enologiche di questi vitigni anticamente coltivati in Veneto e conservati dalla preziosa opera dei viticoltori custodi, dei quali una rappresentanza sarà presente per l’occasione.
Il secondo focus proposto da Veneto Agricoltura è in programma martedì 4 aprile (ore 11:30) e sarà dedicato all’andamento dell’export di vino veneto. Alessandra Liviero, direttore dell’Osservatorio Economico Agroalimentare di Veneto Agricoltura, presenterà i dati aggiornati a tutto il 2022 dell’export regionale di vino, autentica locomotiva dell’economia regionale. Basti pensare che, numeri alla mano, anche nel 2022 il Veneto si è piazzato al primo posto della graduatoria italiana delle regioni esportatrici di vino nel mondo, con un nuovo fatturato record di 2,84 miliardi di euro. Valore in crescita del +13,4% rispetto al 2021 e che rappresenta il 36% dell’export del comparto vinicolo nazionale. Nel corso dell’incontro sarà analizzato l’andamento dei transiti internazionali dei vini veneti e dei principali mercati di sbocco, sia europei che internazionali.

Infine, ricordiamo che Veneto Agricoltura, con Bioagro, sarà presente anche ad un altro interessante momento che vedrà al centro i vini e i formaggi veneti. Si tratta del taglio, con degustazione, di una forma di formaggio (“La prima di Caseus. Taglio della forma del Presidente”) in programma domenica 2 aprile (ore 16:00). Ovviamente non si tratta di un formaggio qualsiasi, bensì di quello prodotto, presente il Presidente Luca Zaia, durante l’edizione di Caseus dello scorso ottobre svoltasi in Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (Pd). Il formaggio in questione, lavorato con metodo tradizionale su fuoco a legna e rimasto a stagionare per quasi sei mesi, è stato prodotto dalle sapienti mani di Andrea Dalla Palma (presente per l’occasione), uno dei malghesi più esperti dell’Altopiano di Asiago, esponente di una famiglia che da secoli si dedica alla trasformazione del latte, portando avanti le tradizioni e la cultura del territorio. Per la produzione della forma di formaggio in degustazione al Vinitaly sono stati utilizzati fermenti autoctoni prodotti da Bioagro, società di Veneto Agricoltura. Il binomio vino-formaggio rappresenta alla perfezione la tradizione, la cultura e la tipicità del nostro territorio e, proprio per questo, la Regione del Veneto ha voluto creare un momento di unione fra le due importanti manifestazioni: Caseus e Vinitaly.

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