Il 2025 inizia con il freno tirato per il comparto vinicolo italiano, che registra segnali poco rassicuranti sul fronte delle vendite nel canale off-trade, ovvero quello rappresentato dalla grande distribuzione. Secondo i dati illustrati da Circana durante la tavola rotonda “Vino e GDO” a Vinitaly, il primo trimestre dell’anno ha visto una flessione significativa: le vendite nella GDO hanno subito una contrazione del 4,5% nei volumi e del 2,7% nei ricavi rispetto allo stesso periodo del 2024.
Questa tendenza negativa rappresenta un peggioramento rispetto alla fine del 2024, quando il settore aveva limitato i danni con un calo dello 0,7% nei volumi ma un incremento del 2,3% in valore. Il segnale è chiaro: l’interesse dei consumatori verso il vino nella grande distribuzione sta diminuendo, con conseguenze visibili sui numeri.
Spumanti e discount: i protagonisti controcorrente
In questo panorama grigio, alcuni segmenti brillano per resilienza. Gli spumanti, spinti in particolare dal successo del Prosecco, hanno chiuso il 2024 con una performance positiva: +4,2% in volume e +3,6% in valore. Un risultato che conferma la progressiva conquista di quote di mercato da parte delle bollicine italiane, ormai protagoniste stabili anche sulle tavole quotidiane.
Anche i discount mostrano una tenuta superiore alla media, sostenuti da politiche di prezzo competitive che attraggono i consumatori più attenti al portafoglio. Rispetto alla GDO tradizionale, queste catene sono riuscite a contenere meglio le perdite e a mantenere una buona attrattività.
Il sorpasso dei bianchi sui rossi è vicino
Un’altra dinamica interessante riguarda le preferenze enologiche degli italiani, sempre più orientati verso i vini bianchi. Nel 2024, i vini rossi fermi hanno subito una contrazione dell’1,3% in volume, mentre i bianchi hanno continuato la loro crescita, accorciando il divario tra le due categorie. Gli analisti prevedono che, se il trend continuerà, i bianchi potrebbero superare i rossi entro cinque anni.
Tra i nomi emergenti spiccano varietà come l’Inzolia siciliano e il Vermentino, che nel 2024 hanno registrato le crescite più significative a volume. Da segnalare anche l’ottima performance dei rosati, che hanno superato i 37 milioni di litri venduti, confermandosi un’alternativa sempre più apprezzata.
Mercati esteri in affanno: gli USA frenano
Le difficoltà del vino italiano non si fermano ai confini nazionali. Anche il mercato internazionale lancia segnali di allarme. Negli Stati Uniti, principale sbocco per l’export enologico tricolore, il primo trimestre del 2025 ha fatto segnare un calo del 9,9% nei volumi e del 10,5% in valore.
Anche se grandi denominazioni come Prosecco, Brunello di Montalcino e Barolo continuano a mantenere la loro rilevanza, il comparto nel suo insieme risente delle tensioni geopolitiche, dell’incertezza economica globale e di una crescente prudenza nei consumi. A complicare il quadro, si aggiunge la tendenza verso un consumo più moderato di alcolici, confermata da recenti studi internazionali come quello dell’IWSR, che evidenzia un cambiamento strutturale nelle abitudini dei consumatori.
Una filiera in evoluzione: tra sfide e nuove opportunità
Il mondo del vino italiano si trova dunque in una fase di profonda trasformazione, chiamato ad affrontare sfide complesse sia sul mercato interno che all’estero. Sarà fondamentale adattarsi rapidamente ai nuovi trend, come la crescita della domanda di vini bianchi e il consumo più responsabile.
Al tempo stesso, sarà cruciale rafforzare la presenza nei mercati emergenti e ripensare le strategie per reagire alle difficoltà nei contesti tradizionali. In questo scenario, gli elementi decisivi saranno innovazione, qualità e la capacità di intercettare i nuovi bisogni dei consumatori.
Il 2025 non si preannuncia facile per il vino italiano, ma con visione strategica e un forte impegno verso il cambiamento, il settore potrà trasformare la crisi in un’occasione di rilancio.
Il mercato del vino italiano sembra comportarsi sempre più come la borsa. Basta una qualsiasi indiscrezione su un presunto calo dei consumi, una minaccia normativa o addirittura la diffusione di un’ipotesi di problemi legati all’alcol per scatenare il panico tra i produttori e gli investitori del settore. Ma è davvero così drammatica la situazione? Oppure si tratta di una reazione emotiva, alimentata dalla paura di perdere quote di mercato e dai timori per gli investimenti effettuati?
Tra realtà e percezione: i produttori investono o si lamentano?
Negli ultimi anni, i produttori italiani di vino hanno affrontato grandi sfide, dalle difficoltà legate al cambiamento climatico alle nuove regolamentazioni in materia di etichettatura e consumo consapevole. Di fronte a queste problematiche, alcune aziende hanno investito massicciamente per migliorare la qualità e la sostenibilità dei loro prodotti, mentre altre sembrano reagire con un atteggiamento più difensivo, lamentandosi delle difficoltà senza necessariamente affrontarle con strategie proattive.
Un elemento chiave è capire se il panico che talvolta emerge sia davvero giustificato oppure se faccia parte di un’abitudine consolidata del settore: quella di lamentarsi per prassi, anche quando gli utili restano consistenti. Infatti, ci sono grandi produttori che continuano a macinare milioni di euro di fatturato ogni anno, ma che non mancano di evidenziare le difficoltà quando le cose non vanno esattamente come previsto. Al contrario, i piccoli produttori, spesso più esposti alle fluttuazioni del mercato, tendono a subire maggiormente gli effetti di crisi o di cambiamenti normativi.
Investire in nuovi mercati e tecnologie: la strategia vincente
Se il mercato del vino italiano vuole mantenere la sua posizione di leadership a livello internazionale, è necessario un cambio di prospettiva: invece di lasciarsi travolgere dal panico, occorre investire in nuove opportunità. Due direzioni sono fondamentali per il futuro del settore:
- Espansione verso nuovi mercati: il mercato europeo, pur rimanendo centrale, sta diventando sempre più complesso a causa delle restrizioni normative e dei cambiamenti nelle abitudini di consumo. Guardare a mercati emergenti come Asia, Africa e America Latina potrebbe rappresentare una scelta strategica per mantenere alto il livello delle esportazioni. In questi mercati, il vino italiano è ancora percepito come un prodotto di lusso e di alta qualità, offrendo margini di crescita interessanti.
- Innovazione tecnologica e digitale: l’adozione di tecnologie avanzate può portare un enorme vantaggio competitivo. Dalla blockchain per la tracciabilità dei prodotti, alla viticoltura di precisione con l’uso di droni e sensori, fino all’implementazione di strategie di marketing digitale per raggiungere un pubblico più vasto. La digitalizzazione del settore potrebbe rappresentare un punto di svolta per migliorare la produzione e la distribuzione, ridurre gli sprechi e garantire un rapporto più diretto con i consumatori.
Formazione: il fattore chiave per il successo futuro
Per poter affrontare con successo queste nuove sfide, è essenziale un’adeguata formazione sia per i grandi produttori sia per le piccole aziende vinicole. Comprendere le dinamiche dei mercati internazionali, padroneggiare le nuove tecnologie e adattarsi rapidamente ai cambiamenti sono competenze fondamentali per restare competitivi.
Le istituzioni, le associazioni di settore e le aziende stesse dovrebbero investire in programmi di formazione e aggiornamento continuo per i produttori. In questo modo, si può garantire che anche le piccole realtà abbiano accesso agli strumenti necessari per crescere e competere con i grandi gruppi, senza dover dipendere esclusivamente dalle fluttuazioni del mercato.
Conclusione: trasformare il panico in opportunità
Il mercato del vino italiano deve imparare a reagire alle sfide in modo meno emotivo e più strategico. Anziché cadere nella trappola del panico di fronte a ogni indiscrezione negativa, è il momento di sfruttare le opportunità offerte dai nuovi mercati e dalle innovazioni tecnologiche.
Lamentarsi senza agire non porterà a nulla. Investire nella formazione, nell’innovazione e nell’espansione internazionale, invece, permetterà al settore di crescere e prosperare, mantenendo il vino italiano ai vertici del panorama mondiale.
Il futuro è nelle mani di chi saprà cogliere le sfide e trasformarle in opportunità concrete.
REMINDER: GLI STATI UNITI AI RAGGI X.
Ricordiamo che lunedì 15 gennaio 2024 è in programma il webinar gratuito di presentazione del ciclo di incontri sul reale posizionamento dei vini italiani ricavato dalle depletion dei distributori USA (base dati SipSource-WSWA).
Il webinar offrirà un’anteprima dei temi e dei dati che verranno approfonditi dall’Osservatorio del Vino durante i 6 seminari in programma da gennaio a marzo 2024, per capire le dinamiche del mercato USA e confrontarsi sulle possibili evoluzioni future. Inoltre, in collaborazione con il Servizio Giuridico UIV, una preview delle ultime novità sul fronte legislativo.
Temi trattati:
- Overview del mercato USA: canali distributivi (off e on-premise) e vendite per aree (North-East, Midwest, South, West), posizionamenti di prezzo per prodotto.
Date previste: 22 e 29 gennaio 2024. - Overview quadro normativo export USA grazie al contributo del Servizio Giuridico UIV. Date previste: 22 gennaio 2024.
- Focus: posizionamento dei vini italiani – Pinot grigio italiano e Pinot gris – Prosecco.
Date previste: 19 e 26 febbraio – 18 e 25 marzo 2024.
Lunedì 15 gennaio 2024 ore: 10:30 – 12
Piattaforma: Microsoft Teams
SAVE THE DATE!
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