Trend del Vino in Italia del 22 al 26 settembre 2025

Il mercato del vino italiano continua a vivere settimane complesse tra dazi, prezzi in calo e nuove sfide culturali e commerciali.

Trend del Vino in Italia del 22 al 26 settembre 2025

Export USA: segnali contrastanti

Negli Stati Uniti, primo partner commerciale del vino italiano, luglio 2025 segna un pesante -21,1% in valore. Nei primi sette mesi dell’anno il dato complessivo è a -1,1% (1,2 miliardi di euro), con volumi però in crescita (+6,1%). Il prezzo medio al litro scende a 5,48 euro (-6,8%), comprimendo ulteriormente i margini.
Gli spumanti reggono meglio: +4,3% in valore (357,3 milioni di euro) e +14% in volume, ma con prezzi in calo a 4,63 euro/litro (-8,5%). L’imbottigliato soffre (-2,7% in valore, ma +4,3% in volume), mentre crolla lo sfuso (-39,5%).

Francia in vantaggio

A luglio la Francia supera l’Italia nelle esportazioni verso gli Usa: 185,2 milioni di euro contro 148,2. Nei primi sette mesi 2025 le esportazioni francesi crescono del 16,8% (1,4 miliardi di euro), con un prezzo medio quasi doppio rispetto all’Italia (11,97 euro/litro). Spumanti e imbottigliati trainano il risultato, confermando una maggiore capacità di tenuta sul prezzo.

Il fronte culturale: l’appello all’Onu

L’Accademia Internazionale del Vino ha lanciato un appello ai leader mondiali per difendere il vino come patrimonio culturale, sociale e umano, contro il rischio di ridurlo a semplice minaccia per la salute. Tra i firmatari, nomi di spicco del vino italiano come Gaja, Zanella, Cinelli Colombini e Lageder. L’Accademia rivendica il valore del consumo moderato, sostenuto anche da recenti studi scientifici, e la necessità di preservare l’identità culturale del vino.

Nuovi consumatori negli Usa

Il futuro del vino italiano passa anche dal rinnovamento dei target. Le analisi Uiv-Vinitaly e Iwsr indicano che i prossimi “wine lovers” americani saranno soprattutto giovani (Gen Z e Millennials), con forte presenza di consumatori di origine ispanica, afroamericana e asiatica. Stati come Texas, California, Illinois e Georgia diventano così mercati chiave per intercettare queste nuove comunità ad alto potenziale.

Strategie dei Consorzi e impatto dei dazi

Il settore si prepara a Vinitaly.Usa (Chicago, 5-6 ottobre), evento strategico per misurare la reazione del mercato e difendere il ruolo dell’Italia negli Stati Uniti. I Consorzi affrontano una vendemmia generosa e di qualità, ma le tariffe Usa – salite al 15% dal 7 agosto – rischiano di pesare fino a 460 milioni di euro sulle imprese italiane. Secondo l’Osservatorio del Vino Uiv, nei primi tre mesi di applicazione i dazi hanno già generato un costo aggiuntivo di 61 milioni di dollari e un calo dei prezzi all’import del 13,5%.

In sintesi: il vino italiano resta protagonista assoluto negli Stati Uniti, ma il 2025 segna un bivio: da un lato la sfida dei prezzi e dei dazi, dall’altro l’urgenza di conquistare nuovi consumatori e difendere la dimensione culturale del vino a livello globale.