Trend del Vino in Italia – Settimana 16-20 Giugno 2025

Il comparto vitivinicolo italiano sta attraversando un periodo di transizione critico, influenzato da una molteplicità di fattori globali, strutturali e commerciali. Ecco il quadro aggiornato dei principali trend e dinamiche della settimana:

Trend del Vino in Italia – Settimana 16-20 Giugno 2025

Frenata dell’Export: Effetto Dazi e Consumi Mondiali in Calo

Aprile 2025 ha segnato una brusca battuta d’arresto per l’export di vino italiano verso gli Stati Uniti, da sempre primo mercato per il Belpaese. Secondo l’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini (UIV), le esportazioni verso gli USA hanno subito un calo del -7,5% a volume e del -9,2% a valore, scendendo a circa 154 milioni di euro, con un -2% nel prezzo medio. Il motivo? L’introduzione dei dazi dell’amministrazione Trump (fino al 20% nella prima settimana di aprile, poi ridotti al 10%).

Questa flessione ha pesato sull’intero quadrimestre: la crescita a volume si riduce a un fragile +0,9%, mentre il valore raddoppia il rallentamento (+6,7%, contro il precedente +12,5%).

Ma il problema non si limita agli USA. La crisi dell’export colpisce tutti i mercati extra-UE, con un -9% dei volumi e un -2,4% del valore. Senza il traino statunitense, la domanda globale scenderebbe addirittura a -15% a volume e -10% a valore.

Tra i mercati in maggiore difficoltà:

  • Regno Unito: -5% volumi, -6% valore
  • Giappone e Cina: in doppia cifra negativa
  • Russia: -65% a valore

Situazione Interna: Produzione e Scorte ai Limiti

Secondo il report “Cantina Italia” (ICQRF – Ministero Agricoltura), al 31 maggio 2025 si contano 46,6 milioni di ettolitri in giacenza, in linea con l’anno scorso (+0,4%). Il 55,6% di questi vini è DOP, il 25,9% IGP. Il Veneto si conferma leader con il 26,1% del totale nazionale detenuto, grazie a denominazioni come Prosecco DOC e le DOCG di Valpolicella e Soave.

Nonostante il calo delle scorte rispetto ad aprile (-6,3%), il dato conferma un eccesso strutturale di produzione rispetto ai consumi effettivi, aggravato da una domanda in calo in tutti i principali mercati.

Crisi Strutturale del Settore: Il Manifesto del Ridimensionamento

Il produttore Gregory Perrucci lancia un allarme: “La crisi è drammatica”. Secondo lui, oltre ai dazi, sono molteplici le cause del crollo: calo dei consumi globali, costi produttivi in aumento, narrazioni negative sul vino (salute, guida, giovani), eccesso di offerta e difficoltà nel posizionamento commerciale.

La sua proposta? Un ridimensionamento della produzione, una riflessione seria e condivisa sul ruolo del vino italiano nel mondo. Serve una nuova strategia, dal basso.

Export Globale: Anche il Vino USA Crolla

Non solo l’Italia. Anche gli Stati Uniti subiscono un crollo storico nell’export: -41,4% ad aprile, con perdite clamorose verso il Canada (-93,2%), da sempre mercato chiave per il vino californiano. È la risposta diretta ai dazi e alle tensioni commerciali: i canadesi stanno boicottando i vini USA e premiando quelli italiani e francesi.

Enoturismo in Crescita: La Spinta delle Esperienze

In controtendenza, l’enoturismo italiano continua a espandersi. Secondo l’Osservatorio de Il Golosario, il 72% degli enoturisti sceglie cantine con pernottamento, il 68% predilige quelle con cucina tipica. Il soggiorno medio è di 2 notti e l’87% compra vino in loco, spendendo 76 euro a persona. Aumenta l’interesse per esperienze immersive come vendemmie, spa, corsi di cucina.

Cantine Quotate: Resiste Italian Wine Brands, Soffre Masi Agricola

  • Italian Wine Brands: nonostante un calo di fatturato (-6,3%), registra un utile netto in crescita del +37,4% e un calo dell’indebitamento. Solo il 7,8% delle vendite è esposto agli USA, limitando l’impatto dei dazi.
  • Masi Agricola: in perdita netta di 1,1 milioni nel 2024. L’export vale il 70% del fatturato, con forte esposizione verso le Americhe (34%).

Prospettive e Considerazioni Finali

Il settore vitivinicolo italiano, che vale 45,2 miliardi di euro (1,1% del PIL), è in una fase di incertezza. I dazi USA sono solo l’innesco di una crisi più profonda, legata a consumi in calo, competizione internazionale e necessità di riorganizzazione interna. In questo scenario, tre priorità emergono chiaramente:

  1. Riequilibrio strutturale tra offerta e domanda
  2. Diversificazione dei mercati e innovazione di prodotto (vini low/no alcol, ready-to-drink)
  3. Investimenti nell’enoturismo e nel valore esperienziale del vino

Il settore è alla ricerca di una nuova visione: servono leadership, coraggio e un piano strategico condiviso per affrontare “l’ora più buia” con consapevolezza e realismo.