Trend del Vino in Italia Settimana 28 luglio – 1 agosto 2025

Una settimana densa di preoccupazioni: dazi Usa, calo dei consumi e instabilità globale mettono sotto pressione il comparto vitivinicolo italiano.

Trend del Vino in Italia Settimana 28 luglio – 1 agosto 2025

La settimana che si chiude il 1° agosto 2025 ha segnato un momento cruciale per il vino italiano, stretto tra l’incertezza geopolitica legata ai dazi Usa al 15%, l’evoluzione dei mercati internazionali e un cambiamento strutturale nel consumo di vino. Il comparto si trova oggi a un punto di svolta, dove la resilienza non basta più: servono azioni coordinate, politiche di sistema e strategie di diversificazione concrete.

Dazi Usa: una minaccia concreta al cuore dell’export italiano

L’intesa Usa-Ue sui dazi – che prevede l’applicazione di un tetto massimo del 15% alle importazioni di vino europeo – è stata duramente criticata da produttori e associazioni di categoria. Secondo l’Osservatorio del Vino Uiv, il danno complessivo per il comparto vinicolo americano, causato da una riduzione dei consumi indotta dai dazi, si stima in 25 miliardi di dollari.
Il vino italiano, in particolare, è destinato a subire un calo del 20% del valore al consumo, pari a 13,5 miliardi di dollari, in un solo anno. In questo contesto, anche i produttori americani e i distributori subiranno ripercussioni a catena, a causa dell’aumento dei prezzi al dettaglio e della contrazione della domanda.

Prosecco in bilico: boom di imbottigliamenti, ma timori per l’export

Il Prosecco ha vissuto un primo semestre brillante (+31% di export negli Usa), ma le ultime settimane hanno registrato un calo negli ordinativi e segnali di allarme, soprattutto per l’Asolo Docg (il cui 77% dell’export è diretto agli Usa). Il presidente del Consorzio di tutela, Michele Noal, denuncia l’effetto combinato di dazi e svalutazione del dollaro, mentre la Conegliano Valdobbiadene Docg teme per la sostenibilità dei prezzi al dettaglio.
Nel frattempo, gli imbottigliamenti corrono (+12,6% a giugno), e il record 2024 di 660 milioni di bottiglie potrebbe essere superato. Ma resta un interrogativo aperto: chi comprerà tutto questo vino, se il mercato statunitense si blocca?

Il cambiamento dei consumi: i rossi in crisi, i giovani bevono meno

Muta anche la domanda interna. I dati rivelano una progressiva disaffezione verso il vino rosso, penalizzato da cambi generazionali, attenzione alla salute e normative più restrittive sull’alcol. Circa il 50% dei giovani tra i 18 e i 34 anni ha ridotto o eliminato il consumo di alcol. Il vino, pur restando simbolo culturale italiano, non è più centrale nella dieta quotidiana come un tempo.

Export e produzione in difficoltà: Europa in rosso

Secondo la Commissione UE, il 2024/25 si chiuderà con:

  • -5% nella produzione vinicola europea
  • -3% nei consumi
  • -6% nelle esportazioni

L’Italia si distingue come eccezione (+15% di produzione), ma non basta a compensare il crollo francese e tedesco. Gli stock restano elevati (157 milioni di ettolitri) e l’export del vino italiano nei primi quattro mesi del 2025 è in calo del 2% rispetto al 2024.

Cercare nuovi mercati? Sì, ma con realismo

Il settore guarda al Mercosur (Brasile in primis) come alternativa al mercato americano. Tuttavia, l’area rappresenta solo lo 0,57% dell’export italiano, con 46,7 milioni di euro nel 2024. La ratifica dell’accordo Ue-Mercosur promette dazi azzerati e protezione delle IG, ma i numeri confermano che non può sostituire gli Usa, da cui arrivano oltre 1,9 miliardi di euro di acquisti l’anno.

Fiducia e reputazione: l’Italia resta forte nel food & beverage

Un dato positivo arriva dall’Edelman Trust Barometer 2025: la fiducia nel comparto food & beverage in Italia cresce da 69 a 71 punti, ponendo il settore tra i più credibili del Paese, dopo tech e ospitalità. Ma le nuove generazioni chiedono trasparenza, sostenibilità e responsabilità sociale. Solo chi saprà intercettare questi valori, potrà mantenere il consenso e la competitività.

In sintesi: un comparto sotto pressione, ma con energie da rilanciare

Il vino italiano attraversa una crisi sistemica, aggravata dai dazi Usa, da un consumo in calo e da un contesto internazionale instabile. Tuttavia, esistono leve di rilancio:

  • Diversificare i mercati (con realismo);
  • Spingere su innovazione e sostenibilità;
  • Sostenere il consumo interno con nuove narrazioni culturali;
  • Richiedere azioni concrete da istituzioni e UE, inclusi fondi straordinari per supportare l’export.

Il settore ha bisogno di visione, strategie condivise e coraggio decisionale. Il vino italiano ha ancora tanto da dire: ma serve saperlo raccontare, tutelare e portare nel mondo con consapevolezza e unità.