UNA VENDEMMIA “RESISTENTE”

Build it and they will come. Era questo il titolo in inglese del film L’Uomo dei Sogni, dove Kevin Costner, visionario amante del baseball, riusciva a coronare il sogno di una vita in un modo: credendoci.

UNA VENDEMMIA “RESISTENTE”

È a questo modello che Ermenegildo Giusti si è ispirato quando ha deciso di scommettere, per primo in Veneto, sui vitigni ibridi resistenti, convinto che, dopo di lui, anche tanti altri produttori si orienteranno a questa scelta.  Una scommessa che oggi, con la vendemmia 2021, si conferma vinta anche in termini qualitativi.

«L’andamento meteorologico del 2021 ha creato molti problemi in Italia, in gran parte legati alla gelata tardiva primaverile che ha colpito il Nord Italia. Per fortuna i nostri vitigni ibridi resistenti non ne hanno risentito, grazie al loro germogliamento tardivo. – Afferma Ermenegildo Giusti, alla guida della Giusti Wine. – Questa è certamente la migliore vendemmia mai fatta dal momento dell’impianto e le varietà resistenti dimostrano così di sapere anche rispondere, almeno in parte, alle esigenze determinate dal cambiamento climatico.» La quantità prodotta sarà inferiore alla media ma i dati qualitativi sono molto interessanti in termini di sviluppo degli aromi nei vitigni a bacca bianca Sauvignon Nepis e Sauvignon Rythos, e dei tannini e antociani nei vitigni a bacca rossa Merlot Khorus  e Cabernet Volos.

«Ho scelto di impiantare gli ibridi resistenti per la voglia di “cambiare”.  Quando ero piccolo, allora si facevano pochi quintali ad ettaro perché si usavano solo poche sostanze naturali. Oggi, grazie ai concimi e all’utilizzo della tecnologia, i vigneti producono molto di più ma sono scomparsi gli animali. Così ho maturato l’idea di realizzare il mio sogno e partire per primo nel territorio con l’obiettivo di fare ritornare la flora e la fauna che ricordavo, rendere il vigneto un luogo ospitale.

Credo nei vitigni resistenti ancor più che nella viticoltura biologica, che ho applicato nella Tenuta Case Bianche. I vitigni resistenti permettono di ridurre drasticamente gli interventi in vigneto e credo molto in questa scelta. Il mio augurio è che presto anche le Doc ne autorizzino l’uso.»