rassegna stampa del vino di venerdì 12 maggio 2023!

Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di sabato 13 maggio 2023!

Le news di oggi, sono state offerte da QuidQuid Srls strategie tecniche commerciali per potenziare il tuo business.

In Russia si beve vino italiano (ma ora più economico).
I Russi continuano a brindare con i vini italiani E tra i più appassionati de11P etichette nostrane ci sono gli oligarchi (più o meno importanti) che, in alcuni casi, hanno preferito andar via dalla madrepatria ma non rinunciare ad un buon bicchiere di rosso o bianco italiana Nonostante una guerra devastante in corso, le difficoltà economiche egli embarghi Così, le vendite di etichette nazionali in Russia crescono con percentuali a due cifre Paradossi – si fa per dire – dell’economia che non guarda certo in faccia ai conflitti e alle relazioni istituzionali Paradossi che fanno capire una volta di più quanto sia complessa la realth al di là delle apparenze Ultimo, in ordine di tempo, a dire chiaro cosa sta accadendo è uno dei maggiori esportatori italiani di vini – Edoardo Freddi – che con la sua azienda ogni anno vende più di 33 milioni di bottiglie in tutto il mondo e che spiega: «Le esportazioni stanno continuando La guerra in Ucraina non ha per niente frenato l’esportazione e il commercio dei vini italiani in Ruccin».

Fonte: Avvenire.

Firenze imbiancata da una grandinata eccezionale.
Una violenta grandinata si è abbattuta ieri su Firenze. Dal centro alla periferia l’asfalto è coperto da chicchi di grandine grandi anche due centimetri che hanno riportato indietro di mesi l’orologio delle stagioni: le strade si sono imbiancate come se fosse caduta la neve, tra il fuggi-fuggi generale. Lo stesso sindaco Nardella ha invitato le persone a «evitare transiti dai sottopassi e prestare massima attenzione all’esterno». Decine sono stati gli interventi dei Vigili del Fuoco per prosciugamenti e danni d’acqua causati dalla forte pioggia. La Coldiretti ha segnalato danni alle vigne del Chianti, dove si produce il pregiato vino.

Fonte: Libero Quotidiano.

Speciale sapori della Campania – Vitigno Italia Napoli capitale.
Domani e lunedì torna la kermesse vitivinicola più importante del Sud con oltre 1500 etichette e 250 aziende Per la prima volta la sede sarà il Maschio Angioino, più centrale e facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici In programma degustazioni, masterclass, incontri con i protagonisti e i buyers provenienti da tutto il mondo Luciano Pignataro D omani e lunedì torna Vitignoltalia 2023, il Salone dei Vini e dei Territori Vitivinicoli Italiani ormai da anni punto di riferimento nel calendario degli eventi legati al mondo del vino. Nuova la sede, il prestigioso Maschio Angioino; nei suggestivi spazi di quello che è uno dei più celebri simboli di Napoli i visitatori potranno godere di un vero e proprio viaggio nell’Italia del vino, con un particolare focus sulle realtà campane. Saranno circa 250 le aziende, oltre 1500 etichette, uno straordinario parterre di cantine e territori e Consorzi (Friuli DOC, Roma DOC, Vesuvio DOC) in grado di fare di Napoli, per due giorni, la capitale italiana del vino.

Fonte: Mattino.

Intervista a Maurizio Teti – Maurizio Teti «Un successo annunciato».
Ottimista il patron della kermesse: questa edizione si tiene in un momento magico per la città e per il vino italiano Maurizio Teti «Un successo annunciato». GRANDE SPINTA ALLA PRESENZA DEI BUYERS SUL TERRITORIO E MASTERCLASS DI ALTO PROFILO NELLE DUE GIORNATE.Tra aziende ed etichette, masterclass e progetti di sviluppo per il comparto e un occhio puntato verso le nuove generazioni: il direttore di Vitignoltalia, Maurizio Teti si prepara alla nuova edizione dell’evento, punto di riferimento nel mondo del vino. A cosa assisteremo in questa due giorni? «Abbiamo un programma di alto profilo per una manifestazione che cresce di anno in anno al punto che, giunti alla diciassettesima edizione, possiamo tranquillamente affermare di rappresentare ormai un punto di riferimento nell’ambito degli eventi di settore».
Fonte: Mattino.

Roma. Grande successo per «Beviamoci Sud».
Si è appena conclusa con grande successo la quinta edizione di Beviamoci Sud a Roma, l’appuntamento annuale romano, dedicato ai grandi vini del Sud Italia e del Lazio, molto atteso da wine-lovers e operatori, organizzato da Riserva Grande in collaborazione con Andrea Petrini di Percorsi di Vino e con il giornalista Luciano Pignataro. La manifestazione ha ottenuto un ottimo successo di partecipazione e ha determinato un passo ulteriore, rispetto alle precedenti edizioni. Un trend di crescita finalizzato a diffondere e valorizzare la grande qualità enoica, storica e culturale dei molteplici e diversi territori vocati del Sud d’Italia. L’evento ha visto la partecipazione di oltre 80 cantine produttrici di vino, alcune presenti in banchi condivisi, circa 500 etichette in degustazione e quasi 1.000 visitatori, inclusi circa 200 tra operatori Horeca e stampa.

Fonte: Mattino.

Barolo, Sicilia Campania e Ferrari.
Sei degustazioni nel pomeriggio Barolo, Sicilia Campania e Ferrari. LO CHARDONNAY SECONDO LUNELLI E LA VERTICALE DELL’AGLIANICO DEL VULTURE TITOLO DI ELENA FUCCI SCUOLA EUROPEA SOMMELIER. Le menzioni geografiche aggiuntive del Barolo: Facciamo Chiarezza Paolo Lovisolo (Direttore Vendite Bersano) Francesco Continisio (Presidente Nazionale Scuola Europea Sommelier) Barolo Nirvasco 2018 Barolo Badarina 2015 Barolo Badarina Riserva 2015 Barolo Cannubi Riserva 2016 SALA 1- ore 17.00 / Serafini e Vidotto L’Evoluzione del Phigaia Bianco Phigaia Bianco 2016 – 2017 – 2018 – 2019 – 2020 – 2021 Matteo Serafini (enologo dell’azienda) Francesco Continisio (Presidente Nazionale Scuola Europea Sommelier) SALA 1- ore 19.00 / Regione Sicilia – Istituto Regionale del Vino e dell’Olio I vitigni bianchi autoctoni della Sicilia.

Fonte: Mattino.

Carpineto story anfora e legni i vini del Friuli.
Consorzio DOC Friuli DOC Friuli a Napoli: dove i bianchi diventano di “Mille Colori” MODEANO, Ribolla gialla spumante brut – Avril – DOC Friuli ALBINO ARMANI, Ribolla gialla spumante brut metodo classico, 2016 – DOC Friuli FANTINEL, Friulano – Borgo Tesis, 2022 – DOC Friuli DI LENARDO, Friulano – Toh! 2022 – DOC Friuli LA SCLUSA, Malvasia – 2022 DOC Friuli PUTATTI, Sauvignon – 2022 – DOC Friuli CA’ BOLANI, Sauvignon 2022-DOC Friuli Francesco D’Agostino (Direttore Cucina e Vini) a cura delle Delegazioni Fisar Campania SALA 1- ore 17.00 / Regione Sicilia – Istituto Regionale del Vino e dell’Olio I GRANDI ROSSI DI SICILIA Nero d’Avola, Nerello Masealese, Frappato e Perricone Dott. Lucio Monte (Responsabile area tecnica IRVO) a cura delle Delegazioni Fisar Campania SALA 1- ore 19.00 / Anfore Campane Confronto e dibattito sui vini in anfora delle diverse province Campane In collaborazione con le aziende: Alessandra – Acciaroli Tenuta Sant’Agostino – Solopaca Cantina di Lisandro – Castel Campagnano Cantine Olivella – Sant’Anastasia Saranno presenti i proprietari delle aziende a cura delle Delegazioni Fisar Campania AIS CAMPANIA.

Fonte: Mattino.

In cantina – Chateau d’Yquem paga i rialzi.
Le quotazioni delle annate fra i 1945 e il 1962 hanno perso il 20% rispetto al 2021 Chateau d’Yquem paga i rialzi di Cesare Pillon Dopo la breve parentesi della settimana scorsa, dedicata eccezionalmente a un’asta con una sola presenza, quella del Masseto, torniamo a Chateau d’Yquem, che 15 giorni fa aveva consentito a questa rubrica di realizzare per la prima volta una puntata con protagoniste eccezionali: bottiglie con più (1’1100 anni d’età. Il ritorno al più famoso dei Sauterners avviene analizzando i prezzi che ha spuntato nel periodo postbellico del secondo conflitto mondiale, uno dei preferiti dagli investitori. Il bilancio però è tutt’altro che entusiasmante: complessivamente le attuali quotazioni delle annate fra i 1945 e il 1962 di Chateau d’Yquem sono inferiori di un abbondante 20% rispetto a quelle del 2021.

Fonte: Milano Finanza.

Speculazioni, il vino nel mirino i viticoltori stentano e i prezzi volano – Caro prezzi non solo per la pasta è allarme anche per il vino.
Dopo la pasta è la volta del vino. Si è appena chiuso, con uno strascico di polemiche, il primo incontro promosso dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso per far luce sui rincari fuori controllo denunciati sui pacchi di pasta a fronte del crollo del prezzo del grano. RINCARI FUORI CONTROLLO: IL MINISTRO URSO VUOLE FARE CHIAREZZA CARO PREZZI NON SOLO PER LA PASTA È ALLARME ANCHE PER IL VINO. L’Uiv denuncia : le aziende vitivinicole non riescono a coprire i costi, con i prezzi delle bottiglie in aumento, mentre l’industria del vetro realizza profitti record Imballaggi, spunta un’altra emergenza con il regolamento Ue che metterà fuori mercato le confezioni magnum. Adesso a soffrire è uno dei settori trainanti per il Made in Italy. Dopo la pasta è la volta del vino. Si è appena chiuso, con uno strascico di polemiche, il primo incontro promosso dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso per far luce sui rincari fuori controllo denunciati sui pacchi di pasta a fronte del crollo delle quotazioni del grano, e ieri è scoppiato un nuovo caso.

Fonte: Quotidiano del Sud L’Altravoce dell’Italia.

Per le Coop del vino ricavi a 4,8 miliardi – La crescita delle Coop del vino: giro d’affari oltre 4,8 miliardi.
Tra le prime cinque cantine italiane per fatturato tre sono cooperative: al vertice Cantine Riunite e Civ, poi Caviro e al quinto posto (dopo le private Argea e Antinori) c’è la trentina Cavit Giorgio dell’Orefice Sono l’altra metà del vino italiano. Rappresentano infatti circa il 58% dei volumi prodotti e il 40% del giro d’affari complessivo del settore. Si tratta dell’universo delle cooperative vitivinicole, tre distinte centrali che associano 379 cantine cooperative, contano oltre 100mila soci e un giro d’affari annuo di 4,8 miliardi di euro, due dei quali legati alle esportazioni. In termini occupazionali la cooperazione vitivinicola dà lavoro a 9mila addetti il 67% dei quali impiegati a tempo indeterminato. E sono l’altra metà del vino italiano rispetto al mondo delle cantine familiari e dei grandi brand storici, ma detengono esse stesse brand rinomati e spesso rappresentano unioni di famiglie di viticoltori.

Fonte: Sole 24 Ore Food 24.

Convocato un tavolo anticrisi per decidere sulla distillazione.
II problema delle eccedenze va affrontato per evitare oltre al calo delle vendite anche quello dei listini Dal Governo 1 vino resta il settore di punta del made in Italy agroalimentare ma non mancano i problemi e le difficoltà. Lo scorso anno, ad esempio, si è assistito a un rallentamento dei consumi, in Italia e all’estero, che ha penalizzato i vini rossi anche a denominazione d’origine. E se non ci fosse stata la locomotiva Prosecco anche le vendite all’estero avrebbero chiuso in negativo. Il problema delle eccedenze resta e va affrontato se non si vuole assistere in breve oltre al calo delle vendite anche a quello dei listini. A marzo scorso è stato registrato un volume di eccedenze di vino di 6o milioni di ettolitri, in crescita del 5% rispetto allo scorso anno. Un quantitativo superiore alla produzione di una intera vendemmia.

Fonte: Sole 24 Ore Food 24.

Tutti i profumi dell’Etna sotto il vulcano vince il bio.
Uno degli “spicchi” d’Italia su cui da tempo ha investito famiglia Piccini 1882, una delle più elettrizzanti esperienze vitivinicole della Penisola, è l’Etna. Torre Mora è una piccola tenuta di 15 ettari interamente dedicata alla viticoltura biologica e sostenibile. La realtà imprenditoriale si estende tra Contrada Daffare Galluzzo, a Rovitello, e nella Contrada Alboretto Chiuse del Signore, all’interno del comune di Linguaglossa, a un’altezza compresa tra i 600 e i 700 metri, abbracciando quindi tutta la ricchezza territoriale del Vulcano. I metodi utilizzati in campagna sono quelli tradizionali, con l’obiettivo di restituire la complessità di un territorio che esprime tutta la sua forza e vocazione attraverso i vitigni Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio, per la produzione del rosso, e nel Carricante per i bianchi.

Fonte: Sport Week.

Gagliardo e i vini Una passione di famiglia targata Asti.
Nel 2017 l’acquisto della Tenuta Garetto ad Agliano Non solo Barbera di alta qualità, ma anche Moscato La voglia di mettersi in gioco non si può certo dire che sia mai mancata a Gianni Gagliardo, vignaiolo di grande spessore intellettuale, la cui relazione con il vino porta in sé le orme di quel viticoltore langarolo appassionato che fu Paolo Colla. Padre di Marivanna e suocero di Gianni, si devono a lui le prime sperimentazioni di quella che, solo nella metà degli anni Ottanta, diventerà l’azienda “Poderi Gianni Gagliardo”, una realtà in grado di spaziare tra tutte le bellezze enoiche del Piemonte, dal pregiato e prelibato Barolo, passando per l’esaltazione dell’Arneis e delle bollicine di Moscato, fino a raggiungere, in tempi più recenti, l’area del Barbera. Ed è proprio da quest’ultima tappa che oggi comincia il racconto della famiglia Gagliardo, le cui radici hanno iniziato a intrecciarsi con il territorio astigiano da qualche anno appena. È infatti del 2017 l’acquisto di Tenuta Garetto ad Agliano Terme, nel cuore della nuova denominazione Nizza Docg.

Fonte: Corriere Romagna La Settimana.

Gal Ducato, per la Malvasia si cercano gli «ambassador».
Appuntamenti A Sala Baganza, Parma e Borgotaro Gal Ducato, per la Malvasia si cercano gli «ambassador» Prima data, 23 maggio I primo dei tre incontri si terrà in Rocca Sanvitale a Sala. )) Sala Baganza Tre appuntamenti riservati ai ristoratori per scoprire e saper valorizzare un prodotto simbolo del nostro territorio: la Malvasia. L’occasione è offerta dal progetto «Il Mito della Malvasia» e propone agli operatori interessati una degustazione guidata delle migliori malvasie. L’evento è organizzato dal Gal del Ducato con il supporto tecnico di Parmaln, in collaborazione con la Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli di Parma, la Strada del Fungo Porcino di Borgotaro, il Consorzio Volontario Tutela Vini Dop Colli di Parma, Ascom Confcommercio e Confesercenti Parma e si pone per obiettivo quello di formare un network di «ambassador» del vino più rappresentativo del territorio.

Fonte: Gazzetta di Parma.

Torna Mare & Mosto, eccellenze in vetrina.
Domenica 21 e lunedì 22 maggio gli appassionati di vino di qualità ma non solo, potranno visitare ben 80 cantine che trasformeranno l’Annunziata, nella Baia del Silenzio, in un salone dedicato ai sapori e alle eccellenze enogastronomiche della Liguria. Torna “Mare e Mosto—Le vigne Sospese” (8a edizione), la più grande rassegna su vino e olio ligure organizzata da Ais (Associazione italiana sommelier) Liguria. Anche gli addetti ai lavori avranno l’occasione di partecipare a degustazioni, eventi e workshop sulle tecniche più avanzate e innovative. La domenica sarà dedicata ai visitatori, con degustazioni e laboratori di approfondimento sensoriale, mentre il lunedì sarà riservato a un pubblico specializzato, con incontri e workshop tematici riguardanti le più importanti novità del settore.

Fonte: Secolo XIX Levante.

Alla scoperta del vivace Grignolino.
Oggi e domani due giorni dedicati al “vino anarchico” che piaceva pure ai Gonzaga In programma eventi di approfondimento e degustazioni con street food. Chi Si è limitato a definirlo un «vino anarchico» non lo conosce ancora abbastanza. L’occasione giusta potrebbe essere la due giorni di oggi e domani al castello dal titolo «Anteprima Grignolino». Vino che già troneggiava sulla mensa dei Gonzaga nel XVII secolo, facendolo arrivare a Mantova e che nel regno di Casa Savoia veniva annoverato tra i rossi più pregiati, sua maestà il Grignolino oggi dalle 17 alle 23 e domani dalle 11,30 alle 19 sarà in ottima compagnia con qualche altro vino pregiato e dalla coltivazione limitata come il Rubino di Cantavenna e il Gabiano prodotti in 11 mila e 7000 bottiglie nel 2021 nella manica lunga del castello, per l’organizzazione del Consorzio di tutela vini Colline del Monferrato Casalese.

Fonte: Stampa Alessandria.

Appuntamento a Nizza Monferrato Weekend della Barbera notte bianca e spettacoli per la signora dei calici.
A Nizza Monferrato dei circa 1000 ettari dedicati alla viticoltura, più della metà sono coltivati a Barbera, un dato significativo che una ventina di anni fa ha spinto gli amministratori a dare vita ad una delle più importanti manifestazioni dedicate alla Barbera. A partire da questa mattina, la città si tinge di rosso per ospitare l’edizione 2023 di “Nizza è Barbera”. Un week end all’insegna della convivialità con un programma di iniziative che offrirà la possibilità ai wine lovers di conoscere da più vicino le origini di un importante vitigno. Al centro dell’iniziativa ci saranno i 70 produttori schierati nella cornice del foro Boario di piazza Garibaldi pronti a stringere la mano e far degustare il loro vino al pubblico dei visitatori.

Fonte: Stampa Asti.

Festa del Ruché, da sagra a evento mondiale “Il nostro vino guarda ai mercati del futuro”.
A Castagnole Monferrato oggi e domani, alla Tenuta La Mercantile, è in programma la tradizionale vetrina che celebra i produttori del territorio coltivato in sette comune, il vitigno ha già conquistato oltre 200 ettari e sta crescendo: nel 2022 prodotte un milione e 93 mila bottiglie Festa del Ruché, da sagra a evento mondiale “Il nostro vino guarda ai mercati del futuro” 17 I produttori del Nucht’, che limn() parte dell’associazione nata nel 2001. Al Ruché non manca nulla rispetto ai blasonati cugini delle vigne. Un po’ di mistero sul nome. Una leggenda sulle sue origini. E tante potenzialità, frutto di annidi studio, perfezionamento e investimenti. Lo dicono i numeri. Oltre 200 ettari coltivati in sette comuni. Estensione destinata a crescere. Quarantacinque produttori-imbottigliatori, 51 aziende che hanno prodotto l’uva da destinare in cantina. Un milione e 93mila bottiglie sfornate nel 2022. «Se non lo bevi per un po’, il Ruché ti manca» dice il neo presidente dell’associazione Franco Cavallero, che da solo ne produce quasi 80mila.

Fonte: Stampa Asti.

Una chicca enologica da casa Candido.
E’ uno strano destino quello dell’Aleatico di Puglia. Pur essendo ammessa la sua coltivazione in tutte le province, lo si coltiva ben poco. Stando ai dati Agea del zot5 (più recenti e attendibili non ce ne sono) la sua coltivazione m Puglia è estesa per circa 75 ettari, di cui 22 nella provincia di Lecce, zo in quella di Bari e il restante tra Brindisi, Taranto, Foggia e Bari. II motivo della sua scarsa coltivazione è intuibile. Data b sua aromaticità, non è un caso che in alcune zone venisse erroneamente chiamato Moscato Need è sempre stato mescolato ad altre varietà per ottenere vini più profumati, tranne quando si voleva produrre un vino dolce. In questo caso Aleatieo esprime al meglio le sue qualità. Ovviamente in periodi in cui i vini dolci non sono motto apprezzali la sua coltivazione subisce drastici ridimensionamenti.

Fonte: Corriere del Mezzogiorno Puglia.

Galasso il re dei sommelier.
Sisa, i detti popolari hanno origine dall’esperienza. E quello che recita “non c’è due senza tre” trova conferma nel concorso del miglior sommelier organizzato dall’Ais Puglia. Dopo essersi aggiudicato, lo scorso anno il doppio titolo di miglior sommelier del Primitivo e del Nero di Troia, il barlettano Carmine Galasso ha vinto di recente anche la gara per il Negroamaro. Venti i partecipanti, da tutta Italia, alla selezione tenutasi a Lecce presso l’Hotel Tiziano, in collaborazione con il Consorzio del Salice Salentino Dop. Due le fasi del concorso: alla prova scritta, che ha determinato una prima classifica, ha fatto seguito quella pratica e di comunicazione, riservata ai primi tre, con modalità di degustazione, tecniche di servizio, abbinamento cibo-vino e narrazione della storia, aziende e caratteristiche del vitigno Negroamaro.

Fonte: Gazzetta della Bat.

Cisterne piene di vino Il Primitivo Dop vive un momento di calo.
L’invenduto è di 13 milioni di litri mentre va meglio l’Igp La vendemmia si avvicina Si teme anche il crollo dei prezzi. In tutta la Puglia le cisterne sono colme di vino invenduto. Al 31 marzo i dati del Ministero dell’agricoltura segnavano una giacenza di 7 milioni e mezzo di ettolitri: 400mi1a in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Non meno preoccupante la situazione nella provincia di Taranto dove a pagare maggiormente la crisi è il Primitivo Dop: 371mila ettolitri a marzo del 2021, 501mila oggi con un invenduto di 13 milioni di litri. Cisterne ancora piene e mancano pochi mesi all’arrivo del nuovo prodotto della vendemmia che le cantine non sapranno dove mettere. Le conseguenze potrebbero essere gravissime, a partire dal crollo del prezzo delle uve che seconda le prime proiezioni scenderebbe a 25 0 30 euro per quintale, contro gli 80 euro della passata campagna e 1 160 euro degli anni d’oro quando e iniziato l’assalto del Primitivo Igp che ha drogato i mercati.

Fonte: Nuovo Quotidiano di Puglia edizione di Taranto.

Wine & Spirits tasting: appuntamento a Lecce.
quelle di spirits: nel Salone delle feste gli spazi espositivi sono dedicati ai produttori di vino locali, nazionali e internazionali, che presenteranno le nuove annate e le novità di gamma. Sarà dedicato invece agli spirits e al mondo della “mixology” lo spazio in terrazza. Per tutto il giorno sono in programma momenti di formazione con i protagonisti di cantine storiche e prestigiose, produttrici di grandi vini e champagne. Si partirà, alle 11, con un seminario dedicato ai cocktail “Salento cocktails competition , con Fabio Bicchi, bartender, manager, formatore tra i professionisti più importanti del settore; alle 12 si va alla scoperta dei vini del Trentino con “CantinaToblino: i custo Degustazione e formazione di della Nosiola” accompa sono i tratti salienti di Wine gnati da Paolo Leone e Claue Spirits Tasting, la manifestazione dio Perpruner; alle 14 stazione organizzata da Lin- Michela Muratori racconta ciano Liquors in programma “Muratori una storia di lunedì 15 maggio nell’antica Franciacorta’: II ciclo di semi fortezza di Torre del Parco, nari giunge a conclusione dalle 11 alle 21.

Fonte: Salento in tasca.

Viti e frutteti nella tempesta adesso si contano i danni.
Interi campi coltivati vengono colpiti in pochi minuti da una mitragliata violenta di ghiaccio e pioggia. Decine di agricoltori corrono a ripararsi in casolari e tenute. Il paesaggio caldo di primavera a un tratto si ribalta e diventa un quadro invernale. Il temporale dura circa un’ora, ma tanto basta: nel primo pomeriggio le radici delle vigne nel Chianti fiorentino sono coperte da un manto sconfinato di chicchi di grandine. Lo stesso accade a terreni con alberi da frutto e distese di ortaggi. «La forte perturbazione non ha risparmiato la zona del Chianti, tra Panzano e Greve, dove si produce il pregiato vino Chianti Classico Docg ma anche alcune aree delle campagne del Mugello e Montespertoli – dice Coldiretti Firenze Prato che ha già iniziato un monitoraggio tra le aziende agricole del territorio per avere nei prossimi giorni una stima dei danni.

Fonte: Repubblica Firenze.

Consorzio Vini: Vincent Grosejan è il nuovo presidente Ha preso il posto del dimissionario Stefano Di Francesco.
Ha un nuovo presidente il Consorzio Vini Valle d’Aosta, che si occupa di promuovere e tutelare i vini Doc valdostani. Si tratta di Vincent Grosjean. Prende il posto del dimissionario Stefano Di Francesco, che ha guidato il sodalizio nel primo anno dopo la sua nascita, nella primavera del 2022. «Ho deciso molto serenamente di fare un passo indietro per motivi personali e professionali. – spiega Stefano Di Francesco – Già al momento di accettare l’incarico avevo chiarito che, avendo già due lavori – il viticoltore e l’avvocato – avrei dovuto fare i conti con il tempo a disposizione. La presidenza del Consorzio si è dimostrata una carica impegnativa che ho cercato di ricoprire al meglio. Ora ho però fatto presente che non posso più proseguire e sono felicissimo che per ricoprire questo ruolo sia stato scelto Vincent Grosjean, un maestro della viticoltura valdostana, una persona splendida a livello sia umano che professionale a cui auguro di cuore un buon lavoro!».

Fonte: Valle’ Notizie.

Dalla laurea alla cantina La mia nuova vita nel vigneto di famiglia.
Tre generazioni di produttori di #vino e una bellissima storia di avvicinamento alla terra risalente al secolo scorso. Oggi a prendere le fila del vigneto e dell’azienda agricola ci sono due giovani sorelle che portano avanti l’attività di famiglia con amore e rispetto della #biodiversità. Siamo andati a trovare Valeria Ferro, che ci ha raccontato dei vini e dell’attività de La Colombiera a Castelnuovo Magra, a cavallo tra Liguria e Toscana.

Fonte: YouTube.

Torna la seconda edizione di “Ossola in Cantina”.
Sabato 13 maggio – previsto il rinvio al 27 maggio in caso di maltempo – dalle 11 alle 18, sette cantine della Val d’Ossola apriranno le proprie porte per regalare al grande pubblico un viaggio di scoperta vitivinicola. I fianchi delle montagne della Val d’Ossola, fino ad un secolo fa letteralmente coperti da 400 ettari di vigneti, sono vere e proprie terrazze assolate (söstign in dialetto) e grazie all’impegno di valorosi coltivatori stanno tornando a regalare piccoli e grandi gioielli enologici. Alcune vigne della Val d’Ossola sono vigneti eroici, ubicati su terreni con pendenze importanti ad altitudini di media montagna, al pari dei più conosciuti in Valtellina, Liguria o nel vicino Canton Vallese svizzero. Perla del vino locale è da sempre il Nebbiolo tradizionale, il Prünen. In passato il Prünent è stato un vino pregiato, invecchiato in botte, conosciuto e apprezzato anche al di fuori dei confini locali.

Fonte: Italiaambiente.

Osteria dei Poeti fallita, la lunga fila per le 3 mila bottiglie all’asta.
C’è tempo fino a domani, anche se le bottiglie più pregiate sono state già vendute. Una lunga fila si è infatti formata ieri davanti all’Istituto vendite giudiziarie a Castenaso, dove sono state messe all’asta le bottiglie di vino e distillati, più di 3 mila, custodite nella cantina della storica Osteria dei Poeti, dopo la dichiarazione di fallimento della società che l’aveva gestita negli ultimi anni. Nel 2019 ci fu il sequestro preventivo per un’inchiesta per bancarotta fraudolenta della Guardia di Finanza. Tra i pezzi più ambiti, bottiglie di Champagne, Supertuscan, Cognac e Armagnac. Più del 90% delle bottiglie è stato venduto nel primo giorno, con oltre 400 ingressi. Tra i vini portati a casa dagli acquirenti, un Masseto, e poi Bordeaux e Chateau francesi, a 1000 euro a bottiglia, vini che sul mercato hanno prezzi superiori, anche oltre i 1600 euro. E poi Sassicaia e Ornellaia vendute a 600 euro, circa un terzo del valore di mercato.

Fonte: Bologna Today.

Gotto d’oro, la cantina marinese è in salute: approvato bilancio 2022, tanti progetti in cantiere.
Venerdì 5 maggio scorso si è svolta l’assemblea generale dei soci della Cooperativa Gotto d’oro per l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2022. Il periodo temporale in esame è stato fra i più difficili per le conseguenze della pandemia, della guerra, dell’aumento dei costi e della scarsità degli accessori. Una accorta revisione ed adeguamento dei piani di fornitura e di organizzazione del lavoro ha tuttavia consentito di recuperare un più 5% per le remunerazioni dei soci che rappresentano l’autentico ed irrinunciabile motore dell’attività aziendale. “Il raggiungimento di tale importante obiettivo rappresenta sicuramente uno stimolo importante, anche per i nostri produttori, alla continuazione della viticoltura laziale e con essa alla salvaguardia dell’ambiente” commenta il presidente di Gotto d’oro, ingegner Luigi Caporicci.

Fonte: Ilmamilio.it.

Convenzione ENEA – IRVO per l’efficientamento Energetico delle cantine siciliane.
Il crescente costo dell’energia elettrica e del gas degli ultimi mesi rischia di mettere in difficoltà il nostro settore produttivo, per cui si rende necessario una valutazione dei possibili interventi di risparmio energetico che possano mitigare gli effetti dovuti agli elevati aumenti delle bollette e il loro impatto nell’economia aziendale. In questo ambito, ENEA e I.R.V.O. hanno avviato una collaborazione per analizzare i principali consumi associati ai cicli di produzione delle aziende vinicole del territorio. Obiettivo della collaborazione è quello di individuare le possibili soluzioni tecnologiche e gestionali che potrebbero consentire un risparmio energetico mantenendo gli elevati standard di qualità dei prodotti e dei processi produttivi. Sebbene le cantine siano aziende che lavorano con un ciclo produttivo fortemente concentrato in alcuni mesi/anno (in particolare da agosto a ottobre) richiedono notevoli quantità di energia sia per i processi di trasformazione sia per la climatizzazione dei locali di stoccaggio (silos, serbatoi, vinificatori, botti, ecc) dove avviene il processo di fermentazione e il successivo affinamento

Fonte: Telesud.

Cresce il consumo di vino italiano in Russia.
Le sanzioni riguardano solo le bottiglie dal costo superiore ai 300 euro. Si registra “un leggero calo a volume ma cresciamo a valore”, spiegano gli esportatori. “I numeri dell’Istat parlano chiaro: nel 2022 il vino italiano in Russia è cresciuto del 16% a valore (per un totale di 172 milioni di euro) rispetto all’anno precedente, che, è doveroso dirlo, era stato segnato dagli strascichi della pandemia”, scrive il Gambero Rosso che allo stesso tempo sottolinea come al Vinitaly di quest’anno “i buyer russi non c’erano” tra i più di mille operatori accreditati provenienti da 68 Paesi. Anche perché la presenza o meno non sembra aver pesato affatto “sulle esportazioni di vino verso l’ex-Unione Sovietica”. Tant’è che il sito della rivista gourmet si chiede: “Ma allora che ne è dell’apocalisse commerciale paventata all’indomani delle sanzioni UE, emesse il 15 marzo dello scorso anno?” La risposta è però conseguente: “Forse troppo rumore per nulla, visto che riguardano solo i vini dal costo superiore ai 300 euro” in quanto “va da sé che una grossa, grossissima fetta dei vini del nostro Paese rimane fuori dal blocco, volto a colpire perlopiù gli acquisti lussuosi di magnati e oligarchi”.
Fonte: AGI.

Vino. Uiv: bollette e bottiglie, i conti non tornano. Volano gli utili dell’industria vetraria.
Si è chiuso con bilanci da record il 2022 per le principali vetrerie italiane ed europee che, in piena crisi energetica, hanno segnato utili anche sopra il 30%. Una performance eccezionalmente positiva, sostenuta anche dai crediti di imposta e dall’aumento dei listini imposti al mondo del vino (+70% il costo delle bottiglie in poco più di un anno). A fare da contraltare, più a valle lungo la filiera, sono i conti delle imprese vitivinicole italiane (tra minori vendite allo scaffale e costi di produzione alle stelle, con la relativa riduzione dei margini lordi per circa 900 milioni di euro) e i portafogli dei consumatori, sempre più alleggeriti da inflazione e carovita, che si traducono in tagli agli acquisti di vino nell’ordine del 6-7%. Una dicotomia denunciata da Unione italiana vini (Uiv) in seguito all’inchiesta in uscita lunedì 15 maggio sul Corriere Vinicolo (https://corrierevinicolo.unioneitalianavini.it/), che ha ricostruito l’andamento dei costi della bolletta energetica e del prezzo delle bottiglie di vetro degli ultimi due anni mettendo sotto la lente i bilanci di tre colossi europei del vetro attivi in Italia, O-I Glass, Verallia e Gruppo Zignago Vetro. A sorprendere Uiv, il paradosso che vede da una parte la riduzione dei costi energetici (tornati ai livelli del 2021), dall’altra il progressivo aumento – anche nel 2023 – del costo delle bottiglie di vetro.

Fonte: Agricultura.it.

Il business del vino rimane solido nonostante alcune sfide.
Su invito dell’assessore provinciale all’Agricoltura, Arnold Schuler, i presidenti delle cantine altoatesine, assieme al presidente e al direttore del Consorzio Vini Alto Adige, Andreas Kofler e Eduard Bernhard, hanno affrontato i temi di maggiore attualità per il settore vitivinicolo nell’incontro di ieri tenutosi presso il Centro di Laimburg. Presente anche il presidente dell’Unione Agricoltori e Coltivatori diretti sudtirolesi, Leo Tiefenthaler. L’obiettivo del confronto era quello di fare il punto sulla situazione attuale e di discutere le sfide future. Il comparto vitivinicolo locale ha ottenuto grandi successi negli ultimi anni. La qualità delle etichette prodotte in Alto Adige è ormai elevata e sono molto richieste sia a livello nazionale che internazionale. “Sono poche le zone al mondo che producono vino a un livello paragonabile al nostro”, ha sottolineato l’assessore provinciale. Secondo Schuler, le superfici coltivate potranno aumentare leggermente in futuro, ma su scala limitata e questo, come hanno confermato i presenti, nell’interesse del settore.

Fonte: Provincia autonoma di Bolzano.

Brad Pitt dopo il vino si cimenta col gin.
Dopo Bob Dylan e George Clooney, un’altra celebrita’ presta la sua fama al mondo dei superalcolici: Brad Pitt presentera’ al festival di Cannes la sua nuova creatura, un’etichetta di gin battezzata The Gardener e prodotta in collaborazione con il maestro distillatore Tom Nichol (ex Tanqueray) e la famiglia Perrin che fu partner dell’attore nelle sue prime esperienze enologiche al Castello Miraval e piu’ di recente lo scorso autunno si e’ associata con lui per una linea di skincare che utilizza il mosto rimasto dalla produzione del vino. Il Gardener e’ un London dry gin distillato in Francia da una base di grano con un mix botanico che include ginepro, coriandolo, liquerizia e angelica, note di limone, pompelmo rosa e arancia di Cap D’Antibes.

Fonte: ANSA.

Napoli capitale del vino per due giorni.
VitignoItalia a Napoli con oltre 250 aziende, più di 1500 etichette e 20 buyer provenienti da 15 paesi. Domenica 14 e lunedì 15 maggio: sono queste le date ufficiali di VitignoItalia 2023, il Salone dei Vini e dei Territori Vitivinicoli Italiani ormai da anni punto di riferimento nel calendario degli eventi legati al mondo del vino. Nuova la sede, il prestigioso Maschio Angioino; nei suggestivi spazi di quello che è uno dei più celebri simboli di Napoli i visitatori potranno godere di un vero e proprio viaggio nell’Italia del vino, con un particolare focus sulle realtà campane. Saranno circa 250 le aziende, oltre 1500 etichette, uno straordinario parterre di cantine e territori e Consorzi (Friuli DOC, Roma DOC, Vesuvio DOC) in grado di fare di Napoli, per due giorni, la capitale italiana del vino.

Fonte: Ambiente Quotidiano.

Degustare vino nello spazio: dal 2025 si potrà. Ma costa una fortuna
La nuova frontiera del vino? Probabilmente lo spazio, ma solamente per pochi eletti dal conto in banca particolarmente cospicuo. Dal 2025 infatti i wine lovers più abbienti avranno la possibilità di poter effettuare degustazioni direttamente nella stratosfera, a circa 25 chilometri di altezza (tre volte l’Everest, più del doppio rispetto all’altitudine massima degli aerei) e ammirando sotto di loro lo spettacolo della curvatura terrestre, sopra invece le stelle della volta celeste .
Un’esperienza all’insegna del vino vino, ma anche cibo, per la modica cifra di 120 mila euro per prenotare un singolo posto. Tutto è nato grazie all’intuizione di un’azienda privata francese che sta lavorando all’ambizioso progetto: portare degli ospiti illustri nella stratosfera e qui permettere loro di vivere un’esperienza unica e, siamo piuttosto sicuri, a disposizione di pochi eletti. Il tutto nel secondo strato dell’atmosfera terrestre, quanto basterà comunque per godersi un bel rosso a bordo di una speciale navicella e ammirare la curvatura del nostro pianeta sotto i loro piedi.

Fonte: Cookist.

STAMPA ESTERA

Why Mexican wine deserves its moment in the sun.
Mexican food, tequila and mezcal may be the height of fashion but the country’s wine has yet to have its moment in the sun. In fact, sun is a problem: winemakers must confront fierce heat and a notoriously dry climate. Mexico has been known for rustic, burly reds without much international appeal. Its dominant wine region, Valle de Guadalupe in Baja California in the far north-west of the country, is running out of water. Resources are increasingly being diverted away from wine production to the lively tourist scene there. But there are exciting developments on the horizon, as I learnt during a five-hour tasting of mostly new-wave Mexican wines chosen by three leading local wine experts in Mexico City last month. Sommeliers and wine writers Carlos Borboa and Manuel Negrete and wine consultant Sandra Fernandez chose 27 wines for me to taste and provided impressive background on them and the dramatic landscapes in which pioneers of newer wine regions are planting grapes. Wine is grown in 15 of Mexico’s 31 states, mostly in the north and centre but also further south. (I was told of one grower who somehow manages to grow the finicky, cool-climate Pinot Noir grape in Puebla, which is south of Mexico City.) Until I flew over the country, I hadn’t realised just how mountainous it is. The cool temperatures associated with high elevation go some way towards compensating for its low latitude; Mexico spans roughly the same tropical/subtropical zone as Saudi Arabia. Quite a few of the wines I tasted came from vineyards at between 1,800m and 2,000m, which is higher than many vineyards in Mendoza, Argentina’s most important Andean wine region. The wines I tasted were chosen to show what is possible rather than what is the norm. Among them Why Mexican wine deserves its moment in the sun Jancis Robinson Wine were a fine, recognisably varietal Riesling from 12-year-old vines at 1,800m “in the middle of nowhere” (in fact, Casio in Aguascalientes); a very creditable riposte to champagne; a sophisticated Sauvignon Blanc based on a certified clone from Ch d’Yquem in Bordeaux; interesting rosés from both Sangiovese and Malbec; a beautifully pure Syrah that could well withstand international comparison; and quite a few hearty red blends that were a bit more typical. A significant proportion of the winemakers involved came from outside Mexico, presumably bringing expertise and a new view of what is possible. Beer and tequila remain the most popular drinks in Mexico, although for a certain sort of younger drinker wine is a signifier of sophistication — just as it has been in China.

Fonte: Financial Times Life&Arts.

Grands vins cherchent jeunes chefs.
LE TEMPS D’UNE RÉSIDENCE OU D’UN ÉVÉNEMENT. LES CUISINIERS EN VUE SONT COURTISÉS PAR LES MAISONS DE CHAMPAGNE ET DE SPIRITUEUX DÉSIREUSES DE RAJEUNIR LEUR CLIENTÈLE, DÉVELOPPER LEUR NOTORIÉTÉ ET ÉLARGIR LES MOMENTS DE CONSOMMATION DE LEUR MARQUE. Effervescence à Reims : la première résidence de chefs a ouvert hier au sein de la Maison Cordon Rouge, ancienne demeure familiale des champagnes C. H. Mumm jusqu’alors fermée au grand public. Mallory Gabsi, prodige de 26 ans repéré dans « Top Chef» et auréolé depuis de 1 étoile et d’un prix du jeune chef par le Michelin pour sa table parisienne ouverte il y a un an, ouvre le bai. Dans trois mois, il sera remplacé par Florian Barbarot puis par Kelly Rangama, deux toques trentenaires réputées pour leur approche contemporaine et créative. « C’est la première fois que la maison ouvre un restaurant pérenne, qui recevra toute l’année, explique Raphaella Allouche, directrice de la communication chez Pernod Ricard, en charge de Mumm. Nous donnons carte blanche à des talents en devenir, des chefs décomplexés, qui collent à notre ADN. Mumm a toujours été tourné vers le challenge, l’innovation, comme ie montre !a bouteille que nous avons conçue dernièrement pour aller dans l’espace. Nous démarrons avec Mallory car il incarne la fraicheur, le dynamisme, l’audace, la volonté de surprendre tout en restant dans l’excellence. » En haut des marches de la coquette bâtisse de la fin du XIX• s’ ouvrent deux salons accueillant 26 couverts, un bar et un jardin, à mème d’en recevoir une trentaine de plus les jours de beau temps. Un cocon douillet où photos et menus vintage aux murs rappellent l’attachement de la maison à la gastronomie et à l’exploration. Des menus uniques sont proposés en trois (déj., 55 C), quatre (75 €) et six temps (115 E) ainsi qu’un brunch le dimanche (85 C). Mallory, qui prévoit de les changer tous les mois, démarre par les bestsellers de son étoilé parisien : langoustine juste snackée, broccia, tomates et consommé de crustacé; anguille au vert, grand classique belge qu’il présente ici dans sa cinquième version; soupe petits pois et haddock ; effiloché de joue de hceuf à la bière, siphon pomme de terre, tuile pain d’épices et moutarde; pigeon d’Anjou cuit sur le coffre, purée de carottes et piment et siphon de lasagnes; fraise des bois, amande, litchi et opaline acidulée. Un déroulé réconfortant avec quelques fulgurances, comme l’anguille ou le dessert tout en fralcheur. L’excitation d’une ouverture [in réel défi pour le jeune talent que d’apposer son nom sur une table où, bien qu’il ait formé les équipes et entende se rendre sur place tous les quinze jours, il ne sera pas présent à chaque service. «A 26 ans, je ne peux pas me permettre, rien que pour ma maman, de mettre en péril la belle petite carrière que j’ai construite. le n’aurais jamais signé si je n’avais pas confiance, l’ai compris que, meme en mon absence, Mumm ne laisserait jamais sortir un plat qui ne serait pas à la hauteur. » Ce projet, confie-t-il, c’est aussi la chance de revivre l’excitation d’une ouverture, les tracas logistiques en moins. 11 a posé une seule condition : celle de travailler avec les mêmes producteurs qu’à Paris. «l’ai l’impression d’être dans mon restaurant! Et heureusement, car j’ai besoin de me sentir bien pour m’exprimer pleinement.

Fonte: Figaro.

A Wine for Every Glass (And Budget).
The Perrins produce terrific expensive wines, good grocery store wines and wines at various price points in between. DON’T TRY TO BE all things to all people. That was one of my early life lessons. Fortunately, the Perrins were taught otherwise. Based in the southern Rhône Valley of France, this family produces terrific expensive wines, good grocery store wines and wines at various price points in between. Of the dozen or so Perrinproduced bottles ranging from $8 to $85 that I purchased for this column, only one was less than enjoyable. How does one family make so much good wine of so many kinds? I put the question to Max Perrin, CEO of Famille Perrin, when we spoke by phone a few weeks ago. Family members with diverse talents but similar palates is a big asset, said Mr. Perrin from his home in Châteauneuf-du-Pape. “That’s very unique in the wine world,” he added. Mr. Perrin’s brothers, sisters and cousins each oversees a different aspect of the family business. “But we make all the decisions as a family,” he noted. He might be CEO, but his vote doesn’t matter more than that of any other Perrin. “Every family member is a shareholder,” he said. The Perrins own Château de Beaucastel, one of the greatest estates in Châteauneuf-du-Pape, as well as hundreds of vineyard acres in the northern and southern Rhône Valleys, where they make wine under the Famille Perrin and Maison Les Alexandrins labels. They also produce wines in Champagne, Provence and California in partnership with other winemakers and one movie star. The latter, Brad Pitt, made news internationally when he and thenpartner Angelina Jolie acquired Château Miraval in Provence through a holding company in 2008. Four years later Mr. Pitt teamed up with Marc Perrin following an introduction by a mutual friend, the New Jersey-based furniture designer Frank Pollaro. “In the last 25 years we’ve looked at properties in Provence, but nothing really blew me away until I visited Miraval,” said Mr. Perrin. Mr. Perrin makes the winemalcing decisions, but Mr. Pitt is involved in all the winery’s design-related choices, said Mr. Perrin. The 2022 Miraval Côtes de Provence Rosé ($28) is well-designed inside and out: a wine that is beautifully balanced between acidity and fruit in an elegant flagon-shaped bottle. (A new Pitt-Perrin collaboration, the Gardener Gin, debuting at the Cannes Film Festival, is packaged in an equally beautiful bottle.) The Perrin-Pitt partnership might be the most public chapter of the Perrin wine story, which began over a century ago, when Pierre Tramier purchased Château de Beaucastel in 1909. He passed it along to his son-in-law Pierre Perrin, who in turn passed the estate along to his son, Jacques. When Jacques died suddenly in 1978, his sons Jean-Pierre and François took over. When they retired in 2022, they turned it over to their children. Today each of the seven Perrin offspring—Max, Pierre, Thomas, Cécile, Charles, Matthieu and César—oversees a specific aspect of the family empire, which indudes a restaurant and a hotel in addition to the wine business. The undisputed jewel of the Perrin wine portfolio is Château de Beaucastel, which wine critic and Châteauneuf-du-Pape fan Robert M. Parker Jr. proclaimed “the most consistently great producer of Châteauneuf-du-Pape over the last three decades or more.” It is one of the largest estates in Châteauneuf-du *** Pape, one of the most beautiful and one of the most viticulturally distinctive.

Fonte: Wall Street Journal Usa Off Duty.

Grazie per l’ascolto, vi ricordiamo che le news di oggi, sono state offerte da Blinkup

A risentirci a domani.