Orzo e grano di alta qualità, con produzioni in leggero calo.

Confagricoltura: orzo e grano di alta qualità, con produzioni in leggero calo.  Forti timori per le coltivazioni estive: se non arriveranno le piogge  si perderà l’intero raccolto.

Orzo e grano di alta qualità, con produzioni in leggero calo.

Nonostante i forti temporali di questa mattina, con alcuni danni localizzati, tra Torinese occidentale, Canavese, Biellese e Alto Vercellese, la situazione di siccità che sta vivendo il Piemonte desta forti apprensioni nel mondo agricolo.

Nelle campagne – chiarisce il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasiasta terminando la raccolta dell’orzo ed è iniziata quasi ovunque la trebbiatura del grano: i primi riscontri sono solo parzialmente positivi“.

In generale, un po’ in tutto il Piemonte, le produzioni sono complessivamente inferiori a quelle dello scorso anno, che erano già più basse della media degli anni precedenti.

Per quanto riguarda l’orzo la siccità dell’inverno e della primavera ha ridotto l’accestimento delle piantine; il cereale è rimasto con una taglia molto bassa, con una produzione di paglia scarsa (meno del 50%) e una riduzione della granella, con punte del 30-35% inferiori alla media.

Le trebbiature del grano – evidenziano i servizi tecnici di Confagricoltura Piemonte – sono iniziate da pochi giorni, con le prime produzioni che in alcuni areali sono buone, mentre nei terreni più magri e meno freschi appaiono insoddisfacenti.

Nell’Astigiano si segnala una riduzione del 25-30% rispetto alla media, sia per la granella, sia per la paglia. I grani seminati presto hanno limitato i danni, mentre quelli messi a coltura in ritardo accusano perdite del 40% rispetto alle produzioni medie.

In provincia di Alessandria nelle aree pianeggianti con terreni poveri o argillosi e nelle aree collinari – per esempio San Michele, Lu e Altavilla – si registrano perdite di raccolti di grano nell’ordine del 30 – 40%. Altre zone lungo il Bormida (quali Castelceriolo, Lobbi e Alluvioni-Piovera), lo Scrivia (Sale e Carbonara Scrivia) o lungo il Tanaro (Solero, Felizzano e Quattordio) registrano produzioni standard.

Alcune imprese agricole ben attrezzate – spiega Cristina Bagnasco, direttore di Confagricoltura Alessandriahanno effettuato un intervento di soccorso con pivot nelle aree di pianura e qualche precipitazione nel mese di aprile ha aiutato a contenere danni da siccità. La preoccupazione adesso è per le coltivazioni estive“.

Lo stato sanitario di orzo e grano è ottimo; i costi di produzione sono forte in aumento: i prezzi, seppur maggiormente remunerativi dello scorso anno, a causa della riduzione della produzione faticheranno a far raggiungere l’equilibrio economico alle imprese.

“Il rincaro dei fertilizzanti in primis e del gasolio incideranno sui costi di produzione: aumentano le spese per le lavorazioni e la trebbiatura – dichiara Enrico Allasia – e per fare il calcolo della redditività dovremo attendere qualche settimana, per capire come evolveranno i mercati”.

In provincia di Torino nell’Eporediese (Ivrea, Strambino, Romano Canavese) le produzioni di orzo e grano sono buone, con un’ottima qualità della granella; più scarsi invece i raccolti nel Chivassese, ma con produzioni di ottimo livello qualitativo.

Nel resto del Torinese e nelle pianure del Cuneese le produzioni di orzo e grano si stanno rivelando buone, con un alto peso specifico dei cereali, indice di una qualità elevata.

Le prossime settimane – afferma Marco Boggetti, responsabile dell’area tecnica ambientale di Confagricoltura Piemontesaranno fondamentali per la l’evoluzione delle coltivazioni estive, foraggere, mais e riso in particolare. Se non interverranno precipitazioni significative si registrerà un crollo dei raccolti, con riduzione anche della produzione di fieno del 40 – 45% rispetto alla campagna 2021 per la prolungata siccità invernale e primaverile“.

Per il secondo taglio dei fieni la situazione è preoccupante: i prati non irrigabili stanno già seccando, con una quasi totale perdita della produzione. Anche il mais di secondo raccolto presenta i segni dello stress idrico: la coltura è in sofferenza e se la situazione meteorologica attuale persisterà la criticità diventerà irreversibile. Inoltre nelle aree dove non è possibile irrigare la situazione è quasi completamente compromessa, soprattutto nelle zone collinari.

In attesa dell’attesissimo focus sulle previsioni vendemmiali promosso da Veneto Agricoltura il prossimo 31 agosto, il team dei tecnici regionali ha fotografato la situazione. Dalle diverse aree vitivinicole del Veneto giungono informazioni che fanno ben sperare. Produzione in leggero calo.

VENETO, VENDEMMIA POSTICIPATA E DI ALTA QUALITÀ

L’atteso focus sulle previsioni della vendemmia 2021 promosso come ogni anno (47^ edizione) da Veneto Agricoltura con Regione, Avepa e Arpav si terrà il prossimo 31 agosto (ore 9:30 su Zoom e Facebook, iscrizione su: https://previsioni2021.eventbrite.it), vale a dire quasi un mese dopo rispetto all’edizione 2020 che si era svolta il 6 agosto. La spiegazione di tale posticipo è molto semplice: le basse temperature della scorsa primavera hanno ritardato le diverse fasi vegetazionali della vite e questo, a cascata, si ripercuoterà anche sull’avvio della vendemmia, che per le varietà precoci inizierà tra la fine di agosto e l’inizio di settembre.

Nel frattempo, il team regionale del Trittico Vitivinicolo, guidato da Veneto Agricoltura promotore dello “storico” evento, unico nel suo genere in Italia, ha acceso i motori e avviato il conto alla rovescia per quella che si annuncia come un’annata molto interessante. Martedì 31 agosto, dunque, la vendemmia 2021 sarà posta sotto la lente di ingrandimento degli esperti regionali, nazionali e internazionali coinvolti nell’evento. Nell’occasione saranno infatti fornite le prime indicazioni di produzione quali-quantitativa dell’imminente vendemmia nel Veneto, nel restante nord-est, nelle principali regioni vitivinicole italiane (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia e Sicilia), nonché in Francia e Spagna. Vediamo intanto come stanno andando le cose nella nostra regione.

Bardolino-Custoza

Nell’entroterra gardesano, terra di numerose Denominazioni note in tutto il mondo, tra cui Bardolino e Custoza, l’andamento meteo 2021 ha registrato temperature al di sotto della media stagionale. Ciò ha comportato un generale ritardo dell’avvio della fase vegetativa della vite di 4-6 giorni rispetto al 2020, che oggi ha raggiunto i 12-15 giorni. Allo stato attuale la fase di invaiatura (la presa di colore dell’uva) sta interessando ormai tutte le varietà. La prima parte dell’estate è stata caratterizzata anche da numerosi eventi temporaleschi, accompagnati da alcune grandinate che comunque hanno colpito pesantemente solo alcune zone a macchia di leopardo. “Peronospora e oidio non hanno creato quest’anno grossi problemi – ricorda Alessio Giacopini, tecnico del Consorzio di Tutela – ma altrettanto non si può dire per la tignoletta (lepidottero che si nutre degli acini di uva) di prima e seconda generazione su varietà a grappolo compatto quale per esempio lo Chardonnay. Questo ha causato successivamente qualche problema di botrite (muffa grigia) accentuata dalle continue precipitazioni. Ad oggi non si riscontrano grosse problematiche di giallumi della vite, in particolare flavescenza dorata e legno nero (funghi della vite), che però si sono presentati in maniera importante sulle varietà sensibili. Una grossa problematica che sta preoccupando in questo momento i viticoltori è invece quella del mal dell’esca (altra tipologia di fungo) che sta colpendo in maniera pesante la varietà Corvina”.

Valpolicella-Negrar

Nel comprensorio dell’Amarone e del Ripasso, grandi vini della Valpolicella, la stagione vegetativa è iniziata con un ritardo di 7-10 giorni rispetto agli ultimi anni a causa, come accennato, delle basse temperature di inizio stagione. Un ritardo che si è mantenuto anche in seguito dovuto ad un mese di maggio particolarmente fresco e piovoso. Di conseguenza, la fioritura della vite è risultata posticipata di 10 giorni (in pratica, dall’ultima decade di maggio si è passati alla prima di giugno) proprio per il ritardo dello sviluppo vegetativo. “Le viti – sottolinea Claudio Oliboni, tecnico della Cantina Valpolicella-Negrar – non hanno subito quest’anno particolari stress idrici e neppure attacchi fitosanitari di particolare importanza. Le viti si presentano dunque nel complesso sane e in buono equilibrio vegeto-produttivo. Rispetto alla scorsa annata i vigneti presentano un carico di uva inferiore del 10-15% e al momento ci sono tutte le condizioni per un ottima vendemmia”.

Basso vicentino e area berica

Ad oggi la situazione dei vigneti nel vicentino si presenta più che soddisfacente. Il comprensorio fortunatamente non è stato fin qui interessato da particolari fenomeni grandinigeni e le precipitazioni delle scorse settimane hanno favorito una buona attività vegetativa; di conseguenza le viti si trovano in uno stato produttivo ottimale. “Anche la sanità delle uve è ottimale – evidenzia Mirko Trevisi del Gruppo Collis –  dato che non si registrano attacchi botritici, mentre le infezioni, anche virulente, di peronospora avvenute a inizio giugno sono state efficacemente combattute dai viticoltori con la normale difesa. Per le uve precoci, in questo momento in piena invaiatura, si prevede l’avvio della vendemmia nell’ultima settimana di agosto; per la varietà Glera a metà settembre; mentre per il Merlot, che in questo momento ha raggiunto il 50% dell’invaiatura, attorno al 20 settembre.”

Colli Euganei

Al momento la situazione nei vigneti dei Colli padovani è buona e non desta particolari preoccupazioni. La produzione è equilibrata e non eccessiva. “Per quanto riguarda le malattie fungine – sottolinea Andrea Gianesini del Consorzio di Tutela – si rileva la presenza di peronospora a mosaico sulle femminelle e qualche caso di larvata sui grappoli; l’oidio è per ora sotto controllo come pure la botrite. E’ stato rilevato qualche caso di black rot (marciume nero degli acini). Per quanto riguarda gli insetti della vite, la situazione appare al momento nella norma; sono infatti iniziati i voli della terza generazione della tignoletta. Le varietà precoci, come i Pinot, Chardonnay, Moscato Bianco e alcuni Merlot sono nello stadio fenologico dell’invaiatura. Nel complesso si stima un ritardo di 5-6 giorni rispetto allo scorso anno.

Conegliano-Valdobbiadene DOCG

Nel corso del 2021, il ritardo vegetazionale è stato valutato in 10-12 giorni rispetto alle cinque annate precedenti, ritardo che si sta mantenendo anche nell’attuale fase fenologica. “L’avvio dell’invaiatura – ricorda Roberto Merlo, tecnico del Consorzio Conegliano-Valdobbiadene DOCG – ha interessato come di consueto maggiormente il territorio del coneglianese rispetto all’area di Valdobbiadene. Serviranno gli esiti dei primi campionamenti, eseguiti proprio in queste ore, per sancire il ritardo di inizio vendemmia che nell’area di Conegliano dovrebbe essere a metà settembre mentre in quella di Valdobbiadene a fine settembre inizio ottobre”.

Veneto Orientale

Infine, per quanto riguarda l’area del Veneto Orientale, che interessa le Denominazioni tutelate dal Consorzio Vini Venezia (Venezia Doc, Piave Doc, Lison-Pramaggiore Doc, Malanotte Docg e Lison Docg) si annuncia un’annata di elevata qualità, anche se più scarsa sotto il profilo quantitativo rispetto agli anni scorsi. “L’andamento fitosanitario e un clima fin qui favorevole – spiega Stefano Quaggio, direttore del Consorzio – fanno ben sperare. E’ importante ricordare che gli interventi fitosanitari sono stati limitati proprio grazie all’andamento climatico regolare degli ultimi mesi”. In calo le stime di resa delle varietà precoci, che rappresentano le tipologie maggiormente presenti all’interno del territorio tutelato dal Consorzio, tra tutte la varietà Pinot Grigio.

 

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