Bentu Luna è Cantina Emergente 2022 per il Gambero Rosso

Una progettualità lungimirante, in grado di dare valore al territorio sardo attraverso vini di qualità. Tra questi anche Sobi 2019, premiato con i Tre Bicchieri.

Nuove soddisfazioni per Bentu Luna: il progetto enologico di Gabriele Moratti in Sardegna, guidato dall’AD Gian Matteo Baldi, si aggiudica il premio Cantina Emergente della Guida Vini d’Italia 2022 del Gambero Rosso. Un prezioso riconoscimento per l’azienda vinicola di Neoneli (Oristano) che, nel suo anno di esordio, ha inoltre conquistato i Tre Bicchieri con Sobi 2019, rosso di Sardegna da vecchie vigne tra i 35 e i 70 anni allevate ad alberello.
L’attività di Bentu Luna si sviluppa tra il Mandrolisai e il Barigadu, nelle province di Oristano e Nuoro: il paesaggio policolturale del Mandrolisai è uno dei quattordici in Italia iscritti al Registro nazionale dei Paesaggi rurali d’interesse storico, l’unico della regione Sardegna, in virtù del fatto che negli ultimi 200 anni la destinazione del suolo è rimasta invariata.
In questa zona vitivinicola di alta collina e montagna incontaminata, gli antichi filari frutto di una cultura millenaria “rischiano di essere abbandonati – dichiara Giuseppe Carrus, vicecuratore della Guida, nel motivare l’assegnazione del premio Cantina Emergente – se non supportati da progetti seri e lungimiranti come questo, capaci di rendere il giusto valore (economico e sociale) alla terra stessa”. Una realtà che intende valorizzare i vecchi vigneti ad alberello, ridare vita a una terra da sempre dedita alla viticoltura, sviluppare economicamente e socialmente il territorio sardo e le sue caratteristiche peculiari attraverso vini di qualità.
“Cantina Emergente è un premio che ci riempie di orgoglio – afferma Gian Matteo Baldi – È per noi un’esortazione a proseguire in questo ‘umanesimo del vino’ che portiamo avanti a Bentu Luna: al centro l’essere umano e la sua capacità di interpretare la natura secondo creatività e scienza. Il riconoscimento ottenuto conferma inoltre come vincente la scelta del team di Bentu Luna: una struttura snella e intergenerazionale nella quale giovani professionisti si affiancano a consulenti esterni di caratura internazionale”.
Quattro i vini di Bentu Luna recensiti nella Guida Vini d’Italia 2022 del Gambero Rosso: oltre al già citato Sobi 2019 anche Unda 2020, Vermentino di Sardegna, il Mandrolisai Mari 2019 e Susu 2019 da uve Cannonau.

Nuove soddisfazioni per Bentu Luna: il progetto enologico di Gabriele Moratti in Sardegna, guidato dall’AD Gian Matteo Baldi, si aggiudica il premio Cantina Emergente della Guida Vini d’Italia 2022 del Gambero Rosso. Un prezioso riconoscimento per l’azienda vinicola di Neoneli (Oristano) che, nel suo anno di esordio, ha inoltre conquistato i Tre Bicchieri con Sobi 2019, rosso di Sardegna da vecchie vigne tra i 35 e i 70 anni allevate ad alberello.
L’attività di Bentu Luna si sviluppa tra il Mandrolisai e il Barigadu, nelle province di Oristano e Nuoro: il paesaggio policolturale del Mandrolisai è uno dei quattordici in Italia iscritti al Registro nazionale dei Paesaggi rurali d’interesse storico, l’unico della regione Sardegna, in virtù del fatto che negli ultimi 200 anni la destinazione del suolo è rimasta invariata.
In questa zona vitivinicola di alta collina e montagna incontaminata, gli antichi filari frutto di una cultura millenaria “rischiano di essere abbandonati – dichiara Giuseppe Carrus, vicecuratore della Guida, nel motivare l’assegnazione del premio Cantina Emergente – se non supportati da progetti seri e lungimiranti come questo, capaci di rendere il giusto valore (economico e sociale) alla terra stessa”. Una realtà che intende valorizzare i vecchi vigneti ad alberello, ridare vita a una terra da sempre dedita alla viticoltura, sviluppare economicamente e socialmente il territorio sardo e le sue caratteristiche peculiari attraverso vini di qualità.
Cantina Emergente è un premio che ci riempie di orgoglio – afferma Gian Matteo Baldi – È per noi un’esortazione a proseguire in questo ‘umanesimo del vino’ che portiamo avanti a Bentu Luna: al centro l’essere umano e la sua capacità di interpretare la natura secondo creatività e scienza. Il riconoscimento ottenuto conferma inoltre come vincente la scelta del team di Bentu Luna: una struttura snella e intergenerazionale nella quale giovani professionisti si affiancano a consulenti esterni di caratura internazionale”.
Quattro i vini di Bentu Luna recensiti nella Guida Vini d’Italia 2022 del Gambero Rosso: oltre al già citato Sobi 2019 anche Unda 2020, Vermentino di Sardegna, il Mandrolisai Mari 2019 e Susu 2019 da uve Cannonau.

Due nuovi rossi dell’azienda vinicola di Gabriele Moratti per un racconto denso e attuale dell’entroterra sardo.

Bentu Luna: vecchie vigne e Cannonau in purezza per gli inediti Be Luna e Susu

Bentu Luna, il progetto enologico di Gabriele Moratti in Sardegna, presenta sul mercato due nuovi vini espressione dell’annata 2019: Be Luna, rosso di Sardegna da varietà autoctone, e Susu da uve Cannonau. Le neonate etichette affiancano Mari e il Tre Bicchieri del Gambero Rosso Sobi – Mandrolisai DOC e rosso di Sardegna lanciati lo scorso marzo – nell’interpretazione che l’azienda fa del territorio e dell’antica cultura contadina di cui è custode.
Le uve da cui ha origine Be Luna sono raccolte in una vigna piantata nel 1905 nel comune di Atzara (Nuoro). In essa coesistono diverse varietà di Muristellu (Bovale sardo), Monica e Cannonau in percentuale variabile, dando vita al vino di Bentu Luna che più di tutti testimonia un concetto archetipico di biodiversità, ereditato da una cultura viticola millenaria rimasta pressoché invariata.
I grappoli di Cannonau con cui è prodotto Susu, invece, maturano in un vigneto monocultivar di Neoneli (Oristano), comune in cui ha sede la cantina. Il Cannonau rivela uno spettro olfattivo speziato, vivacizzato da una nota di pepe che dialoga con frutti scuri maturi.
“Il risultato è al di fuori degli schemi conosciuti per la Sardegna – spiega Gian Matteo Baldi, AD di Bentu Luna – Siamo di fronte a vini molto eleganti, con grande piacevolezza di beva, poca rilevanza dell’alcool al gusto, agili ma con una grandissima profondità e persistenza”. Nasce un racconto audace e sincero, che ripropone in chiave contemporanea vini dalla storia secolare, con profili organolettici in grado di restituire i gusti e gli aromi del Mediterraneo.
“La valorizzazione delle uve ottenute da queste vecchie vigne passa attraverso l’infusione goccia a goccia del loro succo – continua Baldi – Il vino che otteniamo non viene poi ‘accomodato’ con prodotti enologici, filtrato o modificato, e le materie scelte per accoglierlo sono calde: cemento, terracotta, legno. Il ruolo di quest’ultimo, in particolare, è funzionale alla crescita naturale dei vini, non dev’essere invasivo o prevaricante. Ciascuna scelta è studiata per ritrovare nel calice l’originale e autentica espressione delle uve”.
Tutti i vini prevedono una vinificazione di chicchi o grappoli interi e una fermentazione spontanea, con pied de cuve altamente selezionato, in vasche di cemento da 20 hl. Il processo dura circa tre settimane, con leggere follature manuali al termine della seconda. Be Luna e Susu affinano quindi in barriques di rovere di secondo passaggio per otto mesi, periodo durante il quale si attiva la fermentazione malolattica e vengono effettuati leggeri bâtonnage.
Be Luna e Susu sono stati imbottigliati a settembre 2020, con una produzione rispettivamente di 1300 e 1500 bottiglie, in vendita esclusivamente nel canale Ho.Re.Ca.

Le impressioni di Sofia Carta, Sommelier del Forte Village, sul Mandrolisai della tenuta sarda, il neonato della DOC con le radici più profonde.

Bentu Luna presenta Mari in occasione dei 40 anni della DOC Mandrolisai

Bentu Luna dà vita a Mari, il Mandrolisai DOC prodotto da vecchie vigne di età tra i 35 e i 70 anni, per celebrare il 40esimo anniversario della Denominazione.
L’azienda di Gabriele Moratti, con sedi a Neoneli (Oristano) e a Meana (Nuoro), si distingue sul panorama nazionale per basare la propria produzione esclusivamente su vecchi vigneti, che vanno da un minimo di 35 fino ai 115 anni di età. La tenuta si è affidata al giudizio e alla professionalità di Sofia Carta per raccontare al meglio il suo vino e la DOC Mandrolisai. Carta è Sommelier responsabile della cantina all’interno del miglior Resort al mondo, il Forte Village di Santa Margherita di Pula (Cagliari) che da oltre vent’anni si aggiudica i World Travel Awards, e su Sky è il volto enologico della Sardegna.
Mari si presenta luminoso, un rubino deciso nella trama e porpora nelle estremità. Il giro di calice è ricco e lascia presagire una beva non casuale. Del resto la lavorazione attenta, sia in vigna che in cantina, è scritta nel suo meraviglioso vestito. L’archetto stretto e lento racconta di un terroir unico in Sardegna, nelle sue escursioni termiche, nella sua impronta storica, nelle sue vigne sagge e nella grande tradizione vitivinicola che la distingue”.
Mari nasce da uve di Bovale sardo, Cannonau e Monica raccolte nella prima decade di ottobre. Dopo una lenta e accurata diraspatura del grappolo prende avvio la fermentazione con piede spontaneo. La fermentazione è un lungo e articolato processo che richiede diversi interventi manuali e un’attenzione quotidiana e scientifica per mantenere le caratteristiche di genuinità, pulizia e precisione nel vino. Mari viene imbottigliato dopo un periodo di affinamento finalizzato unicamente al raggiungimento dell’espressione migliore e più equilibrata di questo vino.
La denominazione Mandrolisai DOC è nata il 6 giugno del 1981, comprende i vini rossi e rosati delle zone collinari della Sardegna centrale, oggi prodotti da venticinque aziende vitivinicole.
La produzione si basa sui tre principali vitigni sardi: Monica, Cannonau e Bovale. Quest’ultima è la varietà più rappresentativa e per disciplinare dev’essere presente per almeno il 35%.
Sofia Carta continua così l’analisi gusto-olfattiva di Mari: “I suoi profumi sono legati a una frutta rossa matura di mirtilli rossi, di ciliegia e ribes. Nel ventaglio floreale marca la violetta, la rosa carnosa, il fiore di pesco. Centralmente poi apre il tabacco da sigaro cubano, la foglia di té, le note di cedro arricchito dalla nostra inconfondibile macchia mediterranea. Il sorso è pieno e suadente: le parti dure denotano la sua gioventù presentando sapidità e mineralità che vanno a contrastare il tenore alcolico, domandolo. Il tannino giustamente si deve levigare. Grande corpo, struttura e lunghezza. Si percepisce la mano saggia nell’utilizzo del legno, nella lavorazione dell’uva e nell’interpretazione di un importante territorio com’è il Mandrolisai”.
“Bentu Luna – afferma l’ad Gian Matteo Baldi – è un progetto unico in Italia perché valorizza un vero terroir, inteso come insieme genuino di cultura, vigneti, uomini e territorio. Arrivare su questo altopiano è un tuffo al cuore che risveglia emozioni antiche, legate al mondo arcaico e archetipico del vino, al primo canto dell’uomo verso il cielo – prosegue Baldi – Bentu Luna diventa il punto di incontro tra la storia vitivinicola rimasta immutata, custodita dai proprietari dei vigneti e dai giovani del luogo, e l’approccio imprenditoriale snello e dinamico che contraddistingue l’azienda. L’obiettivo comune è mettere al centro del progetto l’uomo e la sua terra per farsi conoscere al mondo”.

Famiglia Moratti firma un nuovo capitolo del suo umanesimo vitivinicolo con una cantina a Neoneli (Oristano). Sobi e Mari i primi vini a esordire sul mercato.

Bentu Luna e l’inestimabile tesoro delle vecchie vigne nel cuore della Sardegna

Bentu Luna è il nuovo progetto enologico di Gabriele Moratti guidato dall’AD Gian Matteo Baldi al centro della regione Sardegna, l’unico in Italia a basarsi totalmente su vecchie vigne, che vanno da un minimo di 35 fino ai 115 anni di età. La cantina ha sede a Neoneli, in provincia di Oristano, mentre l’attività si sviluppa tra il Barigadu e il paesaggio policolturale del Mandrolisai, uno dei quattordici in Italia iscritti al Registro nazionale dei Paesaggi rurali d’interesse storico e l’unico della regione.
Lo stile Bentu Luna pone al centro l’essere umano e la sua capacità di interpretare la natura secondo creatività e scienza. Il valore intrinseco di quest’area è il terroir, inteso come intersezione tra microclima, qualità del suolo e lavoro dell’uomo. “I vigneti sono il frutto di una cultura millenaria rimasta pressoché invariata, fondata sul concetto di non proprietà e di naturale ereditarietà familiare che rischiava di essere abbandonata poiché non creava più reddito – spiega Gian Matteo Baldi – Insieme ai contadini e agli abitanti di Neoneli abbiamo concordato per la gestione condivisa dei vigneti, così da integrare la manodopera e il sapere locale con le nostre competenze tecniche e tecnologiche”.
La struttura organizzativa dell’azienda, come per la tenuta Castello di Cigognola in Oltrepò Pavese, si presenta snella e intergenerazionale, con giovani professionisti coadiuvati da consulenti esterni di caratura internazionale. L’enologa in loco è Emanuela Flore, affiancata dall’agronomo Giovanni Bigot e da altri professionisti tra cui l’enologo Beppe Caviola come responsabile dei blend.
L’approccio umanistico non può prescindere da un profondo rispetto per l’ambiente: dalla gestione dei vigneti all’architettura della cantina, fino ai materiali utilizzati per il confezionamento dei vini, tutto è pensato in ottica di sostenibilità e risparmio energetico.
Al fine di tutelare l’integrità di suolo, piante e grappoli, all’interno della vigna non sono ammessi macchinari ma solo uomini e animali. La raccolta è manuale così come la pressatura. Ciascuna particella è vinificata separatamente all’interno di vasche in cemento crudo di piccole dimensioni per rispettare le specificità di ogni microzona. Tutti i vini sono a fermentazione spontanea, con pied de cuve altamente selezionato e curato al fine di evitare derive. L’alta precisione e il minimo intervento umano, possibile grazie a un grande lavoro preparatorio in vigna, portano alla nascita di vini puliti che compiono subito la fermentazione malolattica.
Le prime etichette a esordire sul mercato sono Mari e Sobi. Mari è un Mandrolisai DOC, da vigneti tra i 35 e i 70 anni allevati ad alberello. Le uve sono 35% Bovale sardo, 35% Cannonau, 30% Monica raccolte nella prima decade di ottobre. Dopo una lenta e accurata diraspatura del grappolo, prende avvio la fermentazione con piede spontaneo in vasche di cemento. L’affinamento è di otto mesi in barrique di rovere di secondo passaggio, durante il quale si effettuano leggeri bâtonnage e si attiva la malolattica. Ne nasce un vino di grande equilibrio: al naso emergono note speziate, in bocca è morbido e colpisce per gli avvolgenti sentori di frutta scura e la deliziosa nota salata; il finale è caldo. Lo stesso processo di vinificazione è adottato per Sobi, rosso di Sardegna da vigneti tra i 35 e i 70 anni allevati ad alberello, per un naso delicato e una grande struttura. Le varietà che lo compongono provengono da diverse zone di Neoneli. I vitigni sono per il 25% Bovale sardo, 35% Cannonau, 5% Monica e 35% tra Pascale, Cagnulari, Carignano e Barbera.

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