Il settore vinicolo italiano continua a essere una componente fondamentale dell’economia agroalimentare nazionale, con l’export che rappresenta una parte significativa delle vendite.
Tuttavia, nel 2024, le vendite di vino italiano negli Stati Uniti hanno registrato una diminuzione del 4,4% in volume, nonostante un incremento del 7% nelle esportazioni complessive nei primi 11 mesi dell’anno. Questo calo è attribuibile a una contrazione generale del mercato statunitense, che ha visto una riduzione del 7,2% nelle vendite totali di vino. In particolare, i vini bianchi e rossi italiani hanno subito una flessione del 6,4%, mentre gli spumanti hanno mostrato una lieve crescita dell’1,5%. Denominazioni come Prosecco, Brunello di Montalcino e Barolo hanno mantenuto performance positive, contrariamente ad altre etichette che hanno registrato cali più marcati.
Un fattore di preoccupazione per il 2025 riguarda l’eventuale introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti sui vini italiani. Secondo l’Unione Italiana Vini (UIV), tali dazi potrebbero comportare una perdita stimata di circa 300 milioni di euro in un anno. Per mitigare questo rischio, alcuni importatori statunitensi hanno incrementato le scorte di Prosecco, anticipando possibili aumenti tariffari. Nel novembre 2024, le importazioni di spumanti italiani negli Stati Uniti sono aumentate del 41%, riflettendo una strategia preventiva da parte degli importatori.
Nonostante queste sfide, emergono opportunità in nuovi mercati. La Cina sta diventando un mercato sempre più rilevante per il vino italiano, grazie alla crescita della classe media e all’interesse per le denominazioni europee. Anche Giappone, Corea del Sud e Canada mostrano un aumento della domanda, con una particolare attenzione verso vini biologici e biodinamici. In Europa orientale, paesi come Polonia e Repubblica Ceca stanno incrementando le importazioni di vino italiano, sostenuti da una crescente cultura enologica e da una maggiore capacità di spesa dei consumatori.
Per affrontare le sfide del 2025, è fondamentale per i produttori italiani rafforzare il valore percepito del “Made in Italy”, puntando su qualità, autenticità e sostenibilità. Investire nella formazione dei consumatori e valorizzare le denominazioni meno conosciute potrebbe essere una strategia efficace per diversificare l’offerta e conquistare nuovi segmenti di mercato.
Inoltre, il 22 febbraio 2025, nell’ambito di Identità Milano, verrà presentata la Guida “Bollicine del Mondo 2025”, un evento che celebra l’eccellenza delle produzioni spumantistiche a livello globale, offrendo un’ulteriore occasione per promuovere le eccellenze italiane nel settore.
In sintesi, mentre il vino italiano affronta sfide significative, esistono anche numerose opportunità per consolidare e ampliare la propria presenza sui mercati internazionali, attraverso strategie mirate e un’attenzione costante alla qualità e all’innovazione.
L’Export del Vino Italiano negli USA: Boom del Prosecco tra Timori di Dazi
L’export di vino italiano verso gli Stati Uniti ha registrato una crescita significativa nel novembre 2024, con un aumento del 41% in volume per gli spumanti e del 17% per i vini fermi imbottigliati. Secondo l’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini (UIV), questa crescita è dovuta alla corsa agli acquisti da parte degli importatori americani, in previsione dei dazi annunciati dal neopresidente Donald Trump. Il rafforzamento del dollaro ha inoltre favorito l’aumento delle esportazioni, che nei primi undici mesi del 2024 hanno registrato un +7% nei volumi spediti, con gli spumanti in crescita del 19,5% (3 bottiglie su 4 sono Prosecco).
Lamberto Frescobaldi, presidente di UIV, ha evidenziato come il mercato statunitense rappresenti un valore cruciale per l’export vinicolo italiano, superando 1,9 miliardi di euro nel 2024 e costituendo il 24% delle esportazioni totali di vino italiano. Tuttavia, la possibile introduzione dei dazi crea incertezza e preoccupazione per il futuro commerciale del settore.
UIV ha inoltre segnalato che il picco di ordini di novembre non ha precedenti nella storia delle esportazioni di spumanti, con un valore complessivo di circa 54 milioni di euro (+29%). Il segretario generale di UIV, Paolo Castelletti, ha sottolineato come gli Stati Uniti saranno sotto stretta osservazione nei prossimi mesi non solo per i dazi, ma anche per le nuove linee guida sui consumi alimentari. A tal proposito, l’associazione parteciperà a un evento alle Nazioni Unite a New York per promuovere un consumo consapevole e moderato del vino.
Calo delle Vendite di Vino negli USA, ma Crescita delle Importazioni
Mentre negli Stati Uniti si assiste a un calo delle vendite di vino domestico (-6,2% in valore e -7,2% in volume nel 2024 secondo il report di “SipSource”), il vino italiano sembra essere immune a questa flessione. I dati ISTAT sui primi dieci mesi del 2024 rivelano che l’export di vino italiano ha registrato un incremento dell’8,2% in valore (1,59 miliardi di euro), ben al di sopra della media italiana del +5,7%.
Gli esperti ritengono che parte di questa crescita possa essere attribuita alla corsa alle scorte da parte degli importatori, timorosi di un possibile aumento dei dazi. Tuttavia, solo nei prossimi mesi si capirà se il trend positivo del vino italiano negli USA è destinato a consolidarsi o se sia stato solo un effetto temporaneo legato alle incertezze sulle politiche commerciali di Trump.
Tendenze del Vino e Spirits nel 2025: Il Parere di Proposta Vini
Secondo Gianpaolo Girardi, fondatore di Proposta Vini, il 2025 vedrà una continua crescita degli spumanti italiani, grazie alla sempre maggiore diffusione dell’abitudine di consumarli durante i pasti. Questa tendenza favorirà anche le piccole realtà emergenti che valorizzano la spumantistica da uve italiane.
Per quanto riguarda i vini fermi, si prevede una stabilità dei bianchi, che continueranno a essere apprezzati per la loro tipicità territoriale, mentre i grandi rossi come Supertuscan, bordolesi e Amarone subiranno un ulteriore calo, penalizzati dai prezzi elevati e dal cambiamento nelle preferenze dei consumatori, orientati verso vini meno strutturati.
L’interesse per i vini naturali continuerà a crescere, mentre per quanto riguarda gli spirits, il 2025 sarà un anno di forte innovazione. La mixology e la ristorazione stanno abbracciando sempre di più il mondo dei distillati, con il gin ancora protagonista in Italia, in controtendenza rispetto al resto del mondo, dove il mercato appare saturo. Gli amari vivono un momento d’oro grazie alla loro versatilità nei cocktail e negli aperitivi, mentre il whisky sta guadagnando terreno tra i consumatori più giovani e tra le donne. Il rum torna a essere apprezzato per la sua qualità e per la capacità di raccontare storie autentiche.
Infine, il vermouth si candida come grande rivelazione per il 2026, con una crescente valorizzazione del vitigno base e delle sue peculiarità. In tutto il settore spirits cresce anche l’attenzione verso la sostenibilità, con numerosi produttori che adottano strategie “carbon free” e pratiche a basso impatto ambientale, un segnale che conferma il crescente impegno verso la salvaguardia del pianeta.
- Produzione di vino nell’Ue e principali Paesi produttori
- Secondo Eurostat, nel 2023 l’Unione Europea ha prodotto 1,496 miliardi di litri di spumante, in calo dell’8% rispetto al 2022 (1,624 miliardi).
- Italia in testa con 638 milioni di litri; Francia a quota 312 milioni (224 di Champagne e 88 di spumante) e Germania con 263 milioni. Seguono Spagna (206 milioni) e Portogallo (25 milioni).
- L’Ue ha esportato 600 milioni di litri di vino spumante (dato in calo dell’8% sul 2022, ma superiore ai volumi del 2018-2020), con il Prosecco leader (44%), seguito da spumante generico (17%), Champagne (15%), Cava (10%) e altri Dop (6%).
- Bollicine Italiane: tra record e riflessioni critiche
- Nel passaggio tra 2024 e 2025, si stima che le bollicine italiane arrivino a 1,015 miliardi di bottiglie prodotte e commercializzate (+8% annuo), di cui 355 milioni stappate tra Natale e Capodanno.
- Trentodoc e le “bolle” made in Italy in generale crescono, con un incremento soprattutto all’estero (+9%), mentre in Italia il consumo risulta più stabile (+2%).
- Si osserva, tuttavia, una “mania da spumante” diffusa: numerose realtà, anche prive di tradizione e condizioni climatiche adeguate, si lanciano nella produzione di spumanti, rischiando di banalizzare varietà e territori.
- Fine wines in crisi: il crollo del Liv-Ex
- Il mercato dei vini di pregio ha chiuso il 2024 in rosso: il Liv-Ex 100 segna -9,1%, mentre il Liv-Ex 1000 arriva a -11,7%.
- L’Italia, seppur in calo, contiene i danni (-7% per i principali vini tricolore). Indici come il Borgogna 150 (-15,2%) e lo Champagne 50 (-11,7%) mostrano flessioni ancor più marcate.
- Trend 2025 secondo Proposta Vini
- Lo Champagne, simbolo di lusso, ha visto un calo del 20% nel 2024 e si prevede in ulteriore flessione.
- Gli spumanti italiani mantengono stabilmente l’interesse del pubblico, anche grazie al consumo a tutto pasto.
- I vini bianchi restano centrali per tipicità e leggerezza, mentre grandi rossi (Supertuscan, Amarone, bordolesi) perdono terreno.
- I vini rosati restano fermi da anni al 7% delle vendite; in crescita i vini naturali, sostenuti dall’attenzione per la sostenibilità.
- Nei distillati, il gin rimane protagonista del mercato italiano, e crescono gli amari, grazie a formule come l’amaro tonic.
- Mercati globali e prospettive per l’Asia
- L’export italiano di vino a fine settembre 2024 vede come principali destinazioni: Usa (24%), Regno Unito (20%), Germania (6%), Russia (5%), Francia (5%) e Canada (5%).
- In Asia, Cina e Giappone si confermano mercati difficili: la Cina rimane molto sotto i livelli pre-Covid, mentre il Giappone, pur restando il primo sbocco asiatico per i vini europei, mostra un calo (-11,74% per l’Ue).
- Thailandia fa eccezione, con una modesta crescita grazie alle riforme fiscali che hanno favorito l’import di vino.
- Conclusioni e prospettive
Mentre l’Italia si consacra ulteriormente come “Paese delle bollicine”, con il Prosecco e altre denominazioni spumantistiche in forte espansione, i consumi mondiali mostrano trend altalenanti: da un lato, la richiesta di prodotti più leggeri, sostenibili e di qualità; dall’altro, una contrazione del mercato dei vini di pregio e una concorrenza sempre più ampia e spesso poco attenta al territorio.
Se il 2024 è stato un anno brillante per gli spumanti italiani, il 2025 si profila come un periodo di sfide: l’attenzione ai gusti della Generazione Z e la spinta verso soluzioni low/no alcohol potrebbero ridefinire ulteriormente gli equilibri, mentre la sostenibilità si consolida quale valore imprescindibile. Sulle rotte internazionali, l’Asia resta un mercato dal potenziale interessante ma tuttora incerto, tra riprese fragili, calo dei consumi e nuove politiche fiscali da monitorare.
L’alta ristorazione, sempre più orientata a piatti leggeri, sostenibili e di dimensioni contenute, sta influenzando il modo in cui si beve il vino. L’abbinamento con creazioni gastronomiche più delicate, verdi e “healthy” favorisce il consumo di vini bianchi, più freschi e beverini, a discapito dei rossi. Questi ultimi, un tempo protagonisti indiscussi, cedono terreno a etichette bianche in sintonia con la cucina “stellata” contemporanea.
Ripresa dell’Export Made in Italy.
Dopo il rallentamento del 2023, il vino italiano torna a crescere sui mercati esteri. Nei primi nove mesi del 2024 si registra un aumento del 3% in volume e del 6% in valore, spingendo la previsione di fine anno a oltre 8 miliardi di euro di export. Ottimo il risultato dei vini Dop e Igp fermi, supportati da un balzo degli spumanti (+13% in volume, +9% in valore), che superano per la prima volta i vini rossi tra le preferenze internazionali. Si tratta di un cambiamento storico per l’export italiano, trainato soprattutto dal Prosecco.
Bollicine al Comando: Sorpasso sul Rosso.
Le bollicine italiane si confermano il vero motore dell’export: per la prima volta, infatti, lo spumante spedito all’estero supera i volumi di rossi e bianchi. Una vera rivoluzione che vede il Prosecco come punta di diamante, capace di generare, da solo, un volume d’affari superiore al 20% dell’intero export del vino italiano. Questo successo è legato all’immagine pop delle bollicine, facilmente abbinabili anche a cocktail di tendenza, scenario che favorisce la crescita della categoria, destinata a consolidarsi nei prossimi anni.
Il Futuro del Vino in UE: Consumi, Produzioni ed Export in Calo.
Le proiezioni della Commissione Europea per il prossimo decennio delineano uno scenario complesso per il vino Ue: produzione, consumi ed esportazioni in diminuzione, condizionati dal cambiamento climatico, dal salutismo (specie tra i giovani) e dall’evoluzione dei gusti (meno rossi, più vini leggeri e frizzanti). Tuttavia, non tutti i Paesi mostrano gli stessi trend: diminuzioni importanti in Francia e Germania, ma incrementi in mercati emergenti come Repubblica Ceca, Polonia e Svezia. Il comparto dovrà evolversi, puntando su innovazione, diversificazione e adattamento alle nuove preferenze.
Mercato Interno ed Evoluzione dei Consumatori.
In Italia, i consumi interni restano fermi, con le bollicine che tengono (anzi, crescono), mentre i vini fermi arretrano. Il segmento “green” tra gli spumanti non attecchisce come previsto. Intanto la Generazione Z, più attenta alla salute e meno legata al vino come abitudine, considera il consumo di questa bevanda sempre meno attrattivo (“cringe”), allontanandosi soprattutto dai rossi corposi. Le bollicine, al contrario, restano “cool” fuori casa e, nel caso del Prosecco, stanno crescendo anche nel consumo domestico.
Italia, sempre più Paese delle Bollicine.
I dati confermano che l’Italia sta diventando uno “sparkling wine country”. Con una produzione di bollicine vicina al miliardo di bottiglie e un aumento continuo dell’export spumantistico (che già rappresenta il 30% del totale del vino italiano venduto all’estero), il comparto degli spumanti domina la scena. Paesi come gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e persino la Russia consumano sempre più bollicine italiane, mentre alcuni mercati storici (Cina, Regno Unito, Germania) rallentano. Il Prosecco resta il riferimento principale, sia all’estero che in Italia, trainando l’intero settore.
In Sintesi.
Il 2024 si avvia alla conclusione con uno scenario in trasformazione. L’alta cucina e le nuove tendenze alimentari favoriscono il consumo di vini bianchi leggeri, mentre gli spumanti dettano legge sul piano internazionale, superando finalmente i rossi nelle esportazioni. Il contesto europeo prevede una contrazione generale, ma l’Italia resiste e innova, grazie all’inarrestabile ascesa delle bollicine e alla diversificazione dei mercati di sbocco. In un futuro incerto, dominato dal cambiamento climatico, dai nuovi stili di vita e dai mutamenti nei gusti, le bollicine italiane si confermano l’asset strategico su cui puntare.