L’Export del Vino Italiano negli USA: Boom del Prosecco tra Timori di Dazi
L’export di vino italiano verso gli Stati Uniti ha registrato una crescita significativa nel novembre 2024, con un aumento del 41% in volume per gli spumanti e del 17% per i vini fermi imbottigliati. Secondo l’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini (UIV), questa crescita è dovuta alla corsa agli acquisti da parte degli importatori americani, in previsione dei dazi annunciati dal neopresidente Donald Trump. Il rafforzamento del dollaro ha inoltre favorito l’aumento delle esportazioni, che nei primi undici mesi del 2024 hanno registrato un +7% nei volumi spediti, con gli spumanti in crescita del 19,5% (3 bottiglie su 4 sono Prosecco).
Lamberto Frescobaldi, presidente di UIV, ha evidenziato come il mercato statunitense rappresenti un valore cruciale per l’export vinicolo italiano, superando 1,9 miliardi di euro nel 2024 e costituendo il 24% delle esportazioni totali di vino italiano. Tuttavia, la possibile introduzione dei dazi crea incertezza e preoccupazione per il futuro commerciale del settore.
UIV ha inoltre segnalato che il picco di ordini di novembre non ha precedenti nella storia delle esportazioni di spumanti, con un valore complessivo di circa 54 milioni di euro (+29%). Il segretario generale di UIV, Paolo Castelletti, ha sottolineato come gli Stati Uniti saranno sotto stretta osservazione nei prossimi mesi non solo per i dazi, ma anche per le nuove linee guida sui consumi alimentari. A tal proposito, l’associazione parteciperà a un evento alle Nazioni Unite a New York per promuovere un consumo consapevole e moderato del vino.
Calo delle Vendite di Vino negli USA, ma Crescita delle Importazioni
Mentre negli Stati Uniti si assiste a un calo delle vendite di vino domestico (-6,2% in valore e -7,2% in volume nel 2024 secondo il report di “SipSource”), il vino italiano sembra essere immune a questa flessione. I dati ISTAT sui primi dieci mesi del 2024 rivelano che l’export di vino italiano ha registrato un incremento dell’8,2% in valore (1,59 miliardi di euro), ben al di sopra della media italiana del +5,7%.
Gli esperti ritengono che parte di questa crescita possa essere attribuita alla corsa alle scorte da parte degli importatori, timorosi di un possibile aumento dei dazi. Tuttavia, solo nei prossimi mesi si capirà se il trend positivo del vino italiano negli USA è destinato a consolidarsi o se sia stato solo un effetto temporaneo legato alle incertezze sulle politiche commerciali di Trump.
Tendenze del Vino e Spirits nel 2025: Il Parere di Proposta Vini
Secondo Gianpaolo Girardi, fondatore di Proposta Vini, il 2025 vedrà una continua crescita degli spumanti italiani, grazie alla sempre maggiore diffusione dell’abitudine di consumarli durante i pasti. Questa tendenza favorirà anche le piccole realtà emergenti che valorizzano la spumantistica da uve italiane.
Per quanto riguarda i vini fermi, si prevede una stabilità dei bianchi, che continueranno a essere apprezzati per la loro tipicità territoriale, mentre i grandi rossi come Supertuscan, bordolesi e Amarone subiranno un ulteriore calo, penalizzati dai prezzi elevati e dal cambiamento nelle preferenze dei consumatori, orientati verso vini meno strutturati.
L’interesse per i vini naturali continuerà a crescere, mentre per quanto riguarda gli spirits, il 2025 sarà un anno di forte innovazione. La mixology e la ristorazione stanno abbracciando sempre di più il mondo dei distillati, con il gin ancora protagonista in Italia, in controtendenza rispetto al resto del mondo, dove il mercato appare saturo. Gli amari vivono un momento d’oro grazie alla loro versatilità nei cocktail e negli aperitivi, mentre il whisky sta guadagnando terreno tra i consumatori più giovani e tra le donne. Il rum torna a essere apprezzato per la sua qualità e per la capacità di raccontare storie autentiche.
Infine, il vermouth si candida come grande rivelazione per il 2026, con una crescente valorizzazione del vitigno base e delle sue peculiarità. In tutto il settore spirits cresce anche l’attenzione verso la sostenibilità, con numerosi produttori che adottano strategie “carbon free” e pratiche a basso impatto ambientale, un segnale che conferma il crescente impegno verso la salvaguardia del pianeta.
- Produzione di vino nell’Ue e principali Paesi produttori
- Secondo Eurostat, nel 2023 l’Unione Europea ha prodotto 1,496 miliardi di litri di spumante, in calo dell’8% rispetto al 2022 (1,624 miliardi).
- Italia in testa con 638 milioni di litri; Francia a quota 312 milioni (224 di Champagne e 88 di spumante) e Germania con 263 milioni. Seguono Spagna (206 milioni) e Portogallo (25 milioni).
- L’Ue ha esportato 600 milioni di litri di vino spumante (dato in calo dell’8% sul 2022, ma superiore ai volumi del 2018-2020), con il Prosecco leader (44%), seguito da spumante generico (17%), Champagne (15%), Cava (10%) e altri Dop (6%).
- Bollicine Italiane: tra record e riflessioni critiche
- Nel passaggio tra 2024 e 2025, si stima che le bollicine italiane arrivino a 1,015 miliardi di bottiglie prodotte e commercializzate (+8% annuo), di cui 355 milioni stappate tra Natale e Capodanno.
- Trentodoc e le “bolle” made in Italy in generale crescono, con un incremento soprattutto all’estero (+9%), mentre in Italia il consumo risulta più stabile (+2%).
- Si osserva, tuttavia, una “mania da spumante” diffusa: numerose realtà, anche prive di tradizione e condizioni climatiche adeguate, si lanciano nella produzione di spumanti, rischiando di banalizzare varietà e territori.
- Fine wines in crisi: il crollo del Liv-Ex
- Il mercato dei vini di pregio ha chiuso il 2024 in rosso: il Liv-Ex 100 segna -9,1%, mentre il Liv-Ex 1000 arriva a -11,7%.
- L’Italia, seppur in calo, contiene i danni (-7% per i principali vini tricolore). Indici come il Borgogna 150 (-15,2%) e lo Champagne 50 (-11,7%) mostrano flessioni ancor più marcate.
- Trend 2025 secondo Proposta Vini
- Lo Champagne, simbolo di lusso, ha visto un calo del 20% nel 2024 e si prevede in ulteriore flessione.
- Gli spumanti italiani mantengono stabilmente l’interesse del pubblico, anche grazie al consumo a tutto pasto.
- I vini bianchi restano centrali per tipicità e leggerezza, mentre grandi rossi (Supertuscan, Amarone, bordolesi) perdono terreno.
- I vini rosati restano fermi da anni al 7% delle vendite; in crescita i vini naturali, sostenuti dall’attenzione per la sostenibilità.
- Nei distillati, il gin rimane protagonista del mercato italiano, e crescono gli amari, grazie a formule come l’amaro tonic.
- Mercati globali e prospettive per l’Asia
- L’export italiano di vino a fine settembre 2024 vede come principali destinazioni: Usa (24%), Regno Unito (20%), Germania (6%), Russia (5%), Francia (5%) e Canada (5%).
- In Asia, Cina e Giappone si confermano mercati difficili: la Cina rimane molto sotto i livelli pre-Covid, mentre il Giappone, pur restando il primo sbocco asiatico per i vini europei, mostra un calo (-11,74% per l’Ue).
- Thailandia fa eccezione, con una modesta crescita grazie alle riforme fiscali che hanno favorito l’import di vino.
- Conclusioni e prospettive
Mentre l’Italia si consacra ulteriormente come “Paese delle bollicine”, con il Prosecco e altre denominazioni spumantistiche in forte espansione, i consumi mondiali mostrano trend altalenanti: da un lato, la richiesta di prodotti più leggeri, sostenibili e di qualità; dall’altro, una contrazione del mercato dei vini di pregio e una concorrenza sempre più ampia e spesso poco attenta al territorio.
Se il 2024 è stato un anno brillante per gli spumanti italiani, il 2025 si profila come un periodo di sfide: l’attenzione ai gusti della Generazione Z e la spinta verso soluzioni low/no alcohol potrebbero ridefinire ulteriormente gli equilibri, mentre la sostenibilità si consolida quale valore imprescindibile. Sulle rotte internazionali, l’Asia resta un mercato dal potenziale interessante ma tuttora incerto, tra riprese fragili, calo dei consumi e nuove politiche fiscali da monitorare.
L’alta ristorazione, sempre più orientata a piatti leggeri, sostenibili e di dimensioni contenute, sta influenzando il modo in cui si beve il vino. L’abbinamento con creazioni gastronomiche più delicate, verdi e “healthy” favorisce il consumo di vini bianchi, più freschi e beverini, a discapito dei rossi. Questi ultimi, un tempo protagonisti indiscussi, cedono terreno a etichette bianche in sintonia con la cucina “stellata” contemporanea.
Ripresa dell’Export Made in Italy.
Dopo il rallentamento del 2023, il vino italiano torna a crescere sui mercati esteri. Nei primi nove mesi del 2024 si registra un aumento del 3% in volume e del 6% in valore, spingendo la previsione di fine anno a oltre 8 miliardi di euro di export. Ottimo il risultato dei vini Dop e Igp fermi, supportati da un balzo degli spumanti (+13% in volume, +9% in valore), che superano per la prima volta i vini rossi tra le preferenze internazionali. Si tratta di un cambiamento storico per l’export italiano, trainato soprattutto dal Prosecco.
Bollicine al Comando: Sorpasso sul Rosso.
Le bollicine italiane si confermano il vero motore dell’export: per la prima volta, infatti, lo spumante spedito all’estero supera i volumi di rossi e bianchi. Una vera rivoluzione che vede il Prosecco come punta di diamante, capace di generare, da solo, un volume d’affari superiore al 20% dell’intero export del vino italiano. Questo successo è legato all’immagine pop delle bollicine, facilmente abbinabili anche a cocktail di tendenza, scenario che favorisce la crescita della categoria, destinata a consolidarsi nei prossimi anni.
Il Futuro del Vino in UE: Consumi, Produzioni ed Export in Calo.
Le proiezioni della Commissione Europea per il prossimo decennio delineano uno scenario complesso per il vino Ue: produzione, consumi ed esportazioni in diminuzione, condizionati dal cambiamento climatico, dal salutismo (specie tra i giovani) e dall’evoluzione dei gusti (meno rossi, più vini leggeri e frizzanti). Tuttavia, non tutti i Paesi mostrano gli stessi trend: diminuzioni importanti in Francia e Germania, ma incrementi in mercati emergenti come Repubblica Ceca, Polonia e Svezia. Il comparto dovrà evolversi, puntando su innovazione, diversificazione e adattamento alle nuove preferenze.
Mercato Interno ed Evoluzione dei Consumatori.
In Italia, i consumi interni restano fermi, con le bollicine che tengono (anzi, crescono), mentre i vini fermi arretrano. Il segmento “green” tra gli spumanti non attecchisce come previsto. Intanto la Generazione Z, più attenta alla salute e meno legata al vino come abitudine, considera il consumo di questa bevanda sempre meno attrattivo (“cringe”), allontanandosi soprattutto dai rossi corposi. Le bollicine, al contrario, restano “cool” fuori casa e, nel caso del Prosecco, stanno crescendo anche nel consumo domestico.
Italia, sempre più Paese delle Bollicine.
I dati confermano che l’Italia sta diventando uno “sparkling wine country”. Con una produzione di bollicine vicina al miliardo di bottiglie e un aumento continuo dell’export spumantistico (che già rappresenta il 30% del totale del vino italiano venduto all’estero), il comparto degli spumanti domina la scena. Paesi come gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e persino la Russia consumano sempre più bollicine italiane, mentre alcuni mercati storici (Cina, Regno Unito, Germania) rallentano. Il Prosecco resta il riferimento principale, sia all’estero che in Italia, trainando l’intero settore.
In Sintesi.
Il 2024 si avvia alla conclusione con uno scenario in trasformazione. L’alta cucina e le nuove tendenze alimentari favoriscono il consumo di vini bianchi leggeri, mentre gli spumanti dettano legge sul piano internazionale, superando finalmente i rossi nelle esportazioni. Il contesto europeo prevede una contrazione generale, ma l’Italia resiste e innova, grazie all’inarrestabile ascesa delle bollicine e alla diversificazione dei mercati di sbocco. In un futuro incerto, dominato dal cambiamento climatico, dai nuovi stili di vita e dai mutamenti nei gusti, le bollicine italiane si confermano l’asset strategico su cui puntare.
Scenario Internazionale e Produzione Mondiale
- Produzione più bassa dal 1961: Secondo l’OIV, la produzione mondiale di vino nel 2024 scenderà attorno ai 231 milioni di ettolitri, toccando i livelli minimi da oltre mezzo secolo.
- Italia prima, Francia seconda: L’Italia, con 41 milioni di ettolitri, torna a essere il primo produttore mondiale (superando i volumi molto bassi del 2023), mentre la Francia, con un calo annuo del 23% (36,9 milioni di ettolitri), scivola in seconda posizione. Terza la Spagna, con un lieve miglioramento rispetto all’anno precedente, ma comunque lontana dalla media storica.
- Clima e volatilità: Le condizioni climatiche estreme (siccità, grandinate, alluvioni) hanno penalizzato i raccolti, incidendo su tutte le principali aree produttive mondiali e confermando il cambiamento climatico come fattore chiave di instabilità nel settore.
Export Italiano: Crescita a Valore grazie alle Bollicine
- Oltre 8 miliardi di euro: Le stime di Nomisma Wine Monitor per il 2024 indicano un export del vino italiano a +4,5% rispetto al 2023, superando la soglia degli 8 miliardi di euro.
- Spumanti protagonisti: La crescita all’estero è trainata dagli spumanti, in particolare dal Prosecco, che ormai rappresenta 2 bottiglie su 10 tra quelle italiane vendute oltre confine.
- Difficoltà nei mercati tradizionali: Mentre Germania, Svizzera, Francia e Norvegia mostrano cali nelle importazioni di vino italiano, emergono nuovi mercati con crescite a doppia cifra come Austria, Irlanda, Brasile, Romania, Croazia e Thailandia. Questa diversificazione è divenuta strategica per compensare la stagnazione sui mercati storici.

Trend del vino in Italia nella settimana dal 2 al 6 dicembre 2024, che raccoglie i dati e le analisi emersi in questo periodo:
Mercato Interno: Inflazione e Calo dei Volumi
- Consumi in flessione: Nel 2024, la GDO italiana registra un calo delle vendite a volume di vino del -1,5% nei primi 9 mesi, dopo un 2023 già negativo. Una lieve ripresa nel terzo trimestre non è sufficiente a portare il cumulato in positivo.
- Preferenze dei consumatori: Gli italiani, sotto pressione per l’aumento del costo della vita, si orientano verso spumanti generici più economici, penalizzando bollicine Dop e vini fermi. Gli spirits rimangono sostanzialmente stabili a valore, con un lieve calo dei volumi.
- Segmentazione per tipologia: I vini Dop mantengono il valore ma vedono scendere i volumi (-2,9%), mentre gli IGP crescono leggermente sia in valore (+1,6%) che in volume (+3,7%). Gli spumanti segnano un incremento a valore (+3,5%), con il metodo classico e i charmat secchi (Prosecco in testa) sugli scudi, mentre i vini fermi e frizzanti continuano a perdere terreno, soprattutto online.
Visione delle Cantine: Preoccupazione e Diversificazione
- Sentiment delle aziende: Secondo un sondaggio WineNews su 20 grandi realtà (14% del giro d’affari del settore), il 35% delle cantine prevede un 2024 peggiore del 2023, il 40% stima risultati stabili e solo il 25% si aspetta crescita.
- Rischio dazi e tensioni geopolitiche: Le elezioni Usa e le dichiarazioni del nuovo presidente Trump sui possibili dazi rappresentano una minaccia concreta, non solo per l’export oltreoceano, ma indirettamente anche per mercati come la Germania, già sotto pressione economica. Inoltre, dal 1° febbraio 2025, l’incremento delle accise su vini e alcolici nel Regno Unito potrebbe influire ulteriormente sui flussi commerciali.
Cambiamenti nei Gusti e Opportunità Future
- Giovani e salute: Le nuove generazioni riducono il consumo di vino, preferendo bevande alcoliche più leggere o alternative no/low alcol. Questo trend rafforza la crescita degli spumanti e dei vini dealcolati, e spinge le imprese a sperimentare nuove proposte per intercettare palati diversi.
- Strategie per il futuro: In uno scenario di incertezza, le imprese vinicole puntano a:
- Diversificazione dei mercati esteri.
- Innovazione di prodotto (bollicine, segmenti “no-low alcohol”).
- Consolidamento del legame con il consumatore, valorizzando identità, sostenibilità e qualità.
Conclusione
Il quadro complessivo del vino italiano alla fine del 2024 è caratterizzato da forte variabilità e complessità. Mentre la crescita dell’export sostiene il valore complessivo del settore, trainato dagli spumanti e da nuovi mercati emergenti, il mercato interno soffre, compresso da inflazione e cambiamenti nei consumi. La produzione mondiale ai minimi storici, le incertezze politiche e le mutevoli preferenze dei consumatori rendono fondamentale, per il settore, sviluppare strategie flessibili, investire su prodotti innovativi e rafforzare la presenza in mercati diversificati. In questa evoluzione, l’Italia mantiene un ruolo primario a livello produttivo e commerciale, ma la sfida sarà saper leggere e anticipare il cambiamento.
Crisi Climatica e Vulnerabilità delle Produzioni Vitivinicole La crisi climatica sta avendo un impatto significativo sulle produzioni vitivinicole italiane, rendendole sempre più vulnerabili. Secondo uno studio condotto dall’Università Ca’ Foscari di Venezia e da Eurac Research di Bolzano, l’Italia è tra gli hotspot climatici più delicati, con il 35% della produzione Doc e Docg in Europa. Le varietà coltivabili sono limitate da disciplinari rigidi, rendendo difficile l’adattamento alle nuove condizioni climatiche. Come sottolinea Sebastian Candiago, la flessibilità nelle norme di produzione sarà fondamentale per affrontare queste sfide.
Nuovi Modelli di Mercato per il Vino Italiano Il 26 ottobre, al Castello di Udine, si è tenuto il terzo Congresso del Consorzio DOC Delle Venezie, dove sono state discusse le sfide future per il Pinot Grigio, la prima denominazione italiana per estensione. I partecipanti hanno esaminato l’impatto della recente riforma delle Indicazioni Geografiche e il nuovo ruolo dei Consorzi di tutela, con un focus sulla sostenibilità e sull’innovazione nel settore vitivinicolo.
Calano le Vendite Online di Vino Dopo un periodo di boom durante la pandemia, il mercato dell’e-commerce enologico sta mostrando segnali di rallentamento. Secondo un rapporto di Pambianco, i cinque principali operatori di vino online in Italia hanno registrato un fatturato complessivo di 143 milioni di euro nel 2023, con una contrazione del 7% rispetto all’anno precedente. Le cause principali di questo calo includono una riduzione della produzione vinicola nazionale e un aumento dei prezzi medi, che hanno spinto i consumatori a tornare a preferire il vino nei ristoranti.
Futuro del Vino Italiano negli Stati Uniti Nonostante le sfide, il vino italiano continua a mantenere una posizione forte nel mercato statunitense, considerato il primo al mondo per il settore. Secondo Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, ci sono buone prospettive per una ripresa nel 2025. Durante il “Simply Italian Great Wines Us Tour”, i produttori hanno condiviso la loro visione e le opportunità future, nonostante le difficoltà attuali.
Conclusioni
Il settore vitivinicolo italiano si trova di fronte a sfide significative legate al cambiamento climatico, alle dinamiche di mercato e all’evoluzione delle abitudini di consumo. Tuttavia, con innovazione, flessibilità e strategie mirate, il futuro del vino italiano potrebbe rivelarsi promettente, soprattutto sui mercati internazionali.
Vini italiani di lusso in crescita negli USA Nel mercato statunitense, mentre le vendite dei vini di lusso globali sono calate del 7%, i rossi italiani di alta gamma hanno registrato un aumento del 3%, con i toscani in testa (+13%). Il Brunello di Montalcino è il preferito con una quota del 32%, seguito da Barolo (16%) e Bolgheri (11,5%). I rossi italiani sopra i 50 dollari hanno quindi resistito meglio rispetto ai concorrenti francesi e americani, grazie alla forza dei brand e all’attrattività del territorio, accentuata dall’esperienza diretta dei turisti americani in Italia.
Enoturismo: una strategia contro il calo dei consumi L’enoturismo è emerso come una soluzione chiave per rispondere al calo dei consumi, come discusso alla Conferenza Internazionale sull’Enoturismo a Verona. Il vino si rivela fondamentale per attrarre turisti, posizionandosi tra le principali esperienze ricercate dai viaggiatori, soprattutto per le sue connessioni con il patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Le nuove tendenze nell’enoturismo riguardano esperienze diversificate e sostenibili, con un focus sull’autenticità e l’integrazione con altre eccellenze italiane come design e moda.
Nuove esigenze dei consumatori: salute e sostenibilità L’interesse per la sostenibilità ambientale e sociale cresce tra i turisti del vino, che cercano autenticità e promuovono l’aggregazione. Il rapporto vino-salute, la valorizzazione delle aree interne e l’attenzione verso uno stile di vita sostenibile sono temi centrali. I giovani della Generazione Z, meno affini al vino, sono sensibili a questi valori, offrendo un’opportunità di engagement per le aziende vinicole italiane.
Promozione internazionale e futuro del vino italiano Vinitaly si conferma protagonista nella promozione del vino italiano, con un’attenzione crescente verso i mercati internazionali e una comunicazione che esalti il vino come parte integrante dello stile di vita italiano. Il prossimo appuntamento è previsto per ottobre 2025 a Bordeaux, in cui l’industria si confronterà nuovamente sulle sfide e le opportunità future del settore vinicolo globale.
Le vendite di vino nella grande distribuzione organizzata (GDO) nei primi 8 mesi del 2024 sono rimaste stabili a volume, ma i prezzi sono aumentati del 2,2%. Gli spumanti continuano a crescere (+3,5%), mentre i vini comuni hanno registrato un calo del 5,6% a volume. I consumatori si stanno orientando verso i vini IGT (+3,3%) a scapito dei vini DOC (-3,2%).
La vendemmia 2024 è prevista in crescita del 7%, ma con una produzione di 41 milioni di ettolitri, ben al di sotto della media quinquennale. Il cambiamento climatico ha influito negativamente.
Negli Stati Uniti, i consumi di vino sono in forte calo (-8% nei primi 8 mesi), ma gli spumanti italiani resistono, salvando il settore, soprattutto grazie al Prosecco, che domina il mercato estero e guida l’export con una crescita del 13% a volume. Tuttavia, l’export di vino italiano mostra segnali di rallentamento in alcuni mercati chiave come Germania e Svizzera.
Vendite in Grande Distribuzione
Le vendite di vino nella grande distribuzione in Italia continuano a rallentare, registrando un calo del 2,5% nel primo semestre del 2024. Secondo l’Osservatorio UIV-Ismea basato su dati Nielsen-IQ, la diminuzione è attribuita principalmente ai vini fermi e frizzanti, che hanno visto un calo del 3,4%, mentre gli spumanti sono aumentati del 4,2%. Nonostante il calo nei volumi, il valore complessivo delle vendite è cresciuto leggermente dello 0,6%, raggiungendo quasi 1,4 miliardi di euro.
Mercato dei Vini Pregiati
Il mercato dei vini pregiati ha chiuso il primo semestre con un calo dello 0,6%, influenzato principalmente dalla Francia, che ha subito un calo dell’1,1%. L’Italia ha mantenuto una stabilità, con una lieve flessione dello 0,1%. La Toscana continua a registrare una crescita positiva, aumentando del 1% nei dodici mesi precedenti, mentre il Piemonte ha mostrato una crescita più contenuta dello 0,3%.
Export e Mercati Esteri
Il mercato estero della grande distribuzione mostra un calo del 4,3% a volume nei principali mercati di riferimento come Stati Uniti, Regno Unito e Germania, con un valore di 13,9 miliardi di euro (-1,5%). Tuttavia, l’Italia ha mantenuto un risultato stabile con un aumento dei volumi dello 0,1% e un valore di 2,3 miliardi di euro (+0,9%). Negli Stati Uniti, le vendite di vino italiano hanno raggiunto i 973 milioni di euro, con gli spumanti che hanno registrato una crescita del 2,8%. In Germania, l’esplosione dei “frizzantini” ha sostenuto il mercato, con un aumento del 23,3% a volume e del 14,6% a valore.
Tendenze Estive nei Consumi
Secondo Vinarius, l’Associazione delle Enoteche Italiane, le tendenze estive mostrano una buona tenuta dei vini bianchi e spumanti, con una ripresa dei vini rosati. C’è un crescente interesse per i vini rossi leggeri che possono essere consumati freschi. I consumatori cercano vini con gradazioni alcoliche più basse, segno di una crescente attenzione alla sostenibilità e al consumo responsabile.
Sfide e Strategie Future
L’Unione Italiana Vini (UIV) sottolinea la necessità di adottare scelte manageriali più moderne per affrontare la riduzione dei consumi. Il presidente Lamberto Frescobaldi ha evidenziato l’importanza di ridurre le rese produttive e riscoprire le peculiarità delle diverse zone viticole italiane per mantenere la competitività sul mercato internazionale.
In sintesi, il settore vitivinicolo italiano sta affrontando sfide significative, ma rimane resiliente grazie alla diversificazione dei prodotti e all’adattamento alle tendenze di consumo emergenti.
Il mercato del vino in Italia mostra grande incertezza. Bianchi e bollicine sono in crescita, mentre alcuni rossi soffrono. Carlo Miravalle di Med.&A. prevede una vendemmia 2024 più abbondante, che potrebbe contenere i prezzi e recuperare quote di mercato perse. C’è un crescente interesse per rosati e vitigni meno noti come Ribolla Gialla e Pecorino.
IWSR prevede un declino a lungo termine nei consumi di vino, influenzato da cambiamenti nello stile di vita e preferenze dei giovani per altre bevande. La Silicon Valley Bank e OIV registrano un calo dei consumi tra i giovani, con un decremento tra i 18-39enni dal 37% del 2010 all’attuale 26%.
L’export di vino italiano è cresciuto del 5,8% nei primi quattro mesi del 2024, grazie agli ordini di Russia e Giappone, destinati però a ridursi nella seconda metà dell’anno. Le esportazioni di spumante, soprattutto Prosecco, hanno raggiunto 684 milioni di euro, con un incremento del 14,3% in volume.
Nonostante questi dati positivi, permangono incertezze legate al clima e alle tensioni commerciali tra Europa e Cina, che potrebbero influenzare il futuro del mercato.
Il settore vitivinicolo italiano ha mostrato una crescita robusta nei primi quattro mesi del 2024, con un incremento del 7% in valore e del 5,8% in volume nelle esportazioni, totalizzando oltre 2,5 miliardi di euro e 690,76 milioni di litri. Questo incremento è una ripresa significativa rispetto ai dati più moderati del trimestre precedente.
Gli Stati Uniti continuano a guidare come principale mercato di importazione del vino italiano, mostrando una crescita del 6%, mentre il Regno Unito ha segnato un incremento impressionante dell’11,5%. Anche Canada e Russia hanno mostrato aumenti notevoli. Al contrario, la Francia ha visto una riduzione del 6,4% nelle importazioni di vino italiano.
I vini spumanti, guidati dal Prosecco, hanno registrato un aumento dell’11,2% raggiungendo 684 milioni di euro. Nonostante un generale calo delle vendite di vino nei supermercati italiani, le esportazioni continuano a dimostrare la resilienza e il potenziale di crescita del settore.
Trend del Vino in Italia: Uno Sguardo al Futuro
L’industria vitivinicola italiana affronta una fase di cambiamento e sfide, con una attenzione particolare verso la prossima vendemmia mentre gestisce ancora scorte significative. Al 30 giugno, secondo il rapporto “Cantina Italia” dell’Icqrf, sono presenti 43,5 milioni di ettolitri di vino in cantina, cifra che riflette una diminuzione del 12,2% rispetto all’anno precedente, e una produzione del 2023 tra le più basse registrate.
Oltre la metà del vino immagazzinato è classificato come Dop, evidenziando una predominanza di vini con denominazione di origine protetta. Il Prosecco Doc guida la “classifica” delle scorte con 4,2 milioni di ettolitri.
Parallelamente, il vino biologico italiano mostra una realtà dolce-amaro con la perdita di quasi 4mila ettari nel 2023, nonostante una crescita complessiva delle superfici bio del 4,5%. Questo contesto sottolinea le sfide introdotte dalla nuova politica agricola comune (Pac) 2023/27.
Il mercato globale delle bevande alcoliche vede una prospettiva di lenta ripresa dal 2025, con una crescita stimata del 1% annuo fino al 2028. Tuttavia, il vino potrebbe affrontare maggiori difficoltà rispetto a birre e superalcolici, con una previsione di calo di volumi del -1% annuo nel medio termine.
Nonostante le difficoltà globali e una diminuzione del consumo nei mercati chiave come gli USA, il settore vitivinicolo italiano non è in crisi. Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini, enfatizza l’importanza di riconoscere il valore del vino italiano, che contribuisce significativamente al PIL e all’occupazione in Europa, e chiede un’azione governativa per sviluppare ulteriormente il mercato.
In sintesi, l’industria del vino in Italia naviga tra sfide e opportunità, con la necessità di adattarsi a un contesto economico e normativo in evoluzione, mantenendo al contempo un ruolo di leadership nel panorama vitivinicolo europeo e globale.
Guardando al futuro, il mercato delle bevande alcoliche prevede una crescita globale lenta ma costante, ma il vino potrebbe affrontare sfide maggiori rispetto a birra e superalcolici. La situazione è in continua evoluzione, con l’Italia che si prepara per la prossima vendemmia, mantenendo un occhio vigile sui trend globali e le opportunità emergenti.