Trend del vino in Italia n.60 2024 Dazi USA: preoccupazione ma anche reazione

Il tema dominante è stato l’introduzione dei dazi del 20% da parte degli USA sui vini UE.

Trend del vino in Italia n.60 2024 Dazi USA: preoccupazione ma anche reazione

Il settore vitivinicolo italiano, tuttavia, ha risposto con fermezza e spirito propositivo:

  • Esportatori e consorzi spingono sulla diversificazione dei mercati (Canada, Romania, Africa, Giappone).
  • La presidente di Federvini, Micaela Pallini, lancia un appello per una regia europea unitaria, avvertendo: “difendere il vino oggi significa proteggere l’economia italiana e la sua immagine nel mondo”.
  • Il mercato USA rappresenta il 24% dell’export vinicolo italiano (quasi 2 miliardi € l’anno): i dazi rischiano di estromettere i vini italiani dagli scaffali, favorendo i competitor cileni, australiani e californiani.
  • Nonostante tutto, 3.000 buyer americani hanno partecipato al Vinitaly: un chiaro segnale d’interesse verso il vino italiano.

Consumi interni in calo, ma con segnali di cambiamento

Nel 2025, le vendite nella GDO (Grande Distribuzione Organizzata) sono in calo:

  • -4,5% a volume e -2,7% a valore nel primo trimestre.
  • Il 2024 aveva chiuso a 753 milioni di litri venduti per un valore di 3,2 miliardi di euro.
  • I vini rossi fermi restano i più venduti ma continuano a perdere terreno, mentre i bianchi stanno guadagnando quote.
  • Secondo Circana, entro 5 anni il vino bianco supererà il rosso nei consumi domestici.
  • Emergono varietà come Inzolia e Vermentino, segnale chiaro del cambio di gusto dei consumatori.

Export e spumanti: i veri motori della crescita

  • Il 2024 si è chiuso con 8,1 miliardi di euro di export vinicolo (+5,5%).
  • Gli spumanti, trainati dal Prosecco, stanno guidando l’export: rappresentano il 22% dell’export totale.
  • L’Italia sta virando da “Wine Country” a “Sparkling Wine Country”, con produzioni in tutta la penisola (70 Doc e 17 Docg).
  • In diversi Paesi europei il Prosecco ha superato i vini rossi per popolarità.

Produzione e biodiversità: l’Italia al top

  • Nel 2024, l’Italia torna primo produttore mondiale con 41 milioni di ettolitri.
  • Vanta 80 vitigni autoctoni che coprono il 75% del vigneto nazionale (record europeo).
  • Conta 528 DOP/IGP, più di qualsiasi altro Paese.
  • Tuttavia, rimane un settore frammentato: il 35% delle aziende ha meno di 5 ettari.

Focus regionale: il Veneto domina

  • Il Veneto è la prima regione per produzione e export, con quasi 3 miliardi di euro.
  • Cresce la produzione di uve (+9,7%) e il numero di occupati nel comparto (+80.400).
  • Spiccano il Glera, Pinot Grigio, e Garganega.
  • Prosecco di Conegliano Valdobbiadene in testa per performance di crescita.

Le sfide future del settore

  • L’export resta cruciale, ma bisogna affrontare:
    • Cambiamento climatico (aumento grado alcolico, desertificazione nel Sud).
    • Calo dei consumi interni, soprattutto tra i giovani.
    • Eccessivi ricarichi nella ristorazione che frenano gli acquisti.
  • Serve una strategia sostenibile:
    • Innovazione nei vitigni più resistenti.
    • Digitalizzazione, robotica, enoturismo.
    • Ritorno all’agricoltura paesaggistica con vigneti più belli e biodiversi.
    • Etica della responsabilità per proteggere il paesaggio e valorizzare il territorio.

Il vino dealcolato (NoLo): tendenza emergente

  • Il segmento NoLo crescerà del 38% entro il 2028, fino a 3,3 miliardi $ a livello globale.
  • In Italia vale solo lo 0,1% del mercato, ma con potenzialità (CAGR atteso: +47,1%).
  • Interesse legato a:
    • Stili di vita salutari
    • Guida sicura
    • Curiosità sperimentale
  • La chiave sarà la qualità del prodotto e la reperibilità.

In sintesi

Il vino italiano vive un momento complesso ma pieno di opportunità. Tra dazi, cambiamenti nei gusti, e nuove sfide climatiche, il settore si reinventa puntando su innovazione, diversificazione e qualità. Il Prosecco continua a brillare, i bianchi avanzano e il vino “light” fa breccia tra i giovani. In questo scenario, l’Italia deve imparare a fare sistema, valorizzando la propria biodiversità e l’unicità dei territori.

 

Il mercato del vino continua a navigare in acque turbolente. Dopo un 2023 segnato da una significativa contrazione nei consumi globali, il 2024 ha confermato il trend negativo, soprattutto negli scambi internazionali. Tra i 12 principali mercati di importazione (che rappresentano oltre il 60% del commercio globale di vino), solo Stati Uniti, Canada, Cina e Brasile hanno registrato una crescita.

Trend del vino in Italia: mercato in calo, ma il Prosecco resiste

Export italiano: spumanti in controtendenza

Nonostante il calo generale, il vino italiano ha performato meglio della media, con un incremento delle esportazioni grazie agli spumanti, che hanno registrato un +4,8% a valore contro una media aggregata del -5,1%. Particolarmente positivo l’export negli USA (+11%), in Australia (+10%) e in Canada (+9%).

Difficoltà per la Francia, rimbalzo dell’Australia

Mentre il vino australiano ha recuperato quota grazie alla revoca del superdazio del 218% in Cina, la Francia continua a perdere terreno, con un calo del -2,4% nel valore dell’export nel 2024, trascinato dal crollo delle vendite di Champagne (-10% bottiglie spedite).

Mercato interno: calo dei consumi e crescita nei discount

L’inflazione e l’incertezza economica hanno inciso sulle abitudini dei consumatori italiani. Nel 2024, le vendite nella grande distribuzione (GDO) sono scese del -2%, con punte di -4,6% per i vini rossi e -7,4% per i frizzanti. In controtendenza, i discount hanno mantenuto i volumi e segnato una crescita del 1,2% a valore, trainata ancora una volta dagli spumanti.

Nuovi mercati di sbocco: crescita in Est Europa e America Latina

A fronte di un contesto incerto, l’export italiano ha trovato sbocchi in Polonia (+26%), Repubblica Ceca (+47%), Romania (+22%), Messico (+3%) ed Ecuador (+56%). Il Brasile, con oltre 200 milioni di abitanti, è diventato un mercato chiave per i vini italiani, soprattutto rossi toscani e piemontesi, apprezzati dai Millennials con reddito medio-alto.

Generazioni e nuove tendenze di consumo

Il consumo di vino è sempre più legato a fasce d’età più alte. In Italia e negli USA, la maggior parte degli acquisti è sostenuta dagli over 60, mentre la Gen Z tende a consumarlo solo in occasioni speciali, preferendo prodotti a bassa gradazione alcolica e sostenibili. Questo spiega la crescita del mercato dei No Alcol wines negli USA.

Il pericolo delle etichette allarmistiche e dei dazi

UE: minacce di restrizioni sul vino

Il settore vitivinicolo si trova nuovamente sotto attacco in Europa. La Commissione UE sta valutando l’introduzione di etichette allarmistiche sulle bottiglie, analogamente a quanto già avvenuto in Irlanda e proposto in Belgio nel 2024. Questa politica rischia di danneggiare un settore che vale 8,2 miliardi di euro di export, con gli USA come primo mercato.

Gli USA e la minaccia dei dazi

L’incertezza politica americana, con il possibile ritorno di dazi sotto una nuova amministrazione Trump, ha scatenato un boom anomalo degli ordini: nel bimestre finale del 2024, le esportazioni italiane negli Stati Uniti sono cresciute del +20% a volume e +21% a valore, in previsione di possibili restrizioni future. Tuttavia, i consumi interni americani sono in calo del -7%, con il vino italiano a -4,4%.

Situazione della produzione e giacenze

Cantina Italia: ancora molte scorte

Nonostante una vendemmia 2023 tra le più scarse di sempre (38,3 milioni di ettolitri), la “Cantina Italia” continua ad avere 57,5 milioni di ettolitri in giacenza a gennaio 2025. I vini più presenti in magazzino sono:

  • Prosecco DOC (12% del totale, 5,5 milioni di ettolitri);
  • IGP Puglia (2,1 milioni di ettolitri);
  • Chianti, IGT Toscana, IGT Veneto e DOC Sicilia.

Le giacenze elevate e la necessità di trovare nuovi mercati rendono ancora più evidente la pressione sul settore vitivinicolo italiano.

Conclusione: il mercato si fa sempre più competitivo

Il vino italiano affronta un periodo complesso tra contrazione della domanda, incertezze politiche e commerciali, protezionismo e cambiamenti nelle abitudini di consumo. Il Prosecco e gli spumanti rimangono i punti di forza, ma sarà fondamentale esplorare nuovi mercati e investire in innovazione per mantenere il settore competitivo a livello globale.

 

Il settore vinicolo italiano continua a essere una componente fondamentale dell’economia agroalimentare nazionale, con l’export che rappresenta una parte significativa delle vendite.

Trend del vino in Italia! della settimana dal 3 al 7 febbraio 2025.

Tuttavia, nel 2024, le vendite di vino italiano negli Stati Uniti hanno registrato una diminuzione del 4,4% in volume, nonostante un incremento del 7% nelle esportazioni complessive nei primi 11 mesi dell’anno. Questo calo è attribuibile a una contrazione generale del mercato statunitense, che ha visto una riduzione del 7,2% nelle vendite totali di vino. In particolare, i vini bianchi e rossi italiani hanno subito una flessione del 6,4%, mentre gli spumanti hanno mostrato una lieve crescita dell’1,5%. Denominazioni come Prosecco, Brunello di Montalcino e Barolo hanno mantenuto performance positive, contrariamente ad altre etichette che hanno registrato cali più marcati.

Un fattore di preoccupazione per il 2025 riguarda l’eventuale introduzione di dazi da parte degli Stati Uniti sui vini italiani. Secondo l’Unione Italiana Vini (UIV), tali dazi potrebbero comportare una perdita stimata di circa 300 milioni di euro in un anno. Per mitigare questo rischio, alcuni importatori statunitensi hanno incrementato le scorte di Prosecco, anticipando possibili aumenti tariffari. Nel novembre 2024, le importazioni di spumanti italiani negli Stati Uniti sono aumentate del 41%, riflettendo una strategia preventiva da parte degli importatori.

Nonostante queste sfide, emergono opportunità in nuovi mercati. La Cina sta diventando un mercato sempre più rilevante per il vino italiano, grazie alla crescita della classe media e all’interesse per le denominazioni europee. Anche Giappone, Corea del Sud e Canada mostrano un aumento della domanda, con una particolare attenzione verso vini biologici e biodinamici. In Europa orientale, paesi come Polonia e Repubblica Ceca stanno incrementando le importazioni di vino italiano, sostenuti da una crescente cultura enologica e da una maggiore capacità di spesa dei consumatori.

Per affrontare le sfide del 2025, è fondamentale per i produttori italiani rafforzare il valore percepito del “Made in Italy”, puntando su qualità, autenticità e sostenibilità. Investire nella formazione dei consumatori e valorizzare le denominazioni meno conosciute potrebbe essere una strategia efficace per diversificare l’offerta e conquistare nuovi segmenti di mercato.

Inoltre, il 22 febbraio 2025, nell’ambito di Identità Milano, verrà presentata la Guida “Bollicine del Mondo 2025”, un evento che celebra l’eccellenza delle produzioni spumantistiche a livello globale, offrendo un’ulteriore occasione per promuovere le eccellenze italiane nel settore.

In sintesi, mentre il vino italiano affronta sfide significative, esistono anche numerose opportunità per consolidare e ampliare la propria presenza sui mercati internazionali, attraverso strategie mirate e un’attenzione costante alla qualità e all’innovazione.

L’Export del Vino Italiano negli USA: Boom del Prosecco tra Timori di Dazi

Trend del Vino in Italia: Settimana dal 20 al 24 gennaio 2025

L’export di vino italiano verso gli Stati Uniti ha registrato una crescita significativa nel novembre 2024, con un aumento del 41% in volume per gli spumanti e del 17% per i vini fermi imbottigliati. Secondo l’Osservatorio dell’Unione Italiana Vini (UIV), questa crescita è dovuta alla corsa agli acquisti da parte degli importatori americani, in previsione dei dazi annunciati dal neopresidente Donald Trump. Il rafforzamento del dollaro ha inoltre favorito l’aumento delle esportazioni, che nei primi undici mesi del 2024 hanno registrato un +7% nei volumi spediti, con gli spumanti in crescita del 19,5% (3 bottiglie su 4 sono Prosecco).

Lamberto Frescobaldi, presidente di UIV, ha evidenziato come il mercato statunitense rappresenti un valore cruciale per l’export vinicolo italiano, superando 1,9 miliardi di euro nel 2024 e costituendo il 24% delle esportazioni totali di vino italiano. Tuttavia, la possibile introduzione dei dazi crea incertezza e preoccupazione per il futuro commerciale del settore.

UIV ha inoltre segnalato che il picco di ordini di novembre non ha precedenti nella storia delle esportazioni di spumanti, con un valore complessivo di circa 54 milioni di euro (+29%). Il segretario generale di UIV, Paolo Castelletti, ha sottolineato come gli Stati Uniti saranno sotto stretta osservazione nei prossimi mesi non solo per i dazi, ma anche per le nuove linee guida sui consumi alimentari. A tal proposito, l’associazione parteciperà a un evento alle Nazioni Unite a New York per promuovere un consumo consapevole e moderato del vino.

Calo delle Vendite di Vino negli USA, ma Crescita delle Importazioni

Mentre negli Stati Uniti si assiste a un calo delle vendite di vino domestico (-6,2% in valore e -7,2% in volume nel 2024 secondo il report di “SipSource”), il vino italiano sembra essere immune a questa flessione. I dati ISTAT sui primi dieci mesi del 2024 rivelano che l’export di vino italiano ha registrato un incremento dell’8,2% in valore (1,59 miliardi di euro), ben al di sopra della media italiana del +5,7%.

Gli esperti ritengono che parte di questa crescita possa essere attribuita alla corsa alle scorte da parte degli importatori, timorosi di un possibile aumento dei dazi. Tuttavia, solo nei prossimi mesi si capirà se il trend positivo del vino italiano negli USA è destinato a consolidarsi o se sia stato solo un effetto temporaneo legato alle incertezze sulle politiche commerciali di Trump.

Tendenze del Vino e Spirits nel 2025: Il Parere di Proposta Vini

Secondo Gianpaolo Girardi, fondatore di Proposta Vini, il 2025 vedrà una continua crescita degli spumanti italiani, grazie alla sempre maggiore diffusione dell’abitudine di consumarli durante i pasti. Questa tendenza favorirà anche le piccole realtà emergenti che valorizzano la spumantistica da uve italiane.

Per quanto riguarda i vini fermi, si prevede una stabilità dei bianchi, che continueranno a essere apprezzati per la loro tipicità territoriale, mentre i grandi rossi come Supertuscan, bordolesi e Amarone subiranno un ulteriore calo, penalizzati dai prezzi elevati e dal cambiamento nelle preferenze dei consumatori, orientati verso vini meno strutturati.

L’interesse per i vini naturali continuerà a crescere, mentre per quanto riguarda gli spirits, il 2025 sarà un anno di forte innovazione. La mixology e la ristorazione stanno abbracciando sempre di più il mondo dei distillati, con il gin ancora protagonista in Italia, in controtendenza rispetto al resto del mondo, dove il mercato appare saturo. Gli amari vivono un momento d’oro grazie alla loro versatilità nei cocktail e negli aperitivi, mentre il whisky sta guadagnando terreno tra i consumatori più giovani e tra le donne. Il rum torna a essere apprezzato per la sua qualità e per la capacità di raccontare storie autentiche.

Infine, il vermouth si candida come grande rivelazione per il 2026, con una crescente valorizzazione del vitigno base e delle sue peculiarità. In tutto il settore spirits cresce anche l’attenzione verso la sostenibilità, con numerosi produttori che adottano strategie “carbon free” e pratiche a basso impatto ambientale, un segnale che conferma il crescente impegno verso la salvaguardia del pianeta.

  1. Produzione di vino nell’Ue e principali Paesi produttori
  • Secondo Eurostat, nel 2023 l’Unione Europea ha prodotto 1,496 miliardi di litri di spumante, in calo dell’8% rispetto al 2022 (1,624 miliardi).
  • Italia in testa con 638 milioni di litri; Francia a quota 312 milioni (224 di Champagne e 88 di spumante) e Germania con 263 milioni. Seguono Spagna (206 milioni) e Portogallo (25 milioni).
  • L’Ue ha esportato 600 milioni di litri di vino spumante (dato in calo dell’8% sul 2022, ma superiore ai volumi del 2018-2020), con il Prosecco leader (44%), seguito da spumante generico (17%), Champagne (15%), Cava (10%) e altri Dop (6%).

Trend del vino in Italia 7-10 gennaio 2025

  1. Bollicine Italiane: tra record e riflessioni critiche
  • Nel passaggio tra 2024 e 2025, si stima che le bollicine italiane arrivino a 1,015 miliardi di bottiglie prodotte e commercializzate (+8% annuo), di cui 355 milioni stappate tra Natale e Capodanno.
  • Trentodoc e le “bolle” made in Italy in generale crescono, con un incremento soprattutto all’estero (+9%), mentre in Italia il consumo risulta più stabile (+2%).
  • Si osserva, tuttavia, una “mania da spumante” diffusa: numerose realtà, anche prive di tradizione e condizioni climatiche adeguate, si lanciano nella produzione di spumanti, rischiando di banalizzare varietà e territori.
  1. Fine wines in crisi: il crollo del Liv-Ex
  • Il mercato dei vini di pregio ha chiuso il 2024 in rosso: il Liv-Ex 100 segna -9,1%, mentre il Liv-Ex 1000 arriva a -11,7%.
  • L’Italia, seppur in calo, contiene i danni (-7% per i principali vini tricolore). Indici come il Borgogna 150 (-15,2%) e lo Champagne 50 (-11,7%) mostrano flessioni ancor più marcate.
  1. Trend 2025 secondo Proposta Vini
  • Lo Champagne, simbolo di lusso, ha visto un calo del 20% nel 2024 e si prevede in ulteriore flessione.
  • Gli spumanti italiani mantengono stabilmente l’interesse del pubblico, anche grazie al consumo a tutto pasto.
  • I vini bianchi restano centrali per tipicità e leggerezza, mentre grandi rossi (Supertuscan, Amarone, bordolesi) perdono terreno.
  • I vini rosati restano fermi da anni al 7% delle vendite; in crescita i vini naturali, sostenuti dall’attenzione per la sostenibilità.
  • Nei distillati, il gin rimane protagonista del mercato italiano, e crescono gli amari, grazie a formule come l’amaro tonic.
  1. Mercati globali e prospettive per l’Asia
  • L’export italiano di vino a fine settembre 2024 vede come principali destinazioni: Usa (24%), Regno Unito (20%), Germania (6%), Russia (5%), Francia (5%) e Canada (5%).
  • In Asia, Cina e Giappone si confermano mercati difficili: la Cina rimane molto sotto i livelli pre-Covid, mentre il Giappone, pur restando il primo sbocco asiatico per i vini europei, mostra un calo (-11,74% per l’Ue).
  • Thailandia fa eccezione, con una modesta crescita grazie alle riforme fiscali che hanno favorito l’import di vino.
  1. Conclusioni e prospettive
    Mentre l’Italia si consacra ulteriormente come “Paese delle bollicine”, con il Prosecco e altre denominazioni spumantistiche in forte espansione, i consumi mondiali mostrano trend altalenanti: da un lato, la richiesta di prodotti più leggeri, sostenibili e di qualità; dall’altro, una contrazione del mercato dei vini di pregio e una concorrenza sempre più ampia e spesso poco attenta al territorio.
    Se il 2024 è stato un anno brillante per gli spumanti italiani, il 2025 si profila come un periodo di sfide: l’attenzione ai gusti della Generazione Z e la spinta verso soluzioni low/no alcohol potrebbero ridefinire ulteriormente gli equilibri, mentre la sostenibilità si consolida quale valore imprescindibile. Sulle rotte internazionali, l’Asia resta un mercato dal potenziale interessante ma tuttora incerto, tra riprese fragili, calo dei consumi e nuove politiche fiscali da monitorare.

 

Grandi Chef, Cucina Leggera e Effetto sui Consumi.

 

L’alta ristorazione, sempre più orientata a piatti leggeri, sostenibili e di dimensioni contenute, sta influenzando il modo in cui si beve il vino. L’abbinamento con creazioni gastronomiche più delicate, verdi e “healthy” favorisce il consumo di vini bianchi, più freschi e beverini, a discapito dei rossi. Questi ultimi, un tempo protagonisti indiscussi, cedono terreno a etichette bianche in sintonia con la cucina “stellata” contemporanea.

Ripresa dell’Export Made in Italy.

Dopo il rallentamento del 2023, il vino italiano torna a crescere sui mercati esteri. Nei primi nove mesi del 2024 si registra un aumento del 3% in volume e del 6% in valore, spingendo la previsione di fine anno a oltre 8 miliardi di euro di export. Ottimo il risultato dei vini Dop e Igp fermi, supportati da un balzo degli spumanti (+13% in volume, +9% in valore), che superano per la prima volta i vini rossi tra le preferenze internazionali. Si tratta di un cambiamento storico per l’export italiano, trainato soprattutto dal Prosecco.

Bollicine al Comando: Sorpasso sul Rosso.

Le bollicine italiane si confermano il vero motore dell’export: per la prima volta, infatti, lo spumante spedito all’estero supera i volumi di rossi e bianchi. Una vera rivoluzione che vede il Prosecco come punta di diamante, capace di generare, da solo, un volume d’affari superiore al 20% dell’intero export del vino italiano. Questo successo è legato all’immagine pop delle bollicine, facilmente abbinabili anche a cocktail di tendenza, scenario che favorisce la crescita della categoria, destinata a consolidarsi nei prossimi anni.

Il Futuro del Vino in UE: Consumi, Produzioni ed Export in Calo.

Le proiezioni della Commissione Europea per il prossimo decennio delineano uno scenario complesso per il vino Ue: produzione, consumi ed esportazioni in diminuzione, condizionati dal cambiamento climatico, dal salutismo (specie tra i giovani) e dall’evoluzione dei gusti (meno rossi, più vini leggeri e frizzanti). Tuttavia, non tutti i Paesi mostrano gli stessi trend: diminuzioni importanti in Francia e Germania, ma incrementi in mercati emergenti come Repubblica Ceca, Polonia e Svezia. Il comparto dovrà evolversi, puntando su innovazione, diversificazione e adattamento alle nuove preferenze.

Mercato Interno ed Evoluzione dei Consumatori.

In Italia, i consumi interni restano fermi, con le bollicine che tengono (anzi, crescono), mentre i vini fermi arretrano. Il segmento “green” tra gli spumanti non attecchisce come previsto. Intanto la Generazione Z, più attenta alla salute e meno legata al vino come abitudine, considera il consumo di questa bevanda sempre meno attrattivo (“cringe”), allontanandosi soprattutto dai rossi corposi. Le bollicine, al contrario, restano “cool” fuori casa e, nel caso del Prosecco, stanno crescendo anche nel consumo domestico.

Italia, sempre più Paese delle Bollicine.

I dati confermano che l’Italia sta diventando uno “sparkling wine country”. Con una produzione di bollicine vicina al miliardo di bottiglie e un aumento continuo dell’export spumantistico (che già rappresenta il 30% del totale del vino italiano venduto all’estero), il comparto degli spumanti domina la scena. Paesi come gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e persino la Russia consumano sempre più bollicine italiane, mentre alcuni mercati storici (Cina, Regno Unito, Germania) rallentano. Il Prosecco resta il riferimento principale, sia all’estero che in Italia, trainando l’intero settore.

In Sintesi.

Il 2024 si avvia alla conclusione con uno scenario in trasformazione. L’alta cucina e le nuove tendenze alimentari favoriscono il consumo di vini bianchi leggeri, mentre gli spumanti dettano legge sul piano internazionale, superando finalmente i rossi nelle esportazioni. Il contesto europeo prevede una contrazione generale, ma l’Italia resiste e innova, grazie all’inarrestabile ascesa delle bollicine e alla diversificazione dei mercati di sbocco. In un futuro incerto, dominato dal cambiamento climatico, dai nuovi stili di vita e dai mutamenti nei gusti, le bollicine italiane si confermano l’asset strategico su cui puntare.

Scenario Internazionale e Produzione Mondiale

  • Produzione più bassa dal 1961: Secondo l’OIV, la produzione mondiale di vino nel 2024 scenderà attorno ai 231 milioni di ettolitri, toccando i livelli minimi da oltre mezzo secolo.
  • Italia prima, Francia seconda: L’Italia, con 41 milioni di ettolitri, torna a essere il primo produttore mondiale (superando i volumi molto bassi del 2023), mentre la Francia, con un calo annuo del 23% (36,9 milioni di ettolitri), scivola in seconda posizione. Terza la Spagna, con un lieve miglioramento rispetto all’anno precedente, ma comunque lontana dalla media storica.
  • Clima e volatilità: Le condizioni climatiche estreme (siccità, grandinate, alluvioni) hanno penalizzato i raccolti, incidendo su tutte le principali aree produttive mondiali e confermando il cambiamento climatico come fattore chiave di instabilità nel settore.

Export Italiano: Crescita a Valore grazie alle Bollicine

  • Oltre 8 miliardi di euro: Le stime di Nomisma Wine Monitor per il 2024 indicano un export del vino italiano a +4,5% rispetto al 2023, superando la soglia degli 8 miliardi di euro.
  • Spumanti protagonisti: La crescita all’estero è trainata dagli spumanti, in particolare dal Prosecco, che ormai rappresenta 2 bottiglie su 10 tra quelle italiane vendute oltre confine.
  • Difficoltà nei mercati tradizionali: Mentre Germania, Svizzera, Francia e Norvegia mostrano cali nelle importazioni di vino italiano, emergono nuovi mercati con crescite a doppia cifra come Austria, Irlanda, Brasile, Romania, Croazia e Thailandia. Questa diversificazione è divenuta strategica per compensare la stagnazione sui mercati storici.

Trend del vino in Italia nella settimana dal 2 al 6 dicembre 2024, che raccoglie i dati e le analisi emersi in questo periodo:

Mercato Interno: Inflazione e Calo dei Volumi

  • Consumi in flessione: Nel 2024, la GDO italiana registra un calo delle vendite a volume di vino del -1,5% nei primi 9 mesi, dopo un 2023 già negativo. Una lieve ripresa nel terzo trimestre non è sufficiente a portare il cumulato in positivo.
  • Preferenze dei consumatori: Gli italiani, sotto pressione per l’aumento del costo della vita, si orientano verso spumanti generici più economici, penalizzando bollicine Dop e vini fermi. Gli spirits rimangono sostanzialmente stabili a valore, con un lieve calo dei volumi.
  • Segmentazione per tipologia: I vini Dop mantengono il valore ma vedono scendere i volumi (-2,9%), mentre gli IGP crescono leggermente sia in valore (+1,6%) che in volume (+3,7%). Gli spumanti segnano un incremento a valore (+3,5%), con il metodo classico e i charmat secchi (Prosecco in testa) sugli scudi, mentre i vini fermi e frizzanti continuano a perdere terreno, soprattutto online.

Visione delle Cantine: Preoccupazione e Diversificazione

  • Sentiment delle aziende: Secondo un sondaggio WineNews su 20 grandi realtà (14% del giro d’affari del settore), il 35% delle cantine prevede un 2024 peggiore del 2023, il 40% stima risultati stabili e solo il 25% si aspetta crescita.
  • Rischio dazi e tensioni geopolitiche: Le elezioni Usa e le dichiarazioni del nuovo presidente Trump sui possibili dazi rappresentano una minaccia concreta, non solo per l’export oltreoceano, ma indirettamente anche per mercati come la Germania, già sotto pressione economica. Inoltre, dal 1° febbraio 2025, l’incremento delle accise su vini e alcolici nel Regno Unito potrebbe influire ulteriormente sui flussi commerciali.

Cambiamenti nei Gusti e Opportunità Future

  • Giovani e salute: Le nuove generazioni riducono il consumo di vino, preferendo bevande alcoliche più leggere o alternative no/low alcol. Questo trend rafforza la crescita degli spumanti e dei vini dealcolati, e spinge le imprese a sperimentare nuove proposte per intercettare palati diversi.
  • Strategie per il futuro: In uno scenario di incertezza, le imprese vinicole puntano a:
    • Diversificazione dei mercati esteri.
    • Innovazione di prodotto (bollicine, segmenti “no-low alcohol”).
    • Consolidamento del legame con il consumatore, valorizzando identità, sostenibilità e qualità.

Conclusione

Il quadro complessivo del vino italiano alla fine del 2024 è caratterizzato da forte variabilità e complessità. Mentre la crescita dell’export sostiene il valore complessivo del settore, trainato dagli spumanti e da nuovi mercati emergenti, il mercato interno soffre, compresso da inflazione e cambiamenti nei consumi. La produzione mondiale ai minimi storici, le incertezze politiche e le mutevoli preferenze dei consumatori rendono fondamentale, per il settore, sviluppare strategie flessibili, investire su prodotti innovativi e rafforzare la presenza in mercati diversificati. In questa evoluzione, l’Italia mantiene un ruolo primario a livello produttivo e commerciale, ma la sfida sarà saper leggere e anticipare il cambiamento.

Crisi Climatica e Vulnerabilità delle Produzioni Vitivinicole La crisi climatica sta avendo un impatto significativo sulle produzioni vitivinicole italiane, rendendole sempre più vulnerabili. Secondo uno studio condotto dall’Università Ca’ Foscari di Venezia e da Eurac Research di Bolzano, l’Italia è tra gli hotspot climatici più delicati, con il 35% della produzione Doc e Docg in Europa. Le varietà coltivabili sono limitate da disciplinari rigidi, rendendo difficile l’adattamento alle nuove condizioni climatiche. Come sottolinea Sebastian Candiago, la flessibilità nelle norme di produzione sarà fondamentale per affrontare queste sfide.

Trend del Vino in Italia: Riflessioni e Prospettive

Nuovi Modelli di Mercato per il Vino Italiano Il 26 ottobre, al Castello di Udine, si è tenuto il terzo Congresso del Consorzio DOC Delle Venezie, dove sono state discusse le sfide future per il Pinot Grigio, la prima denominazione italiana per estensione. I partecipanti hanno esaminato l’impatto della recente riforma delle Indicazioni Geografiche e il nuovo ruolo dei Consorzi di tutela, con un focus sulla sostenibilità e sull’innovazione nel settore vitivinicolo.

Calano le Vendite Online di Vino Dopo un periodo di boom durante la pandemia, il mercato dell’e-commerce enologico sta mostrando segnali di rallentamento. Secondo un rapporto di Pambianco, i cinque principali operatori di vino online in Italia hanno registrato un fatturato complessivo di 143 milioni di euro nel 2023, con una contrazione del 7% rispetto all’anno precedente. Le cause principali di questo calo includono una riduzione della produzione vinicola nazionale e un aumento dei prezzi medi, che hanno spinto i consumatori a tornare a preferire il vino nei ristoranti.

Futuro del Vino Italiano negli Stati Uniti Nonostante le sfide, il vino italiano continua a mantenere una posizione forte nel mercato statunitense, considerato il primo al mondo per il settore. Secondo Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, ci sono buone prospettive per una ripresa nel 2025. Durante il “Simply Italian Great Wines Us Tour”, i produttori hanno condiviso la loro visione e le opportunità future, nonostante le difficoltà attuali.

Conclusioni

Il settore vitivinicolo italiano si trova di fronte a sfide significative legate al cambiamento climatico, alle dinamiche di mercato e all’evoluzione delle abitudini di consumo. Tuttavia, con innovazione, flessibilità e strategie mirate, il futuro del vino italiano potrebbe rivelarsi promettente, soprattutto sui mercati internazionali.

Vini italiani di lusso in crescita negli USA Nel mercato statunitense, mentre le vendite dei vini di lusso globali sono calate del 7%, i rossi italiani di alta gamma hanno registrato un aumento del 3%, con i toscani in testa (+13%). Il Brunello di Montalcino è il preferito con una quota del 32%, seguito da Barolo (16%) e Bolgheri (11,5%). I rossi italiani sopra i 50 dollari hanno quindi resistito meglio rispetto ai concorrenti francesi e americani, grazie alla forza dei brand e all’attrattività del territorio, accentuata dall’esperienza diretta dei turisti americani in Italia.

Trend del Vino in Italia (21-25 ottobre 2024)

Enoturismo: una strategia contro il calo dei consumi L’enoturismo è emerso come una soluzione chiave per rispondere al calo dei consumi, come discusso alla Conferenza Internazionale sull’Enoturismo a Verona. Il vino si rivela fondamentale per attrarre turisti, posizionandosi tra le principali esperienze ricercate dai viaggiatori, soprattutto per le sue connessioni con il patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Le nuove tendenze nell’enoturismo riguardano esperienze diversificate e sostenibili, con un focus sull’autenticità e l’integrazione con altre eccellenze italiane come design e moda.

Nuove esigenze dei consumatori: salute e sostenibilità L’interesse per la sostenibilità ambientale e sociale cresce tra i turisti del vino, che cercano autenticità e promuovono l’aggregazione. Il rapporto vino-salute, la valorizzazione delle aree interne e l’attenzione verso uno stile di vita sostenibile sono temi centrali. I giovani della Generazione Z, meno affini al vino, sono sensibili a questi valori, offrendo un’opportunità di engagement per le aziende vinicole italiane.

Promozione internazionale e futuro del vino italiano Vinitaly si conferma protagonista nella promozione del vino italiano, con un’attenzione crescente verso i mercati internazionali e una comunicazione che esalti il vino come parte integrante dello stile di vita italiano. Il prossimo appuntamento è previsto per ottobre 2025 a Bordeaux, in cui l’industria si confronterà nuovamente sulle sfide e le opportunità future del settore vinicolo globale.

Le vendite di vino nella grande distribuzione organizzata (GDO) nei primi 8 mesi del 2024 sono rimaste stabili a volume, ma i prezzi sono aumentati del 2,2%. Gli spumanti continuano a crescere (+3,5%), mentre i vini comuni hanno registrato un calo del 5,6% a volume. I consumatori si stanno orientando verso i vini IGT (+3,3%) a scapito dei vini DOC (-3,2%).

Trend del vino in Italia: 30 settembre – 4 ottobre 2024

La vendemmia 2024 è prevista in crescita del 7%, ma con una produzione di 41 milioni di ettolitri, ben al di sotto della media quinquennale. Il cambiamento climatico ha influito negativamente.

Negli Stati Uniti, i consumi di vino sono in forte calo (-8% nei primi 8 mesi), ma gli spumanti italiani resistono, salvando il settore, soprattutto grazie al Prosecco, che domina il mercato estero e guida l’export con una crescita del 13% a volume. Tuttavia, l’export di vino italiano mostra segnali di rallentamento in alcuni mercati chiave come Germania e Svizzera.

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