Sovrapproduzione, crisi dei consumi e nuove strategie per il futuro del vino italiano
Il settore vitivinicolo italiano sta attraversando una fase cruciale, segnata da forti squilibri tra offerta e domanda, calo delle esportazioni e pressioni internazionali.
Allarme Sovrapproduzione: il rischio del crollo prezzi
L’Unione Italiana Vini (UIV) lancia un messaggio chiaro: produrre troppo vino rischia di far precipitare i prezzi. Le vendemmie superiori ai 50 milioni di ettolitri sono insostenibili per un mercato in contrazione. Il presidente UIV Lamberto Frescobaldi ha ribadito la necessità di restare entro un tetto massimo di 40-43 milioni di ettolitri, pena un’inflazione delle giacenze (fino a 90 milioni di ettolitri previsti entro ottobre) e una perdita stimata di circa 500 milioni di euro rispetto al 2024.
Il ministro Lollobrigida, però, frena gli allarmismi: “Basta depressionismo”.
Produzione 2024: l’Italia ancora prima al mondo
Secondo Agea, nel 2024 l’Italia ha prodotto 43,9 milioni di ettolitri, su 728mila ettari vitati, confermandosi primo produttore mondiale. Il comparto Dop e Igp resta una punta di diamante, con oltre 32 milioni di ettolitri certificati.
Vino Dealcolato: in arrivo la svolta normativa
Attesa svolta sul vino dealcolato: entro l’estate sarà pubblicato il decreto congiunto Masaf-Mef che sbloccherà la produzione anticipata. Il segmento, seppur ancora controverso, è ritenuto strategico per aprire a nuovi consumatori e mercati, pur con l’esclusione iniziale delle denominazioni Doc, Docg e Igt.
Export in calo e consumi in frenata: le cantine chiedono nuovi mercati
Il Report Mediobanca 2025 fotografa un settore sotto pressione: il 72% delle aziende teme il crollo dei consumi, e il 66% i dazi, soprattutto da parte degli Stati Uniti. Per reagire, le strategie individuate sono:
- apertura a nuovi mercati (77%)
- sviluppo di prodotti no/low alcol (50%)
- investimenti su capitale umano (56%)
- innovazione tecnologica e diversificazione
Il rendimento medio (ROI) del settore è solo del 5,4%, inferiore a quello alimentare e delle bevande, con un calo dell’Ebit margin al 6,2% nel 2023. Le cantine toscane guidano per margine operativo (16,4%), mentre l’Abruzzo vanta il miglior ROI (7%).
Dazi Cina: nuova minaccia per gli spirits europei
Dal 5 luglio, la Cina ha imposto un dazio del 32,2% sugli alcolici Ue a base di vino e vinacce. Federvini denuncia: “Barriera ingiustificata e dannosa per il commercio internazionale”. Alcuni produttori hanno ottenuto accordi con Pechino per evitare i dazi, ma la maggior parte resta colpita.
Vendite in calo: tutti i mercati in difficoltà
Nei primi cinque mesi del 2025:
- Germania: -9,6%
- Stati Uniti: -4,7%
- UK: -3%
- Italia: -1,8%
Le vendite retail segnano -3,4% complessivo, con i vini fermi e frizzanti a -5,3%. Solo gli spumanti resistono (+4,9%).
Distillazione di crisi? Il Piemonte dice no
L’assessore Bongioanni rifiuta l’idea della distillazione straordinaria richiesta dai consorzi piemontesi: “Serve programmazione, non misure emergenziali”. Anche in Toscana e Puglia si apre il dibattito su distillazione, vendemmia verde e riduzione delle rese.
USA: vino superato dagli alcolici
Secondo “Shanken’s Impact Databank”, entro fine 2025, gli alcolici supereranno il vino nei volumi di vendita negli Stati Uniti per la prima volta in quasi 50 anni. Il consumo di vino calerà del -4%, ma cresceranno segmenti premium (oltre $15), vino dealcolato e “better-for-you”.
Spagna in crisi: -40 milioni nel primo quadrimestre
Anche la Spagna arranca: da gennaio ad aprile 2025, il vino iberico ha perso 40,8 milioni di euro e 33,7 milioni di litri. Crolla la Dop Cava, mentre gli spumanti generici reggono. Germania sempre più assente dai mercati di riferimento.