rassegna stampa del vino di lunedì 5 dicembre 2022!

Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di lunedì 5 dicembre 2022!

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Le eccellenze italiane per brindare al 2023.
Da domani con il «Corriere» la guida per le prossime feste: 80 spumanti (divisi per fascia di prezzo) e la top 10 di Essi Avellan L’esperta La Master of Wine finlandese: «Siete il Paese spumantistico più dinamico» di Luciano Ferraro Tutto, iniziato più di un secolo fa, con due ragazzi del Nord, Giulio Ferrari e Carlo Gancia, che pensarono di mettersi sulla scia dei francesi e di creare quello che allora si descriveva come lo Champagne italiano. Entrambi avevano studiato o lavorato tra Reims e Epernay, avevano capito che quel metodo laborioso nato per caso in una cantina di un gruppo di religiosi che non usavano il vino solo per le messe, poteva essere replicato in Italia. Cosa ci mancava? Non le uve, e neppure l’arte di saper fare.

Fonte: Corriere della Sera.

Intervista a Federica Boffa Pio – Pio Cesare, export e squadra La buona annata di Federica.
La giovane erede Boffa Pio rilancia: si rafforza in Sudafrica e alle Maldive, spinge sul turismo enologico, con i vigneti a monte contrasta il cambiamento climatico . «Togliamo un po’ di polvere», dice. E invita le aziende a «muoversi unite» Federica Boffa Pio è una giovane. schiva, tanto da dire: «Non siamo una case history da università». È con lo stile piemontese del padre che racconta la sua azienda, che pure non è l’ultima delle cantine italiane bensì la Pio Cesare, famosa in tutto il mondo per il Barolo. Da quando il papà, Pio, è morto, lo scorso anno, c’è lei alla guida dell’impresa.

Fonte: L’Economia del Corriere della Sera.

Dal vino alle lenticchie il balzo della dop economy.
‘l’oceano 10,7 miliardi di euro le vendite di «food and wine» certificato oltreconfine. Il settore vale i121%, dell’agroalimentare La top 10 L’impatto economico delle Dop e Igp nel 2021 in Italia, in milioni di euro di Barbara Millucci I1 Finocchio di Isola Capo Rizzuto Igp, la Castagna di Roccamonfina Igp, la Lenticchia di Onano Igp e i Vincisgrassi alla Maceratese Stg. Sono le quattro nuove Dop e Igp certificate in Italia che si vanno a sommare alle già esistenti 845 denominazioni tutelate, di cui 526 inerenti il vino. «Oggi le catene agroalimentari e le filiere lunghe non funzionano più. In tempi di crisi c’è bisogno di filiere corte. Oltre il 50% dei turisti che vengono in Italia scelgono il nostro Paese perché sono attratti dal turismo enogastronomico, che è una leva importante non solo per i grandi distretti — spiega Mauro Rosati, direttore generale di Fondazione Qualivita.

Fonte: L’Economia del Corriere della Sera.

Ovisu, il vino misterioso “riapparso” in Sicilia A Vittoria, le due cantine della famiglia Girelli.
Un vitigno misterioso che riappare dopo aver perso peno il suo nome, cancellato dalle burocrazie. Sangiovese e Montonico Bianco i genitori dell’Orisi. C’era una volta un vitigno senza nome. E c’era una volta una famiglia di imprenditori vitivinicoli che glielo restituì. Potrebbe cominciare così la favola dell’Orisi, un vitigno che sembrava scomparso e che era stato dimenticato. Perfino il suo nome sembrava sparito tra i polverosi documenti del passato. Eccolo il paradosso: un vitigno misterioso che riappare dopo anni ma che, nel frattempo, ha perso perfino il suo nome, cancellato dalle burocrazie degli albi e delle denominazioni dopo esser caduto in disuso.

Fonte: Quotidiano del Sud L’Altravoce dell’Italia.

Un nuovo colosso francese del vino.
La famiglia Pinault ha annunciato che la sua Artémis Domaines si sta fondendo con Maisons e Domaines Henriot. Un accordo vinicolo che va ad accrescere il numero dei prestigiosi marchi in possesso del tycoon d’Oltralpe. il quale ha già in portafoglio nomi come Château Latour. Clos de Tart e Domaine d’Eugenie. oltre ad avere una partecipazione di minoranza nella casa di Champagne Jacquesson. Con l’acquisizione dei Domaines Henriot.

Fonte: We Wealth.

Quando il vino incontra il fuoco.
Rosso prodotto sulle pendici settentrionali dell’Etna, Profumo di Vulcano è un vino nato grazie al ravennate Federico Graziani, che salvò dall’espianto mezzo ettaro di vigneto risalente alla metà dell’Ottocento. Gli si accompagna il Mareneve, nettare evocativo prodotto da una delle vigne più alte d’Europa *** di Orazio Vagnozzi – contributor WE profumo di Vulcano è un vino rosso prodotto sulle pendici settentrionali dell’Etna, a 700 m.s.l.m., in Contrada Feudo di Mezzo, frazione di Passo pisciaro, nel comune di Castiglione di Sicilia.

Fonte: We Wealth.

Così la finanza esg coltiva il valore delle aziende del vino.
sostenibili – ánche sul fronte economico – richiede spesso il sostegno di una finanza virtuosa, che produca soluzioni mirate. Come nel caso dei minibond specializzati nel settore wine. Ecco quali sono e come funzionano le prime emissioni domestiche di Fabrizio Guidoni *** I finanziamenti Esg, cioè le soluzioni di credito e di debito che sono finalizzate a sostenere progetti di sostenibilità o il raggiungimento di target virtuosi per un’azienda, sono ormai uno strumento sempre più diffuso anche in alcuni settori legati ai pleasure asset, su tutti il settore delle aziende vitivinicole di prestigio.

Fonte: We Wealth.

Nell’università dei vini erranti.
La sfida in Irpinia di un economista e un vigneron visionario: riprendere metodi di lavorazione arcaica nelle cantine ipogoc Nell’università dei vini erranti di Fabrizio 6annAtotarno, Pasquale Persico,è docente universitario di Economia con trascorsi nelle istituzioni locali, sia nella giunta comunale di Salerno tra il 1993 e il 1997 (fu l’assessore alle attività produttive che tenne a battesimo 11 fenomeno della movida, che nella giunta regionale di Bassolino nel 2001.

Fonte: Corriere del mezzogiorno – Extra – Campania.

Altre 1.500 etichette per Il Sole.
La cantina dei Vignaioli ha già esaurito le prime bottiglie speciali I1 ricavato finanzia le attività del “Dopo di Noi” della fondazione di Frascino Scansano È bastato un mese e mezzo per esaurire le tremila bottiglie di Roggiano Docg “special edition” celebrative dei cinquant’anni della cantina dei Vignaioli del Morellino di Scansano, che la cooperativa aveva destinato al finanziamento delle attività del “Dopo di Noi” organizzate dalla Fondazione Il Sole Onlus. «La rapidità con cui le bottiglie sono state acquistate da maremmani e non— spiega il direttore della cantina Sergio Bucci — ci ha preso in contropiede, e la cosa naturalmente ci ha fatto molto piacere.

Fonte: Tirreno Grosseto.

Le marogne del Soave? Strategia idrogeologica.
I risultati di uno studio affiancato al progetto Soil Ution System del Consorzio Le marogne del Soave? Strategia idrogeologica Gli esperti dopo la mappatura di tutti i terrazzamenti coltivati a vigneti doc e i test in due aziende (Coffele e Gini): in alta collina servono anche micro-invasi. Fanno paesaggio ma fanno, e adesso è provato scientificamente, sicurezza idrogeologica: sono i terrazzamenti del Soave che, indagati in un percorso di ricerca parallelo a quello portato avanti dal 2018 col progetto Soil Ution system (finanziato con risorse europee del Psr), «rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile».

Fonte: Arena.

Un trattore elettrico per i vigneti in pendenza.
Un trattore elettrico per i vigneti in pendenza La meccanizzazione sostenibile e le ormaie, ossia le autostrade dell’acqua nei vigneti. «Il passaggio dei trattori riduce la permeabilità a un quinto e l’acqua viene persa come deflusso superficiale», dice Marcella Biddoccu del Cnr-Stems di Torino, ma grazie a SoilUtion system sulle colline del Soave su questo principio è nato un prototipo. Lo ha realizzato Stefan Otto (Cnr di Padova) che ha messo a punto, come ha spiegato, un «trattorino elettrico a basso calpestamento che consente lavorazioni sottofila su vigneti ad alta pendenza». Pesa 640 chili, ha un motore elettrico e lavora su pendenze fino al 15%.

Fonte: Arena.

Wine Spectator: Suavia regine del vino italiano.
La cantina di Fittà unica veneta tra le top 100 made in Italy Wine Spectator: Suavia regine del vino italiano Le sorelle Tessari: terza volta, lo dedichiamo alla doc Monica Sommacampagna econorria`dlarena.it •• Un successo al femminile quello di Suavia, l’unica azienda agricola veronese e veneta a essere stata inserita quest’anno nella lista dei cento migliori vini italiani al mondo secondo Wine Spectator. Dalla Bibbia americana alla Lettonia: lo stesso vino compare, infatti, anche nella top 100 di Riga e Wine Champagne. L’azienda agricola, condotta da Alessandra, Meri e Valentina Tessari nel borgo di Fittà, su una collina a 300 metri di altitudine nel cuore del Soave Doc, ha conquistato il palato dell’élite dei critici con il suo Soave classico 2020.

Fonte: Arena.

Prosecco, le 14mila bottiglie delle suore di clausura – Ecco “Abbazia” la prima bottiglia di Prosecco fatto in clausura.
Vittorio Veneto Prosecco, le l4mila bottiglie delle suore di clausura Oltre diecimila bottiglie con il marchio Docg dell’Abbazia seno pronte ad essere stappate. Parte dal monastero Cistercense dei Santi Gervasio e Protasio la sfida intrapresa da Sarah Dei Tos in accordo con Suor Mine Pereira, la badessa più giovane d’Italia alla guida di questo convento che risale al 1212. «Questo prosecco non vi deluderà» afferma felice suor Mine Pereira. Dal Cin a pagina V Ecco “Abbazia” la prima bottiglia di Prosecco fatto in clausura ? Verrà prodotto dalla Vigna di Sarah e dalle suore. «Il nostro vino non deluderà».

Fonte: Gazzettino Treviso.

Trapianti di microrganismi vegetali per avere vigne a cui basta poca acqua.
L’Università di Padova trasferisce endofiti di piante che crescono in zone aride nelle radici delle varietà coltivate qui Trapianti di microrganismi vegetali per avere vigne a cui basta poca acqua. Nicola Stievano a soluzione alla siccità nei vigneti, piaga che affligge anche i filari veneti, potrebbe arrivare dagli endofiti. Questi microrganismi benefici convivono pacificamente nelle piante, provengono dal suolo e si trovano per lo più nelle radici, negli spazi fra le cellule o nei vasi, in un equilibrio che porta reciproci benefici. Gli endofiti infatti producono sostanze utili alle piante o possono indurre le piante a produrli da sé: una sorta di rapporto mutualistico in cui sia le piante che i loro microscopici ospiti hanno qualcosa di utile da guadagnare.

Fonte: Nuova Venezia – Mattino di Padova – Tribuna di Treviso.

La pioggia non annacqua la Prosecco Run L’impresa dei tremila tra vigne e cantine.
La passione va oltre il freddo e il vento: k-way d’ordinanza per la Mezza e per la Prosecchina, tra paesaggi unici A bordo pista un sorprendente tifo, in molti sono accorsi nonostante il maltempo. Gli 8 gradi, la pioggia e il vento non hanno fermato i quasi 3 mila atleti che hanno corso la Prosecco Run e la Prosecchina. La voglia di sport, di condivisione e di paesaggio ha prevalso su ogni avversità tra Vidor, Valdobbiadene e Moriago della Battaglia nella 12a edizione della mezza maratona che ha come caratteristica quella di attraversare le cantine, ben 26 quest’anno. La Prosecco Run, però, non è solo attività fisica e la promozione di un vino, è l’immersione (è il caso di dirlo visto il diluvio di ieri) nelle Colline di Conegliano e Valdobbiadene, Patrimonio Unesco, con scorci paesaggistici unici e storia, vedi il passaggio dei podisti nella suggestiva Abbazia di Santa Bona a Vidor.

Fonte: Tribuna Treviso.

Forconi sul palco del Crc Antella con “Il matto in cantina”.
Protagonista l’attore grassinese Sergio Forconi, giovedi 8 dicembre (ore 16.45) al Crc Antella va in scena “Il matto in cantina”, con la compagnia La Divina Toscana. Commedia brillante in tre atti di Gianluigi Ciolli, Giovanna Nicotra e Alessandro Cecchini. Sul palcoscenico, oltre a Sergio Forconi, Emanuele Batelli, Alessandro Cecchini, Giovanna Nicotra, Valentina Volpe e Beatrice Ricci. Regia di Alessandro Cecchini.

Fonte: QuiAntella.it.

Banfi: le radici di una grande passione.
Una tenuta nelle colline toscane diventa luogo di ospitalità grazie alla ristrutturazione di un meraviglioso castello e del suo borgo medioevale. Non solo un grande vino, tra i più prestigiosi che l’Italia possa vantare. Ma una storia di grande passione: per un territorio, per le sue materie prime, per l’accoglienza e l’ospitalità di chi le vuole conoscere. La cantina Banfi, conosciuta in tutto il mondo per il suo Brunello, nasce a sud di Montalcino, al confine con la Val d’Orcia, nel 1978, per opera di due fratelli italoamericani: John e Harry Mariani. I due, stregati da queste colline e dalle sue denominazioni, mettono in piedi in pochi anni una tenuta di 2830 ettari, coltivati per circa un terzo a vigneto e per il resto occupati da oliveti, frutteti (in prevalenza susini), bosco e terreni incolti.

Fonte: Vanity Fair.

Colli Maceratesi Ribona, Conero e Vernaccia di Serrapetrona: novità in vista.
Piccole grandi denominazioni del territorio marchigiano che meritano di essere conosciute, gustate e apprezzate. I nostri assaggi. Il paesaggio marchigiano, compreso nella fascia tra l’Appennino e il mare, è estremamente suggestivo e particolarmente vocato alla coltivazione della vite che grazie alle condizioni pedoclimatiche uniche, unite alle moderne tecnologie di vinificazione, consentono la produzione di vini identitari. L’interessante incontro organizzato lo scorso inizio ottobre dall’Istituto Marchigiano di tutela vini (Imt), attualmente presieduto da Michele Bernetti e diretto da Alberto Mazzoni, ha visto il Colli Maceratesi Doc Ribona, la Vernaccia di Serrapetrona e il Conero, protagoniste di un percorso di approfondimento e di promozione di queste denominazioni identitarie del vigneto Marche.

Fonte: Identità Golose.

Il vino scelto rivela la vostra personalità.
Il vino che più vi piace può rivelare qualcosa della vostra personalità? Per esempio, gli introversi bevono un vino diverso dagli estroversi? Esiste un’associazione tra i tratti della personalità e le scelte dei consumatori? Sono queste le domande guida oggetto dello studio condotto in cooperazione tra l’Università di Verona, quella di Macerata e la Lund University in Svezia, pubblicato su Food Quality and Preference. Oggetto dell’indagine è specificamente se esiste una connessione tra la personalità di chi acquista il vino e le caratteristiche sensoriali della tipologia di prodotto scelta. Hanno partecipato al sondaggio 1176 persone di nazionalità italiana, in un’età compresa tra i 18 e gli 87 anni, (811 donne e 356 uomini). Ed ai partecipanti è stato richiesto di indicare su una lista di 258 vini, quali apprezzano o vorrebbero comprare.

Fonte: Siena News.

Vini, dal 2023 fascetta di Stato per Primitivo Manduria Doc.
Dal primo gennaio 2023 i vini Primitivo di Manduria DOC e Primitivo di Manduria DOC Riserva, per essere immessi in commercio, dovranno essere muniti del contrassegno di Stato. Un ulteriore sistema a garanzia dell’autenticità, volto alla tutela di produttori e consumatori delle bottiglie a marchio DOC, accompagnerà i vini del rosso pugliese per tracciare tutte le fasi di vita di ciascuna bottiglia. “La scelta – spiega la presidente del Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria Novella Pastorelli – traccia un percorso obbligato volto alla massima tutela della nostra denominazione che rappresenta uno dei compiti fondamentali della nostra attività.

Fonte: ANSA.

Cina: il vino si riconosce dal tappo.
Partnership con i portoghesi di Apcor: nel Paese dell’Estremo Oriente la qualità si riconosce dal sughero. Riconoscere la qualità di un vino dal tappo si può grazie all’app cinese 9KaCha, versione di Vivino (fondata a Copenhagen, ma che ha sede a San Francisco), che ha raggiunto un accordo con l’Associazione portoghese del sughero (Apcor). Grazie a questa partnership, gli 8,3 milioni di utenti iscritti potranno individuare i fine wines dalla chiusura del tappo (in Cina il sughero è fortemente c collegato alla qualità).

Fonte: Corriere dell’Economia.

Anche in Calabria il vino aiuta l’arte: la cantina Ippolito 1845 lancia “Taste the Art”.
Bottiglie in edizione limitata per raccogliere fondi a sostegno del restauro di opere artistiche e storiche del territorio. Un progetto di responsabilità sociale d’impresa che unisce vino, arte e territorio: “Taste the Art” è un’idea della storica azienda Ippolito 1845, la più antica della Calabria – oltre 100 ettari nella zona di Cirò Marina – nata dall’incontro con Enrico Focarelli Barone, in arte Frelly, giovane e promettente artista calabrese. Proprio le sue illustrazioni sono diventate le etichette di una linea di sei bottiglie in edizione limitata dei vini più iconici dell’azienda, racchiusi in un’elegante ed inedita cassa in legno. I proventi delle vendite contribuiranno alla raccolta di fondi a sostegno del restauro di opere artistiche e storiche del territorio calabrese.

Fonte: WineNews.

E’ nato Ennea, il vino bianco cremonese della Cantina Caleffi di Spineda che ha sedotto pure il professor Casali.
Si chiama Ennea l’atteso bianco fermo della premiata, premiante e appassionata cantina, cremonese di Spineda, Caleffi. Ottenuto da uve di Malvasia, il nuovo vino naturale cremonese, si affianca quindi ai Rossi fermi, ai Lambruschi e al ‘fratello’ frizzante che tanto piace al giornalista, opinionista e sommelier Andrea Scanzi. Davide ed Emanuele, dopo anni di lavoro e sperimentazione hanno presentato il loro nuovo vino, in una piovosa domenica di dicembre. Esordio bagnato, debutto fortunato? Assolutamente sì perché Ennea è un bianco importanti e che farà parlare tanto di se. Scommettiamo? Ah … presente alla presentazione, ok professor Ezio Casali ha apprezzato il mistico Ennea.

Fonte: Cremona Sera.

La magia del vino e delle sue terre raccontate dai grandi scrittori e personaggi del Novecento.
Si intitola “Lettere dalla mia vigna”, il libro in regalo domani in edicola con Repubblica che mette insieme oltre venti visioni di poeti e scrittori che hanno celebrato il Piemonte dove nasce il vino. Brani dei celebratissimi come Beppe Fenoglio, Giorgio Bocca, Nico Orengo, Sebastiano Vassalli, fino ai versi per intenditori di Pinin Pacòt, il radicale rinnovatore della poesia piemontese accolto da Pasolini nell’Antologia della Poesia dialettale del Novecento. O il poeta filosofo, Guido Ceronetti che nelle lettere ad Arturo Bersano “invecchiatore di vini piemontesi”, scriveva le sue divertenti istruzioni per non cadere in un inganno sempre valido: “…il vero maestro di tutte le frodi è l’occhio, che può credere buono anche un vino assassino, solo perché colorato bene e privo di fondo limaccioso, com’è quasi sempre il vino a buon mercato delle aziende sofisticatrici o certo vino di grandi esportatori passato attraverso tutti gli ala.

Fonte: Torino – la Repubblica.

Catania, vino: torna “Spumanti dell’Etna”.
L’edizione 2022 dell’evento, punto di riferimento nazionale dedicato ai vini spumanti metodo classico, si terrà il 4 dicembre.
Spumanti dell’Etna 2022, l’evento dedicato ai metodo classico del vulcano Spumanti dell’Etna, giunta alla quarta edizione, e l’evento volto a valorizzare il territorio e le produzioni di altissima qualita di metodo classico delle cantine etnee. Nella giornata di Domenica 4 dicembre, nelle prestigiose sale di Palazzo Biscari prendera il via la manifestazione Spumanti dell’Etna 2022, dove sara possibile degustare le migliori bollicine prodotte alle pendici del vulcano piu alto d’Europa.

Fonte: LiveSicilia.

Proclamati i vincitori di Spirito di Vino 23 anni di satira nel bicchiere.
Fino al 5 gennaio 2023 (ogni giorno dalle 10.00 alle 20.00) sarà possibile visitare al Grand Hotel Entourage la mostra della 23° edizione di Spirito di Vino: le vignette e le illustrazioni satiriche esposte regalano sorrisi e inediti spunti di riflessione su temi di attualità, e non solo, rivisti con una graffiante ottica satirica. Sabato 3 dicembre il noto vignettista Valerio Marini e la presidente del Movimento Turismo del Vino FVG, Elda Felluga (membri della giuria) assieme a Fabrizio Oreti, Assessore alla cultura e agli eventi culturali di Gorizia, Diego Bernardis, presidente della V Commissione Cultura, e Alberta Gervasio, presidente CiviBank, hanno proclamato i vincitori della 23° edizione di Spirito di Vino, il concorso internazionale, indetto annualmente dal Movimento Turismo del Vino Friuli Venezia Giulia, che celebra le più graffianti e originali vignette satiriche sul tema del vino.

Fonte: Nordest24.

STAMPA ESTERA

Intervista a Vicente Dalmau Cebrián : «Creo que en este país nos ha faltado creer en nosotros».
«Tengo una profunda tristeza, por ver que una marca consolidada como la Rioja se vea dividida por un factor político» ? La firma culmina un año lleno de premios, en el que ha sido elegida como la mejor bodega del mundo. El año que está a punto de terminar quedará grabado para el grupo bodeguero Marqués de Murrieta Estates e Wines, que dirige desde hace 25 años Vicente Dalmau Cebrián-Sagarriga, décimo conde de Creixell con su hermana Cristina, tras el abrupto fallecimiento de su padre. A los 170 años que cumple en 2022, la bodega fue creada en 1852 por Luciano Murrieta, se suma el premio a la mejor bodega del mundo en los Best Of que conceden los Great Wine Capitals. Además el de primera bodega española que entra en el top 10 de la prestigiosa guía ‘The Wine Advocate’ y el reconocimiento como mejor enóloga del mundo para su directora técnica, María Vargas. Con Vicente Dalmau hablamos del brillante presente y futuro de la bodega, de caldos: —Marqués de Murrieta celebra este año su 170 aniversario. ¿Qué actos están organizando para destacar esta efeméride? —Somos un proyecto que se fundó en 1852, el primero de lo que hoy se conoce como ‘Nueva Era’ de la Rioja, que es criar los vinos en barrica. Estas técnicas las trajo don Luciano de Murrieta desde Francia, al lugar donde trabajaba que pertenecía al ayudante del general Espartero, y donde aplicó toda su experiencia aprendida en Burdeos para empezar con los nuevos vinos. Luego los primeros vinos se mandaron en 1850-1851 a países de Suramérica, a Cuba y México. Tras recibir muy buenas noticias de estos países, no solo se fija el concepto de que el vino había podido viajar, sino mantener su calidad. Hoy cumplimos 170 años de aquel momento y hemos querido unirlo con la inauguración de la nueva bodega productiva de Marqués de Murrieta. Llevamos siete años en un profundo proceso de inversiones y desarrollo de este proyecto.

Fonte. Abc.

El faraón del vino español.
Comenzó vendiendo barricas en La Rioja y hoy es uno de los bodegueros más reconocidos del país Autodidacta, elabora 1,78 millones de botellas en Priorat, el Bierzo y La Rioja Su menda (La Faraona) tiene 100 puntos Parker y las mejores añadas cuestan 1.700 euros. Si tus ojillos fueran / aceitunas verdes / toa la noche estaría / muele que muele, muele / muele que muele, muele que muele”. El flamenco tango de Camarón se escucha en un Opel Kadett de “quinta mano” y 600.000 kilómetros de Alvaro Palacios (Alfaro, La Rioja, 1964). Uno de los mejores bodegueros de Europa. Le encanta trastear, según la primera acepción del diccionario. `Pisar las cuerdas de los instrumentos de trastes”. Le apasiona la guitarra. En estas cavilaciones andaba a principios de los noventa mientras recorría —con 25 años— todas las denominaciones de origen españolas para vender toneles de la casa riojana Magreñán. “Era pura supervivencia”, recuerda. Sube la radio. Escucha los dedos deslizándose por los trastes de Tomatito y el genio de San Fernando (Cádiz). Arranca Como el agua. “Limpia va el agua del río / como la estrella de la mañana”. Alvaro completa, mientras conduce, la canción: “Limpio va el cariño mío, / el manantial de tu fuente clara”. Hoy trastea, de verdad, con la memoria. —¿Cuántos vinos con 100 puntos Parker [clasificación de la publicación The Wine Advocate de Robert Parker, en España puntuada por el catador Luis Gutiérrez] tiene en total? —No lo recuerdo —contesta con sinceridad. [Son cuatro añadas, dos de La Faraona y dos de L’Ermita. Pero eso llegará después]. Alvaro Palacios es la revisión española de la tierra prometida o su sueño. Empezó vendiendo barricas y ahora comercializa sus mejores vinos por más de 1.700 euros. Solo “compite” con Pingus (Peter Sisseck) o Vega Sicilia (Pablo Alvarez). Una de sus habilidades es un discurso seductor y un excelente manejo de los idiomas. Por eso, quizá su cosecha más mítica no sean las uvas sino las palabras. “Es una persona muy honesta y defiende, hasta la obsesión, que España tiene que elaborar grandes vinos capaces de mirar a los ojos a las principales casas francesas, estadounidenses o italianas”, describe un amigo suyo. “El reconocimiento está muy bien, pero necesitamos precios altos”.

Fonte. Pais Negocios.

Vino espumoso, el nombre de la cosa.
Diferencias Para el cava, señalar la crianza, la ecologia y la producción integrada genera un laberinto de etiquetas Modest Guinjoan Economista Vino espumoso, el nombre de la cosa En Catalunya, la producción agroalimentaria de alta calidad está ganando terreno de manera progresiva. En un sector como el del queso, que hasta hace pocos anos quien quería calidad tenía que ir a parar a marcas francesas, se puede encontrar un montón de marcas catalanas que dan la talla, tanto en variedad como en calidad. Otro sector en el que se han hecho apuestas decididas por la calidad es el de los vinos, y aquí me quiero referir a los espumosos. Queda lejos el tiempo en que en las estanterías de los supermercados predominaban los que se anunciaban por la tele para Navidad. En el vino espumoso, donde Catalunya es el líder absoluto, se ha avanzado no solo en la calidad sino también en otros ámbitos. Primero existió el cava, una DO que engloba productores catalanes, extremeños, riojanos, vascos, navarros y valencianos. En este batiburrillo territorial imperaba la calidad baja, un hecho que originó reacciones por parte de algunos miembros que no se sentían identificados. Así, en el 2014 nace la etiqueta Clàssic Penedès (en la DO Penedès), que delimita con precisión el origen geográfico, con el añadido de ser 100% ecológicos, elaborados con variedades autóctonas y con una crianza mínima de 15 meses (el cava, 9). En el 2017 nace Corpinnat, una marca colectiva de la UE, que da un paso más en diferentes vectores competitivos: producto ecológico, vinificación en la propiedad, cosecha de la uva manual, crianza mínima de 18 meses (todos los productores tienen que tener en el mercado un corpinnat de como mínimo 30 meses y otro de 60), precios dignos para el payés garantizados (en el 2022, un mínimo de 75 céntimos por kilo de uva) en contratos de larga duración, y un estricto reglamento interno auditado externamente cada ano.

Fonte. Vanguardia Dinero.

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A risentirci a domani.