rassegna stampa del vino di giovedì 8 dicembre 2022!

Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di giovedì 8 dicembre 2022!

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Brindiamo al futuro.
Itinerari Solidali gli uni con gli altri, i giovani viticoltori immaginano le bollicine di domani. Con idee nuove BRINDIAMO AL FUTURO UN RITRATTO DELLE NUOVE GENERAZIONI DEL TRENTODOC. Una rete del vino I ragazzi non si fanno concorrenza, bensì si ritrovano, degustano i vini gli uni degli altri di Luciano Ferraro i padre in figlio. Era lo slogan e il messaggio di ogni cantina che voleva mettere in risalto le radici. Ma tra i genitori — novecenteschi protagonisti del rinascimento enologico italiano — non tutti hanno lasciato spazio, se non costretti dal tempo, alla generazione successiva. Quello che sta accadendo, in una zona vinicola giovane come quella del Trentodoc, è l’unione, sotto la stessa vigna, di genitori e figli. Lavorano assieme, con una divisione dei compiti che talvolta diventa societaria, nel senso della condivisione delle quote di proprietà.

Fonte: Corriere della Sera.

Nei rifugi o sulle tavole di Natale I calici che raccontano una terra.
Non arriva dallo Spazio. E semplicemente un Ì buongustaio che ama viaggiare lungo le rotte del buon vino. Parlando di bollicine, il discorso non cambia. Benvenuti in Trentino, dove le sessantasei case spumantistiche dell’Istituto Trentodoc — fondato nel 1993 e che raggruppa, attraverso un rigido disciplinare di produzione, le case vitivinicole —, sono pronte a farsi conoscere in occasione delle festività natalizie. Dove andare e cosa vedere? Impossibile sbagliare: c’è un’app, Trentodoc (scaricabile gratuitamente e disponibile su App Store e Google Play), pronta a geolocalizzare tutto ciò che serve, tra percorsi culturali, naturalistici ed enogastronomici. E magari anche le 94 vette trentine che superano i 3000 metri. Si parte.

Fonte: Corriere della Sera.

Battuta infelice di de Sica sul vino abruzzese: è polemica – L’Abruzzo contro De Sica: nel film la pesante battuta che denigra il nostro vino.
Scoppia la polemica per il trailer su Netflix del film di Christian De Sica “Natale a tutti i costi”, in cui l’attore denigra con una battuta volgare un vino abruzzese. Insorgono produttori e associazioni, dal Consorzio Tutela parte la diffida. Interviene anche il presidente Marsilio con una lettera aperta al comico romano. L’Abruzzo contro De Sica: nel film la pesante battuta che denigra il nostro vino Reazioni a catena per il discusso trailer del cinepanettone di Natale E Marsilio scrive all’attore: «Ora dovresti farci uno spot gratuito». Dispiace che gli autori non abbiano avuto la fantasia e l’acume necessari per evitare di recare un’offesa gratuita e ingenerosa come Regione vinicola dell’anno a livello internazionale, arriva da un cinepanettone italiano una coltellata alla schiena che va a ferire l’intero settore enologico e l’immagine dei suoi prodotti. Una beffa. Proprio nell’anno in cui l’Abruzzo è stato premiato 66 Non sei stato ‘delicatissimo”, meriteresti una punizione a una battuta che si poteva risparmiare.

Fonte: Centro.

Le proteste di Nicodemi (Consorzio Tutela) e Ruzzi (Assosommelier): «Caduta di stile».
«Sono scandalizzato, deluso e arrabbiato», commenta II presidente del Consorzio tutela, Alessandro Nkodemi, «è un umorismo becero, food Wogo cbe denigra l’Abruzzo, II vino e gli operatori che vi lavorano. Non ce l’abbiamo con Christian De Sica, ma con coloro chi hanno solo potuto pensare realizzare una cosa ciel genere contro l’Abruzzo,. La rivolta sl è mano a mano estesa, sui social tante le espressioni dl condanna. Lo stesso Consorzio si è mosso di concerto con altri enti e associazioni: «Abbiamo informato della questione H Y ministero, la Regione, le associazioni di categoria e tutti gli organi preposti alta nostra tutela Quello spezzone sull’Abruzzo, che purtroppo già in tanti hanno visto, deve scomparire, c’è tutto il tempo di farlo, dato che il film andrà il 19 dicembre.

Fonte: Centro.

Marsilio a De Sica: «Il nostro vino è buono».
«Delicatissimo…». Il governatore, Marco Marsilio, ha reso pan per… battuta, rispondendo all’attore Cristian De Sica che nel “telepanettone” in uscita su Netflix 1119 dicembre, “”Natale a tutti i costl”, ha definito il vino abruzzese «una m….». Battuta cinematografica e sicuramente funzionale alla “finzione” scenica che, però, ha creato più di una polemica. Tanto da indurre Marsilio a una piccata, ma simpatica, risposta. Il presidente ha detto a chiare lettere che la battuta ha lasciato «l’amaro in bocca»: «Comprendiamo che un copione comico, volendo descrivere la scenetta divertente di un ospite invitato ad assaggiare un pessimo vino presentato da un’enoteca come “vino dell’anno”, dovesse inevitabilmente “colpire” qualcuno. Displace però che gli autori non abbiano avuto la fantasia e l’acume necessari per evitare di recare un’offesa gratuita e ingenerosa, oltre che profondamente ingiusta: non vorremmo che tale scelta fosse figlia dl un vecchio pregiudizio nei confronti del vino abruzzese, che invece da decenni ha raggiunto Marsilio a De Sica: «Il nostro vino è buono» to punte di eccellenza e continua a ottenere prestigiosi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale.

Fonte: Messaggero Abruzzo.

Intervista a Francesco lovino: “Iv e Azione verso l’unità Consolideremo il Terzo polo” – Iovino: Iv e Azione verso l’unità.
Consolideremo il Terzo polo” Francesco lovino, consigliere regionale di Italia Viva, lancia l’ipotesi del ‘partito unico con Azione di Calenda. Sul terzo mandato per De Luca Ipotesi partito unico il gruppo aspetta le proposte lovino: Iv e Azione verso l’unità • La campagna di tesseramento dei renziani partirà all’inizio dell’anno prossimo Il consigliere: in Regione siamo nella fase della federazione Lavoreremo insieme per costruire e consolidare il Terzo Polo. Italia Viva e Azione pronte a consolidare la propria alleanza e dopo aver dato vita alla federazione del Terzo Polo, Matteo Renzi e Carlo Calenda sembrano pronti al partito unico. “Azione e Italia Viva hanno costituito una federazione, proprio ieri ci siamo incontrati con Renzi per definire i dettagli e si va verso un partito unico – l’annuncio di Calenda – il nostro appuntamento sono le europee e fondamentali saranno le regionali”.

Fonte: Cronache di Napoli.

Un bianco dorato quasi esotico, fresco e balsamico.
Albamarina Mario Notaroberto Paestum Fiano Palimiento 2019. Voto 87/100 Prezzo in enoteca 20€ Qualità/prezzo artiamo dal nome: Albamarina è un omaggio di Mario Notaroberto alla moglie Marina. Una dedica e una dimostrazione di tutto il suo amore che viaggia in parallelo all’amore per la sua terra e ovviamente per quella viticultura che nel Cilento ha tradizione ellenica, tradizione storica e qualitativa tanto che i vini di questo comprensorio erano i prediletti dai Papi. Notaroberto dopo un andirivieni tra Cilento e Lussemburgo dove i figli gestiscono un’impresa ristorativa, ha ripreso in mano l’azienda dal 2008 per ritornare in toto nella sua terra visto l’amore viscerale non solo per il vino ma anche per l’olio extravergine d’oliva e i prodotti dell’ortofrutta.

Fonte: Gazzetta di Parma Gusto.

I signori del vino – Terra di Rivolta gran rosso senza tempo.
C’è un gran rosso da mettere in agenda per Natale Si può scegliere con calma l’anno. Tra i suoi pregi ha anche la longevità. È il pegno che stringe in un patto di felice collaborazione un produttore che ama la sua terra nel Sannio più generoso di uva e un versatile winemaker. Paolo Cotroneo di una storica famiglia di farmacisti a Fuorigrotta decide di cambiare l’indirizzo enologico della sua azienda, invita a Torrecuso Vincenzo Mercurio, uno stabiese con la sindrome del marinaio, come quelli che partivano con i veliera l’ansia di tornare paria quella di accettare un nuovo l’imbarco. L’irrequietezza nella professione. Cotroneo stappa un ‘Terra di Rivolta”, chissà quale annata, aglianico non ancora promosso nella Docgsannita.

Fonte: Repubblica Napoli.

Nasce lo spumante “Oltrepo” regole di produzione più severe.
II Consorzio vara il nuovo disciplinare delle bollicine Docg metodo classico Obbligatoria la raccolta manuale in cassetta. Inserita la tipologia “riserva. Nuova nome, Oltrepo Docg, e regole più stringenti per lo spumante oltrepadano. L’assemblea dei soci del Consorzio, che si è riunita martedì a Riccagioia, ha approvato (ma il via libera definitivo dovrà da Regione, ministero e Unione europea) le modifiche al disciplinare della Docg, le bollicine di Metodo Classico, vertice della produzione di qualità del territorio. La novità principale riguarda la variazione del nome della denominazione, che diventa “Oltrepo Docg Metodo Classico”, per identificare meglio il prodotto sul mercato. Prevista poi la raccolta manuale in cassetta ed è stata inserita la tipologia Riserva, per lo spumante con almeno 48 mesi di permanenza sui lieviti. «Il cambio del nome serve a fare chiarezza, erano tanti anni che si ipotizzava ma non si era mai arrivati a nulla— commenta il direttore del Consorzio, Carlo Veronese.

Fonte: Provincia – Pavese.

Degustazione di pinot nero Una serata natalizia.
Il vino, il pregiato pinot nero, in degustazione in tutte le possibili variazioni sul tema. Venerdì 16 dicembre al “Casello” di Retorbido, lungo la vecchia linea ferroviaria Vogher-Varzi, trasformata in ciclabile, torna in edizione natalizia “Cinquanta sfumature di Pinot noir”. L’iniziativa del Movimento turismo del vino era stata proposta in estate a Voghera con il coinvolgimento di diversi negozi cittadini del centro storico cittadino che avevano ospitato banchi di degustazione oltre a eventi vari. La versione retorbidese, in formato ridotto, partirà dalle ore 20 di venerdì 16 dicembre e sarà dedicata a vini internazionali con la proposta di prodotti francesi, tedeschi, austriaci, argentini, statunitensi e neozelandesi. Un modo per approcciarsi ad altre realtà vinicole.

Fonte: Provincia – Pavese.

I numeri della vendemmia Moscato, la grande annata – Una vendemmia che supera i pronostici Grande annata per Moscato e Barbera.
I dati nel dossier della Vignaioli Piemontesi presentato ad Alba: la produzione á vino è di 2,26 milioni di ettolitri contro i 2,3 prodotti nel 2021 Le 18 Docg e le 41 Doc coprono circa l’83 per cento della produzione regionale con un giro d’affari in crescita pari a 1235 milioni di euro Una vendemmia che supera i pronostici Grande annata per Moscato e Barbera. Vicina all’eccellenza e sostanzialmente in linea con i quantitativi dello scorso anno. Il bilancio della vendemmia 2022 in Piemonte batte i migliori pronostici e sorprende con buone notizie produttori e consumatori. A tirare le somme sono la Vignaioli Piemontesi, principale organizzazione agricola del comparto, e l’assessorato regionale all’Agricoltura, nel tradizionale dossier di fine stagione presentato martedì all’aula Ampelion di Alba. Le criticità climatiche dovute a una stagione tra le più siccitose e calde della storia avevano fatto temere il peggio per la raccolta dell’uva in Piemonte, ma i dati ufficiali fotografano una situazione ben diversa: la produzione di vino è di 2,26 milioni di ettolitri contro i 2,3 prodotti nel 2021.

Fonte: Stampa Asti.

Anteprima Vini ’23, cambio di date Seicento etichette in degustazione.
La 22esima edizione si aprirà i112 marzo al Real Collegio “Scelta condotta dalla volontà di favorire gli operatori”. Si annunciano grandi novità per Anteprima Vini 2023, a partire dalle date. L’appuntamento con la 22a edizione è infatti domenica 12 e lunedì 13 marzo, al Real Collegio di Lucca, nel cuore del centro storico. La scelta è stata determinata dalla volontà di favorire la partecipazione degli operatori di settore, in particolare il mondo della ristorazione, al quale sarà dedicata la giornata del lunedì con la rassegna dei vini di Costa Toscana e laboratori specifici.

Fonte: Nazione Lucca.

«Vi brucio i vigneti del Sassicaia»: arrestato.
Bolgheri, un 47enne di Trieste (già denunciato) voleva 150 mila euro in bitcoin È stato raggiunto da una misura di custodia cautelare in carcere, dove peraltro già si trovava, a Padova per scontare un’altra pena, il 47enne triestino che lo scorso agosto era stato denunciato a piede libero per aver tentato un’estorsione ai danni dell’azienda vinicola Sassicaia. Una vicenda che nasce nel marzo scorso quando i vertici della casa vinicola ricevono delle email criptate che non lasciano spazio a dubbi: versare i,o mila euro in bitcoin nel giro di pochi giorni per non vedere andare in fumo i pregiati vigneti di Bolgheri. Per rendere più concreta la minaccia l’uomo aveva anche specificato che si sarebbe servito di numerose esche incendiarie che avrebbero raso al suolo le vigne.

Fonte: Corriere Fiorentino.

Monografie d’impresa 2022 c’è anche Casa vinicola Sartori.
Cinquantotto le opere sul podio, tra le quali due venete: rappresentata tutta l’Italia Monograde d’impresa 2022 c’è anche Casa vinicola Sartori Calabrò: «È importante avere una storia su cui progettare il futuro». La monografia d’impresa come strumento di storytelling aziendale e trasmissione della memoria produttiva – ma non solo – di un territorio. Una tradizione che Verona celebra ogni due anni, da ormai sei edizioni, attraverso il prestigioso Premio Omi (Osservatorio monografie d’impresa), che per il 2022 ha visto partecipare ben 58 opere e salire sul podio anche due aziende venete.

Fonte: Arena.

Prosecco in lattina pubblicizzato sul web I Consorzi lo bloccano.
Mancava solo il Prosecco in lattina: un’azienda torinese, la Glewine, ha promosso sui canali social il Prosecco in lattina, con tanto di immagini delle colline della Docg. E’ bastato qualche attimo perché alcuni produttori segnalassero la vicenda ai consorzi di tutela e, nel giro di qualche giorno, le immagini incriminate sono sparite dal web. Ma se la questione dimostra che il Sistema Prosecco, l’ente che lotta contro i tarocchi, funziona bene (per l’occasione sono state fatte due diffide e una comunicazione all’ispettorato centrale repressione frodi), il caso ha irritato i produttori. Tra i primi a denunciare l’episodio il consigliere regionale Tommaso Razzolini che ha tuonato: «Immagine e qualità del Prosecco sono incompatibili con la lattina.

Fonte: Corriere del Veneto Treviso e Belluno.

“Welfare Champion”, c’è anche l’agricoltura, con la storica cantina Barone Ricasoli, e non solo.
I premiati ed i trend del “Welfare Index Pmi 2022” di Generali Italia, in partnership con, tra le altre, Confindustria e Confagricoltura. Il welfare aziendale ha raggiunto un alto livello di maturità e continua a crescere la consapevolezza del ruolo sociale nelle Pmi italiane: oltre il 68% delle piccole e medie imprese italiane ha superato il livello base di welfare aziendale. Raddoppia, inoltre, il numero di Pmi con livello molto alto e alto, passando dal 10,3% del 2016 al 24,7% del 2022. A dirlo il “Welfare Index Pmi 2022”, realizzato dal colosso assicurativo Generali Italia, in partnership con, tra le altre, Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confcommercio, che ha coinvolto oltre 6.500 le imprese provenienti da tutta Italia e di tutte le dimensioni, e di tutti i settori produttivi. Ed anche l’agricoltura ed il vino hanno i suoi campioni, tra le 121 insignite con le “5W”, le aziende “Welfare Champion” (che erano 22 nel 2017). Come la storica Barone Ricasoli, oggi guidata da Francesco Ricasoli, una delle cantine più storiche e prestigiose d’Italia e del Chianti Classico, dove il Barone Bettino Ricasoli, nell’Ottocento, al Castello di Brolio, mise a punto “la prima ricetta del vino Chianti”.

Fonte: WineNews.

Dal nulla a imprenditori di moda. “Il nostro impero nato in cantina”.
Sarzana, 8 dicembre 2022 – Sono partiti, come nella più classica delle favole imprenditoriali, dalla cantina, con un budget risicatissimo: 100 euro. In una manciata di anni hanno costruito un impero, grazie ad un mix vincente fatto di stile, prezzi low cost e commercio online sulla scia dei social network, con centinaia di migliaia di articoli venduti l’anno. Azzeccando l’oggetto del desiderio: scarpe da ordinare con un click. Malvina Podestà e Francesco Pata hanno fondato nove anni fa a Sarzana la Quanticlo, dopo una breve esperienza nel commercio di magliette personalizzate, e oggi festeggiano il record di un paio venduto ogni cinque secondi nei giorni del black Friday e del cyber Monday.

Fonte: La Nazione.

Vino: Cantine Giacomo Montresor, 130 anni raccontati in un Museo e in un libro.
Centotrent’anni, tre secoli attraversati in un crocevia di generazioni, una storia viva da preservare e raccontare a futura memoria. Il cammino è di Cantine Giacomo Montresor, tredici decadi di storia (1892-2022) nel cuore della Valpolicella raccontati in un Museo inaugurato oggi, mercoledì 7 dicembre. Insieme al Museo, a onorare il prestigioso traguardo anche un libro che ripercorre la storia dei 130 anni, il rinnovato wineshop e una bottiglia celebrativa (Amarone della Valpolicella Docg Riserva 2012). Fil rouge che unisce le tante iniziative è la consapevolezza che il vino è un’esperienza immersiva da vivere a 360 gradi tra storia, cultura e territorio.

Fonte: Enti Locali Online.

Sulla via Francigena del vino: 8 etichette da provare tra Umbria e Marche.
L’Umbria da un lato, con le sue terre del Montefalco, dove il Sangiovese incontra il Sagrantino, regalando vini potenti, caldi ed avvolgenti… e le Marche dall’altro, con le mille declinazioni del Rosso Conero, la struttura del Verdicchio e i profumi del Lacrima. La via Francigena, nota anche come via Francisca o Romea, è parte di un fascio di percorsi che dall’Europa occidentale, in particolare dalla Francia, conduceva nel Sud Europa fino a Roma, proseguendo poi verso la Puglia, dove vi erano i porti d’imbarco per la Terrasanta, meta di pellegrini e di crociati.

Fonte: La Gazzetta del Gusto.

Ruffino investe 11 milioni per la sostenibilità del vino.
Per la vendemmia 2024 prevista la completa conversione al biologico delle 9 tenute del Gruppo ma l’obiettivo è minimizzare l’impatto di tutta la filiera e porre attenzione anche alle ricadute sociali sul territorio. I vini di Ruffino accelerano sulla strada della sostenibilità, dove tra i traguardi previsti già per la vendemmia del 2024 c’è la completa conversione al biologico delle nove tenute del Gruppo. Per raggiungere i suoi obiettivi, Ruffino ha stanziato undici milioni di euro distribuiti su sette anni (dal 2019 al 2025) pari a quasi un terzo degli investimenti annuali del Gruppo che – forte di circa 29 milioni di bottiglie all’anno prodotte ed esportate in 83 Paesi del mondo e oltre 123 milioni di fatturato – vuole fare da stimolo decisivo a tutto il settore.

Fonte: Il Sole 24 Ore.

Bene export vino, spirits e aceti: bilanci e prospettive.
I dati dell’Osservatorio Federvini curato da Nomisma e TradeLab evidenziano un nuovo record per l’export agroalimentare italiano, che dovrebbe superare i 59 miliardi di euro a fine anno (+16% rispetto al 2021) trainato anche dalle vendite oltre frontiera di vini, spiriti e aceti. Per il vino si prevede il record di 8 miliardi di euro (+12% rispetto all’anno precedente), così come per gli spirits (1,7 miliardi di euro). Buono anche il risultato per gli aceti, in particolare balsamici, che vedono chiudere l’anno con una crescita delle esportazioni (a valore) del 15%. I fattori che hanno contribuito alla crescita spaziano dall’andamento del cambio euro-dollaro, la ripresa del turismo e alla diversificazione dei mercati.

Fonte: Corriere del Vino.

Il vino più “estremo”? Il Passito di Pantelleria, campione italiano al “Mondial des Vins Extrêmes”.
La Valle d’Aosta è la regione con più vini eroici, Mathieu Betemps e Elena Patrone sono i loro “eroi”, e il Carignano del Sulcis è il più originale. Il vino più “estremo”? Il Passito di Pantelleria Doc Shamira di Basile, campione italiano con il “Gran Premio Cervim” per il miglior punteggio in assoluto, e incoronato anche con il “Premio Cervim Piccole Isole”, al “Mondial des Vins Extrêmes” del Cervim – Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticoltura Montana, all’edizione n. 30 di scena a Torino. E per il quale la regione con il maggior numero di vini eroici al mondo è la Valle d’Aosta, incoronata con il “Premio Mondial Vins Extremes”, e dove si guarda al futuro con vigneron come Mathieu Betemps, alla guida dell’azienda che porta il suo nome a Saint Christophe e “Premio Cervim Futuro”.

Fonte: WineNews.

Crescono le esportazioni di vino dall’Italia verso il Sud Africa.
I valori delle importazioni di vino, nei primi tre mesi del 2022, sono cresciuti dell’83,45%. Esenti da dazio, competono pertanto alla pari con la produzione locale. ICE, agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, rende nota in occasione della nuova proroga di adesione alla Mostra autonoma del vino italiano in Sud Africa, l’importanza del mercato sudafricano. I dati statistici mostrano che i valori delle importazioni del Sud Africa di vini e spumanti dall’Italia nei primi tre mesi del 2022 sono aumentati dell’83,45%, passando da un valore di Euro 477.552 del 2021 a Euro 875.855 del 2022, portando la quota di mercato dell’Italia riferita al primo trimestre del corrente anno all’8,88%. Da notare che nello stesso periodo la Francia ha ridotto la sua quota di mercato dell’1,33%.
Fonte: Adnkronos.

Il vino e la sua comunicazione oggi, “letta” da uno dei suoi pionieri, Stefano Milioni.
A WineNews lo scrittore e comunicatore premiato con l’“Oscar del Vino” 2022 dalla Fondazione Italiana Sommelier e Bibenda di Franco Ricci. A WineNews lo scrittore e comunicatore premiato con l’“Oscar del Vino” 2022 dalla Fondazione Italiana Sommelier e Bibenda di Franco Ricci. “La comunicazione del vino è migliorata e peggiorata al tempo stesso, all’inizio si parlava molto di tecnica, oggi troppo di degustazione, e si dimentica il resto, ma è aumentata la platea. Ma ci sono troppi che si parlano addosso. Raccontare il territorio, quello che è intorno al vino, è fondamentale”.

STAMPA ESTERA

Les Hugel cultivent l’identité alsacienne.
Fondée en 1639, à Riquewihr, la maison a traversé les âges et les crises Parmi ses crus renommés, les fameux sporen et schoenenbourg. La neige de l’Alsace éternelle, les fio Jcons épais et ephemères donnent son mouvement lent au silence. La cloche des vêpres sonne par-dessus les toits blancs. Très bitdans l après-midi,il a falluaumerla lampe. Serrés autour d’elle, au coude-i-coude sur le comptoir. ils sont quatre ou cinq á goùter les vins d’or que Jeun-Frédéric Hugel, 33 ans, leur sert dans la petite pièce au milieu de ses mots qui disent l’histoire de la famille et de ses 13 générations. Depuis cette année 1639, où Hans Ulrich Hugel s’est installé à Riquewihr. Les grands étés, Les beaux automnes flambent dans les verres de riesling. de pinot gris, de gewsnrstraminer dans la maison jaune qui fait le coin des rues du général de Gaulle (appelée pendant la guerre Adolf Hitler) et de la Première armée. En Alsace, des Hugel il yen eut dès leXVe siècle, c’étaitan temps où mutes lest-ours d’Europe du Nord désiraient passionnément les vins d A1sue,etpuisvint latertibleguerre deTrente Ans de 1618 à 1648 qui dévasta le pays.. Au début du conflit Riquewihrcomptait2200 habitants, à lo fin 122, raconte l’héritier des HageL Onyperd savoir-fair remarches. Huns Ulrikh est admis dans la eorporntion des vigner ornen 164.3, c’est lui qui choisit pour 1a famille les deux terroirs fondateurs, le Sporen et le Sahaeoenbourg, S? ajoute un jardin Secret, sine poche geologique cºkcare de Musaheikalk, le Pfols tag inclus dans le Rosenberg. r Dans le foisonnement des ramures du grand arbre généalogique, certaines branches marquent la Force d’une poussée qui donne l’allant et lavigueur aux suivantes. Jeans Hugel, un vinlenmhr Celle de Louise Ortlieb mérite que ran s’y intéresse quelques instants. En 1880, en pleine période phylksoi ique, elle perd son mari Émile qui lui laisse deux enfants. La mère courage tient la boutique Hugel et envoie ses petits étudier la viticulture.
Fonte. Echos.

Les Lorgeril illuminent le Laiiguedoc.
A quelques kilomètres de Carcassonne, le splendide château de Pennautier, inspiré de Versailles, est depuis 1622 au coeur de l’histoire des vins de la région. Minervois-la-livinière, saint-chinian, fougères et roussillon… Six domaines, sur 250 hectares : ces beaux terroirs d’altitude sont leur conquête. Tiens, voilà Louis XIll. Il est venu mettre de l’ordre dans son royaume, a écrasé le 115 avril 16221e huguenot Benjamin de Rohan à SaintJean d’Angély, le duc de Rohan son frère se soumettra quelques semaines plustardàMontpellier. Enattendantsa majesté a été reçue à Carcassonne ce 14 juillet 1622. Le jeune roi a écouté la harangue du premier magistrat de la ville, Bernard de Reich de Pennautier qui l’a ensuite accueilli chez lui à Pennautier air le lendemain Louis a laissé son litdevuyage à son trésorier de la bourse des Etats du Languedoc. On voit aujourd’hui maire au chàteau, l’objet du sommeil royal avec ses somptueuses tentures de laine de soie, dessins de cornes d’abondances et de carquois muge, bleu, vert, ocre, admirablement tissés au point de Hongrie Et ici c’est Molière, il est en tournée dans lesuden1650. est pass àPézenas, a remonté vers l’ouest avec sa troupe, sestarrété au château de Pennautier pour, dit-on, yjouer en matinée l’. Andromède t. de Corneille. Lá, sur son cheval, c’est Pierre-Paul Riquet, celui-là est descendu de La Montagne Noire et repéré les deux bassins versants, im vers ]Atlantique, l’autre vers la Méditerranée, ce jourde 1662 il a fixé la ligne de partage des eaux au seuil de Naurouze et inventé la faisabilité du canal du Midi, ¿est à côté de Pennautier. Pierre-Louis fils de Bernard soutende projet. Avec la cempilead de Le NBtlr. Ce Reich de Pennautier est au coeur battant du pouvoir aux côtés de Louis XIV qui fait du Languedoc une région prioritaire en matière de politique et d’économie Pierre-Louis Fait du chàteau, le – Versailles • du Languedoc t.,dessineavecia complicité de Le Notre, paysagiste inspiré, la géométrie des perspectives du parc à la française sur 30 hectares. Et cet homme couvert de la poudredes chemins dltali e, cestiacques de Beyuaguetde Pennautier, chevalierdeSaint-Pardoux, il rentrede son Grand Tonner est présenté à la famille royale le 14 juillet 1789.

Fonte. Echos.

Dans le vignoble bordelais, ils témoignent de l’ampleur de la crise.
Qu’ils soient ou non favorables à un arrachage ponctuel ou définitif de 10.000 ou 25.000 hectares de vignes, les vignerons qui manifestaient ce 6 décembre témoignent dans nos colonnes d’une situation inédite. Cette nouvelle crise qui marque peut-être un virage historique dans ce grand vignoble bordelais de près de 120.000 hectares ressemble aujourd’hui pour beaucoup à une catastrophe. D’autant qu’aucun responsable politique n’a encore trouvé l’équation pour financer ce programme d’arrachage, qui devrait être aussi un plan de désendettement pour les viticulteurs les plus en difficulté. Le niveau de mobilisation atteint par la manifestation des viticulteurs girondins de ce mardi 6 décembre a satisfait les vignerons, les ouvriers agricoles et fournisseurs des domaines présents même si toutes les appellations n’avaient semble-t-il pas mobilisé avec autant de volontarisme que l’Entre-Deux-Mers. Après avoir indiqué les endroits du parcours où seraient accrochés les deux pendus faits en ceps de vigne, pour dénoncer lasituation de nombreux vignerons poussés au suicide et confirmé que la profession était au bord de la catastrophe, Didier Cousinet, viticulteur et maire du Pian-sur-Garonne (Sud Gironde), porte-parole du collectif Viti33, organisateur du mouvement, a temporisé. « Nous ne tirons sur personne. Aujourd’hui, nous sommes tous unis, mais quand même nous sommes obligés de manifester. J’en appelle aux élus politiques de tous bords », a *** déclaré le leader viticole, ä un public où figuraient des maires, députés et sénateurs. Comme souvent en agriculture, de nombreux viticulteurs qui étaient présents continuent à travailler même à la retraite. « J’étais ingénieur et je me suis retrouvé avec deux activités » Ce qui est le cas de Jean-François Thillet, maire de la petite commune de Blésignac (300 habitants), dans l’Entre-DeuxMers, qui a un parcours qui pourrait paraître très original mais qui ne l’est pas tant que ça dans un secteur agricole où bien souvent c’est le salaire de la conjointe ou du conjoint travaillant à l’extérieur de l’exploitation qui permet de faire bouillir la marmite. Je suis viticulteur retraité, avec un domaine de 34 hectares. Bien sûr je suis favorable à l’arrachage pour réguler la production. Jésuis âgé de 72 ans et j’ai deux employés. C’est très compliqué parce qu’au départ j’étais ingénieur: J’ai accepté de reprendre l’exploitation familiale et je me suis retrouvé avec. deux activités professionnelles à gérer en même temp.

Fonte. Tribune.

Grazie per l’ascolto, vi ricordiamo che le news di oggi, sono state offerte da Blinkup

A risentirci a domani.