rassegna stampa vino di sabato 3 giugno 2023!

Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di sabato 3 giugno 2023!

La rassegna stampa vino di oggi, è stata offerta da QuidQuid Srls, consulenze e strategie tecniche commerciali per potenziare il tuo business.

In cantina – Château d’Yquem, ok le magnum.
Rivalutazione media alle aste superiore all’8% per i 15 millesimi da un litro e mezzo Château d’Yquem, ok le magnum di Cesare Pillon Il palcoscenico è riservato questa settimana alle magnum di Château d’Yquem perché, imprevedibilmente, le annate delle sue bottiglie da un litro e mezzo quotate adesso e per le quali è possibile il confronto con la quotazione che avevano nel 2021 sono 15, cioè non solo più del solito ma in quantità sufficiente per poter dedicare la puntata, questa volta, all’analisi dei prezzi di Yquem in questo formato speciale, che a lume di naso non si direbbe abbia le caratteristiche per essere tra i più apprezzati dagli investitori. Però insultati verificabili in tabella, dicono che farebbero bene a interessarsene anche loro. Complessivamente, infatti, i 15 millesimi, che nel 2021 valevano 13.492 euro, sono quotati adesso per 14.622, e la differenza è di 1.130 euro una bella sommetta che rappresenta 1’8,37% del capitale investito.

Fonte: Milano Finanza.

Quanta storia in un calice.
La linea 1673 della cantina Cesarini Sforza rappresenta il vertice degli spumanti Trentodoc. Siamo in Val di Cembra, le vigne crescono sui terrazzamenti creati da muretti di pietra, un paesaggio orgogliosamente entrato a far parte del Patrimonio Unesco. La raccolta delle uve è a mano e sono tre le etichette che raccontano questo lavoro eroico e lo stile delle bollicine. Il Riserva è prodotto con le migliori uve Chardonnay, riposa in bottiglia per settanta mesi, elegante, da grandi occasioni. Il Rosé è uno spumante setoso dalle note di frutti rossi. Il Noir Nature, infine, è un metodo classico realizzato da pinot nero ed è proposto nella versione pas dosé, cioè privo di addizioni zuccherine.

Fonte: Repubblica D.

Il Nebbiolo della Valtellina vuole vincere nei ristoranti.
Fuori casa già al 90% Emiliano Sgambato Ivini della Valtellina puntano a consolidare la crescita degli ultimi anni, in cui la qualità del Nebbiolo delle Alpi ha conquistato spazio tra i rossi di qualità. Soprattutto nel settore della ristorazione, che pesa già per circa il 90% del giro d’affari. In quest’ottica Milano – sbocco naturale per vicinanza al terroir e palcoscenico internazionale per intercettare i wine lovers – è la piazza ideale, soprattutto in vista delle Olimpiadi invernali del 2026, che vedranno il capoluogo lombardo protagonista in tandem con gli impianti valtellinesi di Bormio e Livigno, non lontani dalle vigne che danno vita a etichette come Grumello e Valgella, Inferno e Sforzato. Anche per questo 33 cantine (su 54 aziende produttrici e 900 viticoltori aderenti al Consorzio) sono state protagoniste di un evento a Milano dedicato agli operatori, con degustazioni condotte da Gabriele Gorelli, primo (e unico) Master of Wine italiano.

Fonte: Sole 24 Ore Food 24.

Enoteca batte web.
Le enoteche non cedono il passo all’online secondo i migliori professionisti del settore premiati dall’Associazione enotecari.

Fonte: Sole 24 Ore Food 24.

Anche l’Enoteca Regionale in prima linea per affrontare l’emergenza nei vigneti.
FRASCARI: «MONITORARE I TERRENI PER LIMITARE I DANNI» Supporto alla comunità e dialogo con le banche da parte dell’associazione con sede a Dozza. L’alluvione in Emilia Romagna è stata una catastrofe senza precedenti, coinvolgendo cento comuni e causando più di mille frane. I danni al territorio, alle aziende agricole e agli allevamenti sono preoccupanti, soprattutto nell’area romagnola, epicentro della tragedia e sede di molte aziende socie di Enoteca Regionale, che ha casa a Dozza. «Siamo in contatto costante con la popolazione locale — dichiara il presidente Davide Frascari — per sostenere coloro che hanno dovuto affrontare questa calamità naturale e non ci limitiamo alle parole ma vogliamo offrire un aiuto concreto a chi ha perso tutto».

Fonte: Corriere Romagna di Ravenna Faenza-Lugo e Imola.

Anche Carlo Cracco cucina per la Romagna Ma non è il solo.
Io chef milanese sarà a Cesenatico e porterà anche i suoi prodotti romagnoli A Roncofreddo, invece, la cantina Villa Venti il 7 sostiene Sorrivoli e altri vignaioli. Gli chef stellati e i vignaioli della Romagna si sono mobilitati fin dall’inizio per guardare oltre il danno della tragica alluvione e per sostenere coloro a cui è andata peggio. Il cibo, la tavola e i calici, si sono già dimostrati un ottimo strumento per raccogliere fondi e pensare a risollevarsi senza perdere il senso del gusto. Carlo Cracco In riviera Ora scende in campo anche Carlo Cracco, romagnolo d’adozione si può dire, dal momento che a Santarcangelo, terra d’origine della moglie Rosa Fanti, gestisce da qualche anno un’azienda agricola. Da lì verranno gli ortaggi, le ciliegie per il dessert e il vino che saranno protagonisti sulla tavola di una speciale cena charity organizzata per il prossimo 11 giugno al Grand Hotel Da Vinci di Cesenatico, messo a disposizione dalla famiglia Batani.

Fonte: Corriere Romagna La Settimana.

Il castello medievale accarezzato dalla Luna.
Questa eclissi di Luna immortalata da Cristiano Antonini bacia il castello che nel Medioevo fece del borgo la culla dei Malatesta. Fortezza da cui la casata raccontata tre volte nella Divina Commedia scese poi alla conquista di Rimini. La Rocca del Sasso è uno dei gioielli della cittadina dal 2017 nella famiglia dei Borghi più belli d’Italia, perché Verucchio era assurta agli onori della storia già diversi secoli prima, quando fu una delle capitali della Civiltà Villanoviana di cui conserva reperti unici nel Museo civico archeologico.

Fonte: Corriere Romagna La Settimana.

Tenuta Viglione Da cento anni il vino buono è di famiglia.
Traguardi ambiziosi in collaborazione con l’Università Le tecniche produttive di Zullo sono all’avanguardia. Quella del saper aspettare è un’arte che non tutti sanno davvero apprezzare. Ma chi lavora con la natura, chi da essa trae i frutti del proprio successo, invece sì. Dentro la famiglia Zullo questa capacità viene tramandata di generazione in generazione, seguendo la logica che chi è venuto prima insegna a chi viene dopo ad apprezzare il tempo e il suo scorrere lento. «Sono passati quasi cento anni da quando la mia famiglia ha iniziato a lavorare in questi vigneti, con passione e dedizione, realizzando quello che da semplice sogno si è trasformato in una splendida realtà, che raccontiamo con orgoglio ogni giorno nei nostri vini».

Fonte: Corriere Romagna La Settimana.

Stasera sulla Nena con Simoni per Calici d’Estate.
Questa sera alle 19.30 sulla Darsena a Ferrara, nell’ambito di Calici d’Estate, si tiene “Banchetto fluviale – in viaggio con la corte Estense”, percorso di Analisi Sensoriale enogastronomico ferrarese guidato, in esplorazione, navigando a bordo dell’imbarcazione Nena tra le mura della città di Ferrara in compagnia dei produttori. L’evento ideato e a cura del grande esperto Marco Simoni. Sarà possibile degustare i seguenti vini: Terre Ca’ Bindola “Astemio” Charmat Brut Trebbiano e Chardonnay; Cantina Pettyrosso “Confondo” ancestrale biologico Trebbiano e Montuni; Cantina Val Testa “Monterastelli 1947” Lambrusco Maestri Frizzante; Cantina “Ca Nova” Fortana Frizzante doc Bosco Eliceo. Un appuntamento per esperti ma anche per semplici appassionati. Dalle 18 alle 24 e domani dalle 16 alle 22 sarà possibile prendere parte alle degustazioni.

Fonte: Nuova Ferrara.

Benvenuto Vermentino, oltre cento etichette sabato 17 a Castelnuovo.
Scattato il conto alla rovescia verso l’edizione numero 12 di “Benvenuto Vermentino”, la manifestazione autentico caposaldo della posizione di luogo leader, da parte del territorio castelnovese, per la produzione del prezioso nettare. La kermesse dedicata al vitigno simbolo dei Colli di Luni andrà in scena sabato 17 e domenica 18 giugno, in un cuore del paese che si trasforma mettendo in evidenza le sue bellezze, grazie anche ad un arredamento fatto di stand, colori e profumi mirati alla sua sublimazione. E allora ecco le degustazioni, gli assaggi, i dibattiti e gli incontri, i convegni, la possibilità di fare trekking e tanta musica.

Fonte: Secolo XIX La Spezia.

La sfida del vino senza solfiti «Bastano i tannini naturali».
Roberto Negri ha applicato la sua tecnica allo spumante rosè Menalca Ora lo stesso metodo viene utilizzato per il Vigna Alta dell’azienda di Tano Martini Luca Ghirardini Vino senza solfiti? Si può. Parola di Roberto Negri. L’esperto enologo mantovano, produttore di vini con il suo marchio a Villanova Maiardina, ha messo a punto una sua tecnica per arrivare a questo risultato. «Non sto dicendo “senza solfiti aggiunti”, proprio senza» sottolinea. Ma come è possibile eliminare ciò che serve a mantenere nel tempo le caratteristiche organolettiche del vino? L’enologo lo ha spiegato nel corso di una serata organizzata dall’enoteca Enoclub di via Roma al Cigno-Trattoria dei Martini.

Fonte: Gazzetta di Mantova.

Novità per il Lambrusco: Teieto affianca La Fiuma Un omaggio ai Gonzaga.
Nel corso di una serata conviviale alla presenza di molti addetti ai lavori nel settore enogastronomico a Corte Barco di Marmirolo, Fabio Zappellini ha presentato l’ultimo nato tra i vini della sua azienda agricola “La Fiuma”. Un progetto che parte da lontano e affonda le radici nel territorio basandosi sull’autenticità e su un continuum storico-culturale della nostra provincia. Lo stesso nome del Lambrusco, Teieto, come dice Zappellini, «vuole essere un omaggio ai Gonzaga e alla città di Mantova, che nell’isola del Teieto (poi denominato semplicemente Te, ndr) costruirono grazie a Giulio Romano quella splendida villa di piaceri e feste chiamata Palazzo Te. Quello stesso Giulio Romano che restaurò la Basilica del Polirone a San Benedetto Po, dove è nato quattro anni fa il Lambrusco La Fiuma, Grappello Ruberti in purezza, che ha avuto da subito una repentina e gratificante approvazione da parte della clientela
Fonte: Gazzetta di Mantova.

Contours Mondial de Bruxelles Produttori mantovani al top.
Ottimi risultati sono stati ottenuti dai produttori di vino mantovani in occasione della trentesima edizione del Concours Mondial de Bruxelles, un prestigioso concorso internazionale – è stato definito da alcuni critici “le Nazioni Unite dei vini di qualità” – che, a dispetto del nome, non si svolge necessariamente nella capitale del Belgio, ma è itinerante. Quest’anno è andato in scena in Croazia, a Parenzo, con in lizza migliaia di vini provenienti da cinquanta Paesi valutati nell’arco di tre giorni da trecentocinquanta degustatori internazionali. Quattro sono risultate le etichette premiate prodotte da aziende mantovane, entrambe della zona di produzione dei colli morenici. La migliore valutazione è quella ottenuta dal Garda Doc Carpino Merlot 2017 dell’azienda Ricchi di Monzambano, al quale è stata assegnata la Gran Medaglia d’Oro.

Fonte: Gazzetta di Mantova.

Fondo milionario paga i vitigni malati di flavescenza – Flavescenza dorata fondi dal governo per sostituire i vitigni uccisi dalla malattia.
Un vitigno malato di flavescenza. STANZIAMENTO PER OTTO REGIONI Flavescenza dorata fondi dal governo per sostituire i vitigni uccisi dalla malattia In due anni previsti 3,5 milioni: l’Oltrepo tra le zone colpite Il recente convegno a Torrazza ha rilanciato l’allarme. Risorse dal governo ai territori vinicoli colpiti dal ritorno della flavescenza dorata. C’è anche la Lombardia, e quindi anche la zona dell’Oltrepo Pavese tra le regioni inserite nel decreto, firmato dal ministero dell’Agricoltura, che contiene i criteri di riparto e di gestione del Fondo per il sostegno alle imprese agricole colpite dalla flavescenza dorata della vite. Il Fondo, previsto dalla legge di bilancio, ha una dotazione di 1,5 milioni di euro per il 2023 e 2 milioni di euro annui a decorrere dal 2024, con l’obiettivo di erogare contributi per la sostituzione, tramite rimpiazzo o reimpianto, di piante di vite estirpate in vigneti colpiti dalla malattia epidemica. Le risorse sono ripartite tra le Regioni Veneto, Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Liguria e nelle province autonome di Trento e Bolzano interessate dalla recrudescenza della malattia.

Fonte: Provincia – Pavese.

La Strada del vino vuole mappare le mete turistiche in Oltrepo.
Depaoli nuovo presidente, l’uscente Allegrini resta come vice «Il nostro obiettivo è creare sinergie con consorzi, enti e Comuni» La Strada del vino vuole mappare le mete turistiche in Oltrepo. Un lavoro di mappatura e tracciamento dei punti di interessi strategici del territorio oltrepadano in chiave turistica. E questo il progetto, reso possibile da un bando di Regione Lombardia, a cui sta lavorando la Strada del vino e dei sapori, che lo presenterà ai sindaci della zona dell’Oltrepo. Tra l’altro, la Strada ha di recente rinnovato il consiglio di amministrazione e il nuovo presidente è Edoardo Depaoli, giovane capogruppo di maggioranza del Comune di Broni, che sostituisce l’avvocato casteggiano Giorgio Allegrini, che resta nel Cda con il ruolo di vicepresidente; la nuova segretaria, invece, è Sara Zambianchi. Il progetto prevede la realizzazione di undici video promozionali delle varie offerte del territorio oltrepadano.

Fonte: Provincia – Pavese.

Mercalli: nelle Langhe spariranno i vigneti – L’apocalisse di Mercalli “Con questo clima addio vino nelle Langhe”.
«Se andiamo avanti così ci possiamo scordare il vino delle Langhe, o il riso del Vercellese». E i ghiacciai delle nostre montagne? «Per quello servirà ancora meno tempo: nel 2050 non ci saranno più». II meteorologo: anche il riso del Vercellese rischia di scomparire “E città come Torino saranno inospitali, con punte vicine ai 50 gradi” L’apocalisse di Mercaffi “Con questo clima addio vino nelle Langhe”. Così ci possiamo scordare il vino delle Langhe, o il riso del Vercellese». E i ghiacciai delle nostre montagne? «Per quello servirà ancora meno tempo: nel 2050 non ci saranno più». Parola di Luca Mercalli, meteorologo e climatologo, ieri ospite del Festival dell’Economia. Un kermesse dove la questione ambientale sta tenendo banco: dagli scienziati ai vertici delle banche, tutti parlano del clima, quest’anno il vero sfondo della kermesse. Non c’è da stupirsi”.

Fonte: Stampa Torino.

Compie 80 anni il primo rosato pugliese e italiano.
Il Five Roses ha fatto il lifting, verrebbe da dire, ma la parola potrebbe evocare qualcosa di negativo, un intervento anti-invecchiamento, un artifizio che maschera una situazione decadente. Invece la parola giusta è: restyling, cioè un intervento che tende a migliorare, attualizzare, rimodernare un vino che negli anni, e ne sono passati 8o dalla prima vendemmia, è stato sempre un punto di riferimento non solo per l’enologia regionale. Era il 1943 quando Piero de Castris mise in bottiglia quello che divenne il primo rosato imbottigliato in Italia. Negli anni, tutti o quasi si sono dovuti misurare con questo vino che ha sempre rappresentato un modello con cui confrontarsi e spesso da inseguire. Negli anni il Five Roses ha cambiato pelle, ma comunque in qualche modo è rimasto fedele a sé stesso.

Fonte: Corriere del Mezzogiorno Puglia.

Forum Wine Festival È conto alla rovescia.
Appuntamento dal 23 al 25 giugno Si ravviva di bollicine il Forum Eventi di San Pancrazio Salentino che, da venerdì 23 a domenica 25 giugno, ospiterà la prima edizione del Forum Wine Festival, grande rassegna dedicata al mondo dell’enologia pugliese. Un settore in costante crescita, come evidenziano i recenti importanti appuntamenti delle fiere di settore, nazionali e internazionali, e i relativi premi ai vini pugliesi e salentini. Un settore che, grazie al lavoro quotidiano di uomini e donne, abbraccia storia, cultura, tessuto economico e sociale dei territori con vigneti e cantine. Il Forum Eventi di San Pancrazio è un contenitore di grandi manifestazioni che si sviluppa su un’area di oltre 50mila metri quadri. Immerso tra ulivi e palmeti, è diviso in diverse aree.

Fonte: L’Edicola del Sud Brindisi.

Vino e passione Via alla rassegna.
Da oggi a domenica «I profumi di Lamole» esporrà le produzioni delle 9 aziende partecipanti. Novanta residenti, una passione smodata per il vino. Tanto da farne una rassegna, i Profumi di Lamole. Lamole è il più piccolo paesaggio storico d’Italia, riconosciuto dal 2018 paesaggio rurale storico dal Ministero delle Politiche agricole, dove il vino si coltiva ad alta quota sin dai tempi dei romani. Per i suoi terrazzamenti chiamati dai latini ‘lamulae’ il borgo grevigiano per questo fine settimana la rassegna enogastronomica giunta alla 20esima edizione. Da oggi a domenica «I profumi di Lamole» metterà in piazza le produzioni delle nove aziende che partecipano alla manifestazione.

Fonte: Nazione Firenze.

‘Tutto esaurito’ in Val d’Orcia Negli agriturismi si parla straniero.
Tutto esaurito negli agriturismi della Val d’Orcia, anche per il ponte del 2 giugno. Ed è un turismo rurale che parla sempre più straniero, con l’effetto Covid che è solo un lontano ricordo. Attratti dal paesaggio più bello del mondo, luoghi iconici come i cipressini di San Quirico e la Cappella di Vitaleta, centri storici unici come Pienza e Bagno Vignoni, prodotti enogastronomici come il Brunello di Montalcino, il vino Orcia, il pecorino di Pienza e i pici fatti con il grano di queste colline. E poi percorsi da fare a piedi lungo la Via Francigena o in bicicletta per le strade sterrate. II turismo in Val d’Orcia, che non si è arrestato neanche negli anni del Covid, continua a crescere e guarda sempre più all’estero. L’agriturismo è una meta quantomai desiderata, ma rispetto al passato diminuiscono gli italiani e aumentano gli stranieri, che oggi, facendo una media dei tre mesi di primavera valgono il 60 per cento.

Fonte: Nazione Siena.

Enoturismo, partnership tra Cantina La Scolca e Costa Crociere.
Costa Crociere e la Cantina piemontese La Scolca hanno siglato una nuova partnership: da giugno, gli ospiti che arriveranno ogni venerdì a Genova a bordo della Costa Toscana, nave ammiraglia della compagnia, potranno fare una visita guidata nei vigneti di Cortese della Tenuta a Gavi (Alessandria). Inoltre, sulla terrazza dell’azienda, potranno degustare tre Gavi e assaporare alcuni prodotti tipici del territorio. “Sono particolarmente orgogliosa di questa collaborazione fra due brand che rappresentano un’eccellenza di hospitality e di lifestyle autenticamente italiani, riconosciuti a livello internazionale” ha dichiarato la Cav. Chiara Soldati, Owner & Ceo di La Scolca, dicendosi “certa che questa scoperta del nostro territorio contribuirà a lasciare un ricordo profondo ed indimenticabile”.

Fonte: Askanews.

Vini d’Abbazia, la Toscana riscopre le cantine di eremi e conventi.
Monasteri, abbazie, eremi e conventi con frati-vignerons e vendemmie in clausura. Una tradizione sempre più sotto i riflettori come dimostra “Vini d’Abbazia” in programma all’Abbazia di Fossanova, a Priverno dal 2 al 4 giugno. La Toscana, dopo la prima edizione, raddoppia la sua presenza. Accanto alla storica Badia a Passignano con i vini Antinori e al Monastero dei Frati Bianchi di Fivizzano si aggiungono l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, Vallepicciola – Pievasciata che sorge su un ex convento e il Monastero di Camaldoli. L’evento riunisce oltre 30 cantine delle più antiche abbazie d’Italia e per la prima volta dedica uno spazio alla Francia e alle cantine associate a Les Vins D’Abbayes: appuntamento analogo che si tiene a Parigi. Banchi d’assaggio, masterclass e un incontro con Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, per esaltare il ruolo delle abbazie nella salvaguardia del vino.

Fonte: intoscana.

Addio a Giovanna Bombarda La storica cantiniera di Sainè.
Carrara dice addio a Giovanna Bombarda, regina dello stoccafisso e del baccalà marinato. Giovanna Bombarda era la storica cantiniera di ‘Sainè’, la tipica cantina di via del Plebiscito in cui ha lavorato per decenni affiancata dal marito Carlo Rossi, per tutti ‘Sainè’. Con lei se ne va un pezzo di storia popolare, quella fatta di gente vera e verace. Da Sainè per assaggiare i piatti della Giovanna ci sono andati cantanti, attori, registri degli anni d’oro del teatro Animosi. I piatti della Giovanna erano famosi e molto apprezzati. La sua cantina è stata il punto di ritrovo per intere generazioni di carraresi, che dopo aver mangiato i piatti tipici cucinati da Giovanna si intrattenevano fuori e dentro il locale suonando la chitarra tra un bicchieretto e l’altro..

Fonte: La Nazione.

Wein Tour dal 2 al 4 giugno: la Romagna si rialza dopo l’alluvione, sono 54 le cantine partecipanti.
Con 54 protagonisti fra singoli produttori e consorzi territoriali, la settima edizione del Wein Tour Cattolica segna la ripresa della Romagna dopo i danni dell’alluvione. All’evento si associa la campagna #BeviamoRomagnolo per sostenere concretamente le aziende vitivinicole colpite. L’obiettivo dell’attività di sensibilizzazione è che questa estate in Riviera si scelgano sempre di più i vini regionali per brindare, e anche ristoranti e hotel propongano ai loro clienti le etichette del territorio. L’edizione 2023 del Wein Tour si annuncia come la più grande di sempre. Sono numeri in costante crescita quelli della manifestazione dedicata ai migliori vini e cantine dell’Emilia-Romagna, che si conferma un appuntamento atteso e consolidato nel settore vitivinicolo, punto di riferimento sia per i wine lovers, sia per i migliori produttori regionali. Il format della kermesse coniuga vino e cultura gastronomica, portando l’entroterra al mare in un legame continuo fra il territorio e le strutture ricettive della riviera, che sempre più si rivolgono a un segmento di turisti amanti dell’enogastronomia, delle tipicità e della riscoperta delle eccellenze locali.

Fonte: Geronimo News.

Il vino d’Abruzzo, color della notte e color del giorno.
L’estate è ormai alle porte e le temperature iniziano ad alzarsi. L’aereo vola pesante nel cielo sereno e dopo una forte virata, la fusoliera viene invasa di raggi solari mentre sotto di noi, piano piano, l’azzurro del mare lascia il posto alla terra. Ecco di fronte a noi l’Aeroporto degli Abruzzi! Appena fuori dall’aereo la calda brezza ci accarezza il viso..Pescara che insieme a Chieti, L’Aquila e Teramo, raccoglie sulle sue colline i bei grappoli compatti di un’uva dagli acini tondi e scuri che permettono di ottenere uno tra i vini più impenetrabili d’Italia: il Montepulciano d’Abruzzo. CURIOSITA’ ENOICA: ma Montepulciano non è un ameno borgo toscano? Ebbene si! Ma non vi è alcun legame tra quest’uva e il borgo toscano..in questo inganno era caduto anche il buon Sante Lancerio, bottigliere di papa Paolo III Farnese. Il Vino Nobile di Montepulciano (lui si dall’omonimo borgo toscano!) è ottenuto da un clone di Sangiovese!

Fonte: Osimo e Dintorni.

Vino andato a male, la tecnica per scoprirlo anche se non te ne intendi.
Oggi vi illustreremo la tecnica per riconoscere se il vino è andato a male dopo l’apertura. Potrebbe sembrare superfluo, in realtà questa tecnica può salvarci da un’indigestione o problemi più gravi. Se ti è mai capitato di aprire una bottiglia di vino e trovarla andata a male dopo qualche giorno, sai quanto può essere frustrante. Ma come riconoscere se il tuo vino è effettivamente deteriorato? Non devi essere un sommelier professionista per farlo! In questo articolo, ti forniremo alcuni consigli utili su come utilizzare le tue abilità sensoriali per distinguere un buon vino da uno andato a male dopo l’apertura. Condivideremo anche alcune linee guida sulla corretta conservazione delle bottiglie aperte. Quindi preparati a diventare un esperto nel rilevare i segnali di avvertimento del tuo vino andato a male.

Fonte: Wine and Food Tour.

Vini d’Abbazia, sapori e territori della storia.
Confagricoltura dà il patrocinio alla seconda edizione di “Vini d’Abbazia”, in programma da oggi, fino a domenica 4 giugno, nel chiostro dell’abbazia cistercense di Fossanova, a Priverno (Latina). Alla tre giorni, dedicata alla secolare produzione di vino negli antichi monasteri, sarà presente anche il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, che parteciperà al convegno “Il vino motore di un territorio: progetti di sviluppo”, sabato alle 18, all’auditorium Infermeria dei Conversi, con la conduzione del giornalista Rocco Tolfa. Tante le degustazioni e le masterclass. Si segnala in particolare quella con Marco Caprai (Arnaldo Caprai) e Antonio Capaldo (Feudi di San Gregorio). L’incontro con i due imprenditori vitivinicoli, in calendario stasera alle 19, sarà moderato dall’autrice Rai Isabella Perugini.

Fonte: The Way Magazine.

C’era una volta il vino.
Siamo cresciuti a tavola con il nonno che, controllata l’ora nel suo inseparabile orologio da tasca, puntualmente a pranzo e a cena sorseggiava un buon bicchiere di vino; un’immagine indimenticabile che dava l’idea della famiglia e soprattutto della salute. Da qui le frasi stereotipate: vino rosso fa buon sangue, un bicchiere di vino al giorno toglie il medico di torno…ed anche se nello specifico era una mela andava sempre bene purché il signor dottore rimanesse lontano dalla nostra casa! Insomma: la vigna, la vendemmia, le botti, la cantina, l’imbottigliamento ed infine tutti a tavola per brindare ad un’annata che ogni volta ci regalava quel nettare che pareva l’immagine del benessere. Ora tutto ciò sembra svanire nel nulla in quanto nel mondo, solo perché qualcuno si è inventato che anche il vino ‘nuoce gravemente alla salute’, a tutti i costi pretende che la scritta venga messa sull’etichetta della bottiglia.

Fonte: Avanti.

Mediobanca: “Rallenta la crescita del vino”. Ma resta l’ottimismo per il 2023.
Nuovo report di Mediobanca sui grandi brand del vino italiano e nuova classifica aggiornata sui fatturati del 2022. Lo scorso anno, sul podio si è confermata la cooperativa Cantine Riunite assieme alla società controllata Gruppo italiano vini (Giv), con 698,5 milioni di euro di ricavi (+10,1% sul 2021). Al secondo posto, il nuovo polo vinicolo Argea (455,1 mln, +9,6%) seguito da Italian wine brands (+5,2% sul 2021 a 430,3 mln di euro). Positiva anche la performance di Caviro, cooperativa romagnola che registra 417,4 mln/euro (+7,1% sul 2021).. Sette società, come evidenzia Mediobanca nell’ultimo studio pubblicato a maggio 2023, rilevano ricavi tra 200 e 300 milioni di euro. Si tratta della cooperativa trentina Cavit (264,8 mln/euro, in calo 2,3% sul 2021), seguita da Santa Margherita gruppo vinicolo (260,7 mln/euro, +18,2%), Marchesi Antinori (245,4 mln/euro, +14,9%), dalla piemontese Fratelli Martini (237,6 mln/euro, +8,2%), dalla cooperativa La Marca, specializzata in spumanti, con 235,2 mln/euro (+30,9%), dalla trentina Mezzacorona (213,4 mln/euro, +8,6%) e da Zonin1821 (200,1 mln/euro, +0,8%).

Fonte: Gambero Rosso.

Tra piatti del Sud e ricette spagnole, ecco i vini della settimana.
Abbinare un vino all’insalata agrodolce di ciliegie e cipolla di Tropea non è un’impresa facile. La salsa agrodolce realizzata con l’aceto è già un contrasto in sé, ma la presenza delle erbe aromatiche e della frutta complica ulteriormente le carte in tavola, tanto più se l’insalata servirà da contorno a secondi piatti a base di carne o pesce. Per uscire dall’impasse, potremmo restare in Calabria e optare per un Cirò Rosato Doc Mabilia Di Ippolito 1845, un vino dal colore cerasuolo con riflessi rubini ottenuto dal Gaglioppo, il più antico vitigno della regione. Il nome è un omaggio alla principessa normanna vissuta nelle terre del Cirò nell’XI secolo.

Fonte: La Repubblica.

Vino e passione Via alla rassegna.
Novanta residenti, una passione smodata per il vino. Tanto da farne una rassegna, i Profumi di Lamole. Lamole è il più piccolo paesaggio storico d’Italia, riconosciuto dal 2018 paesaggio rurale storico dal Ministero delle Politiche agricole, dove il vino si coltiva ad alta quota sin dai tempi dei romani. Per i suoi terrazzamenti chiamati dai latini ‘lamulae’ il borgo grevigiano per questo fine settimana la rassegna enogastronomica giunta alla 20esima edizione. Da oggi a domenica “I profumi di Lamole” metterà in piazza le produzioni delle nove aziende che partecipano alla manifestazione: Castellinuzza e Piuca, I Fabbri, Le Masse di Lamole, Podere Castellinuzza, Fattoria di Lamole, Lamole di Lamole, Castellinuzza, Jurij Fiore e Figlia, Il campino di Lamole. L’apertura della manifestazione è in programma oggi alle 15, quindi mostra fotografica sui vent’anni dell’evento. Domani alle 15.30 tradizionale taglio del nastro alla presenza del sindaco Paolo Sottani e dell’assessore al Turismo Giulio Saturnini. Sempre domani sarà proclamata Lamolese DOCG 2023, la giornalista statunitense Monica Larner.

Fonte: La Nazione.

Il vino è più antico del pane.
La coltivazione e la crescita della vite hanno fortemente influenzato le civiltà europee, ma l’origine della vite e la sua diffusione nel mondo sono state finora molto controverse. Nell’ambito di un ampio progetto genomico, i ricercatori dell’Università Agraria cinese dello Yunnan hanno determinato la sua origine e la sua evoluzione dalla vite selvatica all’attuale cultivar analizzando migliaia di genomi di vite raccolti lungo la Via della Seta dalla Cina all’Europa occidentale. La vite è una delle colture più antiche del mondo. Il vino è stato uno dei più antichi prodotti commercializzati in tutto il mondo. Ha favorito lo scambio di culture, idee e religioni. Alla fine dell’era glaciale, la vite si è originata dalla vite selvatica europea, di cui sono sopravvissute solo alcune popolazioni relitte.

Fonte: Teatro Naturale.

STAMPA ESTERA

South Africa finds Pinot’s sweet spot.
Pinot Noir has been fashionable for two, possibly three, decades, but South Africa has taken its time to identify where this delicate grape has the best chance of prospering. The country now seems to have found its sweet spot: on the south coast west of Cape Agulhas, Elgin and particularly in an underpopulated valley that is known as “heaven on earth” — Hemel-en-Aarde in Afrikaans — in the hinterland of the whalewatching resort of Hermanus. At the turn of the century there were just six wine producers in the valley. By 2004, the year the Pinot-promoting road-trip comedy Sideways was released, there were eight more. Today there are about 20. Such is the region’s reputation that quite a few of the younger, smaller producers who have revitalised the Cape wine scene are buying fruit in Hemel-en-Aarde and trucking it out to vinify elsewhere. Reino Thiart is winemaker at the Whalehaven winery, which is just outside the boundary of Hemel-en-Aarde, but has always sourced its grapes from there. It owns no vineyards but is a popular tourist destination. Thiart told me during a recent visit to the area, “If you want to make good Pinot [in South Africa], you have to come to Hemel. We have fantastic growers in the valley and the price of Pinot grapes has, justifiably, risen massively — to R25,000 to R30,000; approximately £1,000 to £1,250 a ton.” As a reference point, Stellenbosch’s celebrated Cabernet Sauvignon grapes sell for about R14,000 to R16,000 a ton. Most Hemel Pinots retail for between £25 and £40 a bottle, less in South Africa. Only slightly less planted in Hemel-en-Aarde is the white burgundy grape Chardonnay, whose grapes sells for between R16,000 and R22,000 a ton, with wines a bit cheaper than the Pinots — perhaps because, unlike Pinot Noir, there are so many other South Africa finds Pinot’s sweet spot Janis Robinson wine sources of exciting South African Chardonnay. I would argue, however, that Hemel is currently better at Chardonnay than Pinot Noir. Admittedly, it is generally easier to make Chardonnay anywhere than Pinot, but it is taking some time to find exactly the right mix of Pinot’s many clones for each vineyard strung out along the valley, which means that many of the best-quality Pinot vines are yet to hit their mature stride. This was true for many years of the wines at Hamilton Russell, Hemel’s pioneering wine estate, which was founded by Tim Hamilton Russell in 1975 when he was chairman of ad agency J Walter Thompson in Johannesburg. It was an exceptionally brave punt to imagine that what was once poor sheep-farming country (and so remote that it was chosen as the site of the Cape’s leper colony) would become a fine wine region.

Fonte: Financial Times Life&Arts.

El vino español conquista el exterior.
El incremento de los precios de venta ha catapultado al vino español hasta rebasar una barrera que había sido infranqueable. Las exportaciones del sector han superado por primera vez los 3.000 millones de euros de forma interanual -entre abril de 2022 y marzo de 2023-, según el Observatorio Español del Mercado del Vino. El dato supone un crecimiento en todas las categorías (envasado y granel) yen los principales mercados internacionales, liderados por EEUU, el principal destino exterior del vino nacional. No obstante, también muestra varios de los desafios a los que se enfrenta este sector. El principal es que, aunque los precios han subido más de un 13% en el primer trimestre de 2023 frente al mismo periodo del ano anterior, los vinos españoles se siguen comercializando muy por debajo de las tarifas que aplican sus iguales en Francia o Italia, donde se encuentran sus mayores competidores. Las razones son varias e incluyen, en general, menos imagen internacional y menor experiencia de las bodegas nacionales como exportadoras, pero sobre todo un enorme peso de los vinos a granel o de bajo valor en volumen. Suiza es el país donde los vino españoles se venden más caros, superando los cinco euros por litro, pero sólo hay otros cinco países (EEUU, Canadá, Noruega, Irlanda y México) donde los precios medios, sumando todas las variedades, superen los tres euros por litro.

Fonte: Expansión.

El vino español bate su récord de exportaciones por el alza de precios.
EI incremento de las tarifas de venta y un repunte de los volúmenes, sobre todo en marzo, impulsan al sector. EEUU se consolida como el mayor mercado. EEUU es el mayor mercado exterior del vino español, con ventas en el último año de 430 millones El vino envasado supone el 82,7% de las exportaciones en valor, pero el granel manda en volumen. El vino español rompe por primera vez la barrera de los 3.000 millones de euros en exportaciones. La facturación exterior del sector alcanzó los 3.062 millones de euros, un 6,7% más que un año antes, entre abril de 2022 y marzo de 2023, pese a que las ventas ascendieron en volumen a 2.112 millones de litros en esos doce meses, lo que representa un 4,9% menos que en el mismo periodo del año anterior, según el último Observatorio Español del Mercado del Vino, elaborado por la Interprofesional del Vino de España. La clave de la evolución se debe a los precios de venta del vino español en el exterior, que crecieron un 13,3% de media en el primer trimestre del año frente al mismo periodo del ejercicio anterior. No obstante, el pasado marzo mostró también una importante recuperación en volumen (+27%) frente a un mismo mes de 2022 que fue especialmente flojo, lo que puede adelantar un cambio de tendencia, ya que las ventas exteriores en volumen venían cayendo mes ames desde finales de 2021. “En 2018 se superaron los 2.900 millones exportados, pero desde entonces hemos tenido muchos sustos por el Los espumosos, sobre todo cava, han crecido un 13,6% en valor y un 8,6% en volumen en un año Suiza es el país donde el vino español se vende más caro: 5,47 euros/litro camino. Ahora, el repunte de los precios y el crecimiento en volumen en el primer trimestre (+4,7%), sobre todo por marzo, nos ha llevado a rebasar esta cifra histórica, pero el mercado sigue irregular y no podemos asegurar que las cifras se vayan a mantener o a subir durante todo el año. Hay mercados que van mal cuando deberían ir bien y con otros pasa lo contrario”, afirma José Luis Benítez, director general de la Federación Española del Vino (FEV). Todas las categorías, al alza Los vinos envasados son los que menos han incrementado sus exportaciones en valor (un 6%, hasta 2.532 millones) en el cálculo interanual hasta marzo, lo que supone un alza por debajo de la media. Dicho eso, sus volúmenes vendidos también han caído menos (960 millones de litros, un -0,5%) en los últimos 12 meses. En cambio, los vinos a granel crecieron un 9,9% en el exterior entre abril de 2022 y marzo de 2023, hasta alcanzar los 529 millones, pero su caída en volumen alcanzó el 8,4%, hasta 1.151 millones de litros.

Fonte: Expansión.

La Audiencia de Madrid entierra la disputa por la bodega de Zalacaín.
Gartía-Cereceda defiende que la bodega valía más de un millón y no 133.346 euros. La Audiencia Provincial de Madrid ha desestimado el recurso presentado por Yolanda García-Cereceda, una de las herederas de la promotora inmobiliaria La Finca que también poseía el restaurante Zalacaín, en el que denunciaba que la valoración que se había hecho de la bodega del restaurante madrileño tras entrar en concurso era insuficiente, según consta en una sentencia a la que ha tenido acceso EXPANSIÓN. En concreto, García-Cereceda presentó una demanda contra la administración concursal, FTI e Partners, tras considerar que había hecho unavaloración demasiado baja (133.346,89 euros) de las existencias del restaurante. Para la empresaria, solo el valor de la bodega asciende a, por lo menos, un millón de euros. Esos cálculos se justifican con un recorte de una revista que publicó un reportaje del restaurante en 2017 donde se mencionaba que la bodega contaba con “800 referencias de las principales denominaciones de origen”. Hace casi dos años, el Juzgado de lo Mercantil número 13 de Madrid que lleva el concurso desestimó la demanda en su totalidad “por falta de fundamento al basarse la misma en meras opiniones personales y desconfianzas que en modo alguno resultan acreditadas”. “La administración concursal ha aportado al proceso un principio de prueba objetivo y fiable, como es lacontabilidad de la concursada, habiéndose limitado la administración concursal, en su informe, a valorar tales partidas, según el valor neto contable”, señala la sentencia de instancia. `Por tanto, al no disponer este juzgador de otros elementos probatorios, no hay razón alguna para apartarse del criterio adoptado por el administrador concursal”. La Audiencia de Madrid ha desestimado el recurso de García-Cereceda y confirma los argumentos de la sentencia del juzgado mercantil, que ya es firme. Para impugnar la valoración de un inventario, como es en este caso la bodega, es necesario presentar en el recurso una valoración alternativa, y el tribunal señala que un recorte de prensa no es suficiente. La impugnación también incluía la partida referida a la valoración de la reforma del restaurante en 2015.

Fonte: Expansión.

A Beaujolais Now In Full Flower.
Fleurie wines are famous for their suppleness and elegance. FLEURIE MIGHT HAVE the prettiest name in Beaujolais, and it might even have the first premier cru vineyards in Beaujolais, too. Fleurie is one of 10 designated Beaujolais crus: places where the best wines of Beaujolais, a subregion in Burgundy, France, are produced. So good are the wines, in fact, that a few months ago, a group of Fleurie winemakers put together a list of seven potential “premier cru” vineyards they plan to soon present to the INAO (National Institute of Origin and Qual ity). While a decision on their pro motion is pending and might take years to resolve, I bought 15 Fleuries to see how impressive (or otherwise) the wines are today. The melodius moniker, which translates from the French as “flowered,” “in bloom” or “flowery”—highly appropriate to this famously floral wine—is said to derive from the Roman place name Floriacum or possibly the name of a Roman general (depending on the source). Fleurie is also regularly referred to as the “Queen of Beaujolais.” The wines themselves are famous for their suppleness and elegance—qualities that oenophiles of a bygone era often called “feminine.” Fleurie is said to owe its distinctive character to the region’s unique pink-granite soils, though the exact soil type varies from one site to another. Some soils are sandier, some have more day. Soil variation and vineyard exposition—some Fleurie vineyards are planted on very steep slopes—are key factors in determining premier cru sites, according to the Cru Fleurie consortium of growers. The group conducted a number of tastings and discussions before agreeing on the seven lieuxdits (named vineyards or locales) that should be upgraded to premier crus: Les Moriers, Poncié, Les Garants, La Madone, La Roilette, Grille Midi and La Chapelle des Bois. The grape of Fleurie and all red Beaujolais is Gamay. Thought to be a cousin of Pinot Noir, the Gamay grape produces similarly lighterbodied, less-tannic and often fruity wines. Its aromas range from red fruit and spice to quite floral, especially in Fleurie. Fleurie wines are considered some of the most immediately enjoyable in Beaujolais, medium bodied with soft tannins and fairly low acidity, though some producers produce more structured wines. Most Fleuries are produced by means of (partial) carbonic maceration, a technique wherein whole fully-ripe grapes are placed in a fermentation tank and basically crush themselves, resulting in wines that are juicy and fresh with soft tannins.

Fonte: Wall Street Journal Usa Off Duty.

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A risentirci a domani.