rassegna stampa del vino di giovedì 26 gennaio 2023!

Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di giovedì 26 gennaio 2023!

Le news di oggi, sono state offerte da QuidQuid Srls strategie tecniche commerciali per potenziare il tuo business.

Vinitaly, prorogata la scadenza per partecipare.
C’è tempo fino al 31 gennaio per iscriversi e partecipare con la collettiva lucana al Vinitaly 2023, salone internazionale dei vini e dei distillati, ospitato a Verona Fiere dal 2 al 5 aprile prossimi. La data di scadenza del 25 gennaio, precedentemente indicata per registrarsi agli eventi del primo trimestre, tra cui anche Cibus e Sole Agrifood, inseriti nel calendario fieristico 2023 della Regione Basilicata, è stata prorogata per consentire alle imprese del settore primario, in particolare del comparto vitivinicolo, di avere maggiore flessibilità e tempo per programmare la propria presenza alla più autorevole fiera al mondo.

Fonte: Quotidiano del Sud Basilicata.

È l’eccesso di alcol che fa male Si dica chiaro – È l’eccesso di alcol che fa male ed è meglio averlo ben chiaro.
La scelta del governo irlandese, approvata dalla Commissione Europea, di apporre etichette sugli alcolici per evidenziarne i rischi… A pagina 3 Effetti benefici solo con consumi modesti e non per i giovani. La scelta del governo irlandese, approvata dalla Commissione Europea, di apporre etichette sugli alcolici per evidenziarne i rischi sulla salute ha riaperto il dibattito sul consumo di bevande alcoliche, in Italia come in altri Paesi del continente. L’etanolo (più semplicemente chiamato alcol) è una delle sostanze psicoattive più frequentemente consumate, in diverse popolazioni, attraverso bevande quali vino, birra e superalcolici.

Fonte: Avvenire.

Vino: Wto si deve opporre a etichette Irlanda.
È questa la proposta dell’europarlamentare De Castro Vino: Wto si deve opporre a etichette Irlanda 0 on il silenzio-assenso dell’Unione europea al progetto di legge irlandese sugli “alert sanitari” in etichetta sul vino, di fatto un via libera, l’Italia lancia la sua controffensiva in difesa del patrimonio eno-gastronomico nazionale, annunciando il ricorso alla Wto. E i ministri degli Esteri e dell’Agricoltura, Tajani e Lollobrigida, hanno anche indirizzato una lettera al Commissario Ue per il mercato interno e i servizi, Thierry Breton.

Fonte: Conquiste del Lavoro.

Vino sì, glifosate no. Le incoerenti reazioni dei salutisti a convenienza.
C’era una volta la pubblicità del “Confetto Falqui”. Ma la pubblicità di un lassativo nell’Italia puritana anni ’60 non poteva spiegarne bene gli effetti e gli usi. Così i geniali pubblicitari inventarono uno stratagemma diventato poi uno slogan indelebile: “Basta la parola!” Così, senza dire nulla, alludevano all’indicibile (in televisione). In questi giorni assistiamo a una infiammata polemica sul vino: fa bene, fa male, restringe il cervello, no aiuta la circolazione, è cancerogeno, no non fa male. Premesso che provo una simpatia istintiva e ragionata per la professoressa Antonella Viola, la polemica mi ha sorpreso perla faziosità di alcuni negazionisti dei danni da vino, capaci di sventolare una bandiera a due facce (tra loro opposte), esibendo un lato o l’altro secondo convenienza.

Fonte: Foglio.

Intervista a Luca Zaia – «Se tocca il vino l’Europa rischia» – Zaia: «Europa a rischio se tocca il nostro vino».
L’avviso di Zaia a Bruxelles «Se tocca il vino l’Europa rischia» «Le racconto una cosa». Prego. «Quando i giornalisti stranieri vengono qui nel Trevigiano a visitare la zona del Prosecco a volte gli faccio da Cicerone: mi chiedono della sostenibilità ambientale, del trattamento dei vitigni, dei prodotti che vengono usati. Sa come rispondo?» Sentiamo… «Gli dico di seguirmi: a un certo punto della Strada del Prosecco, che faccio ogni giorno. Il governatore del Veneto da 13 anni II governatore del Veneto Zaia: «Europa a rischio se tocca il nostro vino» Il “Doge” contro Bruxelles che punta a ridurre del 10% il consumo di alcolici e ha dato l’ok alle etichette-allarmistiche: è un attacco alle nostre eccellenze in macchina perché è immersa nella natura, c’è un incrocetto all’altezza della storica osteria La Guizza, e lì c’è una piccolissima casa abbandonata in pietra, sembra una stalla, ha una porta di vecchie assi di legno dove vengono affisse le epigrafi. Bene: non ne trovi mai uno sotto i novant’anni.

Fonte: Libero Quotidiano.

L’Italia nel piatto seduce il mondo.
Da sabato Venezia sceglie il vino e le sue storie per svelare un altro volto affascinante (Il LII(‘:\ FI:RRII:\ M L’enogastronomia sempre di più uno strumento chiave per raccontare tutti i territori ed eccellenze non solo da gustare aserati ha scelto il mondo dell’enogastronomia e i suoi protagonisti per raccontare su «Le strade del Gusto» un’eccellenza assoluta del «Made in Italy» con una notorietà planetaria. Gucci ha affidato a Massimo Bottura il progetto delle sue Osterie che oltre a Firenze sono protagoniste con successo a Beverly Hills, Tokyo e Seoul. Un brand della moda «Made In Italy» di notorietà mondiale usa la cucina ai massimi livelli planetari per raccontarsi e legarsi sempre di più al gusto italiano.

Fonte: Stampa I piaceri del Gusto.

Intervista a Raf Alajmo – “In bar e bacari incontri il mondo”.
“Qui giovani del posto e wine lover venuti da lontano condividono il fascino di bere lungo i canali”. Vuoi sapere qual’è il rapporto tra Venezia e il vino? Ma è semplice, semplicissimo! E un rapporto antico e vitale: il vino è il sangue di Venezia, e come l’acqua scorre nei canali e tiene viva la città, così il vino scorre nelle vene». È un imprenditore di razza e un uomo di forti emozioni, uno che la vita se la mangia con passione, Raffaele “Rai’ Alajmo, patron assieme al fratello – formidabile cuoco – Massimiliano `Max’ di uno dei gruppi eno-gastronomici più prestigiosi d’Italia: ha il Veneto nel cuore, possedendo il Quadri in Piazza San Marco e le Calandre a Rubano (Padova), con una base nautica estiva in fondo alla Laguna, davanti allo storico Collegio Militare Morosini.

Fonte: Stampa I piaceri del Gusto.

Venezia e il vino amore senza fine.
Un rapporto millenario quello con il nettare di Bacco: le isole della Laguna sono costellate di vigne secolari Il festival “Wine in Venice” riscopre l’antica passione I: assessore al Turismo: «laguna meta enogastronomica mondiale: stiamo riscoprendo le nostre radici». L’ imperatore bizantino Costantino VII Porfirogenito nel X secolo racconta che per sfuggire ad Attila i contadini e gli artigiani dell’entroterra veneto fuggirono nelle isole della laguna veneziana, da Torcello a Mazzorbo, fino ad allora pressoché disabitate. E con sé portarono la cultura della vite. Venezia ha un’anima agricola, un passato rurale millenario di cui ancora oggi si conservano le tracce: la città lagunare è ricca di orti e vigne.

Fonte: Stampa I piaceri del Gusto.

Intervista a Chiara Pavan – “Amiamo i naturali qui c’è tanta scelta”.
La vita in Laguna di Chiara Pavan e Francesco Brutto “L’offerta enogastronornica in città è esplosa”. Non una Stella e una Stella verde Michelin, Chiara Pavan e Francesco Brutto rappresentano, con il loro “Panissa”, la certezza che Venezia c’è. Non solo dal punto di vista turistico, ma soprattutto da quello enogastronomico. «In questo senso la città è letteralmente esplosa, e si beve bene», osserva Chiara Pavan. Ma il rapporto Venezia-Vino è conflittuale o d’amore? «Non direi proprio conflittuale, anzi. Il nostro ristorante è all’interno di un wine resort, ci sono vigneti di uva Dorona, ma in Laguna ci sono altre realtà e una nuova sta nascendo. Direi che per essere appunto una città di laguna avere tre-quattro aziende vinicole non è davvero poco».

Fonte: Stampa I piaceri del Gusto.

Aglianico e Taurasi, ogni portata ha il suo vino.
Non ha dubbi: per accompagnare la lasagna a tavola un Irpinia Aglianico doc. «È un rosso che mantiene perfettamente la grassezza della lasagna. Un piatto che è composto non solo da parti grasse ma anche morbide come la pasta e dall’elemento acidità del pomodoro. L’Aglianico, pertanto, è un vino rosso ben strutturato che con la sua parte di sannicità equilibrata riesce a sostenere l’opulenza della lasagna. Un Taurasi, invece, sarebbe troppo imponente» spiega Teresa Bruno, presidente del Consorzio di Tutela dei vini irpini.

Fonte: Repubblica Napoli – I piaceri del Gusto.

Arriva il sigillo antifrode intesa per i vini sanniti Igt – Lotta alla contraffazione intesa per i vini sanniti Igt.
La prima sperimentazione in Italia Arriva il sigillo antifrode intesa per i vini sanniti Igt Accordo Consorzio-Zecca: tracciabilità garantita con il bollino Un sigillo sulla bottiglie renderà più sicuri e tracciabili i vini sanniti Igt. Con l’avvio di una significativa intesa tra Coldiretti, Sannio Consorzio Tutela Vini, Agroquanta e l’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, prende vita Ia prima sperimentazione di un sistema di anti contraffazione e tracciabilità per tutto il settore vitivinicolo a indicazione geografica tipica. Un sistema dl sicurezza e garanzia costituito dall’applicazione di un sigillo antifrode sulle bottiglie di vino. Inoltre, un’app permetterà al consumatore di ottenere informazioni. L’economia, gli scenari Lotta alla contraffazione intesa per i vini sanniti Igt ›Siglato l’accordo con la Zecca dello Stato ›Consorzio di tutela sarà il primo in Italia previsto un sigillo antifrode sulle bottiglie Tracciabilità con 1’app “Trust your wine”.

Fonte: Mattino Benevento.

Consorzio del vino: è bufera Assessore Caputo sotto accusa.
Sindaci contro Regione Consorzio del vino: è bufera Assessore Caputo sotto accusa «Nessuna preventiva interlocuzione con noi che dovremmo essere i riferimenti principali sul tema». In una lettera congiunta, i sindaci dei sei comuni della penisola sorrentina hanno spiegato all’assessore regionale all’Agricoltura, Nicola Caputo, le ragioni per cui hanno deciso di declinare l’invito a partecipare all’incontro che ha avuto luogo lunedì presso il Comune di Gragnano per la costituzione del consorzio per la valorizzazione e tutela dei vini della penisola sorrentina.

Fonte: Metropolis.

Vino Gragnano dop, intesa tra tre soggetti del territorio.
Un unico consorzio per promuovere una delle eccellenze dell’enogastronomia della Regione Campania: il vino Dop Penisola Sorrentina. Il primo passo verso l’intesa è stato siglato nella sala consiliare del Comune di Gragnano. E qui che è stato avviato l’iter per costituire il consorzio di tutela dei vini Gragnano, Lettere e Sorrento, le tre sottozone Dop della denominazione di origine protetta Penisola Sorrentina. In tale contesto importante slancio dall’assessore regionale all’Agricoltura Nicola Caputo che dovrà accettare la Dop e dall’associazione Produttori Penisola Sorrentina.

Fonte: Roma.

Etichette dei vini, mozione Pd per salvaguardare la produzione.
Firmata anche dal deputato romagnolo Gnassi, promuove il consumo consapevole. «Il governo italiano deve attivarsi in tutte le sedi europee e internazionali per scongiurare sia l’autorizzazione da parte dell’Organizzazione mondiale del commercio, sia l’adozione di analoghe iniziative da parte di altri Paesi membri dopo l’iniziativa dell’Irlanda che vuole introdurre, anche nelle etichette del vino, informazioni sul pericolo dell’uso di alcol». È quanto si legge in una mozione del Pd firmata Debora Serracchiani e sottoscritta a prima firma dai deputati Andrea Gnassi (Attività produttive), ex sindaco di Rimini, e Stefano Vaccari (capogruppo commissione Agricoltura).

Fonte: Corriere Romagna Forli’-Cesena.

Un rosso rubino carico di frutta mediterranea.
Cannonau è un’uva dai risvolti avviluppati nel mistero: conosciuta in Europa come «grenache» (nella valle del Rodano) o «garnacha» (in Spagna), è diffusa anche in Italia la «granaccia» della Liguria, il «tocai rosso» del Veneto, il «gamay» del Trasimeno, più di recente il «bordò» del Piceno. Fino a pochi anni fa, si riteneva che fosse giunta dalla Spagna nel Medioevo, ma recenti ricerche archeologiche hanno portato alla scoperta di centinaia di vinaccioli carbonizzati dal tempo e databili al XII secolo a.C. E’ un’uva ricca di zuccheri che dà un vino spesso robusto di buon tenore alcolico, con tannini abbastanza morbidi già in gioventù.

Fonte: Gazzetta di Parma Gusto.

Monte delle Vigne Debutta Poggio Alto.
A Monte delle Vigne debutta Poggio Alto Brut 2021, il primo spumante biologico e certificato DOC della cantina di Ozzano Taro, sulle colline parmensi. Certificato ICEA – Istituto per la Certificazione Etica ed Ambientale, Poggio Alto Brut è un Colli di Parma DOC ottenuto da uve 70% Chardonnay e 30% Chardonnay Mousquè e prodotto in sole 10 mila bottiglie. Poggio Alto è un vino che è piena espressione del suo territorio di origine, situato tra il Parco Fluviale del Taro e il Parco Naturale dei Boschi di Carrega, a poca distanza dalla Riserva Naturale Monte Prinzera.

Fonte: Gazzetta di Parma Gusto.

Frena l’export del vino Colpa di prezzi più alti causati dai maxi rincari.
Frena l’export dei vini mantovani, in controtendenza rispetto alla crescita costante che il settore registra a livello nazionale e vicino, nel 2022, agli 8 miliardi di euro. I numeri, elaborati da Coldiretti su base Istat, evidenziano una frenata nei primi nove mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: 64,39 milioni di euro contro 75,38 milioni. Una diminuzione di circa 11 milioni di euro (-14,6%), evidenzia Coldiretti, che trova più di una spiegazione. Innanzitutto, dopo le difficoltà del 2020, dovute alle paralisi a singhiozzo del Covid, il 2021 ha segnato un’accelerazione delle vendite al di fuori dei confini italiani.

Fonte: Gazzetta di Mantova.

Venezia e il vino amore senza fine.
Un rapporto millenario quello con il nettare di Bacco: le isole della Laguna sono costellate di vigne secolari Il festival “Wine in Venice” riscopre l’antica passione L’ imperatore bizantino Costantino VII Porfirogenito nel X secolo racconta che per sfuggire ad Attila i contadini e gli artigiani dell’entroterra veneto fuggirono nelle isole della laguna veneziana, da Torcello a Mazzorbo, fino ad allora pressoché disabitate. E con sé portarono la cultura della vite. Venezia ha un’anima agricola, un passato rurale millenario di cui ancora oggi si conservano le tracce: la città lagunare è ricca di orti e vigne. Li trovi dove non te l’aspetti, in un chiostro, alla fine di una calle, dentro una pizzeria, sul bordo di un canale. Coltivazioni che nei secoli sono state contaminate dall’urbanizzazione, ma mai estinte.

Fonte: Gazzetta di Mantova I piaceri del Gusto.

Cantina Terre i soci chiedono lo stop a tensioni e instabilità – Tensioni personali e incognita prezzi I soci di “Terre” chiedono la svolta.
Terre d’Oltrepo, agli incontri zonali i soci chiedono di mettere da parte le tensioni in vista del rinnovo dei vertici di febbraio. Tensioni personali e incognita prezzi I soci di “Terre” chiedono la svolta A Broni e S. Maria dibattito sul Cda decaduto della cantina Confcooperative: «Crisi continue, finanziamenti a rischio» BRONI «Troppa litigiosità interna, è ora di mettere da parte queste tensioni per il bene della Cantina. Basta crisi». È questa l’aria che si respirava trai soci di Terre d’Oltrepo durante gli incontri zonali di lunedì e martedì a Santa Maria della Versa e Broni (l’ultimo è in programma questa sera, alle 21, alla Certosa Cantù di Casteggio) con il consiglio uscente in vista delle elezioni di metà febbraio per il rinnovo dei vertici. Incontri dove sono stati ammessi solo i soci, ma dai quali, poi, inevitabilmente, sono trapelate alcune voci.

Fonte: Provincia – Pavese.

Venezia e il vino amore senza fine.
Un rapporto millenario quello con il nettare di Bacco: alle isole della Laguna sono costellate di vigne secolari Il festival “Wine in Venice” riscopre l’antica passione L’ imperatore bizantino Costantino VII Porfirogenito nel X secolo racconta che per sfuggire ad Attila i contadini e gli artigiani dell’entroterra veneto fuggirono nelle isole della laguna veneziana, da Torcello a Mazzorbo, fino ad allora pressoché disabitate. E con sé portarono la cultura della vite. Venezia ha un’anima agricola, un passato rurale millenario di cui ancora oggi si conservano le tracce: la città lagunare è ricca di orti e vigne. Li trovi dove non te l’aspetti, in un chiostro, alla fine di una calle, dentro una pizzeria, sul bordo di un canale. Coltivazioni che nei secoli sono state contaminate dall’urbanizzazione, ma mai estinte.

Fonte: Provincia – Pavese I piaceri del Gusto.

«Vino criminalizzato, tuteleremo il settore».
«Assimilare vino e alcol è più che un crimine: è un errore. Si accomuna surrettiziamente un prodotto di elevato profilo e tradizione a sostanze la cui presenza nel vino è marginale. Inoltre, la tossicità emerge solo in presenza di consumi smodati ed è assente nelle condizioni in cui il vino è normalmente consumato da migliaia di anni». Lo dice il presidente della commissione agricoltura, Mirco Carloni. «L’etichettatura voluta dall’Ue in accoglimento della richiesta irlandese ignora completamente questa imponente realtà. Come commissione agricoltura tuteleremo in ogni sede il vino, i produttori e il comparto vitivinicolo».

Fonte: Resto del Carlino Marche.

Trame rosse e notte santa.
Sera d’inverno con trittico d’autore da bere: Guerrieri nero, della Terra e Galileo Luca, Maria Giulia e Alberto Guerrieri tra le loro vigne di Piagge. Una sera d’inverno di queste, fredde e bagnate, è un buon pretesto per camminare con la memoria in vigna, seguendo trame rosse d’autore. II Guerriero nero Marche rosso Igt 2020 della cantina Guerrieri di Piagge appare opulento e impenetrabile al calice, vaporando bollicine ossigenate che ci dicono come questo vino respiri. Appare dunque con densità di terra, come vino carnale. Fiutandolo mostra subito una selva speziata di bacche di sottobosco, come un calpestio di bacca di corbezzolo, crepito di macis, il fiore della noce moscata come insegna il maestro Otello Renzi.

Fonte: Resto del Carlino Pesaro.

«Difendiamo il vino piemontese dalla “etichettatura irlandese”».
La Regione Piemonte prova a esprimere «un fermo “no” alla norma europea che permetterebbe all’Irlanda di etichettarlo come “prodotto gravemente nocivo alla salute”» attraverso un ordine del giorno presentato dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Paolo Bongiovanni, che chiede di avviare con il governo e le altre Regioni un’azione presso la Commissione europea perché blocchi il provvedimento. II settore vitivinicolo in Piemonte vale oltre un miliardo di euro, con una produzione pari a quasi 2,26 milioni di ettolitri che ne fa la seconda regione italiana per fatturato e un export di rilevanza che interessa circa il 60% del vino prodotto di cui il 70% consumato nei Paesi comunitari e il 30% fuori Ue.

Fonte: CronacaQui Torino.

Grandi Langhe 2023 rafforza il legame con il territorio.
Oltre 240 cantine presenteranno il 30 e 31 gennaio, negli spazi delle Ogr Torino, le nuove annate delle Docg e Doc di Langhe e Roero Grandi Langhe 2023 giunge alla VII edizione e si prepara ad accogliere, lunedì 30 e martedì 31 gennaio dalle 10 alle 17 presso le Ogr Torino, i professionisti del mondo del vino. Più di 240 cantine presenteranno le proprie etichette nei suggestivi spazi di Ogr nel capoluogo piemontese, luogo strategicamente confermato per il secondo annodi seguito per rimarcare la crescita nazionale e internazionale della manifestazione e consolidare il rapporto con la città di Torino. Novità di questa edizione è la partecipazione attraverso un grande banco d’assaggio del Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte.

Fonte: Idea.

Cala in Italia l’e-commerce del vino.
Segna il passo l’e-commerce di vino in Italia. Dopo il pieno nei lockdown, che aveva portato, tra 112019 e il 2021, alla crescita-monstre del 250% del business online, 112022 chiude con un calo del15% nei volumi e addirittura del 23% nei valori. Un dato rilevato dall’Osservatorio Uv-Ismea.

Fonte: Metropolis.

Affronto dell’Unione europea: «Il vino nuoce alla salute» – L’affronto dell’Unione Europea: «Il vino nuoce alla salute».
Il via libera dall’Ue in Iralnda. Anna Maria Abbona: «Attacco deliberato alle nostre eccellenze c al nostro Paese, l’Italia ora si faccia rispettare». Nelle scorse settimane l’Unione Europea ha dato il via libera alla richiesta dell’Irlanda di adottare sulle etichette di vino, birra e alcolici consumati nel proprio Paese avvisi del tipo “L’alcol provoca malattie del fegato” oppure «Alcol e tumori sono collegati in modo diretto”. Etichette con moniti precisi, come già accade per i pacchetti delle sigarette. L’ok è arrivato nonostante i pareri negativi espressi da Italia, Francia e Spagna – i principali produttori di vino in Europa – e di altri sei Stati dell’Ue, che considerano il provvedimento una barriera al mercato interno.

Fonte: Unione Monregalese.

Avvisi sulle etichette delle bottiglie di vino come sulle sigarette: un italiano su due si dice “spaventato”.
Le polemiche relative all’allarme in etichetta sulle bottiglie di vino spaventano più di un italiano su due (54%) che beve vino. È quanto afferma Coldiretti Cuneo sulla base dei dati ISTAT in riferimento all’annuncio della revisione delle norme sull’etichettatura delle bevande alcoliche da parte del portavoce della Commissione europea, Stefan De Keersmaecker. «Minacce che mettono in pericolo un comparto dalla tradizione millenaria con un impatto devastante sull’economia, sull’occupazione e sul turismo delle nostre colline», dichiara il presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada, secondo il quale “il giusto impegno dell’Unione per tutelare la salute dei cittadini.

Fonte: Unione Monregalese.

Lazzàro: «Vino, la scienza si pronunci chiaramente».
«Sul vino e sulla sua presunta pericolosità va bene informare l’opinione pubblica, però fare sensazionalismo danneggia tutti, sia consumatori che produttori. Soprattutto se questo sensazionalismo viene fatto da donne e uomini di scienza». Così il presidente di Confagricoltura Puglia Luca Lazzàro sulla querelle sorta sulla bevanda più legata alla storia dell’umanità dopo l’acqua. «Siamo tutti d’accordo sulla necessità di promuovere un consumo moderato del vino e di tutte le bevande alcoliche, cosa che del resto andrebbe fatta anche con le bevande gasate e i succhi di frutta particolarmente zuccherini, ma di lì a dire come ha fatto la mia conterranea, la professoressa Antonella Viola, che l’unica quantità sicura di alcol da assumere è zero e che si tratta di un liquido potenzialmente cancerogeno e che bere un paio di bicchieri fa rimpicciolire il cervello ne passa. ).

Fonte: Nuovo Quotidiano di Puglia.

Rosati e Susumaniello con il Nero di Troia le bottiglie per il 2023 – In alto i calici con rosati e Susumaniello.
Non soltanto i grandi classici di questo territorio. Il presidente dei sommelier pugliesi, D’Ambruoso, racconta le novità che ci aspettano. Il consiglio di Slow Wine: “Attenti alle bottiglie da 4-5 euro”. Sul trono restano Primitivo e Negroamaro, due vitigni che sono diventati la bandiera della Puglia nelle enoteche di tutto il mondo e che continueranno a imporsi sulle tavole anche nel 2023. Ma fra i calici dei grandi rossi tipici della regione si sta facendo sempre più largo il rosé, un tempo considerato figlio di un dio minore e oggi invece corteggiato dall’aperitivo in poi. Anche dalle donne. Per non parlare del Nero di Troia, che dall’area di Castel del Monte si è costruito una nicchia di mercato ben frequentata.

Fonte: Repubblica Bari.

«Vino, la scienza si pronunci in modo chiaro».
Luca Lazzàro presidente di Confagricoltura Puglia BARI – “Sul vino e sulla sua presunta pericolosità si sta facendo un gran parlare in questi giorni. Va bene informare l’opinione pubblica, pert) fare sensazionalismo danneggia tutti, sia consumatori che produttori. Soprattutto se questo senszionalismo viene fatto da donne e uomini di scienza ai quali guardiamo con fiducia’ Così il presidente di Confagricoltura Puglia, Luca 1 a7iàr, sulla querelle sorta sulla bevanda più legata alla storia dell’umanità dopo l’acqua. Il vino prodotto nella nostra regione vale in tutto 395 milioni di euro l’anno. La maggior parte di questo fatturato viene dai mercati esteri.

Fonte: Taranto Buonasera.

Wine&Siena scalda i cuori e i calici.
Dal domani al 30 gennaio la città celebra le eccellenze premiate da The WineHunter Award al Santa Maria. L’anno enoico è alle porte, e anche quest’anno per celebrare il suo inizio va in scena WineeSiena – Capolavori del gusto, giunto all’ottava edizione. Voluto dal Patron del Merano WineFestival Helmuth Köcher e dal presidente di Confcommercio Siena Stefano Bernardini il collaborazione con Camera di Commercio, Comune, Monte dei Paschi e con il patrocinio della Regione, l’evento sarà all’insegna della sostenibilità, come dimostra il convegno ‘Respiro e grido della Terra’, il talk sul climate change programmato per sabato 28 alle 14 alla Cappella del Manto e alle 15 in Sala Sant’Ansano, che si pone una semplice domanda: come salvare le produzioni vinicole italiane ad alto rischio?.

Fonte: Nazione Siena.

Banca del vino all’Enoteca Valpolicella Serata Merlot.
Il grande Merlot italiano: giovedì 2 febbraio è dedicato a questo vino il primo appuntamento 2023 con «La Banca del Vino» di Slow Food a Fumane all’Enoteca della Valpolicella, regno di cultura enogastronomica guidato da Ada Riolfi. Qui la filiale veronese del progetto «Banca del Vino», di cui è responsabile la sommelier professionista e coordinatrice Veneto della guida Slow Wine Corinna Gianesini, ha trovato casa per degustazioni. Il 2 febbraio, dalle 19.30, protagonista il Merlot di 7 annate della cantina Vistorta, azienda vinicola con sede a Sacile (Pordenone). La degustazione si aprirà con il Merlot Stomo 2019; poi il Merlot Vistorta Igt 2015 e le annate di Friuli Grave Merlot Vistorta 2012, 2009, 2005, 2003 e 1999.

Fonte: Arena.

Lady Pink Aglianico del Taburno Rosato DOCG 2021 Cantine Tora.
Se siete in cerca di un vino rosato che conserva freschezza, corpo, salinità ed equilibrio, il Lady Pink 2021 fa per voi. Lo avevo assaggiato anche nell’annata precedente e mi era piaciuto il corpo importante e l’accenno tannico che si palleggiava con l’acidità, lasciandosi poi bere con molta facilità. Il territorio del Lady Pink è quello di Torrecuso, là dove la cantina Tora ha sede e vigneti, e dove i fratelli Gianpiero e Francesco Rillo hanno dato vita nel 2004 al progetto aziendale, portando all’interno della cantina la passione e le tradizioni di famiglia. Chiamano l’enologo Angelo Valentino per realizzare i vini che esaltano la tipicità e che nel contempo siano attuali, moderni e dotati di stile.

Fonte: Luciano Pignataro.

Autoctono si nasce, a Milano l’ultima tappa del tour.
Autoctono si nasce, a Milano l’ultima tappa del tour 2022/2023 apertosi in settembre a Roma e svoltosi in cinque grandi città italiane. Un modo per celebrare la cultura del vino italiano e il rapporto tra vino e territorio, tema caro alla community di Go Wine. Ma anche un momento che segna l’apertura dell’attività di Go Wine a Milano che, dal 2003, propone con cadenza mensile appuntamenti di degustazione che coinvolgono soci, enoappassionati e professionisti del settore. Giunto alla 15° edizione, “Autoctono si nasce” ha visto negli anni la partecipazione di un sempre maggiore numero di cantine. Provenienti da ogni parte d’Italia e rappresentative di vitigni spesso misconosciuti ma che hanno sempre suscitato nel pubblico un grande interesse. “L’evento nasce nel gennaio 2009 sulla base dell’omonimo libro che si proponeva di valorizzare un centinaio di vitigni autoctoni, rari o poco conosciuti – racconta il Presidente di Go Wine, Massimo Corrado – Negli anni Il nostro impegno ci ha portato ad avere oggi oltre 70 cantine partecipanti ed a coprire l’intero territorio nazionale”.

Fonte: Time Magazine.

Una delle “next big thing” del vino? La Sicilia, tra le regioni vitivinicole più trendy del 2023.
Colangelo & Partners ha pubblicato il suo primo sondaggio con “Wine Opinions” basato sul mercato americano e sui wine lovers d’oltreoceano come target. Una delle “next big thing” del vino? La Sicilia, tra le regioni vitivinicole più trendy che avrà un vero e proprio “boom” nel 2023, seguita da Paso Robles in California, dal Douro in Portogallo, dal Piemonte e da Mendoza. A dirlo, è un sondaggio che coinvolto un campione di oltre 1.000 persone distribuite nei 50 Stati Usa, di cui il 50% nello Stato di New York e nella California, seguiti dalla Florida, Washington e Colorado, condotto per la prima volta in sinergia da Colangelo & Partners, tra le principali agenzie americane di comunicazione integrata specializzata nel mondo del vino e degli spirits, e nel food, e “Wine Opinions”, la società di ricerca di mercato che fornisce dati relativi all’industria vinicola statunitense, che hanno unito risorse e competenze per mettere a punto uno studio sul commercio del vino negli Stati Uniti a supporto delle strategie di marketing delle aziende.

Fonte: WineNews.

Il medico irride la Viola: “Sì a vino e culatello, vi spiego perché”.
Un bicchiere di vino e passa la paura. Senza esagerare, ovviamente. Ma soprattutto senza dare troppo peso ai lunghi articoli vergati da Sua Santità immunologica, Antonella Viola, l’insigne scienziata che da esperta di Covid s’è fatta pure esperta enologa. I fatti li conoscete, ne abbiamo parlato a più non posso. Ma oggi non potevamo non registrare la lettera che Pietro Cavalli, un medico, ha inviato al Quotidiano Sanità e che merita di essere letta da cima a fondo. Dice Cavalli che nessun medico sulla faccia della terra ha mai avuto dubbi sul fatto che “un eccessivo consumo di alcol fosse associato non solo ad un incremento del rischio di malattie epatiche, tumori e incidenti stradali”; tuttavia i più ignoravano “che anche un uso moderato di bevande alcoliche determinasse una riduzione della massa cerebrale assieme a problemi tumorali e cardiologici”. Il famoso “cervello più piccolo” di Violana memoria, lei che diceva di fare aperitivo col succo di pomodoro e poi l’hanno pizzicata a brindare e con lo Spritz e con un bicchiere di bianco.

Fonte: Nicola Porro.

Maxifurto alla Masi, rubato un tir di bottiglie di vino Amarone per un valore di oltre 300mila euro.
Sarebbero circa 9mila le bottiglie di Amarone Costasera rubate all’azienda produttrice Masi. Un furto da record per un valore di oltre 300mila euro. Il colpo è stato messo a segno all’interno del magazzino di Oppeano, in provincia di Verona, dal quale sono sparite 1.500 casse di vino. Stando a quanto riferito dalla stessa Masi Agricola Spa, celebre azienda di vino veronese, nota soprattutto per la produzione dell’Amarone, all’interno di ogni casa ci sono sei bottiglie, arrivando così a 9mila , ovvero l’equivalente di un tir piano. Le bottiglie, annate 2017 e 2018, sono state sottratte dalle scorte pronte per la spedizione e hanno un valore complessivo di circa 315 mila euro.

Fonte: Fanpage.

L’Europa, il vino e quella sua nobiltà che ci rende fratelli.
All’Unione Europea che ha proposto di marchiare il vino con scritte sui danni che può provocare alla salute, molti hanno replicato non solo sottolineando l’importanza sul piano economico del settore vinicolo in Italia, in Francia e in Spagna ma ricordando le grandi ragioni della tradizione alimentare mediterranea e i numerosi studi medici che dimostrano come il vino, assunto in modo giusto, favorisca la salute soprattutto a una certa età. Sembra, però, che pochi abbiano ricordato la natura intrinsecamente sacra, poetica e sapienziale di questa bevanda, la sua energia fondativa, i suoi legami cruciali, spirituali con l’Occidente. Com’è possibile ignorare che il vino non è un intruglio qualunque al pari delle famose (e probabilmente, quelle sì, assai poco salutari) bibite gassate ma una bevanda nobile se usata in modo equilibrato, una realtà enorme sul piano simbolico, un nutrimento a cui hanno attinto profondamente la tradizione grecolatina e quella ebraico cristiana?.

Fonte: Avvenire.

Vino e emozioni: un legame a prova di scienza.
Conclusa la fase preliminare dello studio dell’International Academy of Sensory Analysis, coordinata dall’Università di Pisa. Tristezza, paura, rabbia, serenità/gioia, sorpresa, disgusto: quali vini danno quali emozioni? Ed è possibile fare delle correlazioni tra queste e i caratteri sensoriali? E con le molecole presenti? Le neuroscienze, attraverso la misurazione strumentale, confermano quanto emerge dai test chimici e sensoriali? Per rispondere a queste domande nel 2022 l’International Academy of Sensory Analysis ha riunito un team scientifico, al quale partecipano esperti dell’Università di Pisa e di altri sei atenei italiani (Brescia, Cattolica, Pavia, Udine, Torino e della Tuscia), assieme a quelli di Cnr e Centro Studi Assaggiatori, che ha messo a punto un protocollo di prova e ha cominciato ad eseguire test su diversi vini provenienti da regioni differenti. Ovviamente quelli che prevedevano l’intervento umano erano svolti senza che gli attori avessero la benché minima informazione sul brand o sulla denominazione.

Fonte: uniPi.

Il vino fa male alla salute ma niente etichette terroristiche.
L’Irlanda ha deciso di equiparare l’alcol alle sigarette e di scrivere, anche sulle etichette del vino, che fa male alla salute. Con l’approvazione della Commissione Ue. Antonella Viola, ricercatrice e docente all’Università di Padova, ha affermato che anche un consumo moderato di alcol “danneggia il cervello e aumenta il rischio di tumori”. E ancora: “chi beve ha il cervello più piccolo”. Secondo la biologa, volto illustre e, di solito, pacato della tv, bere vino fa male alla salute perché favorisce lo sviluppo di alcuni tipi di cancro, tra cui quello al colon e al seno. Il sostegno della dottoressa alla decisione irlandese, come ci siamo già detti, ha messo altra legna sul fuoco delle polemiche. Al diktat “il vino fa male alla salute” hanno replicato tutti.

Fonte: Scatti di Gusto.

“Il vino consumato in modo moderato ai pasti non crea problemi, anzi ci protegge”.
Il messaggio di Giorgio Calabrese, medico dietologo e presidente Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare del Ministero della Salute. Il messaggio di Giorgio Calabrese, medico dietologo e presidente Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare del Ministero della Salute. “Il vino è all’85% acqua, poi contiene anche una parte di alcol, ma anche polifenoli e tante altre sostanze. Il problema sono in superalcolici, dove c’è tanto alcol in poca quantità, e dove ci sono tanti “alcoli superiori” che, nel vino, non ci sono. Un calice di vino a pasto, come regola generale, è quella giusta”.

Fonte: WineNews.

Vino: Lollobrigida, informare su rischi non stigmatizzare.
La posizione italiana rispetto alla decisione dell’Irlanda sull’etichettatura del vino “è una posizione molto dura, perché si tratta di una posizione illogica, sbagliata, perché va in contrasto con quella che era l’indicazione del Parlamento Europeo tanto è vero che anche in queste ore grazie al supporto del ministro Tajani che ne ha parlato con il collega irlandese si sta probabilmente ridefinendo. Abbiamo presentato in queste ore alcune proposte congiunte con Francia e Spagna per spiegare che si deve informare ovviamente la persona che utilizza dei prodotti su quali siano i rischi di eccessi”. L’ha detto a margine del Congresso Nazionale Federparchi il ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida, con riferimento alla decisione irlandese di prevedere l’etichettatura delle bevande alcoliche, tra cui il vino, con avvertimenti sul presunto rischio sanitario associato al consumo.

Fonte: ANSA.

Il vino sulla tavola è l’equivalente delle croci visibili in cima ai campanili e nelle campagne d’Europa. L’esempio di Artsakh nell’autunno 2020.
Brussel sbaglia a repudiare di nuovo le radici cristiane. Dietro la battaglia commerciale dell’Unione Europea sul vino, l’ennesimo tentativo di rinnegare una storia millenaria, sempre più sulle orme dell’Islam. Quando nell’autunno del 2020, gli invasori islamici dell’Azerbajgian, coadiuvati da Turchi e da mercenari jihadisti siriani si presero l’80 per cento dell’Artsakh/Nagorno-Karabakh fu di distruggere la culla preziosa del vino atavico, prodotto avendo ridato salute ai vitigni primigeni, nella provincia di Hadrut, vicino all’antico monastero Katarovank. Si sono meritati la cittadinanza onoraria dell’Unione Europea. Scrivere sulle etichette che «il vino nuoce alla salute», oltre che essere una tipica calunnia da beoni Irlandesi di Guinness, è un chiaro segno di sottomissione all’Islam e alla Coca Cola. Un piccolo passo per l’Irlanda verso l’idiozia ma un grande balzo dell’Europa verso il suo stesso rinnegamento. Dopo aver estirpato le radici giudaico-cristiane dalla costituzione, adesso si passa al pratico: è in corso la character assassination del vino che Gesù Cristo ha proposto ai discepoli come bevanda in realtà “transustanziata” nel suo stesso sangue. Il Vangelo racconta che il Nazareno di questo «frutto della vite e del lavoro dell’uomo» ne regalò con il suo primo miracolo damigiane agli sposi di Cana. Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha fotografato la situazione con ironia dolente: una «scelta gravissima», ha detto, aggiungendo che si accusa Gesù di aver provato «ad avvelenare», su istigazione di sua Madre, i convenuti alle nozze.

Fonte: Korazym.org.

Vino, Uiv-Ismea: nel 2022 in Italia i vini fermi perdono il 7%.
L’incremento del 13% degli spumanti con metodo Charmat non frena la caduta delle vendite in volume nella Gdo e nel retail. I vini perdono il 6% sul 2021. E le giacenze in Italia aumentano di 3 milioni di ettolitri su anno a fine 2022. Si chiude un anno di riposizionamento per le vendite dei vini in grande distribuzione (e retail) in Italia. Nel 2022, l’unica voce chiaramente positiva – rileva l’Osservatorio Uiv-Ismea su base Osservatorio Ismea-Nielsen Iq – è relativa alla categoria “Altri spumanti Charmat” (diversi dal Prosecco), che ha archiviato il 2022 con una crescita tendenziale in volume del 13% (+22% nei discount), a fronte di un calo generale degli acquisti allo scaffale che supera il 6% con perdite sopra la media per la tipologia dei vini fermi (-7%) e in particolare per le Doc rosse che scendono in doppia cifra (-11%). A fare il paio con questi dati c’è quello sulle giacenze di vino, registrato da Cantina Italia: al 31 dicembre 2022, secondo il Report n.1/2023 dell’Icqrf, Istituto Centrale per la Qualità e la Repressione Frodi del Masaf, rispetto al 31 dicembre 2021, si osserva un valore delle giacenze superiore per i vini (+5,0%) e per i mosti (+1,6%), quasi invariata risulta la giacenza di vino nuovo ancora in fermentazione (-0,1%).

Fonte: AgroNotizie – Image Line Network.

STAMPA ESTERA

Le vin bio (encore) sa place.
Premier producteur mondial, la France enregistre cette année un tassement des ventes inédit. A l’occasion des trente ans du salon Millésime bio, enquête sur un secteur en plein questionnement. MEDOC. n 1993,1a première édition du Salon Millésime bio n’avait réuni qu’une quinzaine de vignerons engagés et.. à peine quelques dizaines de visiteurs Trente ans plus tard, ce ne sont pas /moins de 1500 exposants qui feront déguster leurs vins à quelque 10000 visiteurs attendus Devenu le plus grand Salon international dédié aux vins bio – seuls ceux certifiés par ce label peuvent être représentés -, il accueillera 80 % de producteurs français et 20 %de vignerons issus de 18 pays (Nouvelle-Zélande, Australie, Chili, Bulgarie, Italie..). Une présence tricolore qui fait écho au chemin parcouru par la France en la matière: avec aujourd’hui 160000 hectares certifiés bio ou en conversion en 2021 (contre seulement 63000 en 2012), elle s’impose comme le premier producteur mondial «Le v(gnoble bio a plus que doublé sur les cinq dernières années », se réjouit Jeanne Fabre, présidente de Millésime bio et vigneronne dans le Languedoc (Famil e Fabre). Après les premières conversions au sein des grandes régions viticoles méridionales (Occitanie, Paca) ainsi qu’en Alsace dans les années 1990, l’ensemble du vignoble français a pris le virage bia Et ce, y compris dans des zones réputées plus complexes en raison de conditions climatiques moins favo rabies telles que le Bordelais ou la Champagne. «Jusqu alors, la demande des consommateurs était telle qu’il suffisait de produire pour vendre ses vins bio, rappelle Jeanne Fabre. Aujourd’hui, les volumes sont enfin disponibles, mais le secteur doit encaisser la baisse structurelle de la consommation globale de vins, non seulement en France, mais également dans la plupart des gmrds pays consommateurs » S’il est encore trop tôt pour avoir les chiffres sur la consommation de vins bio dans l’Hexagone en 2022, il semblerait que sa croissance manque le pas alors qu’elle était encore de 9 % en 2021(1). En attendant, force est de constater qu’être vigneron bio n’est pas une sinécure. Dans le Haut-Médoc, Pierre Cazeneuve a rejoint la propriété familiale en 2015 et engagé la conversion du domaine dès l’année suivante.

Fonte: L’Obs.

Un millón para moderniza los laboratorios del vino de Vilafranca y Reus.
Vilafranca del P. El Institut Català de la Vinya i el Vi de la Generalitat (Incavi) presentó ayer el reimpulso de sus laboratorios de Vilafranca del Penedès y Reus, con la intención de convertirlos en referencia internacional para el sector vitivinícola. El Departament d’Acció Climàtica ha realizado una inversión extraordinaria de más de un millón de euros para “ampliar y mejorar las soluciones que ofrece a los profesionales” con la compra de nuevos equipos. Con el Incavi Lab también se quiere impulsar el conocimiento y la investigación, ofreciendo “soluciones innovadoras”. Duplica su capacidad analítica para dar respuesta a las necesidades del sector, como las nuevas exigencias de menciones obligatorias en las etiquetas de las botellas de vino. El objetivo de la nueva etapa es “asegurar la calidad de los vinos que se ofrecen al consumidor final”. Los laboratorios ampliarán el abanico de parámetros acreditados, y se podrá realizar nuevas analíticas de alergógenos, metales pesados y detección rápida de Brettanomyces. También se incorporan nuevas capacidades para quintuplicar la producción de levaduras autóctonas fruto de la investigación colaborativa entre bodegas y el Incavi.

Fonte: Vanguardia.

Grazie per l’ascolto, vi ricordiamo che le news di oggi, sono state offerte da Blinkup

A risentirci a domani.