News Vitivinicole e tenute agricole di martedì 7 giugno 2022!

Buongiorno,
Tenute agricole 24 presenta le news vitivinicole di martedì 7 giugno 2022!

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A Castel dell’Ovo si conclude “Vitignoltalia”.
Si conclude oggi la XVI edizione di “Vitignoltalia”, il Salone dei Vini e dei Territori Vitivinicoli Italiani, in programma a Napoli, manifestazione di riferimento a livello nazionale nell’ambito degli eventi legati al mondo del vino. Tre giorni (il via c’è stato domenica), con un fitto programma di incontri, degustazioni, presentazioni e workshop e perfino la cerimonia di presentazione e annullo filatelico. Oltre 250 le aziende presenti, provenienti dai più interessanti territori vitivinicoli nazionali, con un focus speciale dedicato alla produzione campana; circa 1500 etichette in assaggio per i visitatori che affolleranno i bellissimi spazi di Castel dell’Ovo, uno dei più importanti monumenti italiani, autentico simbolo della città.

Fonte: Roma.

Girando intorno al Sole.
Nel 2022 Veuve Clicquot festeggia 250 anni. Più che un anniversario, questo traguardo è l’occasione per mettere in evidenza un patrimonio unico. Un quarto di millennio: detto così rende l’idea, ma non del tutto. Dalle candele alla torcia degli smartphone, dalle tele di Ingres agli Nft di Beeple, da Beethoven a Billie Eilish, il lungo filo giallo di Yellow Label tiene insieme epoche e tradizioni diverse. «Nella storica regione vinicola dello Champagne, ogni Maison ha la sua storia, ma poche sono così uniche e coerenti come quella di Veuve Clicquot», sintetizza il ceo Jean-Marc Gallot. Una storia iniziata con Madame Clicquot, che ha preso le redini dell’azienda a 27 anni dopo la morte improvvisa del marito, in un’epoca in cui alle donne non era permesso lavorare.

Fonte: MF Gentleman.

C’è fermento tra le icone.
QUALI SONO LE NUOVE ICONE enologiche che si stanno affermando nella Penisola? Al primo posto c’è, ovviamente, il vino italiano attualmente il più richiesto al mondo. Non è il Barolo né il Brunelle, di Montalcino: è il Prosecco, lo spumante made in Italy che supera lo Champagne per numero di bottiglie vendute e ha raggiunto un volume produttivo di 500 milioni di bottiglie. Traguardi sbalorditivi per un vino conosciuto fin dal 1593, quando era un piacevole bianco fermo, ma il cui apprezzamento non era mai andato oltre i confini del Triveneto. A che cosa deve l’improvvisa espansione dei consumi su scala planetaria? .La deve al lavoro appassionato e intelligente degli uomini del Prosecco., sostiene il produttore Primo Franco nel libro che ha recentemente pubblicato, Prosecco uva of life.

Fonte: MF Gentleman.

Produttori di amarone Ecco il nuovo presidente.
Le famiglie storiche Produttori di amarone Ecco il nuovo presidente Pierangelo Tommasi (foto) è il presidente de Le Famiglie Storiche (associazione di produttori di amarone) OP.

Fonte: Giorno – Carlino – Nazione.

Il rosso del Palatino che farebbe felice Plinio il Vecchio.
Quanto ci sarebbe bisogno dell’abnegazione e anche dell’umile superbia di Cincinnato. Si è rifatto vivo sul monte che fu il luogo del potere. Al Palatino è spuntata una vigna, la vigna Barberini restituendo gratitudine alla famiglia che per dirla con il Placito Capuano «sao ko kelle terre per 30 secoli le possette». È un’operazione colta che mette insieme archeologia e ampelografia e genera nuova attrattività nel cuore antico di Roma quella del progetto ParCo green. Succede che sono state messe a dimora nella vigna Barberini delle barbatelle di quella che per Plinio il Vecchio era «uva pantasticar. E chi doveva prendersene cura se non Cincinnato?.

Fonte: La Verita’.

In vino veritas.
Pagadebit, l’uva che rinasce dalla tradizione Antichi documenti testimoniano che le origini del suggestivo castello, attuale sede dell’azienda, risalgono al XV secolo. La Fattoria si innalza su un poggio e comprende villa e terreni appartenuti alla famiglia patrizia della Contessa Gabriella Ugarte Lovatelli, ultima erede. Acquistata in seguito dalla famiglia Pezzi, che ancora oggi la conducono, è diventata un’attraente meta per gli enoturisti, anche grazie ad un elegante agriturismo e all’ottimo ristorante. Tradizione e moderne tecnologie sperimentali sono alla base della produzione in funzione VIE D’ALT Un Sauvignon che guarda all’ambiente Il nome dell’azienda è ispirato al Drimo vigneto acquistato dal fondatore Antonio Venica nel 1915.

Fonte: Messaggero.

Arriva Vinòforum Uno sfizio Capitale.
Uno sfizio Capitale Dal 10 al 19 giugno al parco di Tor di Quinto appuntamenti e cene Presenti più di 200 cantine e oltre 2500 etichette in degustazione. È iniziato il conto alla rovescia per la diciannovesima edizione di Vinòforum – Lo Spazio del Gusto. Uno dei più importanti appuntamenti legati al mondo dell’enogastronomia del panorama nazionale inaugurerà l’estate romana con dieci serate, dal 10 al 19 giugno nel Parco di Tor di Quinto. Nei 12.000 metri quadri del parco, con il laghetto a fare da sfondo, presenzieranno i migliori produttori di vino italiani ed internazionali; saranno infatti più di 800 le cantine a proporre oltre 2500 etichette in degustazione, tra Top Tasting, workshop e seminari per appassionati e operatori del comparto. Numerosi anche gli stand dedicati a importanti Consorzi come Prosecco Doc e Roma Doc e a istituzioni quali Regione Lazio-Arsial, Unaprol-Consorzio Olivicolo Italiano e Strada del Vino di Latina.

Fonte: Tempo.

Il meglio della viticoltura a Vitigno Italia.
Si chiude oggi a Napoli Vitignoltalia, il Salone dei Vini e dei Territori Vitivinicoli Italiani, in programma a Castel dell’Ovo. Oltre 250 le aziende presenti, provenienti dai più interessanti territori vitivinicoli nazionali, con un focus speciale dedicato alla produzione campana; circa 1500 etichette in assaggio. Le degustazioni che vedranno protagonisti vini e cantine che appartengono di diritto al gotha del panorama vitivinicolo. Oggi ci sarà un viaggio sulle pendici dell’Etna con gli inconfondibili vini di Passopisciaro (alle 15,30) e una degustazione di vini sperimentali presentata dai Feudi di San Gregorio (17,15).

Fonte: Tempo.

Gli agricoltori: «Caldo anomalo e poca acqua, raccolti a rischio».
L’azienda Brolli: «La situazione sta peggiorando, produzioni in diminuzione e non si trova manodopera». I produttori di frutta Fabbri: «Maggio con 7 gradi in più, arriveranno i danni» I PROBLEMI ALL’AZIENDA ZAVATTA «Gli alberi hanno patito, quest’anno non sono rigogliosi: lo si nota dalla forma stentata delle foglie e dalle dimensioni ridotte dei frutti». Siccità, bollette alle stelle e mancanza di manodopera. Sul comparto dell’agricoltura si sta abbattendo la tempesta perfetta. Ne è certo Walter Brolli che dalla sua azienda vitivinicola nel riminese non usa giri di parole: «Questo caldo è anomalo, ma il problema siccità ce lo trasciniamo da anni. Fatto sta che mancando le piogge non posso usare né l’invaso da 40mila metri cubi di acqua, né gli impianti di irrigazione di emergenza».

Fonte: Corriere Romagna Rimini.

Ecco Villa Saletta Un antico borgo diventato cantina e in futuro resort.
Il progetto è della famiglia inglese Hands Ad e direttore tecnico La produzione vinicola è affidata a Landini La produzione oggi è circa 100mila bottiglie Villa Saletta è una di quelle rare realtà multiformi e sfaccettate, fulcri di ricchezza e storie, non soltanto enoiche, destinate a disorientare per sovrabbondanza di materiale. Partiamo dal territorio, innanzitutto, siamo infatti in Valdera, a Palaia, Comune della provincia di Pisa che oggettivamente sorprende non trovare tra le destinazioni-cardine della nuova viticoltura italiana, dato che si tratta di una collina chiaramente vocata, di origine marnoso-tufacea, coperta da un 30-40 centimetri di riporto di terra fertile (un tempo adibito, fra gli altri, alla coltivazione di tabacco) stretta fra i corsi dei torrenti Chiecina a est e Roglio a ovest, attraversata inoltre da una strada che in epoca etrusca conduceva a Volterra.

Fonte: Nuova Ferrara.

Ora è ufficiale: Mercato Saraceno è diventata ‘Città del vino’.
La sindaca Rossi: «Festeggeremo con un grande evento pubblico» Ora è ufficiale: Mercato Saraceno è diventata ‘Città del vino’. E’ ufficiale, Mercato Saraceno è ‘Città del vino’. Dopo mesi di istruttoria è stata accolta favorevolmente l’istanza dall’Associazione Nazionale Città del Vino’, che si occupa in Italia e in Europa della valorizzazione dei territori a vocazione vinicola, e che fra i circa 470 soci in Italia, ne ha tre in Romagna (Mercato Saraceno, Bertinoro, San Clemente nel riminese). Mercato Saraceno è sempre stato un territorio a vocazione vinicola. Un tempo le cantine storiche erano quelle di Pantani, Calbucci, Moroni ma da tempo, hanno cessato l’attività, oppure fatta rilevare da altri.

Fonte: Resto del Carlino Cesena.

Premio Mundus Vini Successo della Casale del Giglio.
Riflettori internazionali Medaglia d’oro e tre argenti per la Cantina I vini sul podio sono Viogner, Satrico, Shiraz e Cesanese L’azienda pontina di Le Ferriere sale ancora una volta sul podio Una medaglia d’oro e tre d’argento. E questo il bottino dell’Azienda Agricola Casale del Giglio de Le Ferriere al Gran premio internazionale “Mundus Vini” di Neustadt an der Weinstraße, città della Renania-Palatinato, uno dei sedici stati federati della Germania. Ha vinto l’oro con il Viogner e i tre argenti con il Satrico, lo Shiraz e il Cesanese. Non è la prima volta che la cantina pontina riesce a salire sul podio di questo prestigioso concorso. Quest’anno i vini in gara provenivano da quarantadue nazioni vinicole diverse. A giudicarli, con una degustazione a bottiglia anonima, è stata una giuria internazionale composta di enologi, viticoltori, rivenditori specializzati, sommelier e giornalisti del settore.

Fonte: Latina Oggi.

Una delle competizioni più importanti al mondo.
II riconoscimento fondato da Meininger Verlag Cosi come negli anni precedenti il concorso ha anche premiato i migliori produttori di vino di un paese e i migliori vini nella loro categoria. Fond ato da Meininger Verlag, il Gran premio internazionale del vino “Mundus Vini”è una delle competizioni più importanti del mondo. La sua importanza è dimostrata dai più degli undici mila vini cheogni anno vengono esposti durante l’evento. Molti vini prodotti nel mondo hanno partecipato a questo concorso. II suo obiettivo è “promuovere la qualità e la commercializzazione dei vini partecipanti, offrire ai produttori, viticoltori, importatori e consumatori una piattaforma ideale che consenta di paragonare fra loro i vini partecipanti, fornire un valido strumento di decisione e di orientamento per l’acquisto”.

Fonte: Latina Oggi.

Cinque Terre e Val d’Aosta: alleanza per la viticoltura.
Intesa con il Cervim, centro di ricerca sulle produzioni vinicole di montagna La presidente Bianchi: «Impegno per il recupero dei terreni abbandonati» Le terrazze delle Cinque Terre coltivate a vite hanno analogie con il territorio della Val d’Aosta Patrizia Spora. Recuperare i terrazzamenti e tutelare il territorio attraverso il rilancio del settore agricolo. Con questo obiettivo il Parco prosegue la collaborazione con il Cervim, il centro di ricerca, studi, salvaguardia, coordinamento e valorizzazione per la viticoltura di montagna. Un progetto avviato già da qualche tempo, che si inserisce nel più ampio piano del Parco, al lavoro con l’obiettivo di aumentare i fondi da investire nella ricostruzione” e conservazione del paesaggio tenazzato, che ha reso le Cinque Terre famose nel mondo tanto da essere proclamate patrimonio Unesco.

Fonte: Secolo XIX La Spezia.

Vinum, un successo Bolano già lavora per l’edizione 2023.
«Vinum dovrà diventare uno degli appuntamenti più importanti a Bolano. Lavoreremo da subito per l’edizione del 2023, per valorizzare le produzioni vinicole del nostro territorio». Il sindaco Alberto Battilani è soddisfatto per la riuscita della prima manifestazione dedicata al vino locale che si è svolta lo scorso fine settimana nel centro storico di Bolano. Oltre 5001e persone che hanno visitato gli stand delle cantine, 300 i calici venduti dallo stand istituzionale all’inizio del percorso degustativo, grande riuscita anche in termini di organizzazione. «La manifestazione è andata molto bene in termini di affluenza — dice l’assessore alle Attività produttive Paolo Polloni -, sono soprattutto i giovani ad aver partecipato e questo ci fa ancora più piacere.

Fonte: Secolo XIX La Spezia.

Il vino e non solo: tour nelle aziende del Monferrato.
Nei prossimi fine settimana Il vino e non solo: tour nelle aziende del Monferrato. Il vino sarà il protagonista dei prossimi appuntamenti tra la Valcerrina e San Giorgio Monferrato, con iniziative che coniugano natura-escursioni, cultura-letteratura e ballo-solidarietà. Si parte sabato 11 giugno a Camino (ore 16 e ore 16,40) con la nuova edizione di Camin Pasteggiando dedicata al vino “CamiVlno’ proposta dal Comune in collaborazione con la proloco. Il programma prevede una doppia partenza a gruppi con la visita di 4 aziende vitivinicole locali, lungo un percorso di complessivi 6 chilometri su strada prevalentemente asfaltata. Queste le tappe: Azienda vitivinicola Cá Ordano di Lulù Boffo, Agricola Dellavalle, Azienda Vitivinicola Merlonero e Pierino Vellano con le Cantine di San Sebastiano.

Fonte: Monferrato.

Il consorzio Alta Langa accelera arriva il calice tutela-bollicine.
Ieri degustazione fra i modelli di auto futuristiche esposti nel Museo di Italdesign a Moncalieri Il consorzio Alta Langa accelera arriva il calice tutela-bollicine. Mi piacerebbe rafforzare il nostro appeal a livello internazionale, ma ancora di più mi piacerebbe che a Torino e in tutto il Piemonte, quando un sommelier deve proporre una bollicina al diente, suggerisca con orgoglio un Alta Langa e non uno Champagne. Abbiamo i numeri e la qualità per farlo». La neopresidente del Consorzio Alta Langa, Mariacristina Castelletta, racconta la sua visione tra una Bugatti 18/3 Chiron e una Lotus Esprit. Intorno a lei, ci sono i banchi d’assaggio dei 46 produttori soci che ieri hanno trovato posto fra i modelli di auto futuristiche esposti nel Museo di Italdesign a Moncalieri, location perfetta per una degustazione che ha mescolato stile, tradizione, qualità e innovazione. «Due eccellenze che si sono incontrate, nel segno di un legame con le radici piemontesi».

Fonte: Stampa Nord Ovest.

L’Uvalino Uceline 2015 Gran medaglia d’oro a Bruxelles.
L’Uvalino Uceline 2015, etichetta di Cascina Castlet, ha ottenuto la Gran Medaglia d’Oro del Concours Mondial de Bruxelles 2022. Il vino è stato selezionato tra le 18 etichette top italiane ed è l’unico piemontese premiato. «Una soddisfazione che un vitigno raro, prossimo a scomparire, sia oggi riconosciuto tra i grandi vini – commenta la produttrice Mariuccia Borio -. Nel 1992 impiantai il primo filare. Oggi ne ho circa un ettaro e mezzo in due vigneti».

Fonte: Stampa Nord Ovest.

Il Primitivo di Manduria non cambia e resta doc.
La decisione del cda e la guerra tra produttori Il Primitivo di Manduria non cambia e resta doc Il Primitivo di Manduria doc conserva quest’etichetta e non diventa Docg. La decisione é stata presa dal cda del Consorzio di Tutela. «Non ci sono i presupposti per portare avanti la modifica del disciplinare presentata alla Regione nel 2020 – commenta la presidente Novella Pastorelli (foto) – tutelare il bene comune è un grande impegno, un impegno gravoso perché significa tutelare l’intero territorio dei i8 comuni dell’areale e la denominazione di origine ad essi collegata. La nostra Doc Primitivo di Manduria significa coltivare una visione lungimirante e investire sul futuro».

Fonte: Corriere del Mezzogiorno Puglia.

«Primitivo, ora al via il tavolo di concertazione».
Parla Novella Pastorelli, presidente del Consorzio di tutela «Primitivo, ora al via il tavolo di concertazione». “Non ci sono i presupposti per portare avanti la modifica presentata alla Regione Puglia nel 2020 del disciplinare del Primitivo di Manduria che prevede il passaggio dalla Doc Primitivo di Manduria alla Docg Primitivo di Manduria. La decisione maturata già a metà maggio è stata condivisa all’unanimità dal Cda in una serie di pre -consigli al termine dei quali è prevalso il senso del bene comune”. Con queste parole il presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria, Novella Pastorelli ha aperto l’assemblea dei soci.

Fonte: Taranto Buonasera.

Anche la Gallura brinda col Carignano.
La cantina di Luogosanto presenta “Èstru” per valorizzare le produzioni autoctone Anche la Gallura brinda col Carignano Il vitigno simbolo del Sulcis è al centro del nuovo progetto di Siddùra Non solo Vermentino: la Gallura è terra foriera di calici in purezza e divini che normalmente ci si aspetta in altre zone dell’Isola e che invece possono trovare casa anche tra i graniti e la macchia mediterranea del nord. Si pensa infatti che la parte alta dell’Isola possa essere portatrice quasi solo del bianco sardo per eccellenza, quando invece sono anche altre le strade percorribili. Ia strategia Ne è la prova Estru, il nuovo nato della cantina Siddùra, «un Carignano universale, che ampliando la gamma dei vini dell’azienda porta a compimento il progetto di valorizzazione dei vitigni più rappresentativi dell’Isola: Vermentino, Cannonau e, appunto, Carignano» racconta Piero Aru, responsabile commerciale dell’ azienda.

Fonte: Unione Sarda.

Il Friularo è nell’Olimpo dei vini: medaglia d’oro internazionale.
Per il secondo anno è stato premiato al concorso di Bruxelles. Vini conselvani nell’olimpo di settore: per il secondo anno di seguito il Friularo, ricavato dall’unico vitigno autoctono da bacca rossa della nostra provincia, finisce in cima alle preferenze dei giurati del Concours Mondial de Bruxelles e porta a casa un’altra medaglia d’oro. Dopo il successo del 2021, anche quest’anno il Friularo, nella versione Ambasciatore Docg annata 2016, ha sbaragliato prestigiosi avversari e si è imposto con il suo gusto unico: vellutato, austero, con sensazioni di frutta fresca, vaniglia e tannini evidenti. «Il Concours è una competizione internazionale a cui partecipiamo da anni e che ci sta regalando straordinarie soddisfazioni – ha commentato Roberto Lorin, presidente di Conselve Vigneti e Cantine – In quel contesto numerosi produttori presentano i propri vini perché siano degustati e valutati da un panel esperti.

Fonte: Gazzettino Padova.

Intervista a Sara Carniel e Giuliana Carniel – Due sorelle, una passione «Il nostro vino al femminile» – «Il vino è donna».
Angelina continuata con mamma Laura «11 vino è donna» «NEL NOSTRO VINO CI SONO I VALORI DELLE DONNE CHE CI HANNO PRECEDUTO: INDIPENDENZA E RISPETTO. SIAMO ORGOGLIOSE DELLA PRESIDENTE BORTOLOMIOL» La vite? È donna. La terra? È donna». Ed è donna anche la luna, sotto i cuoi influssi matura il vino. Saggezza popolare, ripetuta da nonna Angelina alla figlia e alle nipoti nel Novecento. Ma il vino, per questa famiglia, è stato anche il modo per affrancarsi dalla società patriarcale. Testardamente i vigneti sono sempre stati lasciati in eredità alle donne. E così Sara e Giuliana nel 2020 hanno deciso di fare il salto: da conferitrici a produttrici delle proprie etichette. Non a caso chiamate “Vite in rosa”. Le loro Rive si trovano a Valdobbiadene sopra San Floriano. E le prime bottiglie hanno poco più di un anno di vita. Per ora le sorelle Carniel producono Prosecco extra dry Docg.

Fonte: Gazzettino Treviso.

La Marca brilla al Concorso enologico: ecco tutte le medaglie.
Alla 20. edizione del Concorso enologico internazionale Città del Vino con le commissioni d’assaggio che si sono riunite a Priocca (Cuneo), la Marca ha strappato una Gran medaglia d’oro tra le 34 assegnate in totale per i vini che hanno superato i 92/100 e 33 medaglie d’oro tra le 323 assegnate a quelli che hanno raggiunto 85/100. Sul gradino più alto del podio, Gran medaglia d’oro, è salita l’azienda Sandre di Salgareda con il rosso “Cuor di vigna” Igt Veneto 2018 con il punteggio di 92. Sandre ha conquistato poi l’oro nel concorso riservato ai Merlot. A conquistare il maggior numero di medaglie, tre, la Col Vetoraz di Valdobbiadene con le sue bollicine del Valdobbiadene Docg. Bollicine di Prosecco Docg protagoniste tra le 33 aziende con l’oro ma non sono mancati i riconoscimenti per rossi dal Merlot aI Raboso, ai bianchi come l’Incrocio Manzoni, il Pinot e il Verduzzo.

Fonte: Gazzettino Treviso.

L’Ambasciatore Friularo trionfa a Bruxelles.
È un periodo d’oro per il Friularo, il tradizionale vino rosso autoctono. Per il secondo anno di seguito finisce in cima alle preferenze dei giurati del “Concours Mondial de Bruxelles” e porta a casa un’altra medaglia d’oro. La versione Ambasciatore Docg, annata 2016, ha sbaragliato prestigiosi avversari e si è imposta con il suo gusto unico: vellutato, austero, con sensazioni di frutta fresca, vaniglia e tannini evidenti. «Il “Concours Mondial de Bruxelles” è una competizione internazionale a cui partecipiamo da anni e che ci sta regalando straordinarie soddisfazioni» afferma Roberto Lorin, presidente di Conselve Vigneti e Cantine «Siamo particolarmente fieri di questa vittoria per l’Ambasciatore, punta di diamante della produzione della nostra Cantina, apprezzato all’estero e, ultimamente, anche nei nostri territori

Fonte: Mattino Padova.

Le “Cantine d’autore” che hanno dato vita al fenomeno in Italia raccontate da ElectaArchitettura.
Dalla Cantina Masseto a Antinori, da Podernuovo a Planeta, Nals Margreid e Pacherhof, da Pizzolato a Gorgo, da Cantina dei 5 Sogni a Distilleria Puni. Dalla Cantina Masseto, “tempio” del Masseto ideato dallo studio Zitomori a Bolgheri, dove c’è anche la Cantina del Bruciato della Tenuta Guado al Tasso progettata da asv3-officina di architettura e Fiorenzo Valbonesi per Marchesi Antinori, committente, nel cuore del Gallo Nero, dell’avveniristica Cantina Antinori nel Chianti Classico firmata da Archea Associati; dalla Cantina Podernuovo, la “Bulgari Winery” di Alvisi Kirimoto a Palazzone a San Casciano dei Bagni in Toscana, a Feudo di Mezzo, la cantina sull’Etna della griffe siciliana Planeta progettata da Santi Albanese e Gaetano Gulino; dal progetto di Markus Scherer per Nals Margreid a Nalls tra i vigneti altoatesini, alla Cantina Pacherhof realizzato dallo studio Bergmeisterwolf a Novacella sempre in Alto Adige, dove c’è anche la Distilleria Puni dell’architetto Werner Tscholl; dalla Cantina Pizzolato dello studio Made associati a Villorba a Treviso, alla Cantina Gorgo frutto di un progetto di ampliamento e recupero a Custoza dell’architetto Bricolo Falsarella, fino alla Cantina dei 5 Sogni architettata da Matteo Clerici – Fondamenta – hus nelle Langhe. Sono queste le “Nuove Cantine Italiane. Territori e Architetture” raccontate nel volume a cura di Roberto Bosi e Francesca Chiorino per Electaarchitettura, che raccoglie gli esiti progettuali più interessanti dell’ultimo decennio e dà conto di un fenomeno, quale è quello delle cantine progettate da architetti di diversa formazione, che ancora è in corso e che in alcune regioni ha possibilità di importanti espansioni.
Il volume (Edizioni Electaarchitettura, aprile 2022, pp. 144, prezzo di copertina 28 euro), prende in rassegna i progetti architettonici di 10 cantine e una distilleria realizzate in Italia da 11 studi di architettura.

Fonte: WineNews.

Dalla MotoGP alla cantina: un progetto di economia circolare.
Un progetto di economia circolare tesse una rete virtuosa tra l’azienda agricola Giannitessari di Roncà (Verona) e Raimante, società fondata da Enrico Raimondo con sede a Montecchio Maggiore (Vicenza) che detiene il brevetto dell’omonimo materiale con cui realizza esemplari unici di bottiglie a partire da residui di lavorazione. Per Giannitessari, Raimante ha racchiuso il Lessini Durello Extra Brut in bottiglie di grande formato – da 2 e 3 litri con capsule ed etichette ad hoc – create interamente a mano, dalla fase di laminazione su stampo a quella di trattamento superficiale esterno e interno. Il raimante è un materiale estremamente innovativo e a impatto zero: non nasce da un processo di riciclo, che implica in certa misura inquinamento, bensì di riutilizzo, con la reintroduzione degli sfridi nella filiera produttiva, riducendo così l’impatto ambientale dovuto allo smaltimento di rifiuti catalogati come speciali. Gli residui di lavorazione in carbonio, kevlar, fibra di lino e fibra di vetro giungono dal mondo della MotoGP, della Formula 1 e delle Supercar ma anche dal settore aeronautico e ciclistico.

Fonte: Sardegna Reporter.

Siamo stati in visita alla cantina di Ca’ del Bosco in Franciacorta.
Esistono già alcuni libri e un podcast, ma sulla storia di Ca’ del Bosco dovrebbero scriverci una serie tv. È una di quelle storie italiane che meritano di essere raccontate, con tutti i suoi protagonisti e gli svariati colpi di scena, le vittorie, il classico lieto fine. E, naturalmente, le migliori cuvée. Ma andiamo con ordine. La storia di una delle più prestigiose case vitivinicole al mondo inizia nel 1964, quando Annamaria Clementi acquista a Erbusco, in provincia di Brescia, una piccola casa in collina immersa in un fitto bosco di querce e castagni che – non a caso – viene denominata la Ca’ del Bosc.

Fonte: Vogue.

Viticoltrici delle Langhe, nelle cantine si riciclano scarti.
Coltivano la vigna, producono vino e sono sensibili ai temi ambientali: nelle loro aziende riciclano e riutilizzano tutti gli scarti di lavorazione. È la nuova associazione L’Anello Forte, fondata da 14 donne imprenditrici vinicole di Monforte d’Alba, nelle Langhe, di cui la metà ha meno di 35 anni. Il loro obiettivo è creare una virtuosa economia circolare di prossimità, mantenendo la memoria contadina che non ha mai sprecato nulla. L’associazione senza scopo di lucro ha fatto il suo debutto il 4 giugno in occasione di Spazzamondo e della degustazione di Barolo organizzata da Barolo Boys, ma è nata ufficialmente il 30 gennaio 2021 nella cantina Domenico Clerico.

Fonte: ANSA.it.

Primitivo di Manduria, ritirata modifica disciplinare.
“Non ci sono i presupposti per portare avanti la modifica presentata alla Regione Puglia nel 2020 del disciplinare del Primitivo di Manduria che prevede il passaggio dalla Doc Primitivo di Manduria alla Docg Primitivo di Manduria. La decisione maturata già a metà maggio è stata condivisa all’unanimità dal Cda in una serie di pre – consigli al termine dei quali è prevalso il senso del bene comune”. Lo ha dichiarato, nei giorni scorsi, il presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria Novella Pastorelli aprendo l’assemblea dei soci.

Fonte: ANSA.it.

Abruzzo Wine Experience 2022, grand tasting con 300 etichette.
Sarà palazzo d’Avalos a Vasto la prestigiosa location che l’8 giugno ospiterà oltre 120 giornalisti provenienti da tutto il mondo per il Grand Tasting Vini d’Abruzzo 2022, con la degustazione delle nuove annate di oltre 300 etichette. L’iniziativa del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo rientra nel più ampio programma di Abruzzo Wine Experience, che dal 6 al 10 giugno coinvolgerà gli ospiti italiani ed esteri in una serie di attività alla scoperta dei vini, dei territori e delle bellezze regionali.

Fonte: ANSA.it.

In lattina e low alcol: così il vino dei giovani cinesi.
Riflettori puntati sul mercato cinese delle bevande a bassa gradazione alcolica, che si prevede raggiungerà oltre 74 miliardi di RMB (11 miliardi di dollari) entro il 2025. A conferma del trend, WiMo, un nuovo marchio cinese di vino in lattina creato solo l’anno scorso, ha sorpreso il mercato del vino raccogliendo milioni di finanziamenti. Fondato nel 2021, WiMo “Pu Ke” (WiMo “葡刻”), che in cinese significa “Momento del vino”, è un marchio di vino dal consumo veloce che si rivolge alle giovani generazioni. La sua rapida ascesa ha attirato l’attenzione di Kindergarten Green, una società di investimento sostenuta dalla piattaforma di streaming video iQIYI, di proprietà del gigante cinese della ricerca su Internet Baidu Inc, che ha deciso un finanziamento “milionario”.

Fonte: Federvini.

Come si fa a capire se un vino è andato o meno a male?
Quante volte in vita nostra ci sarà capitato di aprire una bottiglia di vino, magari per una festa, e di vederla li a prendere aria senza che nessuno ne capisse davvero il potenziale? In queste occasioni le conclusioni sono le medesime: si prende la bottiglia, la si ripone in una cantinetta x vini e si aspetta la prossima festività. Il problema è che a volte, tra una buona occasione e l’altra, possono passare anche diversi anni: una quantità di tempo che non è compatibile con chi vuole sempre il massimo dal vino che sta sorseggiando. In questo genere di casi un frigo cantinetta non basta più: il vino non è fatto per durare in eterno, è fatto per essere consumato prima o poi.

Fonte: Newsly.it

Vino Ue, aumentano export e consumi.
Nonostante il complesso scenario geopolitico, le previsioni per il vino europeo, nel complesso, sembrano decisamente positive sul fronte dell’export e dei consumi interni, e buone dal punto di vista della produzione. Questo, almeno, è il quadro emerso dall’aggiornamento di primavera dello ‘Short-Term Outlook for Eu Agricultural Markets’ redatto dalla Commissione Europea. Il report stima che la produzione enologica possa raggiungere circa 155 milioni di ettolitri, leggermente al di sotto dell’annata 2020/21. Il calo della produzione in Paesi come Spagna e Francia (circa -13% anno su anno) è bilanciato dall’incremento di Italia (+19%) e Portogallo (+15%).

Fonte: Wine Pambianco – PambiancoNews.

Reputazione, internazionalizzazione, ripresa economica: le sfide per il vino italiano.
Vittorio Cino, dg Federvini (in assemblea l’8 giugno a Roma): “settore vitale, ma nel 2022 numeri da leggere, e tanta incertezza”. Il vino italiano, dopo un 2021 da record all’export, una sostanziale tenuta nella gdo e un deciso rimbalzo nei consumi fuori casa, rispetto al durissimo 2020, continua ad essere la voce più performante dell’agroalimentare italiano. “Ma non si può abbassare la guardia e dormire sugli allori. I primi mesi del 2022 parlano ancora di crescita nelle esportazioni, ma la Francia, competitor n. 1, cresce molto più di noi. Nella grande distribuzione si sta verificando quello che temevamo, ovvero un calo dei volumi anche in relazione all’aumento dei prezzi dovuto all’aumento di costi energetici e di materiale come bottiglie, carta e così via, con uno scontrino medio che va diminuendo, e nella ristorazione c’è un miglioramento netto, ma abbastanza ovvio visto che il confronto nella prima parte dell’anno è con un avvio di 2021 ancora parte in lockdown e parte con forti restrizioni. Ed i livelli pre-pandemici sono ancora lontani”. Così a WineNews, Vittorio Cino, dg Federvini, traccia un quadro di massima che sarà approfondito con tavoli tematici e ricerche ad hoc nell’assemblea generale, di scena l’8 giugno, a Palazzo Rospigliosi, dove saranno presentati i dati raccolti dall’Osservatorio Federvini sull’andamento del settore (vini, spiriti, aceti) nei primi mesi 2022.

Fonte: WineNews.

STAMPA ESTERA

Les beaujolais poursuivent leur montée en gamme.
Les vignerons du Beaujolais tentent péniblement de redorer la réputation de leur production et, par conséquent, de faire remonter ses prix. Au caveau municipal de fleurie. où 32 domaines de l’appellation commercialisent chacun une cuvée. onze bouteilles sontvendues moins de 10 euros. « Des crus a ce prit-la. c’est désolant. C’est dommageable à notre image », regrette Daniel Bullier, président de finterbeaujolais. LevignobleduRhône tente péniblement de redorer sa réputation et, par conséquent, de faire remonter ses prix, victimes dune politique inconsidérée de volumes et devins primeurs à bas coins dans les années 1990-2000. «LeprLx, c’est un jeu d’offre etde demande. E faut susciter la confiance. le plaisir, voire l’admiration». résume le vigneron de Villiers-Morgon. Et pour cela, « Il n’y agas d’autres moyens que de travailler. donner des gages de qualités petits rendements, whiers des charges plus restrictifs, bio,rerravrris, HVE,cuvées parcellaires, élevages longs… », énumère-t-il. En 2017, il a planté une vigne d’orfèvre, en terrasse et en hic. sur une pente à 40 %. Il n’a pas encore vendu une bouteille issue de cette parcelle de luxe, dont il a décrété que le vin passerait trois ans en élevage. «La qualité, c’est de l’investissement». Premiers crus Les deux derniers millésimes ont donné un coup de pouce: le manque devina fait remonter les cours du vrac de 50 96. A 300 euros l’hectolitre de beaujolais générique, et 500 euros le motrBn-è-vent: les vins ont retrouvé le niveau d’avant crise.

Fonte: Echos.

Les petits vins de Bourgogne au défi de la hausse des coûts.
Les vins d’entrée de gamme du vignoble bourguignon pèsent 53 % des volumes. • Confrontés aux mêmes hausses des coûts chue les grands crus, ils doivent rester accessibles, estiment les maisons de vins qui font le dos rond en attendant la recolte 2022 et acceptent de voir leurs marges fondre. Après les gelées d’avril 2021, qui avaient amputé la récolte de 400.000 hectolitres en Bourgogne (997.000 contre 1,4 million en moyenne), les cours des raisins et moûts se sont envolés. La hausse atteint 50 à 100 %. « Et la demande tr?s forte en Bourgogne a fait que des négociants éleveurs étaient press à surpayer pour se couvrir », analyse Thibaud Marion. Le producteur a repris en 2004 le domaine Seguin Manuel, de Beaune, en Cate-d’Or, et exploite 5,5 hectares en direct. Comme de nombreux confrères, Seguin Manuel achète aussi raisins et moûts auprès de viticulteurs. pour une production totale équivalente à un domaine de 20 hectares, et a dû subir lui aussi cette flambée des cours. Le renchérissement de la matière première a fait passer la part de cette dernière dans le prix du vin de 60 à 75 %. Mais il faut ajouter les autres inflations dont celle du coût dei énergie. Avec des répercussions sur les prix et la disponibilité des bouteilles et du carton. qui ont quasiment doublé, et sur ceux des bouchans,étiquetteset capsules, en forte hausse également Sans compter la croissance du poste «main-d’oeuvre », les pratiques vertueuses plébiscitées par les consommateurs demandant de plus en plus de travail à la main… Les vins d’entrée de gamme sont-ils encore rentables 2 Dans ce contexte, la préoccupation de la filière est de contenir les prix des appellations régionales. Ces vins d’entrée de gamme, les bourgogne aligoté, passe-tout-grain, mgcon et crémants pèsent 53 %des volumes et constituent une entrée en matière indispensable pour découvrir les appellations villages, puis les premiers muet les grands crus, estime la profession. La plupendes maisons de négoce présentent ces quatre familles de vins bénéficiant d’une mène approche monocépage et d’une même vinification artisanale.

Fonte: Echos.

“Gegen den Klimawandel antrinken”.
Neue Traubensorten gelten als besonders robust. Dennoch führen sie seit Jahren ein Schattendasein. Ein Winzerin aus Rheinhessen will das nun ändern. Im vorigen Jahr, sagt Eva Vollmer, haben die Pilze in den Weinbergen Samba getanzt. Doch während viele ihrer Winzerkollegen Ernteausfälle zu beklagen hatten, weil der gefürchtete falsche Mehltau und die Schwarzfäule in der feuchten Hitze wucherten wie lange nicht, da hätten ihre “Piwis” fast einen stabilen Ertrag geliefert. Sie habe es kaum glauben können, sagt sie: “Ich bin fast täglich mit Freude um die neuen Anlagen gesprungen.” Die Winzerin aus dem rheinhessischen Ebersheim gehört zu den Aufsteigern der Weinwelt. Der Weinführer GaulteMillau hatte die Biowinzerin gar zur “Entdeckung des Jahres” gekürt. Vollmer kann nicht nur Wein, sie kann auch reden. Wenn sie jetzt mit einer Hand voll Kollegen die erste Piwi-Kollektion für den Lebensmittelhandel keltert, dann lässt das die Branche aufhorchen. “Piwi-Initiative erobert Handelsketten”, konstatierte das Fachblatt “Weinwirtschaft”, kurz nachdem Vollmer die Pläne im Frühjahr auf der Weinmesse Pro Wein vorgestellt hatte. Was die Winzer “Piwis” nennen, sind eigens gezüchtete sogenannte pilzwiderstandsfähige Rebsorten. Sie sollen resistenter gegen Krankheiten sein, robuster auf Schädlingsbefall reagieren. Souvinier gris, Cabernet blanc, Cabertin, Muscaris, Laurot, Regent, Pinotin, Sauvignac — die Liste wird Jahr für Jahr länger. Die widerstandsfähigen Sorten benötigen nur die Hälfte der Spritzmittel, manche sogar nur ein Fünftel. Das spart nicht nur Chemie im Weinberg, es spart auch Diesel, bremst Treibhausgase, sorgt für weniger Bodenverdichtung, und billiger ist es obendrein. Piwis werden schon seit vielen Jahren von staatlichen Forschungsanstalten und privaten Rebveredlern gezüchtet, trotzdem sind sie bis heute ein Nischenprodukt. Die meisten Winzern sind nach wie vor skeptisch, die Verbraucher kennen sie nicht, der Handel weiß wenig damit anzufangen. Wein in Deutschland ist vor allem Tradition. Gerade mal um die 2,5 Prozent der deutschen Rebflächen sind mit Piwis bestockt. Allein die Vorzeigesorte Riesling kommt auf 25 Prozent. Mit dem Schattendasein könnte es aber bald vorbei sei. Der Klimawandel und der “Green Deal” der EU werden die Nachfrage nach den neuen Reben ankurbeln, darüber sind sich Experten einig. In Frankreich wurde die Sorte Voltis in diesem Frühjahr erstmals für die Herstellung von Champagner zugelassen.

Fonte: Frankfurter Allgemeine.

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A risentirci a domani.

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